Shadow Tactics: Blades of the Shogun - Veloce come il vento e silenzioso come una foglia
I giochi di strategia da un paio di anni a questa parte sono riusciti a catturare l'attenzione dei videogiocatori, specialmente grazie a titoli particolarmente interessanti. Definire però puramente di strategia questo Shadow Tactics sarebbe tanto riduttivo quanto errato, dal momento che oltre agli elementi che fanno urlare alla strategia, ce ne sono altri decisamente più di nicchia. Innanzitutto abbiamo possesso in fase iniziale di un unico uomo, un ninja dotato di capacità molto particolari e davvero utili ai fini delle mappe che ci vengono proposte. Il repertorio è destinato ad aumentare, fino ad arrivare a ben cinque personaggi da poter usare nella progressione della storia e, conseguentemente, della mappa.
Proprio questo ci viene proposto, una storia di per sé lineare ma che prevede al suo interno una possibilità di superare gli scogli in maniere molto differenti. Un elemento ambiguo che contraddistingue un po' tutto il titolo, dando la sensazione di giocare a qualcosa di nuovo. Una sensazione di freschezza tradita da un gameplay che cerca di rifarsi al passato, con movimenti dei personaggi ben realizzati ma che comunque sembrano perennemente seguire dei binari invisibili.
Cinque personaggi con abilità decise
Un, due, tre, pronti via! Il gioco parte subito forte, cercando di immergere il videogiocatore all'interno dell'impianto di gioco stesso. Nei panni di Hayato, un ninja esperto nella furtività e nell'agire nell'ombra, ci troveremo a salire su tetti, muoversi in piccole fessure, nascondersi agli occhi delle varie guardie che popolano la mappa. Agire stealth è fondamentale, anche perché essere avvistati significa catturare su di sé i vari rinforzi e, soprattutto, colpi d'arma da fuoco che sicuramente non fanno bene alla salute. La vita, per inciso, è davvero poca e basta davvero un nulla per azzerarla e portare inevitabilmente al Game Over. Una difficoltà a cui il gioco ci introduce e di cui è anche consapevole, come evidenziato da tasti rapidi che permettono di salvare senza accedere a nessun menù, così come addirittura un tasto rapido per caricare l'ultimo salvataggio ed evitare quindi un errore che, ahinoi, è facile compiere. Le abilità di Hayato ci vengono quindi spiegate attraverso un mini tutorial piuttosto vivo e carico d'azione, e prevedono abilità essenzialmente basate sullo stealth come l'infilzare un nemico a corto raggio, lanciare un silenzioso ma letale shuriken capace di uccidere in un colpo una normale guardia, o anche lanciare un sasso per distogliere l'attenzione e potersi muovere con il favore delle ombre. Le abilità sono varie, molto diverse l'una dall'altra, e soprattutto estremamente differenti da personaggio a personaggio. Le altre quattro figure che si possono utilizzare sono il samurai Mugen, l'orfana Yuki, la maestra dei travestimenti Aiko e infine Takuma. I personaggi sono estremamente vari e studiati splendidamente affinché ciascuno possa essere utilizzato sulla mappa a differenza degli altri, offrendo un arsenale di scelta all'utente tutt'altro che indifferente. È proprio il fattore scelta a rendere Shadow Tactics ancora più completo e difficoltoso di quanto già non sia, con una facilità di errore che porta spesso e volentieri al game over. Ricordiamo che basta la morte di uno dei cinque personaggi affinché il gioco vada ad arrestarsi decretando la nostra più totale sconfitta.
Una mappa immensa e carica di elementi
Il punto di forza di Shadow Tactics è sicuramente una mappa estremamente vasta, carica di elementi utili e che ben si sposano con le abilità dei nostri personaggi. Le case ad esempio risultano essere un elemento fondamentale per la sopravvivenza, dal momento che possono essere utilizzate sia per nascondersi all'interno, sia per nasconderci i corpi di coloro che man mano, progredendo, finiamo per fare fuori. Esatto, è importante nascondere le tracce del proprio passaggio perché le guardie potrebbero notare il cadavere dei loro compagni e lanciare un allarme che aumenta esponenzialmente la difficoltà del livello. Mai come in questo gioco i rinforzi chiamati dalle guardie risultano essere davvero molto forti e con una intelligenza artificiale ben sviluppata, capace di rendere estremamente difficile la fuga. Capita così di utilizzare tutti gli elementi che ci circondano per enfatizzare le abilità dei nostri personaggi ai fini di sopravvivere e di arrivare illesi all'obiettivo stesso della missione che combacia, chiaramente, con la storia che sottostà al gioco. Una trama abbastanza fumosa, forse anche meno interessante di quanto sarebbe potuta essere, specialmente se si pensa che Shadow Tactics utilizza una ambientazione storica ben precisa e, soprattutto, affascinante. Si tratta del periodo Edo, uno di quelli nella storia del Giappone più ricchi di leggende e storie. Per questo motivo, probabilmente, la trama non raggiunge mai l'aspettativa e finisce per essere soltanto un contorno ad un gameplay che invece affascina e riesce a lasciare incollati allo schermo. Qualche problema legato alla mappa lo si ha sporadicamente nei comandi, ma è un qualcosa di appunto molto raro. Più frustrante è il dover invece fare più click del dovuto con il mouse per mosse che, invece, non lo prevederebbero. Questo è il caso ad esempio delle scale, dove per scalarle non basta cliccare sul tetto a cui portano, quanto piuttosto si deve prima premere su di esse, quindi sul tetto. Una concatenazione inutile di tasti che sarebbe potuta essere snellita, anche a fronte di una difficoltà di gioco che richiede il focalizzare l'attenzione del giocatore altrove.
Le abilità sono davvero così decisive?
La risposta è sì, e per essere più chiari le abilità di ogni personaggi risultano essere fondamentali. È impossibile andare avanti nella mappa senza fare uso di queste abilità, anche perché senza di esse sarebbe praticamente impossibile distogliere lo sguardo delle guardie per aggirarle. Un esempio molto calzante può essere fatto in merito ad una delle abilità di Mugen, il temibile samurai che sin dalla prima parte della storia dà grande mostra di sé. Una delle sue abilità prevede di mulinare la spada e falciare, praticamente, tutti i nemici che gli sono attorno, utile ovviamente per togliere di mezzo gruppi di guardie che magari si annidano in un punto bloccandoci la via. Senza quella abilità sarebbe impossibile eliminarle tutte una ad una, perché con l'uccisione di una di quelle guardie si catturerebbe inevitabilmente lo sguardo delle altre e, oltre a loro, anche quello degli eventuali rinforzi. Ma per rendere fattibile la mossa di Mugen il samurai deve essere a distanza praticamente nulla dai suoi avversari, e per farlo deve avvicinarsi. Avvicinarsi alle guardie è complesso, questo perché muovono perennemente lo sguardo, identificato da un cono di diverso colore (a seconda se si rischia di essere visti o meno) che ci fa intendere la direzione dei loro occhi. Per far sì che Mugen possa avvicinarsi potrebbe dunque essere richiesto l'uso combinato di altri eroi, come ad esempio il ninja Hayato, particolarmente bravo a far sparire le sue tracce ed a concentrare lo sguardo dei nemici in aree invece sgombre. Una stessa situazione può, come si può intuire, essere risolta in moltissimi modi, ampliando quindi la longevità di un gioco che di per sé è dunque quasi infinito. Questo anche a netto delle mappe, davvero molto ampie e ben fatte.
Shadow Tactics: Blades of the Shogun
Questo titolo, Shadow Tactics: Blades of the Shogun, potrebbe essere definito come il classico esempio di un titolo che utilizza generi molto vecchi, quasi spariti dalla circolazione, per portare un vento di freschezza che da tempo mancava su PC. La storia su cui si fonda il gioco non è profonda e sarebbe potuta essere sfruttata assolutamente in modo migliore, magari ricollegandola anche a miti e leggende che popolano quel periodo storico del Giappone. In ogni caso il gameplay riesce perfettamente a supplire a questa mancanza, creando un titolo solido e in grado di concentrare l'attenzione del videogiocatore sullo schermo per ore e ore. La difficoltà palesata dal gioco è enorme, basti pensare che se si viene scoperti le guardie lanciano l'allarme e, una volta lanciato, difficilmente si riesce a proseguire senza vedere stampato a lettere cubitali sullo schermo il Game Over. Del resto basta che solo un personaggio trovi la morte per far terminare negativamente la nostra avventura. Proprio ai fini di renderla meno frustrante la scelta degli sviluppatori di Mimimi Productions di creare dei tasti rapidi sia per il salvataggio, sia per il caricamento.
Le varie mappe sono molto ampie e l'obiettivo non risulta mai essere dietro l'angolo, per questo motivo i personaggi diventano fondamentali, così come il loro utilizzo e conseguentemente le loro abilità. I talenti di questi personaggi, che non hanno alcun segno di progressione ma che vengono sbloccati semplicemente andando avanti nella storia, sono molto vari tra di loro e fan sì che un personaggio sia più utile in una determinata scena piuttosto che in un'altra. La bravura del giocatore sta proprio nel riuscire a far muovere questi personaggi con il favore delle ombre, senza farli scoprire in nessuna occasione, passando anche per cancellare le tracce del loro passaggio nascondendo i cadaveri in zone della mappa dove gli npc mai guarderebbero. Shadow Tactics è questo, un gioco davvero molto difficile che richiede attenzione e gran senso di strategia, per questo sicuramente amato da coloro che non adorano il "parti e spacca qualsiasi cosa si muova". Il senso del gioco è infinitamente più profondo, e prevede un approccio complesso e furtivo.
Pro:
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Grafica ottimamente curata
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Mappe vaste e ricche di elementi
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Ottima l'intelligenza artificiale delle guardie
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Abilità differenti, ben calibrate e mai inutili
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Stealth con difficoltà elevata integrata
Contro:
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Snellimento dei comandi a volte necessario
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Storia mai davvero entusiasmante