Superliminal - Tutta questione di prospettiva

Recensione pubblicata da Elena Ceccarelli il 2 dicembre 2019 10:01

I puzzle-game sono sempre più rari di questo tempi, ossia rompicapo che possano divertire nel portare la gente a pensare a ogni possibile risvolto, pur di progredire e andare avanti. Sfide dopo sfide che si susseguono rapidamente ma che sono anche in grado di bloccare per svariate ore, talvolta anche giorni. Superliminal è anche questo, un rompicapo dai tratti molto originali che utilizza la prospettiva per la risoluzione delle problematiche. Già l'idea di fondo, di per sé, è grandiosa: spostare oggetti più o meno vicini al proprio sguardo per renderli o più grandi, o più piccoli a seconda delle nostre necessità. Proprio questo aspetto tanto intrigante è ovviamente ciò che si annida nelle difficoltà offerte da Superliminal, rendendolo in alcuni casi ostico e i suoi puzzle di difficile risoluzione. Cosa possiamo aspettarci però nello specifico da Superliminal? Vediamo di scoprirlo nel corso della nostra recensione.

Siamo nella stessa sfera di Portal?

Non appena si avvia il gioco e si inizia a esplorarne le basi, l'associazione con il ben più famoso gioco della Valve viene quasi a crearsi da sola. I tratti che accomunano i due videogiochi sono moltissimi, a partire sia dal modo in cui il videogiocatore deve affrontare i vari livelli, sia per la stessa narrazione esterna da cui è caratterizzato. Partiamo però dalle basi, ossia da cosa è Superliminal all'effettivo. Superliminal è un gioco in prima persona, un puzzle game che fonda la sua forza e la sua qualità sul gioco della prospettiva. È possibile prendere oggetti, afferrarli, quindi lasciarli cadere a terra. In base a quanto lasciamo cadere l'oggetto lontano da noi, varieranno le sue dimensioni: più sarà lasciato cadere vicino più sarà grande, viceversa più sarà lasciato cadere lontano più sarà piccolo. Proprio come funziona la meccanica della prospettiva. Come avrete avuto modo di comprendere, le meccaniche sono incredibilmente semplici, al punto tale che il titolo neanche ha bisogno di un tutorial per essere esplorato. Quel che si può, o non può, fare lo si capisce sin dal primo rompicapo di facile risoluzione che ci verrà proposto.
Possiamo quindi affermare, per rispondere alla domanda iniziale, che sì: Superliminal è sulla stessa linea d'onda di Portal. Le meccaniche sono simili, anche se potrebbero sembrare un poco più semplificate; il fatto è che Superliminal è basato sulla prospettiva che, di per sé, è già da sola in grado di creare notevoli difficoltà al giocatore. Non è scontato capire come e dove posizionare gli oggetti, ma ancora di più come o quando ingrandirli per poter proseguire nel gioco. Tutto questo indubbiamente ricorda Portal, così come quella voce fuoricampo che racconta la "storia" di fondo e che lo fa in maniera ironica, scherzosa. Una ironia che però nasconde anche delle basi scientifiche, sulla prospettiva appunto, e che quindi risulta molto bella e divertente da ascoltare. Anche se la storia è molto blanda, esattamente come ci si aspetterebbe dal genere di gioco, riesce ad accompagnare alla perfezione il titolo.
Sebbene il gioco possa sembrare molto simile a Portal, non è affatto corretto definirlo uguale. Oltre al modo di risolvere gli enigmi, e quindi alla vera e propria base del titolo, Superliminal differenzia dal titolo della Valve anche su altri aspetti forse secondari, ma che contribuiscono a rendere il titolo ancora più godibile. Mi sto riferendo ai vari ambient dentro cui sono ambientati gli enigmi logici, che non sono sempre simili come nel caso di Portal, ma cambiano sensibilmente a seconda di dove si trova il nostro punto di vista. Perché sì, è forse più corretto parlare di "punto di vista" piuttosto che di personaggio.

Potenziale non spremuto abbastanza

Parliamoci chiaro e senza girarci troppo intorno: Superliminal avrebbe potuto essere molto meglio di così. Non mi sto riferendo ovviamente alla qualità degli enigmi proposti, così come neanche all'idea geniale di sfruttare la prospettiva per la soluzione degli enigmi ambientali. Mi sto riferendo essenzialmente alla durata del titolo e al modo in cui la prospettiva è stata sfruttata soltanto a metà.
Il gioco ha una durata di circa cinque ore, rimanendo abbastanza larghi, durante le quali siamo chiamati a risolvere problemi sempre maggiori. Il problema di fondo rimane che, tra gli enigmi iniziali e quelli adatto a spiegare nuove meccaniche di gioco, quelli davvero difficili si possono contare sulle punte delle dita. Un vero peccato, visto che il bacino d'utenza di Superliminal forse è proprio appassionato ai puzzle game, quindi alla ricerca di sfide ardue che possano essere una sfida contro sé stessi. Superliminal non offre davvero una grandissima sfida, se non attraverso un paio di stanze che riescono davvero a tirare fuori il meglio delle meccaniche proposte.
Il motivo che si cela dietro questa scelta non è ben chiaro, forse imputabile proprio alla storia che si cela dietro quegli enigmi e che permette di dare un senso a quello che stiamo facendo. Una storia guidata, che per questo non può essere molto lunga, che accompagna ma forse limita l'esperienza di Superliminal. Stessa storia che però permette di dare una marcia in più a tutti quegli enigmi presenti, dal momento che oltre a divertire e impegnare cerca di trasmettere anche un messaggio. Messaggio molto fumoso e molto criptico, che però risulta essere molto interessante quando compreso. Più o meno, lo si inizierà però a comprendere soltanto nelle battute finali, quando gli enigmi si fanno più stringenti e un pizzico (ma soltanto un pizzicolo) più difficili.

Poche meccaniche ma gestite magistralmente

Non ci sono molte meccaniche all'interno del titolo, ma quelle poche sono state realizzate con una attenzione tecnica quasi spaventosa, nel senso positivo del termine. La cosa sicuramente meglio resa è per ovvi motivi proprio la prospettiva, la quale è utilizzata magistralmente ed è combinata con elementi che solo apparentemente possono essere secondari, come il movimento, la manipolazione degli oggetti o l'illuminazione. Tutti elementi che, nei pochi enigmi proposti, sono lavorati piuttosto bene, ma che però non offrono una sfida proprio perché presenti in basso numero, quindi più vicini a un tutorial che altro.
Le varie locations che fanno da cornice agli enigmi logici sono molto ben realizzate, con un dettaglio grafico che non urla al miracolo, ma che comunque riesce a dare un bel colpo d'occhio. Il colpo d'occhio è anche, ma forse soprattutto, dovuto a un utilizzo di colori davvero formidabile. Colori chiari, scuri, tutti molto ben accostati e in modo tale da essere immediatamente d'impatto, per non danneggiare quello che è il vero fulcro del gioco: la prospettiva.

Superliminal

Quando si parla di puzzle-game ci si aspetta giochi molto difficili, che possono durare anche molte ore, che hanno più o meno modi di risoluzione simili. Non è questo il caso di Superliminal, visto che fonda il suo stesso gameplay sullo sfruttamento di una meccanica che spesso passa in sordina: la prospettiva. Avvicinare e allontanare oggetti, ma anche disporli in un modo piuttosto che un altro, possono aiutare a risolvere i pochi enigmi proposti dal titolo, che non riescono però a brillare proprio per una mancanza di oggettiva difficoltà. Alcuni sono difficili, vero, ma si possono contare sulle punte della dita e questo non è affatto bene. Proprio il basso numero di enigmi riduce gli altri a poco più che tutorial, che spiegano ma non spremono le meningi dei giocatori. Le meccaniche legate alla prospettiva sono varie, anche ben pensate, ma non vanno oltre a questo purtroppo. Superliminal è quindi un titolo che mi sento di raccomandare soltanto ai veri appassionati di enigmi logici, con la consapevolezza però che la durata è molto limitata e che gli enigmi non risulteranno essere poi molto complessi. Un gioco però molto interessante, perché permette di esplorare la meccanica della prospettiva, quindi di affrontare i rompicapo in una maniera nuova e molto originale. Sicuramente capace di stravolgere gli schemi ed essere intrigante.

Pro:
  • Prospettiva resa magistralmente
  • Tante meccaniche legate alla prospettiva
  • Le locations offrono un discreto colpo d'occhio
Contro:
  • Dura poco più di una manciata di ore
  • Le meccaniche sono tante ma sfruttate pochissimo
Versione analizzata: Computer
6.8

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