Sengoku Jidai: Shadow of the Shogun - Sengoku Jidai: Shadow of the Shogun - Picche e polvere da sparo
Sengoku Judai: Shadow of the Shogun è un nuovo gioco sviluppato da Byzantine Games e rilasciato da Slitherine Ltd, che permette al videogiocatore di immergersi in un altro periodo storico particolarmente interessante, come può essere quello degli Shogun (nel loro periodo discendente), in Giappone, compreso tra il XV ed il XVII secolo. Siamo in un periodo storico altalenante, in cui gli equilibri interni del Giappone stanno venendo rivisti, ed in cui la forza la fa da padrona. Un'epoca di guerra e conquiste, nell'ottica di un potere nuovo, in cui si cerca di sovrastare il grande. Un periodo dannatamente interessante che Slitherine ha deciso di tradurre in un gioco. Una scelta interessante, in grado di portare su pc un periodo storico sì già trattato, ma mai abusato pienamente. Ogni scelta, anche quella meramente stilistica, permette di notare come questo titolo sia stato improntato unicamente sulla strategia, limando considerevolmente ogni altro aspetto, come ad esempio quello manageriale che spesso viene invece accostato a questo genere di giochi. Uno strategico nudo e crudo, che tenta di far impegnare al massimo il videogiocatore, mettendolo difronte a scelte davvero complesse sul campo di battaglia.
Modalità di gioco
Se pensiamo di trovarci di fronte alle solite tre modalità (Campagna, schermaglia e multiplayer) ci sbagliamo di grosso. Sono esse sì presenti, ma supportate da altre due tipologie di gioco davvero interessanti, ed in grado di stuzzicare vero interesse, ossia "L'Historical" (un sorta di tutorial interattivo che permette, nel mentre, di gustarsi un po' di sana storia) e, soprattutto, l' "Editor". Quest'ultima modalità soprattutto risulta essere davvero intrigante, ma ci torneremo più avanti nel corso della recensione. Per quanto riguarda il tutorial, esso spiega davvero nei minimi dettagli il funzionamento del gioco che, contemporaneamente, darà subito l'impressione di essere facile ma al contempo complesso. Una contraddizione, vero, come può sembrarla la citazione catulliana Odi et Amo, che invece reca al suo interno qualcosa di più del semplice significato. E' il caso di questo gioco, che ci pone difronte ad una interfaccia particolarmente semplice ed a comandi davvero immediati (che forse, addirittura, non necessiterebbero neanche di un vero e proprio tutorial), ma che mescola al suo interno una strategia che può sembrare semplice da comprendere, ma che nel tradurla in fatti reali risulta essere davvero una impresa epica. Una difficoltà elevata, come quella che si augura qualsiasi amante del genere, e che è destinata ad aumentare man mano che la difficoltà (rappresentata dai nomi di samurai e comandanti militari giapponesi) viene impostata come più alta. Così, mentre il tutorial è piuttosto semplice da immaginare, ci tuffiamo all'interno della campagna. Da subito, sin dal menù stesso, possiamo intuire quanto questo videogioco sia longevo e rigiocabile, dato che ci mette davanti ben sei campagne, l'una molto differente dall'altra, non solo nella conformazione della mappa, quanto piuttosto dagli interpreti stessi. L'editor, invece, permette di creare vere e proprie missioni o, in alternative, di utilizzarne di già fatte da altri utenti. Un aspetto che spesso viene marginalizzato e che invece, a nostro avviso, risulta essere non solo interessante, ma anche fondamentale per un gioco che intende garantire ai propri giocatori ore e ore di aperto divertimento.
Una campagna.. interattiva
Esattamente come ci si attenderebbe da qualsiasi campagna, anche in questo caso è possibile svolgere alcune azioni ritenute fondamentali per la buona riuscita della stessa. E' possibile, infatti, dividere le proprie armate in altre più piccole (per essere in grado di raggiungere più parti della mappa allo stesso tempo), reclutare nuovi soldati, muovere gli eserciti per attaccare nuovi territori o, in alternativa, difendere i propri. Un meccanismo assai semplice, che tuttavia viene reso complesso nel momento in cui la campagna entra nel suo vivo, e quando un singolo spostamento sbagliato può compromettere la buona riuscita di tutti i nostri piani. Ci basta infatti trascinare il simbolo della nostra fazione sul territorio scelto per l'iniziativa, affinché le nostre armate siano pronte a fronteggiare quelle avverse. Le campagne si traducono quindi spesso e volentieri in un crea, sposta e combatti, tralasciando completamente ogni aspetto manageriale o, comunque, di contorno come l'economia e, conseguentemente, la costruzione di edifici produttivi, economici o militari. Una scelta con cui Byzantine Games ha deciso di dissociarsi dal resto dei giochi strategici, finalizzando il gioco ad una vera battaglia a colpi di cervello e mosse strategiche. Una scelta che non ci sentiamo, ovviamente, di criticare.
Battaglie e gestione delle truppe
Abbiamo, udite udite, ben 35 diverse unità tra cui poter scegliere nel reclutamento e, di conseguenza, da poter schierare sul campo di battaglia. Una scelta molto ampia, se si pensa che sono ben 14 le tipologie differenti, e che le altre sono comunque dei miglioramenti ad esse, che possono essere usate o meno a seconda della nostra strategia. E' meglio mettere in prima linea unità a basso costo, piuttosto che quelle più costose, affinché se si dovessero perdere, il danno sarebbe contenuto. Ma questa ovviamente è solo una delle strategie utilizzabili, dato che si potrebbe anche fare l'esatto opposto, e schierare le migliori unità in prima linea, così che possano far più danni possibili da subito al nemico, prima di venire rimpiazzate da quelle meno costose e, quindi, anche meno forti, ma che possono fare del numero la loro forza. Insomma, i modi di approcciarsi ad una battaglia sono molteplici e dipendono soprattutto dalla nostra strategia che, come è ovvio che sia, cambierà anche a seconda dell'avversario che ci troviamo ad affrontare. Se nel suo esercito c'è un maggior numero di unità da tiro, sarà naturale schierarsi in maniera differente rispetto a se avesse, invece, un maggior numero di unità da mischia, quali le lance. Detto questo, non resta che lanciarci sul campo di battaglia e rimanere da subito stupiti dalla grafica che, nella sua semplicità, riesce a rievocare con estrema facilità l'ambiente storico nipponico in cui il videogioco è ambientato. Una scelta stilistica impeccabile, di certo preferibile - a nostro avviso - rispetto ad una grafica realistica che avrebbe danneggiato, poiché messo in secondo piano, l'aspetto più strategico. Tuttavia, v'è anche da dire che sebbene le battaglie siano il punto focale del gioco, risultano essere anche un po' troppo meccaniche. Le guerre sono infatti dominate dai classici stereotipi (ovviamente giusti) del: lancieri forti contro i cavalieri, unità di cavalleria devastante se lanciata in carica contro gli arcieri, e così via. Stereotipi che vengono però resi un po' più complessi anche da altri elementi, come il fiancheggiamento (il famigerato attacco ai fianchi) o l'attacco alle spalle. Si tratta di due eventi che riescono in un batter d'occhio a far concludere in pochi colpi di spada (o di picca) quella piccola schermaglia a nostro favore, riducendo gli avversari in rotta. La facilità con cui essi (ma anche le nostre troppe, invero) vanno in fuga rappresenta però un qualcosa da rivedere, dato che spesso e volentieri non si fa in tempo a mandare avanti un manipolo di soldati che essi verranno ridotti in fuga dall'attacco avversario. Neanche il tempo di gustarci un turno che essi saranno fuggiti via, poiché martoriati da attacchi ai fianchi e logorati dal rateo di tiro degli arcieri nemici. Battaglie che mescolano dunque qualcosa di davvero interessante, come la strategia che si cela dietro ogni singola mossa e la IA davvero ben realizzata (ci permettiamo di dire anche rispetto a giochi ben più illustri), a qualcosa da rivedere, come gli eventi descritti poco sopra.