Chiusi altri 3 siti di streaming in thailandia
NonSolo Gaming - 10 novembre 2020 12:15
Il Dipartimento di Investigazione Speciale della Thailandia ha fatto irruzione e chiuso tre servizi di streaming pirata dopo aver fornito l'accesso a contenuti di proprietà della MPA e di società locali.
Le piattaforme erano state precedentemente prese di mira come parte di una serie di raid, ma si erano trasferite su nuovi nomi di dominio per continuare a servire i clienti. La recente commissione di indagine IPTVA della Coalition Against Piracy (CAP) dell'Asia Video Industry Association e condotta da YouGov ha rivelato che circa il 53% dei consumatori online in Thailandia utilizza piattaforme di streaming illegali o siti torrent per accedere a contenuti altrimenti premium.
Il sondaggio ha anche rilevato che di coloro che hanno ammesso di utilizzare tali piattaforme, circa il 66% ha affermato di aver annullato alcuni o addirittura tutti i propri abbonamenti legali di conseguenza. Questo e altri rapporti simili hanno contribuito a far suonare il campanello d'allarme nel paese, quindi il mese scorso le autorità hanno intrapreso una serie di azioni per chiudere i siti pirata.
Il 22 ottobre, il Dipartimento per le indagini speciali ha effettuato raid contro una serie di siti illegali, chiudendone diversi durante il sequestro di apparecchiature informatiche. Tra questi c'erano Kingiptv.cc, Doohdbox.com e Hdplay.tv ma sembra che gli operatori di queste piattaforme non fossero subito pronti a gettare la spugna. Secondo i resoconti dei media locali, i tre siti sono passati a nuovi domini: da Kingiptv.cc a Kingiptv.info, doohdbox.com a skyhdbox.com e hdplay.tv a hdlive.site. Ciò ha richiesto ulteriori azioni da parte delle autorità.
A seguito di una richiesta MPA alla fine del 2019, il DSI ha chiuso il portale di streaming Movie2free.com, arrestando un uomo di 22 anni. All'epoca, Movie2free.com era il sito pirata più popolare della Thailandia e uno dei più popolari su Internet, punto. In precedenza era apparso nella panoramica della MPA dei "famigerati siti pirata", che era stata presentata al rappresentante commerciale degli Stati Uniti.
Dopo che un tribunale ha emesso un'ingiunzione di blocco, i provider di servizi Internet hanno ora solo 15 giorni per bloccare i domini, inclusi i nuovi domini utilizzati dagli operatori di siti pirata per aggirare gli ordini di blocco. In caso contrario, un ISP può essere multato ai sensi del Computer Crimes Act.
Vedi anche “L’ISP É RESPONSABILE DELLA PIRATERIA DEI SUOI CLIENTI”.
Fonte: torrentfreak