A Plague Tale: Innocence - Un periodo storico oscuro per un videogioco pressoché perfetto
A Plague Tale: Innocence è stato annunciato nel 2017 e già in quel periodo si è potuto notare come i tratti del titolo potessero essere unici e davvero intriganti. Asobo Studio, l'azienda incaricata a sviluppare il videogioco, la si può però definire una grande debuttante nello sfornare titoli così particolari ed originali, essendo invece più famosa per la lavorazione di videogiochi a stampo Disney e Pixar. Tra i tanti titoli che sono stati programmati dai ragazzi di Asobo Studio possiamo citare Toy Story 3 nel lontano 2010, ma anche Monopoly Plus del 2014, forse anche più conosciuto. A Plague Tale: Innocence è quindi qualcosa di davvero nuovo nel panorama di questa azienda sviluppatrice di videogiochi francese che ha sede nella città di Bordeaux. L'aspetto originale del titolo lo si può notare sin dalla trama, davvero interessante e molto precisa, che ci porta a ripercorrere i fatti del XIV secolo, quando le campagne francesi erano percosse dalla guerra e da una delle più grandi piaghe dell'umanità: la peste. Attraverso un gameplay appagante (ma anche molto meno originale della trama) A Plague Tale: Innocence riesce alla perfezione a ritagliarsi un grande spazio nel mondo videoludico, grazie anche ad una longevità che, per quanto non immensa, risulta comunque pienamente sufficiente.
La Francia del XIV secolo: tra guerra e peste
Asobo Studio ha deciso di mettere nero su bianco uno dei periodi più tristi e più letali della storia dell'uomo. Il XIV secolo, infatti, è stato caratterizzato da un morbo di proporzioni mai affrontate prima e che proprio per questo prese il nome di Peste Nera, ma anche più comunemente di Morte Nera. La Morte Nera, che imperversò nell'Europa tra il 1347 ed il 1352, uccise un terzo della popolazione di tutto il continente. Ad aggravare questa condizione, nel gioco ci ritroveremo ad affrontare anche un problema maggiore, o forse reso tale dalla concomitanza con gli altri problemi che, accumulati, rendono la vita dei protagonisti davvero assurda. Nei panni di un'adolescente Amicia, figlia di una famiglia nobile, ci ritroveremo a dover fuggire insieme al fratello minore Hugo, afflitto sin dalla nascita da alcuni misteriosi disturbi che lo rendevano strano agli occhi del mondo. Spesso il "mistero" in quel periodo era però affiancato anche al "pericoloso", ed è per questo che oltre che alla peste ci ritroveremo a dover sfuggire anche all'Inquisizione. La fuga, in compagnia di Hugo, comporterà il dover attraversare luoghi molto diversi tra loro, tra foreste amene e città disastrate e invase da sciami di topi carnivori, per passare in grotte ammuffite e molto altro ancora.
La storia si dirama così tra problematiche uniche ed originali, ma anche nella scoperta dei personaggi che man mano si fanno sempre più tangibili e più unici. Percorrere la psicologia di Hugo, ma anche (e soprattutto) quella di Amicia contribuisce a far amare ancora di più tali personaggi nella loro corsa contro il tempo, atta a raggiungere la salvezza. L'attenzione ai personaggi è infatti davvero maniacale, così come quella del contesto storico che beneficia soltanto in alcune parte di qualche licenza che esula dalla Francia del tempo. Conoscere meglio i personaggi, quello che erano un tempo e quello che stanno diventando, permette anche però di capire lo stesso gameplay, molto meno action di quanto magari ci si potrebbe aspettare.
Ampie sequenze stealth lasciano annusare il potenziale
Come anticipato nel corso del preambolo iniziale della recensione, il gameplay è molto meno originale di quanto ci si potrebbe aspettare dopo una trama così particolare e così intrigante. Asobo Studio ha osato molto meno sulle meccaniche di gioco che sulla trama stessa, andando a creare qualcosa di semplice ma che comunque, a parte qualche incertezza, riesce comunque a divertire. Si tratta infatti di una avventura estremamente lineare, dove dover raggiungere alcuni obiettivi più o meno dichiarati in compagnia di Hugo, che rappresenta per altro l'unica vera difficoltà del titolo. Hugo, afflitto da quella misteriosa malattia, non può essere lasciato solo ed è per questo che Amicia non può sfruttare a pieno il suo potenziale, dovendo per ovvie ragioni salvaguardare il fratello minore. Tutto questo "condanna" di fatto il gioco ad intense fasi stealth, abbandonando del tutto eventuali meccaniche action. Per quanto ci riguarda si tratta di una scelta interessante e che condividiamo, in quanto rende più spesso il filo del realismo che anima e permea il titolo. Vedere Amicia costretta a nascondersi ed a cercare di utilizzare i pochi oggetti che la circondano in suo favore per provare a sgusciare via, riesce a rendere la trama del gioco molto più credibile. E, in realtà, non va neanche troppo ad incidere sul divertimento che, comunque, non viene praticamente mai a mancare.
Il problema di fondo della fase stealth studiata da Asobo Studio è purtroppo sulla difficoltà degli enigmi ambientali, la cui risoluzione occupa di fatto la maggior parte dello svolgimento della trama principale. La difficoltà è davvero minima, a tratti fin troppo ovvia, complice il fatto che gli oggetti da dover utilizzare vengano spesso disposti accanto alla guardia da aggirare, oppure allo sciame di topi carnivori da dover allontanare. Ad aggravare questo senso di semplicità il fatto che, afferrato l'oggetto, un piccolo lampeggiare di luce faccia intendere a volte dove doverlo lanciare. Solo alcuni scenari riescono a far assaporare il vero potenziale del gioco, con soluzioni molto meno ovvie e più ardue da comprendere, ma che alla fine riescono ad appagare pienamente il videogiocatore anche più esigente in merito alla difficoltà del titolo.
Essere furtivi è quindi l'anima di questo A Plague Tale: Innocence, con la necessità di aggirare nemici armati e sciami di topi che potrebbero altrimenti avere facile vita sulla nostra Amicia. In nostro soccorso, si fa per dire, viene una fionda che la nostra adolescente è molto abile ad utilizzare. L'arma, chiaramente, viene spesso utilizzata per far fronte ai vari enigmi ambientali, molto più spesso che contro i nemici pesantemente armati che circolano all'interno della mappa di gioco. L'utilizzo della fionda è un qualcosa di estremamente semplice, presentando un mirino in terza persona davvero molto semplice e reattivo, che si aggancia con facilità ai possibili obiettivi.
Anche l'esplorazione gioca un ruolo utile
Nonostante la maggior parte della trama di gioco richieda di andare da un punto A ad un punto B, gli scenari che compongono il titolo presentano spesso e volentieri dei percorsi alternativi, segreti, che nascondono roba molto utile all'avventura. Cosa rende, dunque, l'esplorazione così interessante? Semplice, un sistema di aggiornamento che pone sulla strada di Amicia un gran numero di materiali che, se combinati, possono migliorare le sue abilità e rendere l'avventura ancora più semplice di quanto in realtà già non sia. Ma, tralasciando il discorso della semplicità di gioco, l'abilità ed i potenziamenti riescono in qualche misura a dare un senso più profondo all'esplorazione che, altrimenti, sarebbe del tutto inutile. Il numero di cose da poter migliorare è molto alto, come ad esempio l'efficacia degli oggetti (tra cui la fionda), la capacità di carico della protagonista e così via. Molti dei potenziamenti presenti, come è logico immaginare, sono legati alla meccanica di gioco più preponderante: quella stealth. A titolo d'esempio, possiamo citare la possibilità di migliorare la fionda per renderla ancora più silenziosa, diminuendo drasticamente la possibilità di essere avvistati quando la si utilizza.
L'esplorazione, oltre che a migliorare il proprio personaggio, permette anche di assaporare la grafica davvero intrigante di A Plague Tale: Innocence. Per quanto i dettagli non siano curati in maniera maniacale, risultano incredibilmente di qualità e belli da vedere. Gli scenari, per altro, mostrano un mix perfetto tra storia e invenzione, complice anche la necessità dei programmatori di ritagliare spesso e volentieri zone adatte a nascondere Amicia e suo fratello Hugo. Tutto il resto urla però all'eccellenza, in particolare i molti suoni che animano la mappa di gioco e che, anche nelle situazioni più concitate, riescono a dare il meglio di sé. È strepitoso sentire il clangore delle armature, od i pesanti passi metallici dei soldati dell'Inquisizione, che ci permettono per altro di intuire se si stanno o meno allontanando dalla zona in cui ci troviamo. Ed a proposito delle guardie, viene però un tasto decisamente dolente, soprattutto per un titolo che fa della fase stealth la sua meccanica principale. L'intelligenza artificiale è davvero misera, tanto da far sembrare le guardie dei perfetti ingenui che si muovono sempre e solo lungo determinate traiettorie corte e pre-impostate, che ne rendono la lettura incredibilmente semplice. Come se non bastasse, anche la gestione dei rumori provocati da Amicia è pressoché abbozzata, con le guardie che si catapultano in quella direzione e rimangono ferme sul posto per una manciata di secondi, prima di tornare come niente fosse al loro breve (ed evidente) percorso all'interno dello scenario.
A Plague Tale: Innocence
Asobo Studio tratteggia uno dei periodi storici più neri dell'umanità e lo fa prendendosi degli ampi margini di manovra, modificando ampiamente alcune parti per dare alla trama una marcia in più. Non ci troviamo quindi di fronte ad un gioco strettamente storico, o comunque ancorato al background del XIV secolo. Molti aspetti sono stati volutamente stravolti, ed alla fine la scelta la si può definire anche vincente, visto che spesso e volentieri riescono ad arricchire l'avventura di Amicia. La meccanica principale, ossia quella stealth, è estremamente valida se si va ad escludere la troppa semplicità legata agli aiuti che spesso e volentieri ci guidano alla risoluzione degli enigmi ambientali. Gli oggetti infatti, "casualmente", si trovano vicino a noi proprio quando è necessario utilizzarli. Mettendo da parte la troppa semplicità del gioco, l'intelligenza artificiale delle guardie è davvero troppo scarsa, specie per un titolo che fa dello stealth il suo motore principale. Tutti i personaggi che ci vengono presentati, a partire dai protagonisti Amicia e Hugo, sono tratteggiati alla perfezione, con una psicologia che si manifesta in maniera sempre più chiara man mano che le vicende si evolvono, dandoci un gusto di scoperta. Proprio relativamente alla scoperta si può citare l'esplorazione, altra meccanica che, per quanto secondaria alla stealth, riesce a ben figurare sul contesto. L'esplorazione, legata soprattutto allo sviluppo delle abilità di Amicia, è molto divertente ed appagante, complice una grafica che soprattutto negli ambienti (ma anche nei personaggi) riesce a far quadrare bene i conti. A Plague Tale: Innocence è dunque un gioco che merita davvero di essere giocato, soprattutto per la maturità della trama e la solidità dei personaggi, che riescono sempre e comunque a rimanere coerenti con il contesto storico e con quello che vediamo durante l'avventura. I molti dialoghi impreziosiscono al meglio le gesta di Amicia e degli altri personaggi, rendendo il titolo incredibilmente valido ed estremamente divertente da giocare.
Pro:
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Contesto storico e ambientazione resi alla perfezione
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Grandissima qualità dei personaggi e della loro progressione
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Esplorazione valida
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Graficamente eccellente sotto molti aspetti
Contro:
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Enigmi ambientali di semplice soluzione
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IA delle guardie da rivedere