Rise of the Tomb Raider: 20 Year Celebration - Il vero prezzo dell'immortalità
Rise of the Tomb Raider è un titolo piuttosto conosciuto già da un anno a questa parte, dal momento che con grande delusione di molti fan uscì senza però approdare per la console Sony. Una decisione controversa che suscitò molte critica a Crystal Dynamics che, di fatto, fu tacciata di proibire ai fan della serie possessori di PlayStation 4 di godersi le avventure della tanto amata Lara. Uno smacco che Crystal Dynamics probabilmente riconobbe quasi immediatamente, dato che da lì a poco sostenne che avrebbe garantito l'uscita di quel titolo anche per coloro che possedevano una console Sony. La parola data dalla Crystal Dynamics in effetti non è venuta meno, dal momento che a quasi un anno di distanza dalla precedente uscita la nostra eroina Lara è approdata anche su PlayStation 4 con questa serie di nuove avventure. Una uscita che, tra l'altro, ha segnato un passaggio estremamente importante per la serie di Tomb Raider, ossia il suo ventesimo anniversario. Un traguardo storico che è stato festeggiato da Rise of the Tomb Raider con l'aggiunta di numerosi contenuti capaci di rendere l'avventura di Lara ancora più ricca di quanto già non sia stato pensato in fase iniziale.
Così disse il Profeta
Si tratta di una avventura per certi versi piuttosto atipica quella a cui Rise of the Tomb Raider ci inizializza, proponendo una alternanza di immense scoperte a qualcosa di ben più collegato alla vita della nostra amata eroina. Lara Croft, seppur ha mantenuto l'aspetto solito ed in quanto ad anni non è poi cambiata molto, ha avuto una maturazione incredibile dal punto di vista interiore. La morte del padre, suicidatosi in seguito a varie illazioni sulla infondatezza delle sue scoperte da parte della stampa e della critica del tempo, ha scavato nel profondo di Lara, anch'ella piuttosto scettica sulle scoperte del padre. Proprio lo scetticismo, che ha portato Lara nel tempo a litigare varie volte con Lord Croft, gioca un gioco fondamentale nello scacchiere che la porta a volere intraprendere la sua nuova, imponente, spedizione in “solitaria”. Il padre sosteneva di aver scoperto i segreti della immortalità, la Sorgente Divina, ossia un manufatto antico capace di risolvere e debellare una volta per tutte il problema della morte. Una sorta di pietra filosofale, capace di donare la vita eterna.
Si trova quindi, contro le indicazioni della matrigna Ana, a proporsi per questo nuovo viaggio all'insegna del freddo e del ghiaccio. Una atmosfera ai limiti dell'umano, che mette subito a dura prova la grande tempra e l'immensa resistenza della nostra eroina.
Al solito però i fattori esterni e naturali non sono gli unici ostacoli sul percorso di Lara, ma in questo caso anche una temibile e antica, quanto radicata, organizzazione che si fa chiamare “Trinità”. La Trinità, il cui nome ha già più di un richiamo all'antico ed alla sfera religiosa, ha tutte le carte in regola, ma soprattutto la volontà, di mettere le mani per prima sul manufatto.
La nuova avventura di Lara, come detto, mette alla prova non solo la sua volontà, ma anche la sua resistenza fisica, con le ormai conosciute disavventura in fase di esplorazione. Rocce che franano, terreno che si apre inavvertitamente sotto i piedi e molto altro ancora, che porta la povera Lara a finire spesso e volentieri schiena a terra, sbatacchiata un po' a destra e un po' a sinistra. Situazioni che tuttavia impartiscono sempre e comunque una lezione al nostro personaggio, spingendola quasi ad una evoluzione interiore che può essere vissuta passo passo, specialmente nella sua interazione con gli altri personaggi non giocanti della serie.
Accenni di survival in un mondo ampio
Rise of the Tomb Raider da accesso e propone meccaniche anche “nuove”, che prevedono l'interazione non soltanto con la storia, ma anche con altri aspetti più esplorativi. Ci è data la possibilità, finalmente, di interagire con l'ambiente che ci circonda, ottenendo così preziosi materiali che possono essere utilizzati in fase di crafting, raggiungibile unicamente con la presenza di un accampamento. La fase di crafting è molto unidirezionale, nel senso che gli elementi da poter craftare sono unicamente miglioramenti alle armi ed all'equipaggiamento, con ovvi bonus che possono aggiungersi a quelli già presenti per la suddetta arma. E' data la possibilità anche di ottenere dei progetti più particolari, che danno accesso ad armi altrimenti non ottenibili, che possono dare varietà di stile di gioco. Possibile quindi scegliere tra diversi tipi di pistole, con alcune più improntate al danno, altre invece capaci di raggiungere una distanza maggiore, altre dotate di un caricatore più ampio e magari anche più rapide da ricaricare. Insomma, lo stile di gioco e l'approcciare alla battaglia è lasciato molto alla scelta del videogiocatore che, da quel punto di vista, può davvero fare scelte tangibili. Il survival prima decantato nel titolo non deve però trarre in inganno dal momento che tale modalità è prevista unicamente per quanto concerne il multiplayer, mentre il cacciare animali non è fondamentale per garantire a Lara un sostentamento. Non c'è bisogno, in altre parole, di nutrire il personaggio, anche perché avrebbe inutilmente rallentato l'esplorazione e avrebbe focalizzato l'attenzione su altri aspetti invece secondari (e giustamente) del titolo.
Il crafting relativo alle armi ed al miglioramento dell'equipaggiamento non è però l'unica cosa fattibile all'interno di un accampamento, che prevede invece anche l'acquisto di abilità al prezzo di alcuni punti ottenibili con l'esperienza maturata nel gioco. L'esperienza si può ottenere uccidendo nemici, scovando tesori, decifrando scritture e così via. Le abilità che si possono acquistare sono vere e proprie skill che investono parti differenti della avventura di Lara, e che proprio per questo sono state suddivise in tre branchie: combattimento, caccia e sopravvivenza. Queste abilità possono permettere al videogiocatore di accedere anche al crafting di alcuni particolari materiali, con ad esempio esplosivi portatili da poter scagliare contro i nemici per togliersi alla svelta di torno. Interessante l'aggiunta, in merito proprio a queste abilità, di vere e proprio tombe esplorabili che contengono al loro interno delle difficoltà strutturali da superare e risolvere. Veri e propri enigmi naturali che, se risolti, danno accesso ad abilità uniche che permettono di agevolare notevolmente l'avventura della Croft.
La mappa non è unica, ma è suddivisa in sottomappe anch'esse giostrabili attraverso l'uso dell'accampamento, con la possibilità quindi in ogni momento di tornare addietro alla ricerca di qualcosa che, magari, non si è ottenuto e che invece ora si vuole fortemente. La suddivisione in sottomappe non deve ingannare, dal momento che gli elementi esplorabili non sono pochi e circoscritti, ma molti e davvero ubicati, talvolta, anche in luoghi impensabili. Questo, ovviamente, per risvegliare la volontà esplorativa del videogiocatore, aumentando inoltre la già alta longevità del titolo.
Stealth o approccio diretto?
Un gioco come Rise of the Tomb Raider non può che prevedere entrambe le soluzioni, che vengono di fatto lasciate alla decisione del videogiocatore. Quella più logica da pensare, pensando alla storia di Lara, è sicuramente lo Stealth che, però, probabilmente rappresenta anche l'anello debole. I movimenti della Croft sono come sempre ottimamente realizzati, ma mostrano al contempo anche una incapacità della IA di avvedersi repentinamente del problema. I nemici della Trinità sono tutt'altro che intelligenti, non avvedendosi a volte degli alleati che cadono silenziosamente sotto le frecce di Lara, a pochi metri da loro. Una scelta probabilmente voluta da Crystal Dynamics per favorire il gioco stealth, che tuttavia finisce spesso e volentieri per rendere troppo semplice tale approccio. Lo scontro diretto è invece ben realizzato, con sparatorie davvero avvincenti e ricche di movimento, che spesso sono talmente impegnative da obbligare il videogiocatore a muoversi lungo l'ambiente, alla ricerca di ripari sempre nuovi ed elementi che possano favorirlo, come ad esempio bottiglie di vodka da tramutare in molotov grazie all'apposita abilità.
L'elemento di forza del combattimento diretto di Rise of the Tomb Raider risiede proprio nell'ambiente che può essere largamente sfruttato a nostro favore, grazie non solo al poter utilizzare bottiglie e altri elementi come vere e proprie armi, ma anche per nascondersi temporaneamente dalla raffica di colpi nemici.
Venti anni di Lara? E nuove avventure siano, allora!
Se i possessori di PlayStation 4 devono aver atteso quasi un anno per poter mettere le mani sul gioco, Crystal Dynamics ha scelto di ripagarli inserendo all'interno del titolo molti DLC che garantiscono uno stile di gioco unico nel suo genere. Una sorta di gioco nel gioco o, in alcuni di essi, avventure nella avventura. Sono probabilmente le avventure aggiuntive a rappresentare la scelta più gratificante, dal momento che alcune di esse garantiscono qualche ora di aperto divertimento, con colpi di scena anche piuttosto intriganti. La narrazione di questi DLC è come nel caso della avventura principale ben fatta e soprattutto lineare, con arricchimenti interessanti che spingono il videogiocatori ad affrontarla.
Un esperimento nel vero significato del termine è stato fatto invece con l'inserimento del Maniero Croft, un ambiente davvero molto caro ai fan della serie che finalmente possono riviverlo con una grafica davvero ben realizzata. Si tratta però non tanto di una avventura, quanto piuttosto di un qualcosa di più frenetico che vede Lara rivivere quello che sembra essere un incubo, contornato da mostri che deve affrontare con l'utilizzo di armi che, del tutto casualmente, saranno trovabili all'interno del maniero stesso.
Rise of the Tomb Raider: 20 Year Celebration
C'è voluto un anno prima che Crystal Dynamic abbia potuto effettivamente ripagare i fan della serie possessori della console Sony. Era stato quasi immediatamente annunciato, ma adesso è divenuto realtà. Lara Croft è tornata anche su PlayStation 4 in tutta la sua bellezza, con una avventura intrigante che la porta alla ricerca di un ambitissimo manufatto in grado di donare l'immortalità. Un viaggio complesso, largamente ostacolato, che la porta a vivere molte disavventure e colpi di scena che spesso e volentieri spingono il videogiocatore a giocare ore senza neanche accorgersene. Gli elementi di contorno che adornano la scena sono graficamente ben realizzati, salvo qualche piccolo glitch grafico che talvolta porta gli oggetti a rimanere sospesi nell'aria senza i corrispettivi appigli al terreno. Per il resto tutto è ben realizzato e sostenuto da un audio davvero ben curato, con un doppiaggio che prevede anche la lingua italiana completa.
Il sistema di crafting si mostra l'elemento in più di questo titolo, dal momento che favorisce l'esplorazione di ogni angolo della mappa alla ricerca di animali che possano garantire l'accesso a pelli e, conseguentemente, miglioramenti per le armi. Ancora migliore la novità delle tombe, spesso anche complicate da risolvere per entrarvi all'interno, ma che garantiscono un premio unico nel suo genere e spesso vitale per l'avventura tra i ghiacci della nostra Lara. Un titolo molto atteso per PlayStation 4 che, a dirla tutta, non ha neanche disatteso le forti aspettative.
Pro:
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Ambiente circostante sempre all'altezza
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Graficamente molto curato
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Esplorazione avvincente
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Bel sistema di abilità e crafting
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Narrazione matura e solida
Contro:
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Presenza di qualche piccolo bug