Abbiamo trascorso lunghi anni in compagnia di Call of Duty, che ci ha permesso di rivivere insieme a lui avvenimenti di portata storica susseguiti ad opere di pura finzione. La coraggiosa scelta di abbandonare la storia per poterla scrivere e dunque inventare risale all'ormai lontano 2007 con Call of Duty: Modern Warfare. Un cambiamento epocale per Activision che decideva così di rompere (anche se per il momento non del tutto, come testimonia l'uscita di World at War) con la lunga tradizione che non solo aveva fatto emergere il brand, ma lo aveva anche affermato facendo breccia nei cuori dei fan. La scelta coraggiosa fu apprezzata da fan e critica con Modern Warfare che si rivelò essere un gioco ampiamente godibile e che superava ogni più rosea aspettativa. Non è un caso che, insieme a questo Infinite Warfare, sia uscita la remastered proprio del quarto capitolo della serie, Modern Warfare.
Da lì in poi, tranne che per qualche sporadica eccezione, Call of Duty si è fatto prendere letteralmente la mano in una profonda quanto rapida escalation che ci ha portato fino ad oggi, con Infinite Warfare, ad una guerra quasi totalmente futuristica. Quasi, ribadiamo, perché per fortuna, o per sfortuna a seconda dei gusti, vi è ancora una forte componente umana nonostante equipaggiamenti del tutto fantascientifici, alcuni dei quali riprendono elementi già visti nei capitoli più prossimi di Call of Duty. Per il resto, tralasciando la parte relativa all'ambientazione, Infinite Warfare mostra la formula classica e vincente del brand con una campagna singleplayer carica di avvenimenti e colpi di scena ed un comparto multiplayer ricco su cui da anni ormai Activision punta forte.
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Drone? Sono un androide, signore
Esattamente come ci si aspetterebbe da una guerra futuristica gli armamenti risultano essere molti, vari e soprattutto diversificati tra loro. Nonostante questo, però, non si deve fare l'errore di immaginarsi uno Star Wars in versione Activision perché così non è, dal momento che molte armi (seppur non tutte) continuano a mantenere un impianto simile a quello da noi conosciuto. Per esempio la più grande distinzione macroscopica che interessa le armi investe il tipo di "proiettili" di cui si fa carico, con la divisione in armi classiche e armi ad energia. Per quanto fondamentalmente entrambe facciano effettivamente danno contro qualsiasi cosa, quelle a rilascio di energia risultano essere notevolmente più decisive ed incisive se utilizzate contro gli androidi piuttosto che contro gli umani. Pistole, mitragliatori leggeri, mitragliatori pesanti, granate e molto altro ancora vanno a comporre il vastissimo arsenale di Infinite Warfare che prevede, al suo interno, anche la possibilità di modificarle e potenziarle con parti aggiuntive che possono essere selezionate da noi stessi missione per missione. Interessante e gratuita la possibilità, per i possessori del VR, di provare e testare le proprie armi anche in un apposito spazio interno all'armeria della nave da guerra. Anche le granate, da sempre grandi compagne delle nostre scampagnate su Call of Duty sono diversificate tra loro, proponendo tipologie che le rendono più o meno utili a seconda del caso. Le granate elettriche, ad esempio, sono in grado di generare una potentissima serie di scariche elettriche particolarmente efficaci contro gli androidi e le macchine più in generale. Oltre a quella sono singolari almeno altri due tipi di granata, vale a dire quella antigravitazionale e quella a ricerca. La granata antigravitazionale è capace di generare una assenza di gravità nell'area bersagliata, rendendo di fatto inermi i nemici all'interno. L'altra nominata, invece, presenta una forma di ragno che ricerca il nemico più prossimo per poi esplodere, nel tentativo di fare il maggior quantitativo di danni possibile. Ci sono numerosi altri oggetti da poter utilizzare nelle varie missioni, come scudi in grado di respingere i proiettili, o pad in grado di violare gli androidi nemici per prenderne possesso ed utilizzarli a nostro piacimento.
Impugniamo le armi per la SATO
Per quanto spudorata sia l'evidenza di una secondarietà del comparto singleplayer rispetto a quello ben più conclamato rappresentato dal multigiocatore online, le campagne di Call of Duty non hanno mai fatto mancare niente. Da qualche anno a questa parte, inoltre, spesso i più importanti personaggi della saga vengono interpretati utilizzando veri attori anche piuttosto conosciuti. Ad esempio, tra tanti, è il caso dell'ammiraglio Salen Kotch che viene interpretato da Kit Harington, noto per aver interpretato Jon Snow nella serie televisiva "Il Trono di Spade". Il novello Re del Nord ha dato vita ad una performance di tutto rispetto in questo nuovo capitolo di Call of Duty: Infinite Warfare, riuscendo tra l'altro ad uscire brillantemente dall'immagine che i fan di G.R.R. Martin ormai gli associano.
Tre, due, uno, pronti e via e la campagna al solito inizia con il botto, procedendo poi con una trama lineare e ben narrata che non lascia proprio niente al caso. Ogni aspetto è curato, come i personaggi con cui ci troviamo a condividere le missioni. L'androide Ethan colpisce subito per le sue battute, così come Omar per la sua dedizione alla causa offuscata soltanto da un cenno di manifesta superiorità. Il soldato Salter invece è una donna che ci affianca praticamente ovunque e che è stata resa particolarmente di bel aspetto. Come al solito inoltre le missioni sono per lo più furiose e cariche di eventi, conditi da una difficoltà forse maggiore rispetto al passato a causa dei nemici. Quest'ultimi, infatti, si mostrano non solo più agguerriti e con una mira migliore verso il personaggio da noi interpretato, ma anche ben più difficili da buttare giù a causa delle protezioni a volte anche determinanti. Come se non bastasse, inoltre, capiterà di doversi scontrare con una varietà di nemici abbastanza elevata e che hanno punti di forza e di debolezza da dover conoscere e sfruttare.
Cos'è cambiato nel multiplayer?
Niente, o comunque davvero poco, forse perché nel tempo la struttura online di Call of Duty è riuscita a ricavarsi ampio consenso. Un consenso però quasi univoco o unilaterale, questo perché propone uno stile di gioco che difficilmente si sposa o si accosta a quello di altri titoli non Activision, come ad esempio i vari Battlefield. Spesso ci si chiede cosa spinga un videogiocatore a preferire Call of Duty a Battlefield, o viceversa, in una eterna lotta senza vincitori né vinti. In realtà si tratta di due giochi molto differenti tra loro ed il comparto multiplayer ne è la testimonianza più ghiotta. Call of Duty nel tempo ha favorito un multigiocatore improntato all'azione, profondamente adrenalinico, con mappe generalmente più ristrette rispetto a quelle mostrate da Dice e, in linea di massima, anche più aperte per favorire gli scontri. Dire quale si preferisca
è soggettivo e spetta deciderlo al singolo utente.
Le modalità di gioco online sono le medesime di sempre, se non fosse per la presenza di una modalità a dir poco singolare, seppur ovviamente non pienamente originale o esclusiva. Si tratta della modalità zombie che, in questo Call of Duty: Infinite Warfare diventa un qualcosa di veramente eccezionale, condito con una mappa decisamente vasta suddivisa a sezioni. Nei panni di quattro personaggi ci si deve addentrare all'interno di un parco giochi che pullula di zombie da debellare per sopravvivere. Ogni sezione è sbloccabile attraverso il denaro che viene guadagnato uccidendo, guarda un po', proprio i temibili zombie che affollano il parco. Ogni sezione, come se non bastasse, è colma di mini-giochi e elementi con cui interagire, così da far scattare fortissime trappole oppure guadagnare oggetti/biglietti che possono rendere notevolmente più semplice l'avventura all'interno del parco divertimenti. Una avventura ben realizzata e davvero molto divertente, che riesce perfettamente a far divertire i videogiocatori e che li spinge, in maniera anche molto intelligente, a collaborare per poterne uscire vincitori senza, si spera, essere trasformati in succulenti antipasti. Ogni sezione contiene al suo interno, oltre i vari elementi già citati, anche sfide da completare per ricevere importanti bonus in grado di favorire la sopravvivenza e, inoltre, armi da comprare per essere più competitivi.
Le armi all'interno della modalità zombi possono essere comprate con i soldi ottenuti uccidendo i mostri e necessitano ogni volta, a meno che non si abbia la fortuna di trovare qualche bonus, di comprare munizioni. In effetti gli zombie sono talmente tanti, e spesso anche veloci, che i caricatori si svuotano con una velocità talmente disarmante da non rendersene spesso neanche conto. Si deve dunque essere particolarmente accorti a non sprecare neanche un proiettile ma, al contempo, essere sempre pronti a svuotare il caricatore sulle orde di zombi che assaltano. Gli zombie al loro interno si rivelano essere diversificati tra loro, presentando quelli più semplici e lenti, quelli un po' più resistenti, e altri che differiscono anche per quanto concerne la forma. Viene da pensare ai clown che, dotati di particolari scarpe che producono un suono, si lanciano a capofitto verso i giocatori per poi farsi esplodere bellamente in aria.
Uno sguardo d'insieme al comparto audio e grafico
Ormai è noto ai più che Call of Duty è un prodotto solido ma che, al contempo, non è particolarmente incline al cambiamento. Senza scendere nel dettaglio se ciò sia o meno migliore, va segnalato unicamente un dato oggettivo: graficamente riesce sempre ad essere al passo con i tempi. La grafica mostrata da Infinite Warfare non è delle più clamorose viste nel panorama PlayStation 4, questo è vero, ma mostra comunque segni particolarmente ben definiti e gustosi che di certo riescono a soddisfare anche i gusti più esigenti. Gli ambienti che ci circondano sono realizzati in maniera quasi certosina, con dettagli che vengono realizzati senza essere trascurati e che, immersi in un contesto più grande, riescono a dare il loro colpo d'occhio. La grafica non è dunque rivoluzionata, ma si mostra comunque più che valida e godibili, specialmente per quanto riguarda gli esterni e, più in generale, gli spazi aperti.
Dal punto di vista dei glitch grafici essi risultano essere piuttosto pochi, sebbene in alcuni punti presenti. È capitato ad esempio di vedere due membri dell'equipaggio della nave stanziare nel medesimo punto, in piedi, con la conseguenza che i loro volti risultavano in maniera dannatamente inquietante incrociati, quasi come se fossero dei veri e propri gemelli non divisi dalla nascita. Si trattano comunque di glitch grafici minori che non compromettono certamente la stabilità o la fruizione del videogioco e che anzi, molto probabilmente, saranno fixati con patch successive.
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