Disintegration - L'ibrido che cerca di trasformare il proprio gameplay in ogni occasione
Nel corso dei preamboli delle nostre recensioni, spesso e volentieri ci troviamo a spiegare la ridondanza che certi titoli rievocano nella nicchia di mercato che vanno a occupare. Ci sono talmente tanti FPS a giro per il mercato di steam e delle console, che vederne uno nuovo suscita un po' un'espressione annoiata. Anche perché, diciamocelo, spesso e volentieri le differenze tra un titolo e l'altro sono talmente microscopiche che si fatica a vederle; per non parlare delle novità, spesso e volentieri inesistenti. Per una volta siamo felici di poter dire che questo non è il caso di Disintegration, titolo molto ambizioso sviluppato dai ragazzi di V1 Interactive e rilasciato poi da Private Division. Disintegration propone al giocatore un gameplay ibrido a 360°, che permette non solo di sfruttare due tipologie di gioco molto differenti (FPS e RTS) come fossero tutt'una, ma anche di sfruttarle singolarmente in tutta la loro potenza quando si è nel multigiocatore. È tuttavia in grado di esprimersi al pieno del suo potenziale? Riesce questa struttura atipica a ritagliare forte interesse nel videogiocatore? Domande a cui abbiamo trovato risposta giocandolo in svariate modalità, utilizzando sempre e comunque approcci di tipo diverso alle sfide che mette davanti.
Un'umanità da ricostruire
La tecnologia ha fatto passi da gigante, al punto che l'umanità è praticamente stata spazzata via. O quantomeno, l'umanità che si è soliti conoscere e riconoscere, con i suoi elementi più lampanti. Adesso, grazie a sofisticati mezzi tecnologici, l'uomo è in grado di spostare il cervello all'interno di un dispotivo, che può essere poi impiantato nei robot per poterli governare. Proprio da questo prende le mosse il Graviciclo, un robot molto potente in grado di volare e di sparare con due mitragliatori che assomigliano parecchio ai famosissimi Vulcan. Grazie a questo robot, che assomiglia paradossalmente a una immensa tuta da indossare, si può essere utili sia a combattere i numerosi e agguerriti nemici, sia a comandare i propri alleati. Tutte cose che comunque vedremo più avanti nel corso della recensioni, per capire come Disintegration riesca a passare da uno stile FPS a uno praticamente opposto come quello RTS.
Senza parlare troppo della trama, per evitare di incappare in spoiler indesiderati, si può dire che durante la campagna si sarà chiamati a impersonare Romer Shoal, un ex pilota di gravicicli che tenterà, grazie a quest'ultimi e all'ausilio di altri con i suoi stessi ideali, di rovesciare le forze di Rayonne, l'antagonista, nel tentativo di ripristinare l'umanità che è andata perduta. Una campagna molto interessante, senza ombra di dubbio, capace di mostrare ampi segni di narrazione. Una narrazione spesso affiancata da cutscene molto gradevoli, che in qualche modo riescono a risollevare una qualità grafica che, per quanto possa essere piacevole, risulta spesso semplice e fin troppo superficiale.
L'ibrido per eccellenza
Abbiamo citato fino ad ora la possibilità di giocare Disintegration in maniera ibrida, tra un FPS e un RTS. Detto così può sembrare tutto e niente, visto che stiamo affiancando due tipologie di gioco estremamente diverse, che hanno davvero poco in comune. L'impianto FPS è quello più facile da riconoscere e quello che balza immediatamente agli occhi non appena, non appena parte la fase di tutorial. Un tutorial forse troppo lungo, soprattutto se stiamo parlando di elementi molto comuni e non così particolari, che avrebbero potuto spiegare direttamente in gioco con qualche pop-up informativo a schermo. Non appena si monta sul graviciclo, ci vengono insegnati i comandi per sollevarsi e abbassarsi in volo, per scattare in ogni direzione con un'accelerazione supersonica, utile a schivare gli attacchi dei nemici. Ma ancora di più ci viene insegnato a sparare, con quei due mitragliatori laterali molto grandi, capaci di sferrare attacchi devastanti e far piovere morte tra i nemici. Eccolo l'FPS, servito su un piatto d'argento. Viene allora da domandarsi in che ambito si manifesti il gameplay da RTS, quello strategico. Ebbene, anche questo si rende piuttosto noto durante la fase di tutorial. Dopo qualche stanza, in cui viene insegnato a padroneggiare il Graviciclo, si raggiunge un luogo in cui è presente un soldato, armato di fucile d'assalto. Lì, proprio lì, ci vengono insegnati i comandi per comandare direttamente sul campo, in tempo reale, i suoi movimenti e le sue abilità speciali. Gli si può chiedere di raggiungere nemici, sparare a determinati bersagli, usare capacità speciali che variano addirittura tra i membri dell'equipaggio stessi. Il tutto lo si può fare facilmente, con pochi tasti, senza troppo dispendio d'energia.
Il problema di questo gameplay potenzialmente interessante è proprio il fatto che però non venga sfruttato quasi per niente. Magari nel pensiero della softwarehouse si avrebbe dovuto far combaciare i due gameplay, ma tradotto in gioco è talmente difficile che, alla fine, la stragrande maggioranza dei giocatori sceglierà a seconda dell'occasione di sfruttare o il pesante arsenale del Graviciclo, o le brillanti capacità di combattimento dei subalterni. Difficile, a causa delle troppe cose da fare e scegliere, il giocatore potrà sfruttare entrambe per lo stesso combattimento. Magari all'inizio, quando la voglia di imparare e di capire è altissima, ma dopo si ridurrà a una mera scelta sul momento.
Largo ma non abbastanza
Il problema di fondo nello sfruttare le due tipologie di gameyplay sono anche le mappe. A ogni missione della campagna corrisponde una mappa, che però ha qualche problema. I limiti della mappa sono assurdamente vicini e quando vengono raggiunti, semplicemente non si possono valicare. Spesso e volentieri i nemici arrivano a ondate, infestano gran parte del punto in cui ci si trova, sparpagliandosi e iniziando a sparare trovando i vari nascondigli. Niente di male se solo non fosse che non è umanamente possibile sparare con il Graviciclo e impartire ordini, senza almeno prendersi gran parte dei proiettili a noi destinati. Servirebbe più spazio, un'area più grande in cui potersi allontanare e magari dall'alto muovere il nostro equipaggio, come fossimo a una partita di scacchi. Questo è però impossibile, a causa dei limiti stringenti delle mappe, che obbligano a combattere e dirigere il team all'unisono, a costo di prendersi qualche sonora mazzata al Graviciclo.
Viene un po' in soccorso a tutto questo una possibilità che finora non abbiamo trattato, ossia quella di poter scannerizzare l'area attorno. Usando lo scanner, automaticamente il Graviciclo individua le aree di interesse che sono accanto, colorandole a seconda dell'uso che se ne può fare. Quando i bordi sono arancioni o rossi per esempio, basterà far fuoco su quell'oggetto per farlo esplodere, danneggiando tutti i nemici nell'area, spesso anche in maniera molto grave. Quando invece i bordi sono verdi, è possbile interagire con quegli oggetti mediante i membri dell'equipaggio. Ordinando loro di raggiungere il punto, sbloccheranno uno strumento che curerà per un tot di tempo (fino a che la scorta non sarà terminata) sia il Graviciclo, sia gli uomini a terra. Altra possibilità è collegata invece al Graviciclo stesso perché, oltre ai poderosi mitragliatori, ha un altro strumento che permette di scagliare a terra un globo verde capace di riparare in automatico, seppur lentamente, lo scafo. In alternativa, è possibile trasformarlo in un piccolo cannoncino con cui sparare proiettili curativi verso i propri compagni di squadra, per curarli.
Un multiplayer sagace
A differenza del singleplayer, dove trovare un giusto compromesso tra sparare e comandare i propri subalterni non è affatto facile, il multiplayer offre tre modalità di gioco che, molto intelligentemente, sfruttano entrambe. Nella modalità Collezione si è chiamati a usare principalmente il proprio graviciclo, sfruttando così a pieno i pesanti mitragliatori e la possibilità di alzarsi e sollevarsi in volo. In questa modalità si deve fare una specie di corsa a chi si guadagna più cervelli, proprio quei cervelli incapsulati a cui abbiamo fatto menzione in apertura di recensione. Per poter guadagnare più cervelli possibili ci si dovrà involare verso i bersagli, elimando i Gravicicli avversari e uccidendo i nemici di terra. A sfruttare però ancora di più l'impianto da sparatutto, è sicuramente la modalità Recupero. In questa modalità, che è tra le altre cose la più classica e la più indicata per tutti coloro che amano alzare le mani, si dovrà rimuovere dei nuclei e metterli al sicuro, sparando a più non posso contro la squadra avversaria, che sarà chiamata a fare lo stesso. La terza e ultima modalità è "Controllo Zona", in cui si è chiamati a catturare e controllare determinate zone della mappa, cercando di strapparle e al contempo difenderle dagli avversari. La cosa pazzesca di questa modalità è il fatto che NON si potrà usare il proprio Graviciclo, ma si dovrà soltanto impartire ordini ai propri subalterni, quindi trasformando in tutto e per tutto Disintegration in un RTS.
Disintegration
Disintegration è un gioco dalla doppia faccia, a tutti gli effetti. Da una parte ha una maschera che permette di identificarlo come FPS, uno sparatutto che sfrutta l'intensità e l'adrenalina di un Graviciclo, ossia una specie di mezzo dotato di doppio mitragliatore. Le fasi di shooting sono intense, spesso movimentate, perché i nemici arrivano a ondate e sono decisamente combattivi, a volte per niente facili da abbattere. L'altra maschera è quella che lo identifica come RTS, un gioco di strategia in tempo reale. Comandare il proprio team sul campo, guidarlo nelle scelte usando le abilità speciali. Tutto questo è magnifico, se solo non fosse che alla lunga questo doppio impianto non funziona e inizia a schricchiolare. Se si combatte con il Graviciclo, difficilmente si è anche in grado allo stesso tempo di sfruttare a pieno tutte le potenzialità dei comandi a terra. Uno di questi limiti sono le mappe, davvero molto strette, che non permettono spazi di manovra ariosi; proprio quegli spazi che, in ultima istanza, permetterebbero di poter far rifiatare il Graviciclo e comandare i propri uomini. Ci troviamo così di fronte a un gioco davvero interessante, almeno in teoria. Nella pratica è un gioco abbastanza mediocre, che non riesce purtroppo a sfruttare completamente tutto il suo immenso potenziale. Le idee di base ci sono, ma sono sfruttate soltanto superficialmente. Un vero peccato, perché questo titolo avrebbe potuto dare molto di più al videogiocatore di quanto invece non faccia.
Pro:
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Trama principale con spunti interessanti
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Fase di shooting molto divertente
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Tre modalità multigiocatore molto varie e ben studiate
Contro:
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L'ibridazione del gameplay è realizzata male
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Mappe fin troppo strette e con pochi spunti
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Alla lunga diventa ripetitivo