Ancestors: The Humankind Odyssey - L'evoluzione umana da una prospettiva survival
Di giochi ben fatti sull'evoluzione umana non ce ne sono poi molti, specialmente se quella breve schiera di titoli la sottoponiamo a un filtro sull'originalità. Forti di queste premesse abbiamo provato Ancestors, consci di poterci trovare davanti ad un gioco innovativo, dalle meccaniche complesse e "simulative". Siamo stati lieti di non sbagliarci. Ancestors lo possiamo definire a tutti gli effetti un gioco di sopravvivenza, esplorazione e un pizzico di apprendimento, nel quale incarniamo i nostri antenati nella lussureggiante e pericolosa giungla africana. L'ambientazione ci riporta indietro nel tempo di 10 milioni di anni, quando gli uomini ancora erano dei primati. Proprio i primati, raggruppati in piccoli clan, sono i protagonisti del gioco e saranno chiamati (grazie a noi) a procedere nel lungo e tortuoso cammino che porta all'evoluzione umana. Il titolo, sviluppato da Panache Digital Games e pubblicato da Private Division, ha come designer Patrice Désilets, uno dei padri di Assassin's Creed. Per il momento Ancestors: The Humankind Odyssey è disponibile unicamente su PC (piattaforma Epic Games) ma sarà disponibile per PlayStation 4 e Xbox One a dicembre 2019.
Ritornando indietro nella storia
Ancestors, come detto, ci riporta indietro di diversi milioni di anni. Quel che non abbiamo detto, però, è il tipo di gioco che vi ritroverete davanti quando per la prima volta deciderete di catapultarvi nelle insidie della evoluzione umana. Si tratta di un titolo che mira al realismo e che proprio per questo è incredibilmente ostico non solo a livello concettuale, ma anche pratico. I comandi sono spesso legnosi e difficili da padroneggiare, così come difficile è capire ciò che davvero si deve fare all'interno del gioco per poter progredire. Gli sviluppatori, infatti, hanno scelto volutamente (come esplicitato in fase iniziale, alla fine del video introduttivo) di lasciare il giocatore solo, senza aiuti e senza le "classiche" missioni da svolgere. Un survival nudo e crudo, che porta il giocatore a muoversi mosso dall'istinto, dalla creatività e dalla curiosità.
Tutto inizia con l'unico aiuto che avremo a disposizione e che durerà, al massimo, una manciata di minuti. Si tratta di un tutorial che segue un video introduttivo, che ci metterà nei panni di un piccolo primate chiamato a fuggire dal pericolo per raggiungere il proprio clan. Questo escamotage permette al giocatore di poter prendere un minimo confidenza con i tasti, fondamentale affinché in fase d'esplorazione possa dare sempre il meglio per fuggire dai moltissimi pericoli che si annidano all'interno della giungla africana. Terminato il tutorial e ricongiunto il cucciolo con gli adulti e gli anziani, si sarà effettivamente davvero soli. Da lì in poi non ci saranno più mainquest, così come neanche missioni secondarie. L'unico obiettivo che ci dobbiamo porre è quello di far evolvere i primati nella specie umana e per farlo sarà necessario compiere nuovamente tutte quelle che adesso potrebbero essere banalità (chiaramente in ottica moderna) ma che invece a quel tempo furono scoperte incredibili.
L'esplorazione alla base dell'evoluzione
Il piatto forte del titolo è sicuramente la fase di esplorazione, condita da un openworld decisamente grande capace di nascondere al suo interno sia insidie di ogni tipo, sia segreti da scoprire. Nei panni di una scimmia, che potremo cambiare a nostro piacimento tra quelle che compongono il nostro clan, saremo chiamati a esplorare la giungla africana, quindi ad utilizzare gli elementi che caratterizzano il mondo di gioco. Gli elementi a cui vien più facile pensare sono i salti e le scalate, difatti nei panni dei primati sarà nelle nostre possibilità saltare di albero in albero, aggrappandosi a rami e liane. La giungla, se percorsa a terra, è infatti molto più pericolosa rispetto a ripararsi tra gli alberi e condurre l'esplorazione da un livello superiore. Certo, pensare che tra gli alberi si possa essere sempre al sicuro è un errore assurdo, ma certo si può affermare d'esser maggiormente al riparo da molti dei predatori, soprattutto nella fase iniziale.
Ma di cosa si compone davvero l'esplorazione, oltre che di saltare di albero in albero? Utilizzare i propri sensi per stuzzicare la memoria e imparare, essenzialmente, cose nuove. Premendo un tasto è infatti possibile attivare i sensi del primate e, con un secondo, scegliere quale utilizzare; i maggiori sensi da poter usare in fase esplorativa sono l'udito e l'olfatto. L'udito permette soprattutto di percepire i rumori che sono attorno a noi, quindi di capire se nelle vicinanze si trova un pericolo o meno. Grazie all'udito, ad esempio, sarà possibile capire se un serpente sta strisciando verso di noi, o comunque se si trova nei nostri pressi, permettendoci così di capire se sarà possibile esplorare quell'area in assoluto relax o meno. Percepire un rumore e capire quale sia la sua fonte farà sì che, in futuro, si possa riconoscere da subito il pericolo, senza ogni volta utilizzare la "concentrazione" per capire di quale pericolo si stia trattando. Stuzzicare la memoria, oltre ad avere un impatto positivo sul gioco (aiutandoci a capire subito dove e quali siano i pericoli attorno a noi, ma anche le aree di interesse), stimola i neuroni, che sono alla base dell'evoluzione che siamo chiamati a percorrere.
L'altro senso molto importante è l'olfatto, grazie a cui è possibile capire quali sono le aree di interesse e, una volta raggiunte, memorizzarle. Le aree di interesse possono essere di vario tipo, ma all'inizio saranno soprattutto cibo, aree di raccolta e di pesca. Memorizzare dove poter trovare rocce, ossidiana, cocchi, funghi e molto altro ancora può diventare importante.
L'evoluzione a portata di click
Svolgendo le molte azioni all'interno del gioco il nostro primate imparerà sempre nuove cose, stimolando i neuroni. Ci sono vari tipi di neuroni, quelli legati ai sensi, al moto e molto altro ancora. Fare un'azione comporta un incremento in quella determinata area di influenza, il che ci permetterà successivamente di avere più punti per sbloccare le skill corrispettive. Può sembrare complicato, per questo vi faremo un esempio. Ponete il caso di essere dei grandissimi esploratori e di aver mappato gran parte dell'area circostante, in tal caso per farlo avrete utilizzato tantissimo i vostri sensi, tra cui l'udito e l'olfatto. Avendo utilizzato spesso i sensi, i neuroni legati al miglioramento dei sensi sarà alto, per cui avrete a disposizione un gran numero di "punti" da poter spendere per sbloccare le skill legate ai sensi. Per sbloccare le skill altro non dovrete fare che recarvi nel luogo in cui dimora il vostro clan, quindi adagiarvi su di un giaciglio e dare il via allo sblocco dei punti. Per sbloccare le skill si apre, appunto, un albero delle abilità. A nostro piacimento, man mano, ci sarà data la possibilità di sbloccare elementi fondamentali per la crescita dei nostri primati. Tra le varie scelte, ad esempio, ci sono elementi importanti come la capacità di saper utilizzare entrambe le mani (inizialmente usano solo la principale), affinare l'olfatto, muoversi su due gambe e così via. Solo grazie a questi miglioramenti l'evoluzione potrà progredire, quindi è importante cercare di interagire con la maggior parte del mondo di gioco, al fine di stimolare sempre più i neuroni legati alla crescita dei nostri antenati.
Per far sì che tutta la progenie futura possa beneficiare di questi nuovi cambiamenti, sarà necessario "evolversi". Dare il via a diversi stadi di evoluzione all'interno del gioco sarà fondamentale per permettere di avere un clan sempre all'altezza dei molti pericoli della giungla africana.
Scoperte non così scontate
Il bello di Ancestors è senza dubbio il fatto che ti lascia da solo davanti a tutto ciò che potrebbe sembrare banale, ma che poi così tanto banale non è. Non ci sono aiuti di alcun tipo, neanche quando ci troviamo di fronte la necessità di dare vita ai più classici strumenti della storia dell'uomo. Sbloccando la seconda mano, infatti, ci sarà la possibilità di modificare gli elementi base che è possibile ottenere grazie all'esplorazione, come ad esempio l'ossidiana, i rami secchi, altro tipo di rocce, cocchi e così via. Un esempio classico può essere rappresentato dal cocco: per poter essere fonte di cibo è necessario renderlo tale. Ecco che quindi il giocatore è chiamato ad interagire con il cocco, sfruttando tutti gli elementi in suo possesso. Questo perché, come detto più volte, il meccanismo che si cela dietro ogni aspetto non è automatico, anche se magari banale. Gli elementi con cui poter interagire sono davvero molti e ogni scoperta effettuata viene ben segnalata in alto.
Ancestors: The Humankind Odyssey
Grazie a Ancestors è possibile rivivere tutte le insidie che i nostri antenati hanno vissuto lungo il tortuoso cammino verso l'evoluzione umana. L'interfaccia di gioco non è affatto complessa, anche se i meccanismi che si celano dietro di essa lo sono eccome. Il problema maggiore proviene infatti dai comandi stessi, assai approssimativi e complessi da utilizzare/memorizzare. Se dovessi cercare il problema maggiore di questo Ancestors, non esiterei infatti a dire che sono proprio i comandi. È vero, in fase iniziale il gioco stesso raccomanda l'utilizzo di un controller esterno, ma la tastiera è imprenscindibile per ogni buon gamer. La tastiera, però, è implementata molto male, con comandi e quick time events per niente scontati. Tecnicamente il titolo è estremamente valido ed è difficile assistere a cali di frame, questo nonostante la mappa di gioco sia davvero immensa. Graficamente, invece, risulta essere abbastanza semplice, senza alti né bassi. Ad eccezione dei primati, davvero ben realizzati, il resto avrebbe potuto beneficiare di una attenzione maggiore ai dettagli.
Pro:
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Grandissima fase esplorativa
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Un open-world spazioso e divertente
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Ottimo sistema di progressione delle skill
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Nessun tipo di aiuto
Contro:
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Comandi su tastiera davvero approssimativi
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Graficamente sempliciotto
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Alla lunga può diventare ripetitivo