Crash Bandicoot 4: It's About Time - Il ritorno in grande stile del marsupiale più amato dai videogiocatori
Crash Bandicoot per i giocatori PlayStation non è soltanto un gioco, ma è un'icona. Chiunque abbia avuto una qualsiasi console di casa Sony, ma anche tutti coloro che amano i videogiochi, hanno avuto almeno una volta nella vita modo di imbattersi in questo singolarissimo personaggio. Se inizialmente era in grado di sfoderare soltanto una limitata gamma di mosse, nel tempo si è evoluto e ha dato nuovo brio al titolo stesso. Schivare casse TNT o Nitro non è più la sola difficoltà che si annida nella serie, ma è stata aumentata grazie all'innesto di ulteriori problematiche. Quel che è certo è che, allo stato attuale, è divenuto uno dei platform più difficili in assoluto.
Nel tempo il franchise ha perso moltissimo, con alcuni titoli che sono presto caduti non solo nel dimenticatoio, ma hanno attirato su di sé un numero spropositato di critiche. Tutto fino a quando non è stato riproposto da Activision un remake dei primi titoli, che ha permesso anche ai più giovani di potersi giostrare nel fantastico mondo di Crash Bandicoot. Un successo che non è passato inosservato e che ha portato Activision a fare il passo in avanti più naturale: produrne uno nuovo da zero. Ecco che nasce in questo modo Crash Bandicoot 4: It's About Time, un titolo grazie al quale hanno cercato non solo di ritornare ai vecchi fasti, ma di alzare addirittura l'asticella, proponendo cose nuove e mai calcate prima.
Un ritorno di problemi per il nostro marsupiale preferito
Crash, Crash, Crash. Pensavi che i problemi fossero stati debellati del tutto? Che pensiero sciocco. Il dottor Neo Cortex, con la partecipazione degli altri cattivi del gioco, sta nuovamente progettando di seminare il caos, mettendo in atto uno dei suoi tanti malvagissimi piani. Tocca ancora una volta a Crash adoperarsi per fermare il cattivissimo scienziato, in una lunga sequenza di missioni e scenari che variano molto gli uni dagli altri. La cosa che più balza all'occhio è proprio la struttura stessa attraverso cui si accede ai vari livelli, che ricorda in maniera inequivocabile quella del primo Crash. Le varie location sono raggiungibili attraverso un percorso che si sblocca man mano che si porta a compimento un livello e permettono, sconfitti determinati boss, di accedere alle isole sempre successive. Ciascun livello è rigiocabile più e più volte (anzi si è incentivati a farlo) per tentare di ottenere quanti più diamanti possibili. Per ottenere diamanti si deve completare il livello il più velocemente possibile, raccogliere tutte le casse, trovarne uno ben nascosto e così via.
In It's About Time completare il livello con il maggior numero di diamanti è utile anche a sbloccare oggetti cosmetici sia per il nostro Crash, sia per Coco. Gli oggetti cosmetici altro non sono che vere e proprie skin, spesso molto buffe, che si possono utilizzare in gioco al posto della normalissima estetica del marsupiale. Le skin sono un'aggiunta ovviamente secondaria, a tratti molto superflua, messe lì per incentivare i giocatori con un premio tangibile che possa poi essere utilizzato più volte nel corso del gioco.
Molto interessante è il fatto che, oltre a Crash e Coco (che si possono alternare ripetutamente e che in realtà non differiscono l'uno dall'altra, sarà possibile utilizzare personaggio probabilmente inimmaginabili. Si avrà modo di mettere mano su Tawna con il suo rampino, su Dingodile che frusta in maniera repentina con la sua coda, e infine addirittura sul malvagissimo dottor Neo Cortex. Il gameplay, come potete intuire, è parecchio ricco.
Quattro maschere per stravolgere il gameplay
La serie di Crash non ha mai brillato per facilità, eppure i ragazzi di Toys for Bob si sono sentiti in necessità di includere elementi in grado di rendere il gioco addirittura più difficile. In questo nuovo titolo il protagonista, oltre ad avere tutte quelle mosse del massato (più qualcuna in più), può addirittura interagire attivamente con il mondo di gioco. Cosa significa? Significa che, grazie alle quattro maschere, può in maniera alternata far scomparire casse e ostacoli, galleggiare, finire sotto-sopra e così via. Per fortuna, questo c'è da dirlo, le maschere non sono sempre in possesso di Crash e possono essere trovate soltanto nei punti del livello in cui il loro utilizzo è fondamentale per progredire. Passiamo in rassegna queste tanto decantate maschere.
La maschera che ha l'impatto forse più evidente è quella in grado di rendere trasparenti gli oggetti, al punto tale da passargli attraverso. Premendo un tasto, quando ovviamente la maschera è equipaggiata, si può far sparire determinati oggetti dal livello, per farne apparire di nuovi. Far sparire/apparire è fondamentale per superare ostacoli e/o far apparire superfici sotto i propri piedi, per atterrare in tutta tranquillità senza perdere vite. L'altra maschera con impatto evidente è quella che inverte la gravità, ossia che è in grado di far camminare letteralmente Crash a testa in giù, ancorandolo al soffitto. Trovare il momento preciso per invertire la gravità inizialmente può essere facile, ma man mano che si va avanti diventa sempre più complesso. Le altre due maschere sono egualmente interessanti, dato che una permette di galleggiare per un lungo periodo di tempo, mentre l'altra di rallentare di moltissimo il tempo. Rallentare il tempo è utilissimo per schivare repentinamente le casse di ferro che saltano in maniera ripetuta, oltre ovviamente per camminare sulle casse Nitro senza farle esplodere al solo tocco. L'alternanza di queste maschere, specie nei livelli più avanti, viene resa obbligatoria anche a velocità alte, al punto tale che si deve sfoderare una padronanza eccelsa del pad.
Oltre alla presenza delle maschere, che rendono indubbiamente il gioco molto vivace e soprattutto parecchio difficile, tornano in pompa magna quei livelli che prevedono l'utilizzo di mezzi o di cavalcature animali. In realtà, dalle edizioni precedenti, sono state anche presi a mani basse altri tipi di livello, come ad esempio quello in cui si deve correre verso la telecamera quando si è rincorsi da qualcosa in grado di farci fuori al solo tocco.
Livelli ispiratissimi e grafica piacevole
Assai interessanti in questo Crash Bandicoot 4 sono i livelli e la grafica, che appare davvero molto ben fatta e curata. I protagonisti, gli oggetti e gli stessi tanto temuti boss sono resi in maniera perfetta, di molto superiore a quella finora vista nei remake. Tuttavia non è tanto l'attenzione al dettaglio a stupire, quanto i livelli molto ben fatti e tutte quelle caratteristiche (anche minime) che li rendono unici e mozzafiato. Balza sicuramente alla mente il livello del carnevale, con i mostri che si muovono a tempo e con dei colori davvero splendidi che fanno da contorno. In fin dei conti è proprio questo che rende speciale Crash, oltre al suo grado di difficoltà.
La stessa difficoltà, resa eccessiva dal fatto che ogni minima cosa disposta all'interno del livello può potenzialmente ucciderci, è stata riformulata. Toys for Bob è venuta incontro infatti anche all'esigenza di coloro che vogliono sì una sfida, ma decisamente minore rispetto al morire e ricominciare il livello centinaia di volte. Come è venuta incontro all'esigenza di una simile facilità? Semplicemente aggiungendo una modalità alternativa a quella passata (pur mantenendola). In passato, nei precedenti titoli, si avevano a disposizione un certo numero di vite, identificate dal faccione sorridente del nostro marsupiale; vite che potevano essere ottenute in molti modi, come per esempio rompere una determinata cassa, o raggiungere 100 frutti wumpa. Questa modalità è stata mantenuta all'interno del nuovo Crash, sotto la voce "Retrò". Si tratta di una modalità incredibilmente difficile, dal momento che terminando le vite parte il "game over" e si deve riniziare da capo quello stesso livello. La nuova modalità di gioco è più facilotta, nel senso che sono state proprio levate quelle vite, soppiantate da un conteggio di tutte le volte che si muore provando lo scenario. Se si muore meno di tre volte all'interno di quello scenario, si ottiene un diamante. Non è tutto però, visto che per rendere l'esperienza ancora più facile è stato aggiunto un accorgimento molto gradito, ossia il "checkpoint" che appare in automatico anche nelle zone dove teoricamente non dovrebbe essere. Il checkpoint appare unicamente negli spezzoni di livello in cui si muore un numero esagerato di volte, così da potersi concentrare su quell'unico punto difficile senza la frustrazione di morire addirittura nell'arrivarci. Grazie Toys for Bob.
Crash Bandicoot 4: It's About Time
Finalmente Crash è tornato e lo fa in maniera superlativa, grazie a un titolo a tutto tondo che riprende le meccaniche precedenti e ne aggiunge di nuove. È un titolo parecchio difficile che per sua stessa volontà cerca di portare il giocatore all'esasperazione, salvo poi premiarlo quando riesce a progredire. Nonostante il gioco di per sé non sia affatto lungo (circa dieci ore, forse anche meno, per completare la storia principale) è costellato da numerose story-line alternative e da modalità che di fatto permettono di rigiocare moltissime volte i vari livelli. Le stesse skin, per quanto superflue possono essere, aumentano notevolmente la longevità del gioco. Crash Bandicoot 4: It's About Time è quel seguito che non ti aspetti, che tirando ogni considerazione appare sempre più come uno splendido prodotto.
Pro:
-
Crash ritorna in grande stile
-
Difficoltà come sempre incredibilmente alta
-
Nuovi elementi del gameplay grazie alle 4 maschere
-
Livelli ispiratissimi
Contro:
-
La storia principale non brilla per lunghezza
-
I controlli di alcuni personaggi meritavano maggior cura