Blair Witch - La foresta maledetta è più terrificante che mai
Non sono tantissimi i videogiochi a stampo horror che sono riusciti a fare una breccia nel cuore dei videogiocatori o della critica. Si possono contare sulle punte della dita, questo perché non è affatto facile ricreare un'atmosfera spettrale in un videogioco. Eppure alcuni ce l'hanno fatta, basta pensare ai vari Resident Evil, o ai vecchi ma gloriosi Silent Hill. Blair Witch non ha nulla a che fare questi titoli, o almeno non con tutti, visto che comunque prende palesemente spunto nelle meccaniche da Resident Evil 7: Biohazard, quello in prima persona, dove si "subisce" le angherie della matta famiglia Baker. Non ci sono case, non ci sono pareti a trattenere il terrore, ma nonostante questo Blair Witch permette di assaporare alla perfezione un'atmosfera angosciante, con i suoi spazi semi-infinti e tutti identici, come solo una foresta -per l'appunto- riesce a offrire. La somiglianza a Resident Evil 7 è dovuta come detto al gameplay, dal momento che i combattimenti sono risicati e circoscritti alla perfezione all'interno della trama. Il combattimento ha un ruolo di secondo piano rispetto al resto, perché Blair Witch non è uno sparatutto, così come neanche un "corri e ammazza". Blair Witch è un horror psicologico, che mira a entrarti in testa e a farti vivere una foresta malsana e angosciante, maledetta appunto. La ripetizione, il senso di girare attorno e finire sempre negli stessi luoghi, tutti componenti che amalgamati vanno a dar vita al titolo di Blair Witch. Con varie, ovviamente, funzioni molto interessanti che finiremo per esplorare meglio nel corso della recensione.
L'elemento perfetto: la foresta
Non può esistere un vero titolo horror senza l'ambientazione perfetta. Blair Witch offre, come molti di voi sapranno, la foresta come luogo in cui inserire segreti, misteri e elementi terrificanti. La foresta, con la sua vastità e la sua ripetizione degli elementi naturali, può essere esplorata liberamente in lungo e in largo, anche se non si è mai del tutto abbandonati da un senso opprimente di rail-road. Anche se i sentieri non sono pochi, alla fine si riesce praticamente sempre a imboccare quelli giusti, proprio perché è il gioco che, bene o male, ci guida a compiere le scelte più giuste. Un vero peccato, visto che la foresta è graficamente resa molto bene nel suo complesso, permettendo quel senso da "dispersi" che si dovrebbe avere dall'inizio alla fine. Il fatto che abbia marcato "nel suo complesso" non è casuale, visto che molti dettagli grafici risultano essere invece davvero insufficienti, con bordi pieni di pixel e non sempre ben puliti. Sono dettagli, è vero, ma sommato al resto finiscono per rendere meno credibile l'ambiente in cui ci si trova e di conseguenza il senso di terrore che ci dovrebbe permeare.
La foresta è ricca di segreti di ogni genere, non soltanto di mostri. Per questo motivo (e in realtà anche per altri) si presta benissimo anche ai vari oggetti collezionabili che sono sparsi in ogni dove, talvolta molto difficili da individuare, in alcuni casi impossibili se non si compie prima una "alterazione" della linea temporale. Ma su questo torneremo in seguito.
Tornando ai collezionabili, sono di vario genere, da piccole composizioni simil voodoo di legno a foto che ritraggono vecchie persone scomparse nel bosco. Per avere il gioco completo al 100% è necessario trovare tutti questi collezionabili, quindi prestare molta attenzione all'ambiente che ci circonda. E, perché no, prestare attenzione anche al nostro unico e fidato amico: Bullet.
Il cane è da sempre il migliore amico dell'uomo
Mai citazione, anche se un po' rivisitata, è mai stata più vera. In Blair Witch il costante senso di isolamento e di solitudine viene spezzato dalla presenza di un npc che ci segue fedelmente ovunque e che ci aiuta a difenderci dai mostri, che altrimenti avrebbero vita facile contro di noi. Si tratta di Bullet, il cane di Ellis (il protagonista), che ci accompagna all'interno della foresta e che è un dono dello sceriffo. La trama è molto chiara sin dall'inizio, sia per quanto riguarda il cane, sia per quanto riguarda il gioco stesso. Si tratta di un cammino di redenzione da parte del protagonista che, insieme al cane Bullet, sceglie di recarsi all'interno della tormentata foresta per tentare di ritrovare un ragazzino che si è sperduto. Dato che la foresta ha una fama pessima, con varie sparizioni immotivate all'attivo, Ellis sceglie di investigare e affiancare come volontario la polizia nella ricerca. Dietro la scelta di Ellis ci sono vari fattori che non possiamo spiegarvi poiché fanno parte della trama del gioco, ma che possiamo dire essere narrato molto bene, seguendo un filo logico abbastanza facile da seguire e comprendere.
Anche se si è dei volontari che affiancano la polizia, si è da soli sin dall'inizio del gioco, eccezion fatta per il pastore tedesco. Bullet è un cane molto intelligente e addestrato, capace di fare la differenza in territori impervi, come può essere quello della foresta. Il rapporto che Ellis ha con Bullet cambia però a seconda delle interazioni del giocatore. Se lo si accarezza spesso, gli si offre ogni tanto uno snack e così via, il cane finirà per apprezzarci e per aiutarci con maggior vigore nelle fasi di ricerca. Qualora lo si sgridasse spesso, invece, la situazione sarebbe praticamente opposta.
Bullet ha un'utilità impressionante, non solo nei combattimenti (dove è quasi fondamentale per capire la posizione dei mostri), ma anche nella fase di esplorazione. Grazie al fiuto è in grado spesso di segnalarci la via corretta da percorrere, ma anche di trovare oggetti altrimenti difficili da notare, che così possiamo recuperare.
Tra esplorazione e combattimento
Non c'è una reale divisione tra la fase di esplorazione e quella del combattimento. Anzi, sono più collegate di quello che potrebbe sembrare a prima vista. Non esistono pistola, fucili, bastoni o armi di nessun genere. L'unica arma in possesso di Ellis, se così si può dire, è la sua torcia. La debole luce della torcia è in grado, se ben indirizzata, di "friggere" i nemici, di cui si intravedono solo ombre. Per poter individuare i nemici si deve sempre mantenere alta concentrazione du Bullet, il cane. In prossimità di un pericolo il nostro fidato pastore tedesco inizia a ringhiare e a puntare il punto in cui si annida il mostro. Basta così semplicemente puntare il fascio di luce verso il punto mirato dal cane, per far sì che il mostra venga ucciso. Uno stile di combattimento semplice, povero, che finisce per apparire ripetitivo a lungo andare, tanto che non riescono a mantenere alta quella atmosfera horror che invece Blair Witch, con la sua foresta maledetta, dovrebbe mantenere viva.
Un aspetto indiscutibilmente negativo di Blair Witch, sempre collegato al discorso del combattimento, è lo spawn dei nemici. Dato che siamo chiamati a esplorare ampie aree deserte, dove a farla da padroni ci sono soltanto tronchi di alberi consumati dal tempo e dalle intemperie, ci si aspetterebbe uno spawn casuale dei nemici, che possa mantenere i nervi sempre pronti a scattare. Invece il pericolo non è mai dietro l'angolo, perché i nemici spawnano soltanto in alcune aree predefinite del gioco, togliendo quindi quella componente random che avrebbe favorito il senso di angoscia nell'essere costretti a girare per la foresta con una sola torcia e un cane ad accompagnare. Un vero peccato, perché è una mancanza abbastanza pesante per un gioco che mira a tenere alta un'atmosfera terrificante.
Rewind
L'ultimo componente del gameplay che merita di essere esplorato è senza dubbio quello collegato alle telecamere che è possibile trovare misteriosamente all'interno della foresta. Le telecamere, se raccolte, hanno all'interno dei nastri molto importanti, che ci mostrano spezzoni del ragazzo scomparso. Spezzoni molto strani, quasi privi di senso, questo perché tutto diventa più chiaro solo procedendo nella trama del titolo. Senza però entrarvi, c'è da dire che la possibilità di riavvolgere il tempo grazie a quelle cassette ritrovate è geniale. Osservando la telecamera è infatti possibile mandare avanti o riavvolgere la cassetta, così facendo i dettagli che si vedono all'interno d'essa magicamente riappaiono anche nella linea temporale di Ellis. Si tratta dell'unico mezzo per poter andare avanti in alcune scene del gioco, quindi è importante fare un po' di esperienza con questa meccanica.
Blair Witch
Blair Witch è il classico gioco che osa, stuzzica, ma al momento dello sprint finale inizia a zoppicare, fino ad arrestarsi prima dell'arrivo. Le premesse sono gustosissime, con un'atmosfera degna di essere giocata e, sulla carta, carica di elementi spaventosi. Purtroppo però gli elementi davvero spaventosi non sono molti e finiscono, quei pochi, per essere sopraffatti da una fase esplorativa che di per sé sarebbe meravigliosa, se non fosse per la lacuna più grande e imperdonabile del titolo: l'assenza di nemici. O meglio, chiariamolo: i nemici ci sono, ma non spawnano in maniera casuale, ma soltanto in zone specifiche volute dai programmatori. Vien da sé capire che, così facendo, si perde il gusto di esplorare con calma, con sulle spalle la possibilità di poter essere raggiunti dai mostri. Per quanto riguarda la grafica, Blair Witch si mostra piuttosto bene, ammesso e non concesso ci si voglia soffermare sui dettagli. Alcuni contorni sono sporchi, alcuni oggetti di scena davvero brutti da guardare. I cali di frame ci sono su PlayStation 4, ma in fin dei conti sono piuttosto rari e mai davvero gravi. Alcuni giochi arcade del passato sono stati inseriti, giocabili attraverso il cellulare vecchio stampo del protagonista. Tra questi troviamo anche l'immancabile e sempre stupendo Snake. Blair Witch è quindi un gioco che consigliamo di giocare a tutti gli amanti dell'horror, con la piena consapevolezza però che il gioco non farà mai davvero paura. Così come, in realtà, non vi è neanche una difficoltà dovuta a combattimenti troppo ardui. L'unica difficoltà legata al gioco riguarda il come procedere nella storia, senza rischiare di perdersi a girovagare in quella tetra foresta. Il fatto che abbia diversi finali, tra l'altro, fa sì che possa essere rigiocabile diverse volte, senza mai annoiare del tutto.
Pro:
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Potenzialmente un gioco estremamente interessante
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Aggirarsi nella foresta è grandioso e appagante
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Il rapporto con Bullet è meraviglioso
Contro:
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Il titolo non riesce mai a decollare del tutto
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I nemici posizionati solo in alcune zone danneggia pesantemente l'esplorazione
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I combattimenti alla lunga, capita l'antifona, stancano