Master of Orion - Spazio dominato
Questo è l'anno degli strategici che fanno dello spazio il loro perno: lo avevamo già detto con Polaris Sector, lo abbiamo confermato con Stellaris e lo ribadiamo con questa terza uscita firmata NGD Studios e rilasciata da WG Labs. A differenza di coloro che lo hanno preceduto, però, Master of Orion mostra meccanismi differenti e per certi versi inusuali, riprendendo anche una progressione molto simile a quella di giochi non propriamente del genere ma che permettono di aggiungere parecchio divertimento. Sono aspetti su cui ritorneremo più volte nel corso della nostra recensione, anche perché permettono di rendere Master of Orion sostanzialmente differente dalle altre due uscite toccando aspetti altrimenti trascurati. Non si tratta più di un tipo di gioco "alla Paradox", ossia con uno scorrimento del tempo e degli eventi sempre presente che può essere fermato o aumentato a seconda delle proprie esigenze. La progressione qua è affidata alla turnazione, con turni ben prestabiliti alla Civilization, in cui ciascuna delle civiltà in gioco potrà dire la propria nella corsa alla colonizzazione e, poi, nella guerra. I punti in comune con Sid Meier's Civilization sono davvero molti, tanto da dissociarsi quasi violentemente da Polaris Sector e Stellaris, prendendo una impronta "meno strategica" ma più votata al divertimento. Ovvio che, come vedremo, senza strategia anche in questo gioco saremo destinati all'oblio della storia.
Modalità di gioco
Diciamocelo: molti dei videogiocatori, specialmente quelli amanti della strategia nuda e cruda o anche del roleplay, amano strenuamente la fase che anticipa di fatto il gioco, ossia quella della creazione. Poter dare una strategia ad un qualcosa di creato da sé stessi da sempre un effetto maggiore, quella carica in più che funge da motivazione ogniqualvolta si vede la propria creazione alle prese con gli eventi del gioco. In Civilization le personalizzazioni sono praticamente assenti, e non ci si potrebbe aspettare molto di diverso da un gioco che tenta di ricalcare pregi e difetti di ogni civiltà realmente esistita. Master of Orion però, ambientandosi nello spazio e dunque in un'epoca ancora sconosciuta e da esplorare, non conosce questi vincoli e può dunque schierare questo aspetto tanto caro ai videogiocatori che porta a perdersi per svariati minuti nei meandri della personalizzazione. Così, senza se e senza ma, ci si può gettare nell'unica modalità presente - quella multigiocatore esclusa - e gustarsi tutto ciò che ci è stato proposto, aspettandoci sempre molto dato anche ciò che gli altri due titoli ambientati nello spazio (Polaris Sector e Stellaris) sono stati capaci di proporci. Da questo punto di vista, però, Master of Orion lascia un po' di amarezza, dato che decide di investire davvero poco in questa parte di gioco proponendo una personalizzazione della civiltà davvero minima e riguardante unicamente le statistiche che ogni civiltà può possedere o meno. Ma procediamo per gradi. La prima schermata che ci troveremo di fronte sarà quella relativa alla scelta della civiltà, possibile unicamente tra le undici proposte di default dal gioco: Alkari, Bulrathi, Dalrok, Human , Klackon, Meklar, Mrrshan, Psilon, Sakkra, Silicoid, e Terran. Qualora si volesse procedere in maniera più complessa, si potrebbe anche accedere casualmente ad una di queste razze. Le civiltà proposte sono varie al loro interno, sia esteticamente sia ai fini dell'approccio al gioco, dato che risultano essere più forti in qualcosa ma più deboli in altro. Per esempio i Sakkra, delle specie di lucertoloni giganti e antropomorfi, risultano essere molto forti nella colonizzazione e nella espansione dei propri domini e delle proprie città, ma al contempo alquanto scadenti sia nella ricerca, sia nella diplomazia a causa dell'aspetto che repelle, in generale, le altre razze del gioco. I punti presi in esame, tra bonus e malus, sono molti e permettono un gioco vario e sempre differente, specialmente se si fa uso della "Custom Race" che permette di prendere sì una delle civiltà (esteticamente), ma di modificarla a nostro piacimento nei bonus e nei malus, forgiandola in un qualcosa di unico e divertente da giocare, per poter dar spazio ad una nuova e ricca sfida. Ovviamente i bonus selezionabili non sono molti, questo perché si ha a disposizione un punteggio (Avaible Points) che non può essere sforato e che decresce all'aumentare degli aspetti positivi che si intende dare alla nostra nascente civiltà. Scelta la civiltà con cui si intende iniziare il gioco, si potrà decidere contro quanti giocatori IA gareggiare nella corsa allo Spazio e soprattutto definire altri aspetti più materiali. Tra questi aspetti riscontriamo il tipo di galassia, la sua grandezza e la sua età, l'età di partenza, il livello di difficoltà ed il tipo di velocità che si vuole avere per la partità (se intendiamo avere un gioco lungo, corto, classico, etc..). Ultimo, ma non per importanza, il Big Bang Seed, ossia un seme profondamente casuale definito in numeri che possiamo digitare per dare origine ad una galassia casuale sempre differente. In realtà, se si è attenti, si potrà notare che non è finita qua la personalizzazione, dato che sono presenti le impostazioni avanzate che permettono di modificare il corso del gioco, definendo gli eventi casuali, la presenza o meno di mostri e pirati, se si intende permettere l'uso dei tratti delle civiltà, e molti altri aspetti inerenti al cuore del gioco. Una personalizzazione della sfida davvero molto ampia, a differenza di quella proposta, tratti a parte, per le civiltà. Oltre a questa modalità principale, e maggiore, vi è la "Partenza rapida" ed il multigiocatore. Il Quick Start altro non è che una generazione del tutto casuale delle meccaniche del gioco, ed una civiltà totalmente scelta a caso tra quelle undici, con cui gettarsi nella mischia senza necessità di personalizzare il personalizzabile. La scelta perfetta per chi volesse soltanto giocare il clou del gioco senza passare per il preambolo di creazione già descritto in questa recensione. La presenza del multiplayer, poi, si mostra in tutta la sua solidità proponendo uno stile di gioco più simile a Civilization che a Stellaris, con una predisposizione a turni dove ogni giocatore, in possesso di una civiltà, tenterà di far progredire la propria razza a spese delle altre, a suon di ricerca e cannoni.
As you wish commander
Soltanto accedendo e iniziando la prima partita si potrà davvero notare la forte affinità già citata con Civilization V, con un menù strutturato in maniera molto simile e che permette di avere in alto a sinistra una panoramica veloce delle entrate, della quantità di ricerca generata a turno e del potenziale bellico che possiamo sfruttare. A destra, invece, alcune informazioni davvero essenziali per la nostra avventura spaziale, come la panoramica, il ramo delle ricerche, lo spionaggio, la personalizzazione delle navi da guerra e altri aspetti su cui è impossibile soffermarsi ma che permettono sicuramente di dare un peso strategico elevato a questo nuovo capitolo di Master of Orion. La struttura della mappa di gioco è molto simile a quella proposta da Stellaris, ma meno complessa, con la presenza di un'unica grande circonferenza al cui interno non sono presenti altre minori (come nel caso realistico del gioco Paradox, che rende però l'esplorazione molto più difficile) ma unicamente i pianeti ed altri elementi spaziali esplorabili. Il gameplay è davvero semplicistico, e mira ad eliminare il senso di frustrazione che si potrebbe provare davanti ad un qualcosa di complesso che, effettivamente, non esiste. Master of Orion è molto semplice a livello di gameplay (non di difficoltà, ovviamente) grazie anche ad una interfaccia pulita e ad un sistema di tutorial valido e ben rodato. Uno strategico che elimina il superfluo e si concentra su tematiche difficili, rendendole semplici e giocabili un po' da tutti, e non solo dai veterani del genere. La progressione in ogni caso è molto lineare e prevede, ogni turno, di curarsi degli aspetti base richiesti dalla propria civiltà, come ad esempio muovere la flotta per una vitale esplorazione dell'universo, ricercare una nuova tecnologia o costruire qualche struttura nel pianeta madre o in una delle colonie. La costruzione degli edifici è molto importante, dato che ognuno di essi garantisce, a costo di un tot di crediti mensili, di aggiungere importanti bonus alla propria civiltà. E' possibile incrementare la velocità di generazione dei cittadini, la quantità di scienza generata, aumentare gli introiti e altro ancora, come ad esempio aumentare le possibilità di successo delle proprie spie. La progressione del pianeta madre, ma anche quello delle colonie, è legata alla grandezza del pianeta stesso che potrà supportare unicamente un quantitativo di popolazione ben definito. Questo elemento rende assai complessa la scelta legata alla colonizzazione, dato che si presenta come un altro parametro da occhieggiare in vista degli altri due: bioma e minerali. Il bioma, che in altre parole è il cibo, ed i minerali, ossia la produzione.
Colonizzazione, ricerca e diplomazia
La colonizzazione è stata molto semplificata in Master of Orion, e legata unicamente alla creazione di una apposita nave colonizzatrice. La costruzione della nave permette di poter colonizzare praticamente tutti (ad eccezione di alcuni, dotati di una atmosfera dannosa e superabile unicamente mediante apposite tecnologie) i pianeti presenti sulla mappa e generati casualmente. Ci si renderà subito conto che i parametri da seguire per scegliere quale colonizzare sono essenzialmente tre: grandezza, bioma e minerali. Come già spiegato in precedenza, il bioma influisce sulla rapidità di crescita della colonia, i minerali sulla sua velocità di produzione e la grandezza sulla quantità di cittadini che potrà supportare nel momento del suo massimo splendore. Vien da sé che oltre a questi tre fondamentali parametri influirà anche la posizione in cui si cercherà di colonizzare i pianeti, utile a bloccare eventuali incursioni avversarie o limitare, piuttosto, le spiacevoli iniziative dei pirati spaziali. L'aspetto però forse più caratteristico ed in grado di colpire è la profondità che Master of Orion permette a livello di ricerca, proponendo un albero tecnologico molto simile a quello di Civilization, con uno scorrimento orizzontale e tecnologie posteriori a cui si può accedere unicamente sbloccando quelle precedenti. A differenza del titolo targato Sid Meier, però, qua si è di fronte ad un aspetto caratteristico e davvero molto importante, che garantisce partite sempre differenti ma, soprattutto, un tatticismo maggiore. Molte ricerche, infatti, permettono di sbloccare due aspetti (militari o di produzione che siano) di cui sarà possibile sceglierne soltanto uno. Una scelta oculata che può effettivamente incidere pesantemente sulla partita. La diplomazia, punto su cui Master of Orion ha preannunciato di puntare forte, è in realtà forse l'aspetto più controverso. Le scene dei leader sono fatte graficamente molto bene, così come è un piacere visivo dialogare con essi. Molto meno piacere nel vedere comunque uno schema come prestabilito, che rende il dialogo e le richieste un qualcosa di quasi meccanico. Bella sicuramente è l'idea di poter "commerciare" le tecnologie scoperte, anche se nel complesso migliora soltanto marginalmente un sistema diplomatico che, per quanto bello possa essere, soffre un poco di meccanicità.
Polvere ai cannoni!
La polvere effettivamente non fa da padrona in un'epoca così lontana come quella proposta da Master of Orion, però i cannoni (insieme ad altre armi di distruzione) ricoprono un ruolo chiave nello sviluppo della propria civiltà. A volte armarsi è il modo migliore per progredire, intimorendo gli avversari e permettendo così alla propria razza una solida base su cui potersi appoggiare in caso di bisogno. Del resto l'avidità delle altre civiltà potrebbe portarle ad allungare le loro grinfie sui vostri pianeti. La guerra, e ogni aspetto circostante, è davvero curata in Master of Orion. La possibilità di avere una flotta al passo con i tempi è data e incentivata dalla ricerca. Dopo ogni scoperta è infatti possibile, spendendo qualche credito, upgradare le proprie navi da guerra, rendendole così più forti e difficili da buttare giù. Il fatto che ognuna di esse abbia un peso massimo trasportabile, rende anche l'aspetto della personalizzazione fondamentale ai fini della strategia che ognuno di noi intende perseguire. Scegliere i cannoni a discapito delle bombe, tipologie di scudi rispetto che ad altri, permette al giocatore di essere il protagonista del destino, fiorente o nefasto che sia, della sua civiltà. Quando le flotte si incrociano, arriva il momento della battaglia e delle tre opzioni davanti a cui Master of Orion ci mette: la risoluzione automatica, la possibilità di guidare le nostre astronavi alla vittoria (si spera), oppure la possibilità di godersi il tutto dall'esterno, in una visione cinematografica, come se si stesse assistendo alla scena di un film. Tralasciando la prima e la terza opzione (comunque molto bella e ben fatta), e concentrandosi unicamente sulla possibilità di guidare sul campo direttamente le proprie forze, si può davvero notare la forte componente strategica del gioco. A differenza di Polaris Sector le opzioni sono davvero ridotte, ma a differenza di quest'ultimo il divertimento nello schierare e muoversi è sicuramente maggiore. Una scelta anche in questo caso semplicistica, ma non per forza negativa (anzi), che permette di concentrarsi maggiormente sul divertimento e sugli aspetti davvero importanti, piuttosto che sugli aspetti minori offerti dalle battaglie spaziali.
Master of Orion
Sono usciti molti strategici spaziali in brevissimo tempo, nell'arco di pochi mesi, ma Master of Orion ha scelto a differenza degli altri di intraprendere una strada nuova, diversa, che mira ad eliminare il superfluo per incentivare e puntare sugli aspetti più giocati. Il miglioramento del pianeta madre, così come la colonizzazione, si avvicinano molto a Civilization V e abbandonano gli aspetti da strategico nudo e crudo quali quelli offerti da Polaris Sector e Stellaris. Una scelta che, come già marcato, non è negativa ma che anzi cerca di focalizzare l'attenzione del proprio giocatore sugli altri aspetti che sono infatti stati curati nei minimi dettagli. Le battaglie spaziali sono curatissime dal punto di vista grafico e, sebbene forse un po' piatte e ripetitive a lungo andare, aggiungono un bel po' di pepe alla situazione. Molto interessante la visione cinematrografica della battaglia, durante la quale si può assistere alle prodezze della nostra flotta, armata fino ai denti da noi stessi.
Il sistema di diplomazia sarebbe stato da ampliare e curare maggiormente, o quanto meno da liberare dai vincoli strettissimi del "do ut des" che sì, stanno alla base del sistema diplomatico, ma che non tengono conto di alcuni fattori importanti come ad esempio la potenza militare e la possibilità di intimorire il proprio avversario.
Interessantissimo invece il sistema di ricerca che permette di aggiungere pesantemente strategia alle proprie scelte, definendo anche da un punto di vista di roleplay il carattere che si intende dare alla propria civiltà. Pazzi assetati di sangue e conquista? Stimati scienziati di tutto l'universo? Grandi esploratori? Portatori di civiltà? Emblemi della felicità e della ricchezza? Oppure un mix di tutto questo? Master of Orion, da questo punto di vista, lascia grande margine al nostro desiderio.
Pro:
-
Graficamente molto curato
-
Sistema di ricerca all'avanguardia
-
Semplice, pulito ed efficace
-
Interessante sviluppo dei pianeti
-
Battaglie intriganti
Contro:
-
Diplomazia superficiale
-
Poca personalizzazione
-
Tante lingue ma italiano assente