No Man's Sky - Questo freddo grande spazio
In quest’ultimo periodo si è parlato molto di No Man’s Sky, gioco nato dalla mente di Sean Murray e della sua Hello Games e da tempo supportato direttamente da Sony. Questo gioco è riuscito letteralmente a dividere in due pubblico e critica al punto da non rendere chiaro se esso sia stato un successo oppure un flop.
In effetti è assai difficile capire se ritenerlo come uno o come l’altro poiché si tratta indubbiamente di un gioco per il quale si necessiterebbero settimane per cercare di dare un’opinione quanto più completa dei segreti e delle meccaniche che si celano in questo spazio profondo.
Sappiamo quindi tutto dello spazio di No Man’s Sky? No, non ci è dato saperlo e forse non lo sapremo mai; la vastità dello spazio e le poche parole dei developer ne fanno da padrone.
Ma che cos’è che si fa in No Man’s Sky?
Come tutti sanno lo spazio è al centro di tutta l’esperienza di gioco di No Man’s Sky o per certi versi potremmo quasi dire che esso stesso è l’esperienza di questo titolo. Siamo infatti davanti ad un gioco di esplorazione nudo e crudo, senza fronzoli, che forse non riesce a convincere proprio per questa sua “semplicità”. Stiamo parlando di un universo generato proceduralmente secondo un algoritmo sviluppato da Hello Games in grado di creare il numero impressionante di 18.446.744.073.709.551.616 di pianeti. L’unico titolo che quindi riesce potenzialmente a giocarsela con l’universo del famoso Elite: Dangerous.
Questo numero enorme di pianeti pone fin da subito quella che sarà la domanda che gran parte dei giocatori si farà non appena iniziato a giocare: “E ora che faccio?”. Sì, perché in No Man’s Sky non c’è trama, non c’è obiettivo, lo scopo, l’essenza stessa del gioco si basa sulla curiosità, sul voler conoscere mondi nuovi, sistemi mai visti e giungere al centro della galassia in una lenta ricerca della conoscenza.
Difficile dire se ciò sia un bene o un male in quanto questo è un parametro puramente soggettivo. Ci sarà chi adorerà perdersi in questa galassia sterminata, a raccogliere risorse su pianeti mai visti prima, a catalogare animali fantastici e a godersi paesaggi artisticamente degni dei più classici film fantascientifici. Allo stesso tempo ci sarà chi troverà tutto ciò “stupido e insensato”, come i commenti su Steam iniziano a mostrare. E ad un certo punto ci sarà anche chi dopo aver sperimentato questo gioco ed aver provato ad immergersi nello spazio colorato di No Man’s Sky continuerà a vederlo distante, freddo e sintetico e ben lungi dall’essere una fonte di mistero e scoperte.
Il fatto di esplorare è comunque un aspetto che è amato da molti, sia che si trattasse di conoscere bene la mappa di un GDR (come il recente The Witcher 3 tanto per dirne una di dimensioni già interessanti) sia che fosse lo scalare a cavallo montagne praticamente verticali nel buon vecchio Skyrim solo per il gusto di arrivare in cima.
Esplorare è bello, ma qui, in No Man’s Sky invece l’esplorazione forse riesce un poco a deludere. Fatta eccezione per alcuni scorci e colori spesso di grande impatto, l’esplorazione su No Man’s Sky diviene presto una “minestra fredda e rigirata”. La magia che si prova nelle prime esplorazioni, del muovere i nostri primi passi, del lasciare il nostro primo pianeta ed il nostro primo sistema solare è indubbiamente molto apprezzabile e godibile. Però, dopo alcune ore di gioco la magia sarà già ampiamente finita e ci renderemo conto che i pianeti non sono poi esageratamente differenti l’uno dall’altro. Ci accorgeremo che in realtà non c’è mai molto da esplorare, ed in un gioco come questo suona quasi contraddittorio.
I pianeti, così come fauna e flora sono un gran rimescolare di biomi, colori, forme e quant’altro che, specie dopo aver viaggiato per diversi sistemi solari, ci appariranno sempre molto “già visti” e la curiosità che ci aveva guidato sino ad allora andrà svanendo sempre più.
Ciò significa che non è che manchi qualcosa da esplorare, anzi si potrebbe quasi dire che c’è troppo da esplorare, ma quel che ci viene proposto è privo di vita, una combinazione casuale di elementi che manca di quell’anima che la possa rendere unica. C’è una grandissima differenza proprio di sensazione fra l’atterrare sull’ennesimo pianeta rimescolato e l’esplorare ad esempio un’antica rovina Dwemer in Skyrim. Pur sottolineando ovviamente che si tratti di due generi differenti quello che dovrebbe essere importante per entrambi è lo stimolo, l’interesse verso la scoperta, e proprio in No Man’s Sky dove si dovrebbe vagare proprio in suo nome questo ci abbandona.
Tornando all’esempio precedente si può infatti sottolineare come uno sia un intero pianeta ma è spoglio e freddo, privo di quel qualcosa che lo renda realmente unico, l’altro è un semplice dungeon ma dove si sente la passione, il brivido dell’avventura e della scoperta che gli sviluppatori hanno instillato in noi.
Un piccolo sunto dell’esperienza di gioco
L’inizio di No Man’s Sky è quanto di più generico e al contempo spiazzante si possa avere in un gioco come questo (anche se per certi versi, nessuno me ne voglia, sembra il classico inizio alla Minecraft). Saremo soli, su un pianeta casuale, in un sistema solare causale, la nostra navicella sarà a pezzi dopo un’incidente e ci verrà semplicemente detto di riparare le componenti di bordo per poter ripartire. Fine. Niente di più.
Questo per coloro che sono abituati a titoli dove ci sono Quest da completare, o semplicemente ti viene detto esattamente dove andare sarà un impatto poco piacevole e piuttosto spiazzante. Quindi ci ritroveremo, muniti del nostro fido multi-tool (anche perché abbiamo solo quello) a vagare per il nostro pianeta alla ricerca di materiali per le riparazioni.
Personalmente le riparazioni mi hanno richiesto un bel po’ di tempo, non tanto perché fosse difficile recuperare il necessario, ma proprio perché ero più che intenzionato a lasciarmi coinvolgere da questo gioco al punto da esplorare a lungo ciò che circondava il luogo dello schianto. L’inizio comunque è in grado di catturare, non tanto perché fosse strabiliante o pieno di cose da vedere, ma perché è la prima volta che si vaga in No Man’s Sky.
Per quel poco che dura ci si può sentire veramente coinvolti e “perso” nello spazio profondo, ma le cose belle non durano a lungo.
Due problemi da storcere il naso
Legati ai materiali si possono evidenziare due dei grandi problemi di No Man’s Sky: la disposizione delle risorse e l’inventario. La ricerca delle risorse “a orecchio” può sembrare in principio una cosa che richieda tempo, acume e sforzi particolari al fine di trovare ad esempio una risorsa specifica, ma scopriremo in poco tempo che esse sono lì, davanti al nostro naso e in bella vista.
Plutonio che sbuca ovunque peggio della gramigna, montagne d’oro da far svenire Paperon De Paperoni, funghi e piante grossi più o meno come la nostra astronave e ferro praticamente ovunque. Bum, altro pezzo della magia che se ne va, lasciando il posto ad una raccolta meccanica e volta solo al racimolare qualche soldo, praticamente un lavoro, spaziale, ma sempre un lavoro. Inoltre il reperire risorse sarà semplice oltre ogni dire visto che gran parte di esse sarà ampiamente reperibile su qualsiasi pianeta. Difficilmente sentiremo la necessità di partire alla volta di un altro posto per trovare delle date risorse. Chi cerca trova...anche troppo.
L’altro tasto dolente, e quanto dolente, è l’inventario, un’esperienza talmente fastidiosa da far quasi rimpiangere l’inventario del primo Resident Evil. Che si parli di quello dell’exotuta o della navicella si arriverà in tempi più che brevi a farci a testate in quanto sempre perennemente pieno o sul punto di esserlo. Esistono ovviamente delle capsule sparse per i pianeti che una volta trovate (una alla volta s’intende) ci permetteranno di acquistare con il nostro credito in gioco (le unità) uno slot in più per l’inventario della tuta.
Ben altro discorso si può fare per l’inventario della navicella il quale sarà ampliabile solo acquistando (o trovando nei rari siti di schianto) una nuova navicella.
Si potrebbe osservare che ci sono molteplici fattori da considerare quando si cambia navicella (robustezza, armi, motori..) ma sono tutti bene o male migliorabili (a patto di avere gli schemi ed i materiali per farlo) e l’unico fattore che avrà realmente peso sarà lo spazio d’inventario.
E per avere un buon valore di carico preparatevi a sborsare molte unità (fino anche a qualche milione per le navicelle più spaziose).
A lezione di alieno
Proprio mentre siamo lì a raccogliere plutonio come fossero more in un campo e a litigare con il nostro inventario “pochette” vedremo stagliarsi in lontananza quello che sembrerebbe essere un edificio. Ma non eravamo i primi ad esplorare questo pianeta?
Scopriremo ben presto che tutti i pianeti sono già da tempo immemore abitati da degli alieni e sorgerà spontaneo chiedersi che cosa cavolo stiamo a catalogare ogni cosa che vediamo e cosa diamo a fare nomi a pianeti che un loro nome lo hanno già, in una galassia che sembra essere fin troppo conosciuta persino dall’alieno più stupido. Ma questo è un gioco, e non sempre i giochi hanno un senso logico molto ferreo.
Le grandi interazioni con gli alieni e l’incredibile “commercio galattico” così come erano stati grandemente presentati prima dell’uscita del gioco si sono rivelati una delle cose più basilari che si sia mai vista. Le interazioni con i pochi alieni che incontreremo (perché sembra che per qualche legge aliena in ogni edificio possa stare un alieno per volta) si limiteranno a dei versi incomprensibili (almeno all’inizio prima che dei “sassi” ci insegnino delle parole random della loro lingua), interazioni a scelta multipla piuttosto banali e fredde, e ad un sistema di “feeling” con quella data fazione che vedremo scendere e salire il più delle volte senza aver la minima idea del perché. Se ci si aspettava qualcosa di più dalle interazioni uomo-alieni si rimarrà velocemente delusi, questo è il massimo che l’intero No Man’s Sky ha da offrire.
Anche il commercio è ben lungi dall’essere l’entusiasmante attività a lungo lodata da Hello Games. Il più delle volte ci troveremo a vendere le risorse ad un computer oppure ad alieni random che incontreremo nelle basi spaziali o in alcuni edifici e che potranno offrirci prezzi più o meno alti per questa o quella risorsa.
Non ci sarà mai tutto questo grande entusiasmo nemmeno dietro al commercio in No Man’s Sky.
Conoscenze dall’universo profondo
Dietro a No Man’s Sky sembra vi sia un timido tentativo di offrire un background culturale ai popoli che avremo più e più volte incontrato nello spazio.
Questo non verrà mai fatto in modo molto diretto, ma rimanendo fedeli (e questo per certi versi è carino) allo spirito esplorativo del titolo, ci saranno forniti spezzoni della cultura di antichi popoli scomparsi e nuove parole solo trovando dei particolari monoliti e piccole rovine sparse sui vari pianeti. Per ampliare ancor di più il nostro bagaglio lessicale oltre ai monoliti avremo i famosi “sassi” a cui avevo accennato prima detti in realtà “Pietre della Conoscenza” i quali ci insegneranno una sola parola per ognuno di essi che troveremo. Saranno necessarie quindi ore ed ore di esplorazione solo per poter sperare di capire se un alieno ci stia offrendo da bere o se voglia ucciderci in malo modo.
Oltre al discorso della lingua e della storia abbiamo un ulteriore elemento che potrebbe intrigare forse maggiormente, l’Atlante. Atlante è una misteriosa entità che si presenta a noi subito all’inizio del gioco sotto forma di una luminosa sfera rossa.
Ci verrà chiesto dalla sfera se vorremo “seguire l’atlante” e se accetteremo ogni tanto compariranno a schermo alcune vaghe indicazioni simili ad una quest che ci dovrebbe portare ad interagire maggiormente con questo “Atlante”. Il punto sta che ci vuole realmente un tempo sconfinato per riuscire ad arrivare a comprendere un qualcosa in più su questo punto di No Man’s Sky. Tempo che purtroppo nessuno ha ancora realmente investito su questo titolo.
Come si raccolgono le risorse?
La raccolta delle risorse qualunque esse siano sarà fatta con il raggio minerario del nostro multi-tool e richiederà un tempo variabile a seconda della risorsa che staremo raccogliendo.
Sarà possibile inoltre migliorare il nostro multi-tool al fine di renderlo più veloce nella raccolta oppure meno tendente al surriscaldamento installando dei moduli di aggiornamento.
Saranno inoltre acquistabili o rinvenibili ulteriori modelli di multi-tool da sostituire al nostro. Come ho già sottolineato prima questo sarà un processo terribilmente ripetitivo e noioso che non richiederà alcuno sforzo eccetto quello di avere abbastanza pazienza. Giusto per farvi un semplice esempio, vagando per un pianeta si potrebbe trovare una colonna d’oro delle dimensioni di una palazzina, con tanta pazienza si raccoglie tutto e si vende per un sacco di soldi. È divertente o entusiasmante? No per nulla, ma andava fatto per l’onore degli orafi di tutta la galassia.
Power-up a caro prezzo
Tuta, navicella e multi-tool saranno tutti migliorabili tramite potenziamenti di vario tipo (scudi extra, bonus di attacco, particolari resistenze ambientali e quant’altro) trovando i relativi schemi ed i relativi materiali ma, cosa non del tutto sensata, richiederanno uno spazio ciascuno del relativo inventario. Questo aggraverà ancor di più la tragica gestione del poco spazio a disposizione facendoci spesso evitare di installare qualsivoglia upgrade ed avere quindi un poco di spazio in più per le risorse da raccogliere.
Niente spari nello spazio
Per chi si aspettasse combattimenti spaziali frenetici o schermaglie sui pianeti farebbe bene a cambiare gioco in quanto i combattimenti saranno rari e spesso evitati per non rischiare di perdere le poche risorse che abbiamo con noi.
Su terra non faremo altro che sparare alle sentinelle che ci daranno contro in alcuni casi ed ai rari mostri aggressivi che potremo trovarci di fronte. Inoltre, cosa per certi versi positiva, se moriremo rimarrà nel punto del decesso la nostra tomba. Questa se visitata ci permetterà di riavere indietro le nostre risorse. Ho avuto modo di sperimentare questo meccanismo un paio di volte dopo che dei simpatici pirati intergalattici avevano deciso di farmi esplodere senza poi rubarmi nulla.
Sembra che si possa decidere di darci alla pirateria spaziale a nostra volta e saccheggiare quindi i cargo spaziali e le navicelle che ci passeranno a tiro.
Le meccaniche che si celano dietro ai combattimenti spaziali sono però piuttosto abbozzate, spesso scomode e non realmente appaganti rispetto a quelle che potremmo ad esempio trovare in un titolo similare come Elite: Dangerous. Aspetto reso ancora più critico dalla difficoltà del volo.
Grafica e aspetto
Volendo parlare di grafica, No Man’s Sky è un gioco al tempo stesso bello e brutto. Bello perché i colori, gli ambienti e gli effetti hanno indubbiamente un gusto retrò, con quella visione colorata e “aliena” che siamo abituati da tempo a vedere nei film e nei cartoni fantascientifici. Praticamente una sorta di mix tra uno Star Wars e il 2000 di Ritorno al Futuro.
Il lato negativo è che non si tratta nemmeno lontanamente di una grafica degna del 2016, modelli poligonali piuttosto basilari che ricordano quasi la ps3 ai suoi albori volendo essere generosi, anti-aliasing non al top e spesso inutile e textures che vanno e vengono rendono questo motore grafico piuttosto obsoleto, specie se confrontato con titoli più recenti.
Ci tengo inoltre a sottolineare come i mondi che ci sono proposti nell’arco della nostra avventura siano in realtà composti da un pool non poi così vasto di elementi rimescolati in vari modi e (almeno per la mia esperienza) ben lontano dalle immagini che Hello Games aveva mostrato prima dell’uscita del gioco.
Performance
Come credo tutti sappiano le performance di No Man’s Sky rasentano il tragico nonostante i requisiti piuttosto modesti richiesti su carta.
Su Steam la notte stessa dopo il rilascio del gioco sono fioccate recensioni negative da parte di numerosissimi utenti che si lamentavano per performance pessime o persino per la impossibilità completa di giocare (non per nulla si sono registrate un numero enorme di richieste di rimborso). Gli utenti Steam non hanno poi così torto, in quanto pur montando una buona configurazione non sono riuscito a spingere il gioco oltre il 1080p senza vedere cali disastrosi nel framerate. Contando il fatto che non si tratti di un gioco poi così dettagliato e che anche in 1080p difficilmente sarà possibile tenere i 60fps stabili si nota la poca ottimizzazione che c’è dietro No Man’s Sky. Inoltre durante l’esperienza di gioco si possono notare episodi di spike-lag ad intervalli di una decina di secondi neanche l’uno dall’altro che rendevano l’esplorazione a dir poco invivibile. Ovviamente questi tendevano a comparire e scomparire senza alcun motivo apparente.
No Man's Sky
No Man’s Sky è stato a per lungo tempo un titolo su cui avevo messo gli occhi, interessato dal tema dell’esplorazione spaziale e convinto dalle promesse degli sviluppatori che sarebbe stata un’esperienza indimenticabile. Ed in effetti lo è stata, ma in negativo. La delusione cocente che ho provato dopo aver giocato qualche ora a No Man’s Sky è stata veramente qualcosa che non provavo da tempo. Ero arrivato ad annoiarmi in un gioco che ha come fulcro l’esplorazione che tanto amo in altri titoli.
In più, forse fuorviato dalle immagini proposte prima dell’uscita e dai trailer di accompagnamento, mi sono sentito ampiamente preso in giro nel vedere pianeti spogli e poco curati ben lontani dai biomi e dall'aspetto che inizialmente ci era stato proposto. No Man’s Sky è un titolo enorme e per certi versi un po’ visionario, ma d’altro canto è anche un titolo vuoto e non molto ricco di contenuti. I pretesti per un grande gioco c’erano tutti ma personalmente trovo che siano stati sviluppati in modo superficiale e molto limitato. Spero realmente che in futuro Hello Games sappia inserire nella sua creazione un numero maggiore di contenuti,modelli migliori e più vari per i pianeti e interazioni con un mondo alieno magari un tantino più vario e sviluppato di quello attualmente offerto. Al momento non trovo sia un gioco particolarmente spettacolare, ma sono certo che gli spunti per migliorare ci siano tutti, resta solo da vedere se gli sviluppatori daranno adito alle richieste de giocatori o no.
Al momento è un titolo che non credo essere abbastanza valido per 60 euro e tanto meno per il tempo dei giocatori, che potrebbe essere benissimo speso su altri titoli di intrattenimento maggiore.
Pro:
-
Colorato e spesso piacevole alla vista
-
Diverso dal solito tipo di giochi che si vedono recentemente
-
Mondo generato proceduralmente
-
Possibili miglioramenti in futuro
Contro:
-
Tanto grande quanto vuoto
-
Pianeti che sono poco diversi l’uno dall’altro
-
Tendenzialmente ripetitivo in molte sue fasi
-
Problemi di performance anche gravi su PC