Call of Duty Black Ops: Cold War - La guerra fredda è il primo setting del franchise Activision su next-gen
Ogni anno un nuovo titolo di Call of Duty appare sul mercato, e lo fa generalmente nei mesi di novembre. Che ormai il franchise si possa notare essere "scritto" a più mani è evidente, come infatti è evidentissimo il divario tra alcune edizioni e altre. Non sempre in meglio, tra le altre cose. COD Black Ops Cold War è un chiaro esempio di come il titolo abbia preso letteralmente il distacco dal precedente, aggiungendo cose molto nuove e modificando pesantemente anche il gunplay. Il fatto che l'ambientazione è cambiata è soltanto una piccola (si fa per dire) nota a piè pagina. L'appuntamento annuale di COD porta con sé una nuova breve campagna e, soprattutto, un solido multiplayer che ha la promessa di ingigantirsi a dicembre, quando farà la sua comparsa il famigerato pass stagionale. Lì, probabilmente, noteremo la vera essenza online di questo titolo. Nel frattempo non rimane che analizzare il gioco in sé, ossia quello che è adesso, al netto di potenziamenti e depotenziamenti da fare sulle armi e su altre situazioni.
La guerra fredda più cinematografica di sempre
Una cosa Activision ci ha insegnato nel corso di questi lunghi anni in compagnia del franchise, ossia l'abilità della software-house di saper rendere al meglio anche gli eventi apparentemente più ovvi. Questo è il caso di Black Ops Cold War, che ci presenta sì delle situazioni alquanto fantastiche, ma che sono rese anche doppiamente migliori dagli effetti speciali che di certo non mancano. Esplosioni, sparatorie, audio mozzafiato. C'è davvero tutto, in perfetta dose, all'interno di questa nuova avventura che ci catapulta all'interno della guerra fredda. A differenza di molti COD, qua si percepisce la vera pressione dovuta all'alternanza tra scontri in grande stile e un approccio decisamente più misurato, necessario a non ingigantire il conflitto e fargli perdere l'epiteto di "fredda". Però c'è anche un nuovo elemento che emerge, che potrebbe passare in sordina, ma che in realtà (a mio modesto parere) aumenta notevolmente l'interesse verso le varie missioni che ci vengono assegnate: la "personalizzazione" del personaggio. Chiariamoci, scordatevi un editor per cambiare pesantemente il protagonista delle missioni, ma è già qualcosa poter scegliere il nome, il sesso e altre informazioni interessanti. Le scelte effettuate vengono di volta in volta mostrate durante l'arco narrativo delle missioni.
Attraverso una specie di path, ossia un sentiero logico e coerente (ma soprattutto cronologico) con quelli che sono stati gli eventi più importanti della guerra fredda, si passa da una missione all'altra. Ci sono missioni più stealth, ma altre molto frenetiche e di combattimento vivo, come per esempio lo scontro con i vietcong. Le ambientazioni sono davvero mostruose e, dal punto di vista grafico, incredibili. Montagne innevate, valli sterminate... ci sono davvero molte ambientazioni, tutte rese al dettaglio, che lasciano intuire come il team di sviluppo abbia lavorato minuziosamente.
Più strano, poiché si tratta di una novità essenziale, è il fatto che di tanto in tanto appaiono delle scelte morali che interrompono la linearità del titolo, cambiando gli eventi. Le scelte morali possono essere di vario tipo e vanno a cambiare, a volte radicalmente ma a volte superficialmente, quella che è la missione. Inizialmente pensavamo fossero scelte fini a sé stesse, ossia che avrebbero poi alla fin della fiera ricondotto allo stesso punto con qualche stratagemma narrativo, e invece siamo stati smentiti. Soddisfatti, ovviamente, perché si tratta di una maggiore longevità che va oltre l'inserire i classicissimi oggettini da raccogliere per completare al 100% la campagna.
La campagna ha veri e propri alti bassi. Registra un inizio parecchio lento, dovuto anche a missioni stealth spesso sottotono. Vero che COD ha sempre inserito almeno un paio di missioni stealth nel suo repertorio di ogni campagna, ed è anche che il setting della guerra fredda ben si apre a questo genere di missioni, però spesso e volentieri sembrano forzate. L'obbligo a proseguire con lo stealth è una forzatura che si affianca a delle missioni abbastanza banali, che non riservano grandi sorprese dal punto di vista della narrazione. O almeno, non hanno sorprese fino al gran finale, dove come sempre ogni certezza salta e finisce per trasformarsi in un simil-film.
Il solito, solido, multiplayer
Abbiamo parlato fino a questo momento della componente singleplayer che, senza girarci troppo attorno, è minoritaria (e anche pesantemente) se paragonata a quella del multigiocatore. Call of Duty da sempre, in ogni suo capitolo, è incentrato sul multiplayer e su tutte le varie modalità che vi gravitano attorno. Prima di scendere nel dettaglio, dobbiamo in primo luogo fare un paragone con il capitolo precedente, ossia Call of Duty: Modern Warfare. Quest'ultimo ha avuto un successo enorme, che ha permesso all'intero franchise di COD di espandersi ancora di più, raggiungendo (grazie anche alla versione gratuita di warzone) dei giocatori che solitamente non fanno parte della fanbase. Rispetto al precedente capitolo in Black Ops Cold War il sistema di movimento, ma in generale dell'intero gunplay, sembra essere accelerato. I movimenti sono più rapidi, come a voler accentuare ancora una volta (come successo con altri titoli della serie) i combattimenti e renderli sì meno realistici, ma anche più dinamici. Personalmente ho sempre preferito il gunplay più lento, come quello messo in campo da Modern Warfare, ma anche questo è in grado di divertire e di risultare egualmente interessante.
In Cold War ritroviamo molte delle modalità che hanno reso celebre lo sparatutto, in particolare Deathmatch a squadre, Dominio, Cerca e distruggi e così via. Non sono tantissime, ma sono sufficienti a garantire un certo ricambio; se poi, più avanti, faranno come con Modern Warfare, potranno comunque aggiungerne sempre di nuove, creando delle playlist più ricche anche dal punto di vista dei contenuti. Una modalità nuova e intrigante è Scorta il VIP. In questa modalità al solito si confrontano due squadre, chi deve scortare il vip e farlo fuggire e chi, invece, ha il compito di intercettare il VIP nemico e farlo fuori, prima che possa essere tratto in salvo. Lo scontro si svolge a turni ribaltati, ossia le squadre si invertono costantemente il ruolo. Il VIP viene eletto tra i vari giocatori delle squadre in maniera casuale e viene messo in evidenza tanto da un simbolo quanto dal fatto che utilizza una pistola invece che le consuete armi scelte. È impossibile non accorgersi del fatto d'essere il VIP di turno.
Le armi sono adesso personalizzabili maggiormente, specie se attiviamo il perk che permette di aggiungere delle mod aggiuntive, oltre a quelle comunemente permesse. Personalizzare le armi è grandioso, perché permette di adattarle al proprio stile di combattimento, rendendole così più personali. Questa è la grande potenza di Modern Warfare, che è stata tramandata completamente il Black Ops Cold War, aumentandone addirittura la portata. I bonus e i malus derivanti da una oggettistica piuttosto che un'altra sono ben definiti e scritti, al punto tale che è impossibile sbagliare.
Parlando di armi incontriamo qualche problema, perché i divari tra alcune tipologie sono addirittura più pressanti rispetto al predecessore. Se in Modern Warfare usare mitragliette (specie MP 5) o alcuni fucili d'assalto (Grau e simili) significava distruggere il gunplay, anche questo Cold War mostra i suoi problemi. I fucili a tre colpi, generalmente bistrattati in Modern Warfare, sono stati potenziati al punto da essere probabilmente i migliori. Sparano poco, ma che botte! Sicuramente Activision deve lavorare duramente sul nerf di alcune armi, magari aumentando leggermente alcune tipologie che ne risultano invece pesantemente indebolite.
La marcia degli zombi
In Modern Warfare è mancata una cosa: la modalità zombi. Sembra strano ma è una delle modalità più intriganti e divertenti del panorama COD, perché offre un livello di sfida davvero molto alto che esula, però, dal confrontarsi attivamente con gli altri giocatori. In Zombi possiamo finalmente creare un party e, tutti assieme, affrontare orde di zombi che si avventano su di noi con forza e potenza sempre crescente. Se inizialmente le prime ondate sono facili, tanto che basta un proiettile di pistola ben mirato alla testa, quelle dopo sono davvero infernali. Gli zombi sono più veloci, numericamente soverchianti, tanto da spingere il giocatore in spazi sempre più ristretti della mappa per poi trucidarlo con pochi colpi. Ecco perché i giocatori sono chiamati non solo a cercare elementi per sbloccare nuove zone della mappa, ma anche tentare di liberarsi il più velocemente possibile da eventuali zone di difficile fuga.
Oltre agli obiettivi, da perseguire acquistando con i crediti delle bombe apposite per fare detonare accessi altrimenti bloccate da rocce e detriti, si possono ottenere sul campo dei veri e propri bonus. Questi bonus sono ovviamente a tempo limitato e possono andare dal nessun consumo di munizioni a un recupero istantaneo di quelle mancanti, fino a uccidere in un colpo gli zombi o addirittura distruggere tutti quelli che sul momento sono sulla mappa di gioco. Bonus che insomma, se trovati, vanno presi al volo.
Call of Duty Black Ops: Cold War
Anche quest'anno, seppur con varie modifiche anche importanti, Call of Duty ha mantenuto l'ossatura di sempre. La campagna è corta, in questo caso anche inizialmente banale (cosa che non si poteva dire per gli altri), ma poi si riprende brillantemente e ne esce una campagna da apprezzare assolutamente. Interessante, dal punto di vista del singleplayer, sia la possibilità di non impersonare un soldato predefinito sia quella di decidere alcune delle sorti più importanti di alcune missioni. Le scelte sul cosa poter fare è un qualcosa di davvero grandioso. Il multiplayer mette invece in risalto quelli che sono i cambiamenti maggiori rispetto a Modern Warfare, ovvero un gunplay più veloce e frenetico, meno strategico e più improntato all'azione. Anche il fatto di stampare a schermo la vita dei nemici, per quanto faccia molto poco realismo, è una opzione da non sottovalutare per tenere traccia dei danni delle proprie armi. Al netto di tutte queste modifiche, ancora una volta Call of Duty è un gioco da non sottovalutare. Il nuovo gunplay è interessante e, dopo averci preso la mano, riesce a soddisfare. L'impatto può essere arduo, anche negativo rispetto a Modern Warfare, ma basta andare avanti per capire che è solo una mera impressione.
Pro:
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Gunplay più veloce e frenetico
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Multiplayer sempre solido e divertente
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Grandissima modalità zombi
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Campagna con spunti interessanti
Contro:
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Campagna eccessivamente corta
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Forte squilibrio tra le armi
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Sembra un passo indietro rispetto a Modern Warfare
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L'upgrade a nextgen poteva essere offerto gratuitamente