Assassin's Creed: Valhalla - L'Ordine ha un nuovo nemico in Eivor Morso di Lupo
A due anni di distanza da Assassin's Creed: Odyssey Ubisoft lancia un nuovo titolo della saga, che di fatto va a continuare quella lunga e profonda trasformazione che da si è protratta da Origins in avanti. Prima di Origins la saga era improntata praticamente su un binario, una scelta atta a marcare l'encomiabile storia che di volta in volta si susseguiva. Da Origins in poi questo trend è stato rivoluzionato fino alle radici, creando un prodotto molto simile a un odierno gioco di ruolo, con livelli del personaggio, dell'equipaggiamento, missioni secondarie pressoché infinite e così via.
Valhalla segue esattamente questo trend, cambiando l'ambientazione (adesso la Norvegia e l'Inghilterra sassone) e aggiungendo qualche interessante meccanica che bene si integra con quella che è la storia offerta dal gioco. Ancora una volta, però, Ubisoft punta forte sulla storia offrendo una lunga lista di quest primarie di indiscusso interesse. Attraverso Eivor Morso di Lupo ci troviamo ad affrontare tutte le vicende storiche dell'invasione danese dell'Inghilterra, ritrovando i più famosi eroi leggendari presenti in quelle gesta, come per esempio i figli di Ragnar Lothbrok. Come è però cambiato in questi due anni Assassin's Creed, passando da un già ottimissimo titolo come Odyssey al nuovissimo Valhalla? Non rimane che capirlo passando in rassegna ogni caratteristica di questo nuovo titolo targato Ubisoft.
Il ritorno degli assassini
Sembra banale come titolo, ma non è così. In Assassin's Creed Odyssey, titolo che comunque abbiamo apprezzato in ogni suo singolo aspetto, s'era andata perdendo una componente fondamentale della saga: il Credo. Il Credo degli assassini era marginale rispetto alla storia, sembrava in qualche modo un videogioco storico, ma del tutto esterno a quelli che erano i fondamenti dei suoi predecessori. Lo stesso Origins, fautore principale della rivoluzione del gameplay degli AC, si era un po' defilato dalla questione della lotta tra gli assassini e i templari, ma aveva comunque mantenuto un blando filo che, alla fine, era sufficiente a poterlo ancora inscrivere tra gli Assassin's Creed. Quel filo conduttore, seppur blando, era stato del tutto tranciato in Odyssey. Stupisce, in positivo ovviamente, che quel filo conduttore non solo è stato ripreso in Valhalla, ma è stato anche potenziato notevolmente. Gli assassini e il loro Credo, come si evince quasi nei primi capitoli del gioco, tornano a rivestire un aspetto fondamentale dell'ambientazione e delle missioni che ne conseguono.
Non possiamo parlare della storia e in realtà neanche abbiamo intenzione di farlo. Quel che importa è evidenziare come l'ambientazione sia davvero ben resa, portando in maniera logica (e ben spiegata) gli eventi a susseguirsi a suon di colpi di scena. Si passa da un'innevata Norvegia alle lande verdi e sterminate dell'Inghilterra a seguito di alcuni eventi in game, evidenziati da un arco narrativo encomiabile. Il filo conduttore non è quello blando delle razzie, che sono invece una mera appendice (seppur strabiliante) del gioco, ma il classico degli Assassin's Creed: la vendetta. La vendetta anima ogni singolo istante della storia principale, quella di Eivor Morso di Lupo, possente vichingo alle dipendenze del Clan del Corvo.
I predecessori di Valhalla, ossia Origins prima e Odyssey dopo, avevano immesso nel gameplay la possibilità di variare la storia, questo grazie ad alcune scelte morali che venivano di tanto in tanto messe in atto. Durante eventi particolarmente importanti della storia, avevamo la facoltà di scegliere una risposta piuttosto che un'altra, con la conseguenza che il gioco -almeno in parte- andava mutando. Questo in Valhalla è stato lasciato, seppur in misura drasticamente ridotta. Non mancano le possibilità di mettere in atto scelte anche apparentemente complesse, ma alla fine non sembrano davvero avere un peso influente su quello a cui dovrebbero portare. In alcuni casi sembra, invece, che qualunque scelta si faccia la storia vada comunque in quel modo, correggendo tramite la narrazione una eventuale nostra scelta sbagliata. Un peccato, perché la componente di peso dei dialoghi era comunque un valore aggiunto molto interessante.
Un combattimento che sembra aver consolidato la sua forma
Il combattimento è stato stravolto completamente in Origins, poi si è confermato -e in gran parte anche migliorato- in Odyssey e ora sbarca quasi del tutto simile in Valhalla. Quasi, perché in realtà è proprio il combattimento a essere il vero punto di forza del nuovo AC. Usare una tipologia di armi piuttosto che un'altra influisce tantissimo sulla capacità di movimento e sull'agilità del nostro danese, portando così alla necessità di impostare una strategia di combattimento che varie da persona a persona. Se si utilizza asce giganti a due mani, viene logico pensare che si debba specializzarsi sull'imparare a schivare e massimizzare la possibilità di eliminare i nemici in pochissimi colpi, visto che il consumo di vigore è rapido e rischia di far pendere lo scontro verso un costante game over. Il vigore, a differenza dei predecessori, ha un peso altissimo sull'economia del combattimento, visto che è proprio grazie a questo che si riesce a vibrare i colpi più potenti. Ogni azione di attacco pesante o di schivata consuma vigore, che per poter essere ripristinato necessita o di andare a segno con degli attacchi leggeri, oppure di rimanere distanti dal bersaglio temporeggiando. Ogni giocatore a inizio gioco ha tempo e modo di esplorare alcune tipologie di armi e scegliere quella che più si addice al combattimento che preferisce. Padroneggiato un certo tipo di combattimento rimane difficile poi prenderne le distanze per impararne un secondo. Per fortuna Ubisoft ha scelto di non essere punitiva, permettendo a differenza di Origins di poter da subito prendere la tipologia d'arma (o l'arma stessa) che più si preferisce e portarla avanti, senza dover necessariamente uccidere/saccheggiare per trovarne di nuove. Questo, però, lo vedremo meglio parlando dell'equipaggiamento.
Anche in Assassin's Creed Valhalla troviamo un sistema subordinato ai livelli. Più si combatte e più si eseguono quest, più si ottengono dei punti che prendono il nome di "talenti". Ogni punto talento che si ottiene in gioco può essere investito per acquistare veri e propri perk che vanno a personalizzare Eivor specializzandolo in alcune meccaniche piuttosto che altre. Per la maggior parte questi perk sono di natura passiva, atti a potenziare valori come la protezione dalle armi, i danni ai colpi alla testa, la proprio salute e così via. Ce ne sono davvero tantissimi di perk da poter acquistare, tanto che l'albero dei talenti è uno dei più grandi mai visti in un videogioco. L'albero non è in chiaro, questo significa che i punti vanno investiti seguendo un bisogno sul momento, senza poter programmare al futuro; sbloccando un talento ne appaiono altri a cascata, che possono essere comprati spendendo punti talento. V'è da dire che però c'è la possibilità di annullare in ogni momento tutti i punti spesi fino a quel momento, così da poterli ridistribuire dove più si ritiene opportuno. Come detto questi talenti sono per la maggior parte passivi, ma ce ne sono alcuni che permettono di sbloccare abilità uniche in combattimento. Tra questi perk da attivare troviamo ormai l'intramontabile freccia che, quando scagliata, la si può direzionare a nostro piacimento, ma anche qualcosa di più innovativo come un mini-gioco che si attiva al momento di assassinare un nemico elité. Portare avanti con successo il mini-gioco dell'assassinio farà sì che i danni saranno di molto superiori.
In parte più nuovo è il discorso sulle "abilità", anche solo per il modo in cui è possibile ottenerle. Non si deve livellare per ottenere abilità nuove e potenti, quanto piuttosto trovare dei libri dorati che sono nascosti negli anfratti più impensabili, talvolta protetti da chiavi, altre volte da elementi di blocco che vanno aggirati. Leggere questi libri permette di sbloccare le attività, che poi grazie al menù possono essere messe in due ruote distinte che ne permettono un rapidissimo utilizzo. Il meccanismo delle due ruote non è del tutto nuovo se ci si pensa, ma è un riprende a mani basse da Odyssey. Le abilità a differenza dei talenti sono molto più potenti, capaci da sole di risolvere positivamente uno scontro altrimenti di improbabile vittoria. Proprio perché sono così potenti, le abilità per poter essere lanciate non hanno bisogno di vigore, ma di un ulteriore aspetto: l'adrenalina. L'adrenalina, contraddistinta da alcune barre gialle (il numero dipende da quante se ne hanno a disposizione), può essere ricaricata con il tempo.
Equipaggiamento e crafting
Il crafting e l'equipaggiamento sono strettamente collegati in quanto il primo è necessario per migliorare il secondo. Il crafting è molto più lenti rispetto agli altri AC, ma in qualche misura è anche più appagante. Il metodo più vecchio, ma comunque efficace, è quello di vagare per la mappa di gioco e distruggere i giacimenti minerari, oppure uccidere i vari animali selvatici che di volta in volta si trovano a vagare. Minerali e cuoio sono i due elementi che, di base, permettono di upgradare le armi a livello basso. Poi però, man mano che l'arma diventa più potente, saranno richiesti nuovi materiali assolutamente difficili da trovare. Questi materiali li si può trovare in vari forzieri che sono posizionati all'interno della mappa, in locations a volte difficili da accedere poiché protette da orde di sassoni agguerriti, o di briganti pronti a uccidere per difendere i loro averi. Possiamo inscrivere all'interno del crafting anche le rune, che devono essere trovate svolgendo missioni o in alcuni appositi forzieri. Ciascuna runa è differente dalle altre, tanto nel colore/iscrizione quanto anche nei bonus che è in grado di applicare. Le rune ottenute si possono applicare alle armi; più l'arma è potente (e quindi di fattura migliore) più se ne possono inserire all'interno.
Eivor può essere pesantemente personalizzato nel corso dell'avventura, soprattutto a livello di equipaggiamento. Ogni pezzo di armatura può essere scelto, visto che ciascuno garantisce dei bonus piuttosto che altri. Tuttavia, a differenza di Odyssey, Ubisoft ha scelto di permettere una personalizzazione più ordinata. Non ci sono più un numero imprecisato di oggetti anche simili tra loro, ma un numero drasticamente più ridotto. Può sembrare una limitazione, ma non è così, visto che le armi possono essere migliorate tramite il fabbro. Se un'arma che ci piace è di qualità infima non ci si deve disperare, perché portandola dal fabbro riesce a aumentarne la qualità. Poi, una volta aumentata la qualità, l'arma la si può migliorare grazie al crafting, direttamente dal proprio inventario. Paradossalmente, quindi, ogni arma/armatura che si incontra può essere migliorata e usare fino al late game.
Un'altra cosa da notare dell'equipaggiamento e delle armi è che sono tutte parte di "set". I set sono vari, probabilmente saranno anche aggiunti con futuri dlc o eventi, ma i più evidenti e più facili da reperire sono quelli del Corvo, del Lupo e dell'Orso. Se equipaggiamo Eivor con elementi che fanno parte tutti di un unico set, si avranno a disposizione dei bonus, riportati nella dicitura del menù. Anche scegliere un pezzo piuttosto che un altro è quindi strategico, in grado davvero di far svoltare -in positivo o in negativo- l'efficacia in combattimento.
I danesi in Inghilterra
Non appena viene raggiunta l'Inghilterra Eivor deve fare i conti con i sassoni. Per far fronte a questo scoglio apparentemente insormontabile, suo fratello Sigurd propone l'idea di dar vita a un vero e proprio accampamento che possa essere il fulcro dell'espansione. Trovato il luogo adatto, ecco che l'accampamento inizia a prendere vita. La cosa meravigliosa è che l'accampamento inizia come una piccolissima colonia comporta dalla casa lunga e da alcune abitazioni sparse qua e la. Più si va avanti e più si costruiscono edifici, più la colonia si ingrandisce e si riempie con attività nuove. Per poter creare un'attività si ha necessità non dell'argento, che è la moneta utilizzata in gioco per acquistare dai mercanti, quanto piuttosto di due tipi di scorte. Ottenere queste scorte non è banale ed è richiesta da una parte una piccola dose di esplorazione, dall'altra le razzie.
Le razzie sono l'elemento distintivo di Valhalla e del suo gameplay, poiché offrono un livello di immersione senza pari. Sbarcare con la drakkar nei pressi di un monastero e suonare il corno per dare inizio alla razzia, è un qualcosa di davvero spettacolare. L'equipaggio della drakkar scende dalla nave e si getta di corsa contro i preti e contro i contadini, che ovviamente cercano di darsela a gambe nel mentre che i pochi (in realtà dipende dall'avamposto da razziare, potrebbero essere anche tantissimi) soldati di guarnigione tentano di salvare il salvabile. L'obiettivo della razzia non è uccidere i civili, poiché uccidendone troppi si viene addirittura desincronizzati, un po' come avveniva in AC II con il buon Ezio Auditore. Dalle razzie si ottengono tante monete ma anche tantissimi materiali da costruzione, con cui espandere il proprio accampamento.
Espandere l'accampamento permette anche di sbloccare un bel numero di missioni secondarie, oltre che di attività esclusive. Edificare il cacciatore, per esempio, permette di cacciare e ottenere un discreto numero di premi in cambio; parimenti la pesca, poiché portando i pesci richiesti si possono ottenere dei bonus piuttosto discreti.
Come in Odyssey sono stati mantenuti i mercenari che di tanto in tanto si aggirano per la mappa, pronti a dare battaglia e a ucciderci senza battere ciglio. I mercenari sono stati potenziati notevolmente e all'inizio è quasi impossibile ucciderne uno a livello di difficoltà normale. Oltre ai mercenari è stata anche mantenuta la meccanica con cui l**'Ordine degli Antichi** (ossia i veri nemici di Eivor e del clan del Corvo) si cela; non è possibile sapere chi faccia parte dell'ordine, ma attraverso alcuni indizi e ricostruendo alcune fasi è possibile identificarli. Uccidere chiunque faccia parte dell'ordine è di vitale importanza.
L'esperienza inglese tra alti e bassi
L'impatto grafico è eccezionale, specie quando vediamo per la prima volta le verdissime terre inglesi. Non che la Norvegia non offra di per sé un tocco artistico degno di nota, dal momento che anch'essa è capace di strappare più di un moto di stupore. Gli scorci sono a dir poco unici, valorizzando l'esplorazione e spingendo il giocatore a mettere da parte per un po' di tempo la missione principale. La photo-mode è quindi una mossa molto intelligente, anche se pare limitante il disabilitarla durante i filmati e le cutscene.
Quello che non va per niente bene è il fatto che spesso e volentieri il gioco finisca per glitchare malamente. Non è raro, girando per l'Inghilterra (ma in realtà non solo), vedere errori grafici davvero esilaranti, che alla fine finiscono per danneggiare notevolmente l'esperienza videoludica. Davvero brutto, per esempio, l'errore per cui a volta la propria arma finisca per scomparire, lasciando Eivor ad attaccare con niente in mano; per annullare il glitch si deve necessariamente andare nell'equipaggiamento, togliere l'arma e poi rimetterla. Un procedimento semplice, ok, ma che si spera possa essere risolto, come in realtà tutti gli altri micro-bug che sono seminati un po' ovunque.
Assassin's Creed: Valhalla
Con Assassin's Creed Valhalla Ubisoft ha senza ombra di dubbio toccato dei miglioramenti sostanziali dai titoli precedenti, continuando però ormai sulla strada degli rpg. A differenza dei suoi precedessori Valhalla punta tantissimo sulla storia ma ancora di più al ritorno al Credo, che finalmente si riaffaccia dopo svariati anni di assenze. Gli assassini sono tornati e con loro l'atavica lotta contro l'Ordine, che in questa Inghilterra è contraddistinto dall'Ordine degli Antichi. Visivamente gli scorci offerti sono a dir poco mozzafiato, tanto che porta a fermarsi per apprezzare quelle terre davvero spettacolari. L'esplorazione è valorizzata e in qualche modo anche spinta dall'alto, grazie ad alcuni dati che permettono di tenerne traccia. Ogni regione in cui è stata suddivisa l'Inghilterra ha infatti dei valori (ricchezza, misteri, manufatti) che lasciano intuire se si è esplorata interamente o se manca qualcosa all'appello. Nonostante siano davvero molte le problematiche del titolo, soprattutto a livello di glitch e di qualche piccolo bug nei movimenti, AC Valhalla è godibile in tutta la sua interezza. Per questo motivo, e per tutta l'analisi proposta sopra nel corso della recensione, mi sento di consigliare AC Valhalla non solo a coloro che hanno amato Origins e Odyssey, ma anche a coloro che hanno visto in quei due titoli un distacco notevole da quello che la serie Assassin's Creed era in origine. Il ritorno degli assassini e un'attenzione più particolare alla lotta contro l'Ordine fa di questo Valhalla uno dei migliori.
Pro:
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Scenari mozzafiato
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Interessante gestione dell'accampamento
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Combattimenti eccellenti e molto profondi
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Gran mole di perk e abilità
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Storia avvincente e ritorno degli assassini
Contro:
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Davvero troppi glitch grafici
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Il sistema di equipaggiamento non è dei migliori
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Qualche bug minore