Pokémon Sole e Luna - Alola abbandona le vecchie tradizioni
L'appuntamento annuale con l'uscita di un capitolo della saga Pokémon è arrivato e ha portato con sé l'arrivo di Sole e Luna. Come ormai siamo puntualmente abituati dalla Game Freak, software house giapponese che si occupa dello sviluppo dei videogiochi Pokémon, la versione è composta da due giochi (Sole & Luna) praticamente identici per quanto concerne la storia e le innovazioni ma differenti in numerose sfumature e, soprattutto, in alcuni tipi di creature che si possono trovare in uno a discapito dell'altro. Questo, ovviamente, pensato per favorire gli scambi e le interazioni tra giovani allenatori, parametro che sta alla base dei giochi della serie da ormai decine di anni a questa parte. Pokémon Sole e Luna quest'anno hanno però beneficiato di un risalto particolare che non ha investito soltanto le più nuove generazioni, ma anche quelle passate che, si può ormai ben dire, sono nate con queste creature. Il come quest'anno sia differente rispetto agli anni passati è evidente, ed è dovuto essenzialmente all'uscita di una app che si dichiarava estremamente innovativa. Mi sto riferendo a Pokémon Go, un gioco che è stato scaricato in lungo ed in largo in quasi ogni smartphone del mondo e che ha fatto parlare di sé per settimane e settimane, tra follie e cose assurde. Una applicazione che tuttavia, nonostante il gran clamore, non ha convinto i più. Una recensione di questo gioco gratuito è stata realizzata anche dalla redazione di Gamelite.
La serie di quest'anno però continua su un binario appena tracciato e mai completamente percorso, andando a marcare aspetti soltanto flebilmente anticipati in Rubino Omega e Zaffiro Alfa, e ad aggiungerne di completamente nuovi che, in alcuni casi, finiscono anche per rivoluzionare totalmente l'esperienza di gioco. L'addio è alle palestre Pokémon ad esempio, accompagnato da numerose usanze che vedremo più avanti nel corso di questa recensione. L'innovazione tocca anche l'aspetto più pratico del gioco, il Pokédex, con forme Alola che arrivano a stravolgere creature a noi già conosciute (come Vulpix ad esempio) e soprattutto con l'aggiunta di altri, nuovi, Pokémon che vanno a formare la settima generazione. L'appuntamento di quest'anno, rappresentato da Sole e Luna, mostra quindi un comparto ormai conclamato e amato da quasi ogni videogiocatore, con aggiunte però quasi rivoluzionarie che finiscono per dare nuovo brio ma, soprattutto, nuova linfa ad una esperienza che ormai chiunque conosce a memoria.
La scelta degli starter torna a farsi complessa
I più nostalgici ricorderanno i videogiochi Pokémon soprattutto per un evento particolare: la scelta degli starter. Iniziando da Bulbasaur, Charmander e Squirtle dei giochi Rosso e Blu, per passare a Cyndaquil, Totodile e Chikorita degli Argento e Oro. Sono soltanto sei degli starter che ci hanno fatto passare le pene dell'inferno prima di prendere una decisione del tutto arbitraria, talvolta basata su fattori logici, altri sul mero aspetto di questi esserini. Sole e Luna ripropongono, come praticamente tutti i videogiochi Pokémon, questa difficoltà mostruosa. I tre starter mostrano infatti forme del tutto diverse tra loro, con la ormai consueta differenza sul tipo: Fuoco, Acqua ed Erba. Tutti e tre gli starter non sono però soltanto del tipo indicato ma, grazie anche alle evoluzioni, maturano un secondo tipo. Così, nel tempo, ci ritroveremo ad avere un mix di tipi che, per chi non gioca a Pokémon da diverso tempo, risulta quasi una novità, mentre per chi ormai ha l'abitudine di comprarli anno dopo anno sarà quasi una continuazione.
Il Pokémon di tipo fuoco è Litten, il secondo annunciato della settima generazione insieme agli altri due starter, ossia un felino quadrupede molto simile ad un gatto, i cui colori (trascendendo la versione Shiny) sono essenzialmente il nero ed il rosso. Quello d'acqua, ossia Popplio, ricorda invece più che vagamente una specie di foca dotato di un naso rotondeggiante da cui, almeno nella prima forma, è solito sparare potenti getti d'acqua. Il terzo e ultimo, ossia il Pokémon d'erba, è Rowlet, una specie di gufo dai colori caratteristici dei Pokémon erba (il verde ed il marroncino). Divertente e goliardico il notare, dopo vari giri sul web di sondaggi fatti dagli utenti, come Rowlet sembri essere lo starter più scelto per questa nuova avventura nella regione di Alola. A parte queste statistiche per niente istituzionali ma soltanto goliardiche, si può comunque apprezzare nuovamente la varietà di questi starter che non differiscono soltanto in tipo e mosse a loro disposizione, quanto piuttosto anche ad aspetto estetico. Una varietà che spinge per l'ennesima volta a ragionare a lungo, tanto da rimanere sospesi lì, a guardare le sfere Pokémon dei tre starter, e non sapere effettivamente quale scegliere.
Una storyline convincente, ma...
Come ogni gioco di ruolo che si rispetti Pokémon Sole e Luna non abbandonano il passato, fondando la loro forza anche sulla storia. Della storia effettivamente abbiamo parlato solo sinteticamente fino ad ora, ma risulta essere uno dei cambiamenti più grandi dell'intero titolo. A differenza delle altre regioni, quella di Alola è probabilmente la più "esotica", e la più distante. Essa risulta composta da un totale di quattro isole, alcune di esse anche abbastanza grandi, che hanno al loro interno un mix di città e di elementi a cui siamo abituati, come per esempio fattorie, laboratori, giardini e così via. I "cattivi" del gioco sono ovviamente presenti, seppur in maniera nettamente minore rispetto al passato, e sono rappresentati dal Team Skull che, a differenza di altri Team passati (come il team rocket e il team idro/magma), manca un po' di appeal. Siamo abituati alla goffaggine di questi nemici, come è giusto che sia, ma sono forse caricati in maniera eccessiva dando più l'impressione di rapper scanzonati piuttosto che di malvagi comunque abbastanza temuti, come invece ci si sarebbe aspettati. La stessa popolazione arriva quasi a deriderli ed a vederli un po' come sfigati, togliendo il divertimento nello sconfiggerli.
L'esperienza di gioco è comunque molto semplice e sembra incentrata moltissimo sulla storia. La facilità insita in questo nuovo capitolo è dovuta soprattutto al riuscire a sbloccare subito in una prima fase iniziale elementi interessantissimi che, solitamente, si era soliti sbloccare più avanti. Il primo tra questi è sicuramente il condividi esperienza che permette sin dalle prime battute di avere una squadra interamente competitiva, con tassi di crescita anche abbastanza veloci rispetto alla norma.
Il progresso nella storia è intervallato inoltre da numerose cutscene, con filmati anche abbastanza lunghi che vanno ad interrompere il flusso di gioco, nel cercare di meglio inserire ogni singolo punto della storia. La narrazione risulta essere così arricchita e notevolmente migliorata rispetto al passato, andando però un po' a minare anche la fluidità di gioco.
Alcune imperdibili novità
Come espresso nel preambolo iniziale della recensione, le novità che hanno attraversato questo nuovo titolo targato Pokémon sono notevoli e senza dubbio senza pari. Una delle grandi novità è rappresentata dal Festiplaza, una sorta di castello circondato da numerosi negozi e strutture. All'interno di questi Festiplaza è possibile trovare allenatori di tutto il mondo e, sempre da qui, accedere a zone totalmente online che ci permetteranno di fare lotte su internet ma, soprattutto, scambiare i pokémon con altri a noi mancanti. Una scelta interessantissima che può permettere di procedere nel completamento del Pokédex con più facilità. Resta comunque la possibilità di ottenere soltanto Pokémon che si sono incontrati almeno una volta, e quindi rimane apertissima la difficoltà insita nel reperire Pokémon esclusivi di Sole o Luna, a seconda della versione in vostro possesso. Un'altra zona davvero interessante è il Poké Resort,una specie di isolotto dove poter far stanziare le nostre creature e dove poter, a costo di qualche Pokégiolo (che si trova comunque agilmente nello stesso albero presente nel Poké Resort), attirare anche Pokémon selvatici che, magari, decideranno di rimanervici poiché estasiati e compiaciuti. È così più facile ottenere varie creature, come ad esempio Staryu, Carbink e Pinsir, i primi apparsi nel Poké Resort di Gamelite in questa avventura concessaci da Nintendo.
Una fondamentale modifica al gameplay risiede nel far diventare le MT ad uso infinito ma, ancora di più, nel togliere totalmente le MN, ossia quegli elementi che ci consentivano di far conoscere mosse d'esplorazione ai nostri Pokémon, obbligandoci a sacrificare slot mosse vitali. Non c'è quindi più la necessità di insegnare Flash ad una nostra creatura della squadra, permettendoci di non togliere mosse fondamentali per far posto a mosse che, in lotta, non servono praticamente a niente. Perché questo cambiamento? Semplice: per il nuovo orientamento intrapreso e tracciato da Pokémon Sole e Luna. Vi è una maggiore attenzione alle lotte e, soprattutto, al competitivo. L'affacciarsi all'online ne è un aspetto evidente, ma non univoco. Rimanendo nell'offline, infatti, è stato comunque aggiunta una esperienza nuova che, tra qualche difetto, rappresenta comunque un divertimento aggiuntivo. Mi sto riferendo alla Battle Royale, ossia una vera e propria lotta tra quattro allenatori, tutti contro tutti. In questa nuova modalità ogni allenatore sceglie tre Pokémon da far partecipare e il gioco termina quando un giocatore non ha più creature da mandare in campo. Ma chi vince? Vince chi ottiene un punteggio maggiore, definito da quanti Pokémon si riesce a mandare K.O. e a quanti propri Pokémon un allenatore è riuscito a far sopravvivere.
L'altra novità, invece accennata, riguarda proprio le palestre che sono state tolte in favore di sfide che un allenatore, nel giro delle isole, deve compiere per poter sfidare i sette capitani e, dopo di loro, i quattro Kahuna delle isole. Anche questo termine, Kahuna, testimonia quanto questo Pokémon abbia preso in prestito riferimenti alla cultura polinesiana. Capiterà di incontrare, nelle sfide ma anche in situazioni più comuni, alcuni Pokémon che, dopo una fase più o meno lunga di combattimento, finiranno per chiamare degli alleati. L'uso di alleati rallenta lo scontro e lo rende un po' più complesso (ma mai in grado veramente di impensierire). Finisce anche per rallentare la fase di cattura dal momento che non si può lanciare la pokéball in presenza di più di un Pokémon avversario, dato che precluderebbe una buona mira.
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Pokémon Sole e Luna
La serie di Pokémon è una di quelle che non ha bisogno di presentazioni, e che anche in questo caso, in un momento di crescendo totale, non va a deludere le aspettative. A differenza di Pokémon Go, che per molti punti di vista è stato anche deludente tradendo molte premesse, Sole e Luna si mostrano invece al contempo rivoluzionarie e ben riuscite. Una ventata di novità che si sposano alla perfezione con un gameplay arricchito e una storia davvero ben scritta. I personaggi (a parte qualcuno) danno bella mostra di sé e si inseriscono alla perfezione in ogni frammento della storyline. Le aggiunte più sostanziose e più interessanti investono però l'online, con maggiore attenzione per l'aspetto competitivo che finalmente viene marcato ed incentivato. Interessantissima anche la fase scambi, con lo scambio prodigioso che permette ai più fortunati di dare via Pokémon comunissimi per trovarne di più rari (io, dall'alto della mia sfortuna, non faccio testo!). Si tratta quindi di un prodotto che, come già sapevamo, risulta essere più che valido nonostante qualche piccola imperfezione che investe soprattutto l'ottimizzazione. I caricamenti sono lunghi, spesso snervanti, ed in alcuni frangenti (come ad esempio le lotte che investono più Pokémon) anche dei rallentamenti ben visibili. La scelta di sacrificare le MN e rendere le MT ad uso infinito è invece una scelta valida, interessante, che valorizza ancora di più le lotte dei Pokémon in veste online.
Pro:
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Trama coinvolgente
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Novità a livello di gameplay e contenuti
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Interessante modalità Festiplaza
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Lotte graficamente ben rese
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Settima generazione assai intrigante
Contro:
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Rallentamenti e caricamenti lunghi
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Team Skull reso piuttosto male
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Eccessiva semplicità delle sfide nella storia