Mount & Blade: Warband - Gloria o morte per Calradia
Il 31 Marzo del 2010 su Steam è approdato per la prima volta un prodotto nuovo, per certi versi inaspettato, che ha fatto propri tutti i concetti di gioco di ruolo immettendoli in un contesto storico particolarmente ben definito. Si tratta di Mount and Blade: Warband, sviluppato da TaleWorlds Entertainment, che ha avuto un approccio "debole" con la critica, ma che ha riscosso grandissimo successo invece tra tutti gli amanti del genere, e non solo. Il fatto che abbia colpito poco la critica può essere spiegato in moltissimi modi, e forse la veste originale di Warband che, con il tempo, è maturata e migliorata a dismisura. Adesso, allo stato attuale, Mount and Blade è un prodotto ricco di elementi, capace di soddisfare praticamente qualsiasi stile di gioco. Per arrivare a questo ci sono voluti numerosi anni, quindi non c'è neanche da stupirsi se il prodotto uscito per PlayStation 4 altro non è che il medesimo di quello che, allo stato attuale, è possibile trovare su Steam.
Mount and Blade: Warband per PlayStation 4 è uguale a quello presente su Steam, presentando però pregi e difetti che, in alcuni casi, differiscono e anche di tanto. Tutto questo, però, lo vedremo nel corso della recensione. Il supporto alle mod, grande punto di forza del gioco per computer, non esiste, lasciando quindi all'utente la possibilità di giocare alla "native", nuda e cruda.
Un inizio... Leggendario
Quando si parla di un gioco di ruolo ci si attende sempre molto dalla fase di creazione del personaggio, soprattutto per quanto concerne il poter inserire elementi di role-play. Mount and Blade, nella sua componente single player, riesce effettivamente a garantire una ottima dose di personalizzazione che prevede anche nel tracciare le linee, molto blandamente, della storia del proprio personaggio. La prima cosa che ci viene chiesta è se vogliamo impersonare un personaggio maschile o femminile, tenendo di conto che ci troviamo nel medioevo e precisamente inseriti in un contesto di feudalesimo, dove i diritti e ogni sorta di potere è in mano agli uomini e dove le donne sono relegate a compiti di ben più bassa lega. Scegliere un personaggio donna, proprio per questo motivo, rappresenta un'ottima sfida dal momento che si avranno malus nel rapportarsi agli altri nobili Lord di praticamente ogni regno della Calradia. Definito il sesso del personaggio ci viene chiesto chi fu il nostro padre ma, soprattutto, il suo ruolo all'interno di quel sistema sopra citato. Le scelte sono sei: un nobile impoverito (in questo caso, ad inizio partita, ci verrà anche chiesto da subito di inserire il blasone di famiglia, che sarà sfoggiato in ogni battaglia sia dal nostro personaggio, sia dalle nostre truppe), un mercante itinerante, un guerriero veterano, un cacciatore, un nomade delle steppe o, oppure, un ladro. Definito questo capitolo lontanissimo della vita del personaggio, ci viene domandato come egli ha passato la sua giovinezza e sotto quali insegnamento. In questo caso le scelte sono leggermente più ridotte: un paggio al servizio della corte di un nobile, l'apprendista di un fabbro, assistente di un mercante, un teppista di strada o un ragazzo delle steppe. Infine ciò che si è diventati: uno scudiero, un trovatore, studente universitario, venditore ambulante, fabbro o un bracconiere. Il passato è così definito e ben tracciato, e rimane da specificare unicamente il motivo per cui questa nostra avventura è iniziata: vendetta personale, la perdita di una persona amata, voglia di viaggiare, forzati fuori dalla propria casa o per soldi e potere. C'è da tenere presente che ogni scelta non è puramente backgroud del personaggio, ma va a modificare anche i parametri nella creazione dello stesso, in maniera tale da rendere il gioco evidentemente tarato su ciò che si è voluto. Se abbiamo fatto la storia di un guerriero sarà per noi più semplice fronteggiare una battaglia rispetto alla stessa situazione se avessimo fatto la storia di un mercante. Insomma, ogni scelta farà sì che il gioco vada a modificarsi non tanto nel suo interno, quanto nell'approccio che ci sarà chiesto all'interno delle sue meccaniche.
La scheda di creazione del personaggio, accessibile dopo aver selezionato tutto il background (bg), è davvero molto vasta e articolata, con gli attributi in cui mettere dei punti (forza, agilità, intelligenza e carisma), le skill da aumentare e che permettono appositi vantaggi più o meno strategici e infine le capacità con le varie tipologie di armi. Una volta scento il toto il proprio personaggio basterà dargli il nome e proseguire con il suo aspetto esteriore, anch'esso modificabile. La modifica dell'aspetto è probabilmente quella meno varia, dal momento che anche la grafica con cui è stato realizzato il personaggio non risulta ad essere a passo con i tempi moderni. Texture non proprio ben definite (per usare un eufemismo) e elementi forse un po' troppo stereotipati.
L'ultima scelta è quella che ci farà capire in che parte della mappa inizieremo, e quali Lord incontreremo per primi nel corso della nostra avventura. I sei regni che si contendono il trono di Calradia li vedremo però più avanti nel corso della recensione.
Sistema di quest?
Chiunque si aspetti un sistema di quest ben delineate da seguire per diventare l'imperatore di Calradia si sta sbagliando di grosso, dal momento che, nonostante si tratti di un gioco di ruolo, non c'è nessuna trama stabilita a tavolino da dover seguire. Si tratta di un sandbox dove, in mancanza di un vero obiettivo, ci si può muovere lungo la mappa per raggiungere i nostri fini, che possono essere i più variabili. Si può voler puntare al trono di Calradia cercando di creare con il tempo un settimo regno (molto complesso), il proprio, con cui schiacciare gli altri, oppure tentare di aiutare uno dei Re di una delle fazioni a trionfare sull'altro. In alternativa è possibile aiutare dei pretendenti al trono sparsi per le varie città, cercando di combattere i Lord usurpatori. Se la guerra non fa per noi, ma si intende proseguire una campagna di arricchimento alle spalle degli altri, commerciando da un lato all'altro della mappa, è possibile fare una vita da mercanti. In questo caso il nostro obiettivo potrebbe essere raggiungere un tot di soldi, o chissà cos'altro. Ogni obiettivo proviene unicamente da noi stessi, ed in base al personaggio che si intende fare, creando una varietà di gioco davvero impressionante.
L'unico filone di quest riscontrabile nel gioco è quello iniziale, che funziona da vero e proprio tutorial che insegna, in pratica, a combattere ed a reclutare uomini con cui dare battaglia ai vari banditi e/o ai vari Lord. Sempre all'interno del gioco è comunque possibile imbatterci in situazioni di "missioni" che ci vengono assegnate a volte dai vari lord, a volte dai borgomastri, che permettono di racimolare soldi, esperienza e migliorare i rapporti con alcune personalità di spicco del feudalesimo ritratto da Mount and Blade: Warband.
Muoversi sulla mappa di gioco è abbastanza complesso in questa versione per PlayStation 4, proprio a causa del fatto che è stata mantenuta l'ossatura del gioco presente nelle librerie Steam e Gog, dove basta cliccare sul terreno per far muovere sulla mappa strategica il proprio personaggio. La bassa sensibilità del Joypad fa sì che non sia sempre immediato selezionare il punto preciso in cui si intende andare, o l'armata che si intende raggiungere per fronteggiarla o anche solo discuterci.
Un trono per sei (o sette?) regni
Non siamo impazziti, non ancora almeno, nel non saper contare le fazioni presenti all'interno del gioco. Il dato tra parentesi, quel sette, corrisponde alla possiiblità di scinderci dagli altri regni presenti per formarne uno tutto nuovo, a cui è possibile dare anche un nome caratteristico. Oltre che a darvi un nome è possibile, in fase avanzata, definire i vari consiglieri scegliendoli tra i vari companions trovati nel corso dell'avventura, con la possibilità anche di vederli vagare per la mappa con un esercito alle spalle per difendere i propri, e i nostri, possedimenti. Una possibilità interessantissima ma soprattutto appagante, dato che ogni piccolo particolare del proprio regno è possibile gestirlo ma, soprattutto, conoscerlo. Molto bella anche la possibilità di fare politica con gli altri regni, dando la possibilità di dichiarare guerra ma anche tregue, qualora la guerra fosse troppo dura e sanguinosa. Trattandosi di un gioco molto ben inquadrato nel periodo storico, creare un regno troppo presto comporta dei malus talmente pesanti da rendere tutto davvero impossibile. Trattare con i Re delle altre fazioni richiede essere conosciuti, e dotati di una fama piuttosto elevata, così come l'avere un ottimo motivo per dichiararsi re. Tutte possibilità che possono essere portate avanti nel gioco, attraverso battaglie campali e missioncine sparse per i vari feudi.
Definita questa possibilità non rimane che fare un breve focus sulle altre sei fazioni presenti nel gioco, partendo ovviamente dal loro nome: Kingdom of Rhodoks, Kingdom of Swadia, Kingdom of Nords, Kingdom of Vaegirs, Khergite Khanate e infine quelli cronologicamente inseriti dopo, ossia il Sarranid Sultanate. Ognuno dei sei regni ha caratteristiche uniche che si riflettono non solo nella cultura, ma anche nel modo in cui si affacciano alla guerra e, soprattutto, alla battaglia. Ogni regno possiede infatti unità differenti, specializzandosi soprattuto (di solito ma non sempre, dato che alcune sono piuttosto equilibrate, come il regno di Swadia) in una delle tipologie di armi.
Il Kingdom of Rhodoks è rappresentato con il colore verde sulla mappa strategica è rappresenta probabilmente il regno feudale per eccellenza, con un forte senso dell'onore e della guerra. Questo regno, che ha come città importanti Jelkala, Veluca e Yalen, risulta particolarmente ferrato nell'utilizzo di armi innestate, quali picche e lance, e armi da tiro, specialmente le balestre. Gli Sharpshooter dei Rhodoks sono balestrieri formidabili, con ogni probabilità i migliori di tutta Calradia.
Il Regno di Swadia, centrale e confinante con praticamente tutti gli altri regni a causa della sua vastità, è probabilmente quello più equilibrato di tutti per quanto concerne le unità, dal momento che offre un ottimo mix di fanti, tiratori e cavalleria (cosa che i Rhodoks non garantiscono, ad esempio). Il regno di Swadia è quasi sempre in guerra con uno degli altri regni, ed esattamente come quello dei Rhodoks è, forse, quello che rappresenta più strettamente il feudalesimo occidentale del nostro medioevo.
I due regni settentrionali, quello del Nord e dei Vaegir, sono quasi sempre in lotta l'uno contro l'altro a causa della estrema vicinanza, e mostrando entrambi delle caratteristiche molto simili, sebbene differenti su qualche punto. Il regno del Nord mostra una grande forza nella fanteria, esattamente come quello dei Vaegir, ma a differenza di quest'ultimi risulta essere anche abbastanza buono per quanto concerne le armi da tiro, con arcieri piuttoso validi. I Vaegir, invece, mostrano più validità nella cavalleria piuttosto che nei tiratori.
Completamente opposti ai quattro regni finora disegnato sono gli altri due, che volutamente ho lasciato per ultimi, ossia il sultanato sarranide e il khanato kergit. Il primo, rappresentato in giallo, come suggerito dal nome e dalla zona in cui si trova (pieno deserto) ricalca nella sua ossatura i regni orientali del medioevo, in particolare il califfato abbaside. I sarranidi danno il meglio di loro per quanto concerne la cavalleria, la migliore probabilmente insieme a quella del Khanato Kergit e, in qualche modo, a quella a disposizione del regno di Swadia. I mamelucchi, l'elité della cavalleria sarranide, sono particolarmente resistenti e davvero ottimi per sostenere il peso dell'attacco. Ancora diverso il Khanato Kergit, dal momento che si propone un modo di combattere davvero unico, che ricorda anche quello dei Parti, con arcieri a cavalli in grado di colpire e fuggire, procurando ingenti danni prima di aggredirli con il rimanente dell'esercito.
Come si può capire ogni regno ha delle proprie particolarità, ed è impossibile fondere questi modi di combattere quando si va a costituire il proprio esercito. Ma questo lo vedremo più avanti.
Quando l'esercito si fa mercenario
Diciamocelo, il bello di questi giochi è poter costruire un piccolo esercito e farlo diventare grande, ma soprattutto trovare il mix perfetto per far sì di trasformarlo in una vera e propria macchina da guerra in grado di annientare gli eserciti numericamente più importanti e tecnicamente meglio piazzati. La possibilità ci viene garantita dal poter prendere le reclute di qualsiasi regno e poterle "upgradare" a nostro piacimento, così da avere elementi vari ma soprattutto a noi congeniali. E' possibile quindi prendere, ad eserempio, dieci reclute sarranidi e dieci rhodoks, e farle diventare con il tempo e con l'esperienza dieci sharshooter e dieci mamelucchi. Migliorare i soldati è di vitale importanza per essere, e mantenersi, competitivi ma è anche un vero e proprio peso che grava soprattutto sulla finanza. Gli stipendi sono molto alti e si deve ragionare davvero molto sulla quantità di truppe che si possono mantenere, senza rischiare di finire in rosso.
Aumentare i propri guadagni è un altro elemento di strategia interna al gioco, dal momento che vi sono numerose possibilità a riguardo. C'è la possibilità di agire come mercenari di un regno, sotto lauto pagamento, e quindi scontrarsi con i vari lord e banditi, oppure agire singolarmente, con la possibilità quindi di sfidare chi più si desidera, abbassando notevolmente la possibilità di vederci piombare addosso eserciti di 300 uomini che, altrimenti, ci riempirebbero di botte.
Ci sono numerosissime altre fonti di guadagno che per tempo e spazio non è possibile elencare, per cui procedo unicamente con un'altra rimanente e che, probabilmente, è anche la più interessante. Se si giura fedeltà ad un Re e si combatte per quel regno, v'è la possibilità che al termine della campagna ci venga assegnato un feudo, che può essere o un piccolo paesino, o un castello oppure una grande città. Ognuno di questi feudi garantisce degli introiti settimanali, anche piuttosto evidenti, a meno che non vengano razziati dagli eserciti nemici. Da qui la necessità forte di proteggerli.
Sangue e polvere
Siamo nel momento clou del gioco, quello di una battaglia. Essenzialmente possono essere di due tipi: campale o assedio (attaccante o difensore, a seconda di cosa si sta eseguendo sulla mappa). Nelle battaglie campali si è nei panni del nostro personaggio, in location random che cercando di ricalcare il terreno della mappa strategica in cui ci si trova al momento della sfida. L'ambientazione circostante è molto povera dal punto di vista grafico, concentrando unicamente lo sguardo sulle proprie truppe e su quelle avversarie, poste generalmente sul versante opposto. Vedere gli eserciti muoversi è un qualcosa di estremamente gradevole, specialmente quando finiscono per scontrarsi, provocando i primi morti o contusi. Le battaglie sono terribilmente frenetiche, ed a differenza del computer i movimenti del personaggio risultano essere più fluidi e controllabili. Questo è forse l'unico punto a vantaggio di questa versione per PlayStation 4. Muovere il personaggio, parare, attaccare e saltare è incredibilmente semplice grazie ad una mappatura del tasti piuttosto ben riuscita, cosa che però non si può dire per quanto concerne il lanciare i comandi. Comandare agli arcieri di stare dieci passi indietro, ad esempio, risulta complesso e poco immediato nella foga della battaglia, cosa che su pc, invece, è possibile raggiungere rapidamente. Comandare quindi il primo esercito sul campo è incredibilmente complesso, ma risulta essere pur sempre appagante specie quando si vede il frutto del proprio lavoro sul campo, magari anche vittorioso.
Mount & Blade: Warband
Che Mount and Blade: Warband fosse un grande gioco ormai era appurato già dal 2010, grazie alla versione computer. In questa versione per PlayStation 4 riporta tutto ciò che è presente nell'altra, senza aggiungere o togliere niente. Una scelta anche immaginabile, dato che modalità aggiuntive saranno servite con l'uscita ormai non troppo distante di quello che sarà il seguito del gioco, ossia Bannerlord. In ogni caso su PlayStation 4 tutto è rimasto invariato, anche la grafica stessa dei combattimenti, delle unità e del personaggio, con nessuna modifica estetica che, probabilmente, male non avrebbe fatto. Nel complesso si tratta comunque di un gioco godibile, nonostante i molti problemi a livello di risoluzione video e, soprattutto, di comandi. Molto spesso, come ad esempio nel corso di una battaglia (hli ordini), i tasti risultano essere difficili da premere repentinamente, crendo quindi dei forti problemi nella gestione della battaglie e, conseguentemente, del gioco. I bug sono davvero minimi, tant'è che ho avuto modo di incontrarne unicamente uno nelle lunghe ore passate nel regno di Calradia, alla ricerca del trono per il mio personaggio.
Questo Mount and Blade: Warband per PlayStation 4 risulta essere quindi molto inferiore alla controparte Computer, ma al contempo estremamente godibile ed interessante, specialmente per chi si è votato ormai completamente alle console. Un acquisto imperdibile, dato anche il prezzo per niente alto, per tutti coloro che amano la storia ed i sandbox medievali in generale. Dal punto di vista storico, infatti, questo feudalesimo risulta essere stato davvero ben ritratto.
Pro:
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Combattimenti frenetici e ben realizzati
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Ricchezza di contenuti interni al gioco
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Sistema feudale realizzato perfettamente
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Longevità praticamente infinita
Contro:
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Qualche problema con i comandi
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Interfaccia non riadattata per console
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Graficamente nessuna miglioria