La serie Yakuza, poi evoluta in Like a Dragon, ha subito nel tempo un numero incredibile di cambiamenti che hanno coinvolto moltissimi aspetti. Oltre a un rinnovamente grafico, infatti, la serie ha visto cambiare anche gli aspetti più radicati, anche quelli che generalmente definiscono l’ossatura e che, neanche a dirlo, forgiano le simpatie dei fan. In “Pirate Yakuza in Hawaii” la software house Ryu Ga Gotoku Studio ha cavalcato l’onda di questi cambiamenti andando a mettere sul mercato un prodotto assolutamente innovativo, che va a ereditare molti aspetti tipici della serie ma stravolgendoli in larghissima parte.
L’ambientazione piratesca moderna, dentro cui è stata infilata quasi sorprendentemente la presenza della Yakuza, è soltanto una minima parte delle novità offerte dal titolo. A capo di una ciurma di pirati, infatti, l’ex-yakuza Majima si ritroverà impegnato in combattimenti terrestri e marittimi tanto grotteschi quanto esilaranti.
Al netto di un gameplay indubbiamente innovativo, non rimane che da esplorare assieme le modifiche perpetrate al sistema di combattimento e alle numerosissime attività che hanno inserito e che costellano l’intera esperienza di gioco.
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Uno strappo al classico: navighiamo verso le Hawaii
Il primo vero cambiamento proposto dagli sviluppatori è quello di tratteggiare un’ambientazione totalmente nuova e decisamente paradossale. Per la prima volta nella storia della serie, infatti, Like a Dragon abbandona le tradizionali strade di Kamurocho, Sotenbori e Yokohama per catapultare il giocatore in un’ambientazione completamente nuova: le soleggiate isole Hawaii. Questo cambiamento non è solo estetico, ma introduce nuove dinamiche che arricchiscono l’esperienza di gioco, offrendo un mix tra le atmosfere rilassate di un paradiso tropicale e l’azione intensa del crimine organizzato.
Honolulu e le sue zone limitrofe fungono da scenario principale, con un open world più ampio rispetto ai capitoli precedenti. Le spiagge dorate, i locali affollati e i quartieri più malfamati delle isole danno vita a un contrasto affascinante, in cui il protagonista Majima si ritrova all’interno senza sapere -almeno inizialmente- come.
Il folklore dell’arcipelago, le tradizioni e persino le gang criminali autoctone si intrecciano con la trama principale, creando un contesto ricco e vibrante che si discosta dalla classica yakuza story ambientata nei vicoli illuminati al neon del Giappone.
Azione senza tregua: Pirate Yakuza riscrive le regole del combattimento
Assieme all’ambientazione ad aver cambiato quasi totalmente veste c’è il sistema di combattimento, di fatto uno degli aspetti più discussi e attesi di Like a Dragon: Pirate Yakuza in Hawaii. Il combat system segna indubbiamente un ulteriore passo avanti nella sperimentazione del franchise.
Dopo il cambio radicale avvenuto con Like a Dragon (2020), che aveva introdotto il combattimento a turni in stile JRPG, RGG Studio ha deciso di mescolare ancora le carte, proponendo un ibrido che fonde l’azione in tempo reale con elementi strategici.
Se il sistema a turni aveva conquistato una larga parte di pubblico grazie alla sua profondità tattica, questa nuova gestione del combattimento punta invece a un’esperienza più fluida e spettacolare, recuperando in parte il dinamismo dei vecchi Yakuza senza però abbandonare del tutto le innovazioni recenti.
Il ritorno a un combat system più action potrebbe deludere chi aveva apprezzato la svolta a turni degli ultimi titoli, ma Pirate Yakuza in Hawaii cerca di non scontentare nessuno, introducendo meccaniche ibride. Alcune abilità speciali, infatti, mantengono un’impronta tattica, con rallentamenti temporanei che permettono di scegliere la mossa migliore, mentre l’uso delle armi a distanza aggiunge un livello di gestione delle risorse.
Il personaggio è in continua e costante evoluzione
Se c’è una cosa che la serie Like a Dragon non ha mai trascurato è l’anima da gioco di ruolo che permea ogni aspetto dell’esperienza. Pirate Yakuza in Hawaii non fa eccezione e, anzi, rivede e amplia diversi elementi RPG per adattarli alla nuova ambientazione e al sistema di combattimento più dinamico.
Rispetto ai titoli precedenti, in questo nuovo titolo troviamo un’enfasi maggiore sulla personalizzazione dello stile di combattimento: le abilità non si limitano a migliorare statistiche passive, ma sbloccano nuove mosse e tecniche speciali legate alle armi da pirata, al corpo a corpo o persino all’uso dell’ambiente circostante.
Un altro elemento centrale è la gestione dell’equipaggio. Essendo un'avventura a tema piratesco, reclutare nuovi membri per la propria ciurma diventa un aspetto chiave del gameplay. Ogni compagno non è solo un combattente aggiuntivo, ma porta con sé abilità uniche che possono influenzare sia le battaglie sia la navigazione tra le isole hawaiane.
Le missioni secondarie e le attività collaterali continuano a essere una colonna portante dell’esperienza RPG, con un mix di storie bizzarre, incontri assurdi e momenti emozionanti che da sempre caratterizzano la saga. Questa volta, però, il mondo aperto offre ancora più libertà d’azione, con quest che possono variare in base alle scelte fatte e alla reputazione guadagnata tra le fazioni locali.
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