Mafia: Definitive Edition - Il remake che non ti aspetti
Ultimamente stiamo assistendo a davvero un grandissimo numero di remake, che stanno più o meno toccando tutti i giochi più famosi e amati delle precedenti generazioni. Si tratta di una politica intelligente dal punto di vista del marketing, ma che premia anche i giocatori più giovani che possono finalmente mettere mano a giochi che, altrimenti, sarebbero ingiocabili. Certo si può, ingegnandosi, giocare ai titoli più datati, ma per farlo ci si deve adeguare a una grafica ormai bella che sepolta e, ancor peggio, a un gameplay talmente vecchio da essere frustrante. L'urgenza in questi remake non è infatti soltanto di natura grafica, ma più che altro di gameplay, per permettere movimenti non più legnosi e decisamente più godibili. Mafia Definitive edition ha fatto da questo punto di vista un lavoro davvero esemplare, riproponendo un titolo al passo con i tempi, senza stravolgere quella che era l'ossatura del titolo. Gli stessi personaggi sono stati rivisitati totalmente, per renderli più credibili e reali di quanto già non fossero nell'originale. Non resta dunque che scendere nei dettagli, per capire se questo remake di Lost Heaven merita davvero oppure se si tratta dell'ennesimo lavoro tirato via, giusto per macinare qualche soldo marciando sulla popolarità passata.
Lo vuoi un regalino dal Don?
La storia di mafia non è stata stravolta, anzi la si potrebbe definire una quasi esatta riproduzione. Tutti i capitoli sono uguali al titolo originale, seppur graficamente migliorati e con un gameplay decisamente più ricco che rende maggiormente giocabili anche aspetti che, prima, erano più secondari. Il primo Mafia narra la storia di Tommy Angelo, un taxista di Lost Heaven che conduce una vita senza infamia e senza lode. Con il suo taxi scorrazza a giro le più disparate persone, da quelle più facoltose a quelle che, invece, hanno meno soldi. Come nei migliori film la sua vita viene stravolta da un singolo, fortuito, accadimento. Due scagnozzi malavitosi per sfuggire alla gang rivale si affidano al suo taxi e gli chiedono di portarli al loro quartier generale. Questa è la scintilla che porta Tommy a farsi mille domande, se è legittimo cogliere qualcosa di illegale per migliorarsi, oppure se è meglio condurre una vita legale lontano da problemi con la giustizia. Domande che si ripetono a lungo e che attraversato tutta l'intera campagna, cambiando di volta in volta il pensiero in maniera coerente e molto interessante. L'evoluzione di Tommy Angelo è quanto di più bello si possa vedere in un videogioco, ed è proprio uno dei punti di distacco con l'originale. Tommy Angelo è diverso da quello che abbiamo conosciuto la prima volta, nell'originale. Se laggiù si aveva davanti un gangster nudo e crudo, che si poneva ben pochi interrogativi e faceva tutto con assoluta freddezza e cinismo, quello di questo remake è diverso. Il suo lato umano emerge, è forte e solido, e lo porta a ragionare su qualsiasi cosa gli viene chiesta di fare. La conseguenza è che questo remake del primo capitolo rende tutto incredibilmente più realistico e cinematografico. Immedesimarsi con Angelo e con le sue scelte è davvero molto facile.
La stessa situazione la si può tratteggiare per quelli che sono gli altri personaggi principali, come Paulie, Sam, Sarah e Don Salieri. Paulie ha un lato umano emergente, come nel caso di Angelo, e il suo cambiamento ci viene riproposto lungo tutto l'arco narrativo della vicenda. Sarah, da personaggio secondario, appare invece più spesso e è artefice primaria del cambiamento che attraversa Tommy Angelo, cambiandolo notevolmente rispetto a quello che era nell'originale. Cambia un po' meno, ma comunque cambia, anche Don Salieri; nel suo caso rimane il cinismo, la fredda e spettrale razionalità, ma ha molte più fasi interiori rispetto al passato.
Tecnicamente quasi eccelso
È necessario partire con una doverosa premessa: si tratta di uno dei migliori remake mai realizzati. La cura verso i dettagli è stata maniacale, con cali di frame quasi inesistenti e un gioco che nel complesso funziona incredibilmente bene. Eppure, nonostante questo, ci sono degli aspetti per niente secondari che finiscono per non essere stati sottoposti ad altrettanta attenzione. Il punto principale riguarda proprio i movimenti del personaggio. Non appena si inizia a girare per le strade di Lost Heaven ci si accorge del fatto che i movimenti di Tommy non sono affatto fluidi. Spesso scattano, a volte sono addirittura irrealistici, come se fossero legnosi. In altre parole, da questo punto di vista sembra davvero di stare giocando all'originale. Non si tratta dell'ultimo punto a sfavore di questo remake, dal momento che un altro aspetto da non sottovalutare è l'effetto pop-up che si ha specialmente quando si è alla guida di un mezzo. Le macchine davanti spariscono, riappaiono, lo stesso lo si può dire per le parti più lontane della città. Un effetto visivo che, si spera, possa venire risolto da qualche patch seguente, poiché davvero danneggia inevitabilmente l'esperienza videoludica.
La grafica è stata naturalmente stravolta, e merita davvero un plauso. Le strade di Lost Heaven sono splendide, così come sono ottimi i volti dei personaggi che finalmente sono espressivi e permettono di godere a pieno di quella storia incredibile narrata da Mafia. Lo stesso effetto delle luci è una chicca che è stata inserita e che in effetti ha fatto molto parlare di sé. I riflessi sono praticamente perfetti e li si può apprezzare non soltanto sulle macchine, ma anche sulle pozze d'acqua che di tanto in tanto è possibile incontrare durante la propria scampagnata.
Di ottima fattura è anche il comparto audio e, naturalmente, la localizzazione italiana. Il siciliano stretto di Salvatore è un qualcosa di spettacolare, così come l'italiano con il palese accento del sud di qualsiasi personaggio, in special modo Paulie. Dettagli che aumentano considerevolmente il valore di questo remake, che tra le altre cose non è neanche stato venduto a prezzo pieno sin dal lancio.
Questioni di piombo
Parte integrante del gameplay di Mafia Definitive Edition è senza dubbio la fase di shooting. In questo campo i ragazzi di Hangar 13, azienda sussidiaria della 2K, hanno scelto di non forzare la mano e di riproporre qualcosa che possa effettivamente fare capo all'originale. Una scelta che forse, a posteriori, si rivela parecchio limitante. Dato che durante la campagna ci troviamo davanti a tutti quelli che erano gli incarichi più palesi di un'organizzazione mafiosa, come il traffico di alcolici, regolamento di conti, riscossione del pizzo e così via, sono davvero tante le occasioni in cui tirar fuori la pistola e sparare. La fase di shooting è abbastanza povera, resa solo più "difficile" da un mirino traballante che di fatto ben si sposa con l'inesperienza di Tommy Angelo con le armi da fuoco. I vari scontri a fuoco si traducono con sistemi di copertura (ereditati da Mafia 3) che mettono al riparo dalle scariche di proiettili, per poi affacciarsi e uccidere agilmente i nemici. V'è da dire che a difficoltà classica (quella che abbiamo utilizzato per terminare il gioco, e che sinceramente consigliamo a tutti) bastano ai propri avversari pochissimi colpi per farci fuori. Questa è, d'altro canto, l'unica vera difficoltà che si annida dietro questo nuovo titolo.
L'IA dei nemici non è brillante, ma neanche una delle peggiori. Di tanto in tanto cercano di cambiare copertura, talvolta di aggirarci, altre volte ancora di stanarci con l'utilizzo di molotov o granate. Eppure, nella stragrande maggioranza dei casi, si sporgono solo per svuotare i caricatori verso di noi, anche quando siamo nascosti; di conseguenza, diventano facilmente carne da macello.
Le armi che sarà possibile utilizzare sono in realtà pochissime. In molti casi ci troveremo a utilizzare le stesse tre, che si prestano maggiormente agli scontri: la pistola (comunque presente in poche varianti), il fucile a pallettoni e il mitragliatore Thompson. Qualche arma in più, magari come aggiunta per questo remake, avrebbe potuto essere una aggiunta gradita.
Fatti un giro
Terminata la campagna, che di fatto è l'intrattenimento principale offerto dal titolo, rimane la possibilità di aggirarci liberamente per le strade di Lost Heaven, in una specie di interessante free roaming. Dato che il solo free roaming avrebbe potuto fare incappare il giocatore in un senso di noia generale a causa della mancanza di obiettivi, i ragazzi di Hangar 13 hanno scelto di inserire i classicissimi oggetti collezionabili. Questi collezionabili altro non sono che riviste dell'epoca e figurine, che è possibile reperire sia durante la campagna, sia durante la scampagnata nelle strade di Lost Heaven. Altra cosa da poter collezionare sono le automobili, che si possono aggiungere al proprio garage non appena se ne prende possesso per anche solo un secondo.
Gli oggetti collezionabili sono, neanche a dirlo, un'aggiunta intelligente visto che vanno a aumentare notevolmente la longevità del gioco. Una longevità che, di base contando solo la campagna, non è poi così alta.
Mafia: Definitive Edition
Senza ombra di dubbio si tratta di uno dei remake meglio realizzati in assoluto. Il titolo non è migliorato soltanto dal punto di vista grafico e tecnico, ma ha anche soppiantato quei comportamenti macchinosi e poco realistici di alcuni personaggi della storia. Senza stravolgere troppo dall'opera originale, questo remake riesce a rendere giocabile un titolo che, a causa dei molti anni passati, era diventato impossibile da godere a pieno. Non mancano di certo delle problematiche, soprattutto legate ai movimenti del proprio personaggio, ma tirando le somme non è niente che possa danneggiare irrimediabilmente l'esperienza di gioco. Il doppiaggio italiano, con l'accento del sud bello evidente, è una chicca che raramente si può avere in un videogioco.
Pro:
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Uno dei migliori remake
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Storia travolgente e ottima narrazione
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Tecnicamente importante
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Lost Heaven realizzata alla perfezione
Contro:
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Movimenti legnosi del personaggio
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Fase di shooting traballante
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IA non sempre brillante