Redout - Una prestazione ipergalattica
Con Redout torniamo ad un genere che, nonostante l'abbondanza di qualche anno fa, ha subito un tortuoso declino dovuto soprattutto alle grandi aziende che sembrano non aver voluto più investire su questo tipo di giochi. Si tratta di corse spaziali totalmente arcade, che non mirano più al realismo della gara o alla simulazione nuda e cruda a cui i vari titoli di guida ci hanno ormai abituato. No, 34BigThings ha deciso di mettere sul mercato e sviluppare un gioco molto frenetico dove siamo al comando di una navicella spaziale che deve a tutti i costi cercare di ben figurare (e perché no, arrivare anche primi) in gare che di scontato non hanno davvero niente. 34BigThings è una azienda italiana specializzata in videogames, una cosa per niente scontata dal momento che in Italia oltre agli studi di Milestone, Ubisoft e Kunos Simulazioni non è facile imbattersi in una azienda specializzata nell'intrattenimento videoludico. Un qualcosa di anzi molto raro. Prima di Redout 34BigThings ha sviluppato Hyperdrive Massacr, un gioco di guida old school pubblicato su Steam e sul Marketplace ormai più di un anno fa. Redout, in sintesi, si candida come un ibrido tra F-Zero e il molto amato WipEout, riportando in auge molte delle tematiche e degli stili di gioco.
Modalità di gioco
Il menù offerto da Redout è molto semplice ed altrettanto intuitivo, con modalità semplici ma ricche di opportunità. La probabilmente più interessante per chi ama giocare offline è sicuramente quella offerta dalla Carriera che ci permette di metterci alla guida di una astronave gentilmente offerta, almeno in una fase iniziale, dalla Federazione. Le astronavi tra cui scegliere sono davvero molte e con un aspetto estetico sempre differente che garantisce maggiore velocità, resistenza e altro ancora, il tutto riassunto in una specie di pannellino laterale che vi aiuterà di certo a scegliere quella che meglio si addice al vostro stile di guida. La modalità carriera risulta da subito davvero interessante, dal momento che oltre ad aggiungere longevità al gioco ed evitare un senso di "già visto", permette anche una certa progressione che si registra soprattutto sulla competitività della navicella. Vincendo gare si ottiene infatti del denaro che potrà essere utilizzato per migliorare l'astronave con potenziamenti alla struttura e all'engine, in maniera tale da rendere più semplici gare che, senza potenziamenti, rasenterebbero l'impossibile. La difficoltà in Redout, come vedremo in seguito, è un aspetto davvero peculiare che garantisce sfida verso il gioco, ma soprattutto verso sé stessi.
Un'altra modalità di gioco è quella classica, ossia la corsa veloce, che permette dopo un settaggio davvero minimo di catapultarci nel mondo delle corse spaziali. Il fatto che sia un settaggio molto veloce non dovrebbe però trarre in inganno: le sotto-modalità della corsa veloce sono ben dieci e tutte molto varie tra loro. Una quantità di contenuti davvero notevole che permette a ciascuno di giocare ciò che meglio crede nel momento che più ritiene opportuno. Degna di nota a nostro avviso è la "Sopravvivenza" che ci metterà di fronte ad una moltitudine di ostacoli seminati lungo il percorso che dovremo schivare a più non posso, nel tentativo di coprire la maggior distanza possibile senza distruggere la vettura.
La terza grande modalità è quella dell'Online, l'odi et amo di molti videogiocatori. Che si possa apprezzare o meno, Redout giustamente pone grandi basi su questa modalità che fa degli scontri (sul tempo e non) la sua arma migliore. Una modalità davvero interessante che aggiunge molto potenziale a questo gioco che, a livello di contenuti, offre già davvero molto.
Mazza che difficoltà!
Leggiamo la scheda, vediamo che è un gioco arcade, e subito pensiamo di poter sbatacchiare contro i muri come niente fosse, accelerare e semplicemente raggiungere il traguardo. Sbagliato. Redout non è affatto questo, grazie ad alcune meccaniche che gli sviluppatori di 34BigThings hanno inserito per rendere il gioco una sfida davvero ardua capace, però, di appagare e non poco. La prima grande difficoltà del gioco riguarda la grande velocità a cui l'astronave ci abituerà da subito, specialmente se i reattori verranno alimentati più del dovuto attivando il Turbo. L'accelerazione della navicella è impressionante, talmente elevata da rendere difficile sterzare a destra e sinistra, con il conseguente sbattere le "portiere" sulle barriere della pista. Effettivamente andare a sbattere è semplicissimo, specialmente all'inizio quando si avrà molta difficoltà nel gestire l'astronave. Vuoi la velocità, vuoi le piste molto ristrette, vuoi anche l'accelerazione del turbo... rimanere in pista senza andare contro alle barriere è molto complicato. Una scelta tuttavia interessante perché permette di non adagiarsi sugli allori, ma di migliorare sempre più il nostro stile di guida magari attivando in più di una occasione anche i freni, che nei giochi arcade spesso e volentieri vengono tralasciati.
Non è assolutamente facile lo stile di guida, tanto che serviranno moltissime gare prima di prendere un minimo sensibilità con la astronave. Una sensibilità che tuttavia non ci garantirà sempre il primo posto, dal momento che gli ostacoli lungo il percorso (tipo di pista, avversari piuttosto ostici) sono vari e sempre differenti. Dopo molte gare combattere anche solo per il bronzo è più che normale.
Comparto grafico e sonoro
Graficamente parlando il gioco appare molto semplice, ma non per questo privo di dettagli. Lo stile grafico utilizzato è molto pulito, presentando astronavi che non ricercano la perfezione estetica, ma che anzi si fanno apprezzare ed amare nella loro semplicità strutturale. Alcune di esse, addirittura, si presentano con forme piuttosto strambe che danno un tocco di unicità a ciascuna. I circuiti sono molto ben realizzati, seppure l'atmosfera circostante dopo varie gare risulta essere spesso e volentieri molto simile a quelle giocate in precedenza. Il senso di velocità, inoltre, è dato alla perfezione grazie allo splendido effetto di accelerazione che sembra voler far vivere allo stesso videogiocatore quel senso di velocità che permea il gioco. Una grafica quindi che non ricerca il fotorealismo, ma che cerca piuttosto un giusto compromesso che fa della semplicità il suo punto di forza.
Dal punto di vista del comparto audio il gioco si fa ben apprezzare per quanto riguarda soprattutto gli effetti interni alla gara. La soundtrack inserita nel menù, invece, ben ritrae lo spirito del gioco dando un ritmo quasi frenetico al tutto.
Redout
Ci troviamo di fronte ad un indie molto ben realizzato che finalmente ha cercato di riportare alla vita un genere che da lungo tempo non si è più rivisto nelle librerie di Steam. Le corse spaziali, il loro tributo alla velocità ed alla pura accelerazione, in uno spirito completamente arcade che mira al divertimento nudo e crudo, tralasciando ogni aspetto manageriale o di simulazione. No, perché le astronavi vogliono solo far sentire la loro potenza, sfrecciare a velocità folli e mai raggiunte prima, tentando di dare al videogiocatore soltanto un senso di divertimento e non di realismo. Una scelta vincente, soprattutto perché "nuova", nel senso che riporta in auge un qualcosa che negli anni ha subito un rapido, ed inspiegabile, declino. Un gioco consigliato per tutti coloro che amano gareggiare con gli altri, e con sé stessi, grazie ad una modalità carriera che ci permetterà di vestire i panni di un pilota in continua ascesa. Un sistema di progressione valido e interessante, che fa da splendido contorno ad un sistema frenetico e piuttosto complesso. Non rimane che da aspettare la versione per PlayStation 4.
Redout è dunque un gioco ambizioso che prende i migliori aspetti delle corse futuristiche e li rielabora mescolandoli ad un comparto grafico di tutto rispetto, candidandosi a pieni voti ad uno dei migliori indie in circolazione sul tema.
Pro:
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Graficamente interessante
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Stile di guida complesso
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Molte modalità di gioco
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Inaspettata modalità carriera
Contro:
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Scenari troppo simili
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Mancanza dello split-screen