Hue - Ridateci i nostri colori
Il titolo di questo gioco, sviluppato da Fiddlesticks e pubblicato da Curve Digital, è davvero molto evocativo. La parola, o per meglio dire sigla, Hue sarà capitata a tutti di poterla leggere almeno una volta nella vita, e riguarda proprio una delle meraviglie del mondo naturale: i colori. Si sta ovviamente parlando del tono, ossia del colore "puro" che è percepito dall'occhio umano. Sono proprio i colori al centro di questo puzzle adventure, inseriti in un contesto quasi dai contorni fiabeschi, come ad esempio la figura da cattivo del Dr Grey che intrappola la madre e condanna il mondo ad un perenne stato di grigiume. Si potrà subito notare come un mondo grigio sia un mondo spento, con nulla da offrire, che chiama a gran voce il voler riottenere ciò che ha perso. E' proprio la ricerca dei colori a stare alla base di Hue, che oltre ad essere il titolo del gioco è anche il nome del personaggio che ci troveremo ad impersonare.
Questo indie narrativo si è distinto molto ed ha fatto subito parlare di sé. L'accoglienza della critica è stata decisamente favorevole, tanto da garantirgli svariate nomination e ben 6 premi.
Nel blu dipinto di grigio
Il mondo una volta avviato per la prima volta il gioco ci apparirà tetro, spento, in quella monocromia di grigio che sempre dominare e far sprofondare in un senso di ansia. Il percorso immerso nel colore grigio funge anche sia da breve tutorial, sia da intro a quella che è una vera e propria narrazione che ci fa meglio comprendere il perché dell'assenza totale dei colori. Ma non solo, introduce anche all'altra tematica del gioco a cui i colori si affiancano: la scompara della madre, intrappolata altrove.
Il nostro viaggio comincia proprio dalla camera di Hue, in uno stile di gioco che ricorda moltissimo Apotheon per quanto riguarda i movimenti e l'interazione con l'ambiente circostante. Una progressione da destra verso sinistra, ma anche verso l'alto ed il basso grazie all'utilizzo di scale ed altri escamotage.
Tutta la prima parte del gioco sembra essere un prologo, o per meglio dire un anticipo di quello che dopo diventerà, non appena il primo dei colori sarà in nostro possesso. Poter cancellare il grigio, e far dominare a quel colore tutto lo schermo ed il mondo che ci circonda, farà sì che si sblocchino posti altrimenti inaccessibili. Blocchi di verde, ad esempio, possono scomparire qualora Hue fosse in possesso del colore verde, dal momento che colorando tutto ciò che lo circonda uniformerebbe anche i blocchi che quindi, quasi per magia, si ritroverebbero a scomparire. E' questa l'essenza del gioco, e da il via a veri e propri grattacapo ambientali a cui ci si dovrà sottoporre per poter andare avanti nel gioco e sventare i piani malvagi del Dr Grey. In tal senso recuperare tutti i colori sarà fondamentale, pena il non poter raggiungere il nostro scopo ultimo.
Puzzle ambientali ovunque
Come detto l'essenza del gioco è affrontare veri e propri enigmi ambientali che ci sbarreranno la strada. Differentemente da quello che si può pensare, questi puzzle sono risolvibili in maniere differenti ed a seconda della conformazione degli stessi. Si potrà ad esempio pensare a lungo qualora ce ne fosse la possibilità, e magari si dovesse ad esempio soltanto muovere dei blocchi in maniera tale da renderci possibile raggiungere il punto più elevato. Oppure, in altre casi, la rapidità di mano è fondamentale e basta pensare alla caduta di veri e propri massi che potrebbero schiacciare sotto il loro peso il povero Hue. Questi massi potrebbero essere di vario tipo, come ad esempio di un colore particolare, e quindi comportare l'essere abili al correre ed al contempo switchare il colore, in maniera tale da far scomparire il masso fino a renderlo innocuo. Tutta questa descrizione per far capire che effettivamente i puzzle sono molto vari e appaganti, in un sistema di progressione di difficoltà che avanza man mano che la storia procede. Si passa da puzzle ambientali piuttosto semplici, per finire a qualcosa di davvero più complesso, che può bloccare il videogiocatore per un bel po'.
Anche solo per riempire maggiormente il gioco, e fare in modo che qualcuno non proceda spedito con una run, sono stati inseriti delle specie di collezionabili, ossia delle piccole ampolle che sarà possibile raggiungere ed afferrare. Queste ampolle si trovano lungo la mappa in un numero ben definito che sarà possibile tenere sotto controllo grazie al comando "map" presente nel menù di gioco.
Graficamente semplice ma incisivo
Quando si parla di un gioco, specialmente per console, non si può prescindere dalla grafica. Da questo punto di vista Hue non lascia niente al caso, e si presenta sì semplice, ma proprio per questo motivo anche affascinante. Il ragazzino (o bambino?) che ci troviamo ad impersonare è realizzato solo nei suoi tratti essenziali, quasi fosse abbozzato, così da lasciare l'occhio libero di concentrarsi unicamente su tutto ciò che circonda il protagonista. Un mondo ricco di elementi perlopiù naturali, con rocce e altri elementi che tuttavia non rasentano mai il realismo, che neanche del resto cercano di raggiungere. Una scelta voluta e decisamente azzeccata per lo stile di gioco che questo indie cerca di riprodurre. I dettagli grafici, come ad esempio le gocce di acqua che cadono da un terreno sopraelevato, non mancano assolutamente e garantiscono un colpo d'occhio che, a parte tutto, non manca praticamente mai neanche quando il mondo è sommerso dal grigio. I vari cambi di colore, dovuti a nostre scelte ed alla raccolta di essi durante la progressione della storia, rendono il tutto allegro. I colori sono brillantissimi, forse per certi versi anche troppo, ma fungono da perfetto contrasto al mondo grigio del Dr Grey e quello dei colori, che profuma di libertà.
L'altro elemento è quello audio, ed invece da questo punto di vista qualcosa di più, a nostro avviso, avrebbe potuto fare. A parte il suono dei passi, il suono dei piccoli balzi del nostro protagonista, il gioco offre davvero poco. Durante il gioco non vi sono soundtrack, anche leggere, ad accompagnare la nostra traversata. Un peccato, dal momento che avrebbe potuto vivacizzare un poco il gameplay, specialmente quando quest'ultimo è preso d'assalto dal ritorno prepotente dei colori.
Hue
Che Hue abbia vinto ben sei premi dalla critica non dovrebbe colpirci, dal momento che ci troviamo di fronte ad un gioco ben realizzato e che alla sua base prevede uno studio profondo dei puzzle ambientali. Quest'ultimi, a differenza di altri giochi, non risultano essere mai banali e sono sottoposti ad una difficoltà crescente che aumenta vertiginosamente ogniqualvolta si entra in possesso di un nuovo colore. I comandi sono tuttavia estremamente semplici, e questo garantisce a non appesantire gli enigmi a cui ci si deve sottoporre. Saltare è semplice, così come cambiare il colore del mondo che ci circonda, con l'ottima decisione di rallentare il tempo ogniqualvolta si decisa di operare il cambiamento.
La storia è ben narrata e percorre sempre un filo logico che mai sembra mancare, e che da un senso di progressione continuo nella ricerca sia dei colori, sia della madre intrappolata. Il racconto, proprio come fosse una fiaba, è vivo e ben articolato.
Il cambio dei colori è un qualcosa di molto ben fatto, specialmente grazie alla luminosità degli stessi che funge da vero e proprio contraltare al grigio a cui il mondo è stato condannato. La luminosità offerta dai colori è un elemento indubbiamente positivo, che crea un colpo d'occhio istantaneo ed in grado di catturare lo sguardo.
Pro:
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Colori davvero molto belli
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Puzzle ambientali progressivi
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Storia intrigante
Contro:
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Comparto audio piuttosto povero
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Poco longevo