RAGE 2 - Quando l'open-world diventa strumentale alla brutalità del gunplay
Sono passati addirittura otto anni da quando il primo capitolo ha visto la luce. Per riportare in auge RAGE 2 Bethesda ha deciso di affidarsi a due team di comprovata esperienza, capaci di poter mettere insieme i loro punti forti per poter dare vita al titolo definitivo. I due team in questione sono id Software ed Avalanche Studios, con i primi famosi per la grandissime riuscite di Doom o Wolfenstein, ed i secondi per i famosissimi Just Cause e Mad Max. Dalla collaborazione di due team così carismatici nelle loro creazioni non potevamo che aspettarci davvero molto, sia in termini di gunplay, sia in termini di open world. RAGE 2 in effetti è proprio così che si presenta, ovvero come una commistione eterogenea tra l'elemento gunplay (preponderante) e quello open-world, che avrebbe dovuto fare più che da contorno, ma che come vedremo non riesce del tutto a decollare.
[##]Martin Cross alla ribalta]
Non appena si avvia il gioco si viene catapultati all'interno di quella che, all'effettivo, è la trama che smuove l'intero titolo. Un preambolo iniziale, fatto di un filmato introduttivo non privo di qualche imperfezione, soprattutto di natura grafica. Qualche glitch di troppo, accompagnato ad una sensazione di banalità che non abbandona mai del tutto, ma che viene in qualche modo soppiantata dall'ottimo gunplay che la fa da padrone. In una prima fase iniziale ci viene chiesto il sesso del personaggio, quindi scegliere tra uomo e donna, ed è questa l'unica personalizzazione che potremo dare al personaggio, escludendo chiaramente i vari potenziamenti. Una mancanza che in realtà non si sente, anche perché la telecamera quasi perennemente in prima persona non necessita di una personalizzazione estetica che, altrimenti, sarebbe stato un mero di più.
La trama è abbastanza scontata, partiamo da questo presupposto. Ci troviamo nei panni di un tale Walker che, a seguito di un agguato da parte dell'Autorità, vede morire un Ranger davanti ai suoi occhi, ad opera di una aberrazione davvero gigantesca. La morte del Ranger fa sì che si possa entrare in possesso della sua tuta e, di conseguenza, del suo grado all'interno dell'ordine, con annessi privilegi e poteri. L'attacco della Autorità è talmente potente che ci porterà ad essere gli ultimi Ranger, con la responsabilità di cercare alleati per tentare di mettere i bastoni tra le ruote del famigerato Martin Cross, autore di efferati crimini, tra cui l'uccisione della zia Prowley. La ricerca degli alleati porta proprio all'utilizzo della meccanica open-world. A bordo del blindato Phoenix, che altro non è che il veicolo che si sblocca subito dopo la parte iniziale dell'avventura, ci troveremo infatti ad aggirarci tra i vari scenari, ossia le sei macro-aree in cui è suddivisa la mappa di gioco. Le sei aree sono molto simili tra loro, anche se ciascuna contiene almeno qualche tratto distintivo, atte a renderle un poco più originali e piacevoli da esplorare.
L'esplorazione non è il tratto distintivo del titolo, ma rimane comunque una meccanica secondaria piacevole, specie grazie ad alcune attività random che sarà possibile svolgere. Tra le varie attività random, possiamo registrare gli attacchi da parte di alcune delle fazioni avversarie in gioco, posti di blocco particolarmente ostici, convogli che trasportano merci di qualità, e molto altro ancora. Le attività non sono molto varie tra loro, ed anzi tendono spesso a ripetersi, ma contribuiscono comunque senza ombra di dubbio ad ampliare una longevità che altrimenti non sarebbe neanche minimamente sufficiente. A terminare la trama principale infatti, anche concedendoci qualche secondaria di troppo, abbiamo impiegato più o meno una quindicina di ore.
Ad aiutare l'esplorazione l'inserimento di un ottimo sistema GPS che permette di tracciare direttamente sul terreno il percorso migliore da seguire per arrivare alla meta. Il GPS è davvero molto preciso, cosa che abbiamo indubbiamente gradito, anche perché girovagare a lungo per trovare un obiettivo è uno dei problemi principali dei più odierni open-world. Un vero scoglio che, di fatto, ha procurato molte antipatie e molti pregiudizi verso tale meccanica.
[##]Il vero fulcro del gioco: il gunplay!]
Inutile girarci attorno, la meccanica principale del titolo è quella del gunplay. Sparare è la vera delizia di RAGE 2, capace di stuzzicare a pieno grazie ad un potenziale pienamente espresso, che fa tesoro dei grandi pregi di un altro titolo Bethesda, ossia Doom. Ogni singola progettazione della mappa, così come delle varie attività, è strumentale ad imbracciare le armi per far cantare i proiettili. È vero, molto tempo sarà passato a bordo del Phoenix per passare da un punto all'altro della mappa, ma non appena tale punto sarà raggiunto si sarà ripagati di ogni sforzo, perché ad attenderci quasi sempre ci saranno orde di nemici pronti per essere fatti a brandelli. Sia che si tratti della pistola, del mitragliatore, del fucile a pompa o di qualsiasi altra arma, il sistema di combattimento è davvero una perla. Sparare è molto semplice, così come mirare ai nemici, non tanto per il sistema di puntamento automatico (tra l'altro non presente), quanto piuttosto per la fluidità dei movimenti e hitbox dei nemici sempre azzeccate. Assaltare fortezze, avamposti, campi e altri luoghi è davvero intrigante, specie perché danno vita a sparatorie massicce e cariche di adrenalina. Proprio da questo aspetto possiamo intuire come in realtà il piatto principale del titolo non sia l'open world, quanto piuttosto il sistema sparatutto che riesce perfettamente a monopolizzare il resto, ergendosi ad assoluto protagonista.
Sia le armi che altre specifiche abilità da ranger che interessano il combattimento, sono interessate ad una progressione di tipo verticale. Man mano che si procede nella storia e nell'esplorazione, si avrà modo di mettere mano ai cristalli di feltrite, fondamentali per sbloccare livelli aggiuntivi delle varie armi in possesso, per renderle sempre più brutali ed efficaci. Le armi che sarà possibile possedere sono otto, tra cui pistola, fucile d'assalto, fucile a pompa, lanciarazzi, lanciadardi, revolver, ipercannone e cannone a impulsi. Tutte le armi, come detto, possono essere migliorate grazie alla feltrite. Ciascun livello dell'arma (per un totale di 5) può permette di scegliere tra due o più miglioramenti, questo per personalizzare il tipo di combattimento facendoci sposare quello che più ci si addice.
Pensare che tutto il sistema di combattimento sia caratterizzato dall'utilizzo (e dal potenziamento) e di queste otto armi sarebbe però alquanto riduttivo. No, le meccaniche che lo compongono sono molte di più e decisamente più articolate/originali. La tuta da ranger permette a Walker di accedere ad abilità uniche nel suo genere. La prima abilità che ci viene presentata nel tutorial introduttivo è quella del "Sovraccarico"; man mano che si abbattono nemici si ricarica una barra che, quando piena, ci permette di attivare tale modalità della tuta. La modalità sovraccarico amplifica i danni e la velocità, ma soprattutto permette di recuperare salute ogniqualvolta si riesca a far secco un nemico grazie alla propria arma. Il sovraccarico della tuta ha una durata estremamente limitata nel tempo, ma permette di uscire da situazioni a dir poco spinose, quindi da usare spesso e volentieri (anche perché la ricarica è sufficientemente veloce). L'altra capacità derivante dalla tuta è quella di sfruttare i nanotriti per per dare il via a mosse uniche nel loro genere. Esempi di utilizzo di questi nanotriti sono lo Scatto, ossia una rapida schivata a propulsione (utile per confondere i nemici o schivare gli attacchi in arrivo), la defibrillazione (scariche elettriche che si attivano in automatico in punto di morte per rimetterci in piedi) e la devastazione (una potente spinta di energia che respinge i nemici e distrugge le armature). Quelli citati sono solo alcune delle varie abilità della tuta che possono essere sbloccate con l'esplorazione, raggiungendo particolari Arche che detengono i potenziamenti necessari ad apprenderle. Ciascuna abilità è a sua volta potenziabile e, come nel caso delle armi, la valuta di scambio è la Feltrite.
[##]Comparto tecnico]
Per quanto riguarda la grafica dovremmo suddividere la valutazione del titolo in due parti: quella relativa agli effetti scenici del combattimento e quella, invece, dei vari filmati che compongono il titolo. Per quanto riguarda gli effetti scenici, la soddisfazione visiva è davvero immensa. Le esplosioni sono rese alla perfezione, così come il feedback delle armi e ogni minimo aspetto relativo al combattimento. Gli stessi scenari sono assolutamente belli da vedere e da gustare, anche se alla lunga si potrebbe essere vittima di sensi di profondo dejavu, dovuti ad un utilizzo estensivo dei medesimi modelli poligonali. Gli stessi nemici si assomigliano davvero molto, fatta eccezione per qualche avversario più particolare. La grafica dei filmati è invece di qualità davvero molto bassa. Martin Cross, il supercattivo del titolo, ha una resa grafica talmente abbozzata da farlo apparire di qualche generazione addietro. Un aspetto per niente secondario, che contribuisce a rendere piatte quelle che invece avrebbero dovuto essere il collante perfetto tra azione e trama: le cutscene.
La cosa però più spaventosa (e questa volta in senso ampiamente positivo) è sicuramente la resa dell'Apex Engine. Nonostante i movimenti siano a mille e nonostante i nemici siano davvero numerosi, il motore grafico non perde mai un colpo, risultando affidabilissimo e capace di mantenere i 60 frame al secondo. La fluidità dell'engine rende di conseguenza incredibilmente fluido anche il gioco, facendone beneficiare quello che è per altro l'elemento che abbiamo più lodato nel corso di questa recensione, ovvero il gunplay.
RAGE 2
Con RAGE 2 ci troviamo di fronte ad un titolo che mira ad essere una perfetta commistione tra due meccaniche che ultimamente stanno vivendo il loro migliore stato di forma: l'FPS e l'Open-World. La collaborazione tra due delle aziende che hanno fatto di queste meccaniche il loro caposaldo, ossia Id Software e Avalanche Studio, ha fatto davvero ben sperare, ed in effetti il risultato non è stato affatto male. Peccato, però, per qualche incertezza di troppo per quanto riguarda l'open-world, che finisce per apparire un po' ripetitivo sia a causa dell'abuso di alcuni modelli poligonali, sia per la scarsa varietà di eventi casuali che possono accadere durante l'esplorazione, a bordo del blindato Phoenix. Il sistema di combattimento è eccelso, grazie ad una fluidità impressionante dovuta all'ottima resa dell'Apex Engine, che permette di sparare e godersi a pieno le molte esplosioni che costellano e puntellano le battaglie con i nemici. La trama principale è abbastanza scontata ma soprattutto molto corta, tanto da non riuscire ad avere quel mordente che invece ci saremmo augurati e che avrebbe davvero fatto la differenza. Il filo di missioni principali ha una longevità che si aggira sulle quindici ore, un po' meno se si va dritti come treni senza soffermarsi in molte delle locations secondarie presenti sulla mappa di gioco. Ad aumentare un poco questa longevità la presenza di varie "missioni" (più waypoint che conducono a luoghi da liberare in realtà) da svolgere per ottenere i cristalli di feltrite ed altri oggetti utili alla progressione del personaggio e delle armi. RAGE 2, in definitiva, è uno sparatutto con un potenziale davvero eccellente ed una ambientazione intrigante, che però è supportata da una trama banale e non alla altezza, che potrebbe non soddisfare a pieno i più esigenti. Chi ama la distruzione ed il combattimento adrenalinico (ed ha apprezzato largamente lo stile di Doom della Id Software) troverà in questo titolo molti aspetti interessanti.
Pro:
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Gunplay eccelso oltre ogni misura
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Una fluidità invidiabile
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Potenziamenti interessanti e ben strutturati
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Ambienti davvero molto belli...
Contro:
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...Anche se molto simili tra loro
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La trama principale è scontata e molto corta
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L'esplorazione con i veicoli avrebbe potuto essere meglio