World War Z - Orde di infetti da mietere quasi all'infinito nel nuovo titolo cooperativo di Saber Interactive
Zombie, zombie ed ancora zombie. Questo è quello che si potrebbe pensare davanti all'ennesimo titolo che ci pone davanti a quelle creature che ormai sono entrate a pieno diritto tra i mostri inventati più conosciuti. Ma che World War Z abbia una marcia in più lo si può immaginare dall'omonimo film fantascientifico del 2013 a cui palesemente si ispira ed a cui deve il nome, oltre che - in realtà a sua volta - dal romanzo di Max Brooks. Cosa ha, in dettaglio, di così simile al film come ho appena decantato? Ovviamente gli zombie. E no, non mi sto riferendo ad un fattore estetico, ma numerico. Le orde, in World War Z (da qui in poi anche WWZ), sono davvero impressionanti e capaci di smuovere in porzioni ristretti del campo un numero quasi imprecisato di fameliche creature pronte ad azzannarci per strapparci le carni e cibarsi di noi. È quando marco il fatto che sia un numero imprecisato, intendo dire che raramente si è riusciti a vedere la IA smuovere dei numero così pazzeschi senza alcun calo di frame. L'aspetto più adrenalinico del titolo, però, è sicuramente dovuto all'ampia possibilità che il gioco regala al giocatore per sfoltire quelle fila e ritagliarsi la strada verso la sopravvivenza. Uccidere gli zombie è infatti dannatamente divertente perché è possibile utilizzare un arsenale incredibilmente ampio, che varia da pistole a fucili a pompa, da mitragliatori a fucili di precisione, per passare a balestre e finire con lanciagranate. Lasciandoci dietro, in questa lista, varie altre tipologie di armi utilizzabili, come ad esempio le classiche (ma evergreen) mitragliatrici fisse.
Una suddivisione in quattro macro-aree
Prima di parlare della suddivisione del gioco nelle quattro macro-aree è opportuno segnalare che il giocatore potrà scegliere il proprio personaggio tra alcuni già preimpostati. Una specie di pool di personaggi da cui attingere. I personaggi selezionabili sono sedici ed ognuno è dotato di una propria biografia personale che è sbloccabile interamente soltanto completando un livello qualsiasi di gioco con quel medesimo personaggio. In alternativa, qualora non si fosse terminato alcun livello, si avrà comunque a disposizione una brevissima biografia che ha il merito di farci conoscere un po' meglio il vissuto di quegli uomini e donne prima che gli infetti si riversassero in massa all'interno delle città. Ho trovato doverosa questa precisazione perché, di fatto, i sedici personaggi hanno una biografia incentrata esattamente in quelle quattro aree già espresse, che sono per altro le quattro differenti ambientazioni in cui saremo chiamati ad operare ed ammazzare zombie a manetta: New York, Gerusalemme, Mosca e Toyko.
L'intera storia di World War Z si dirama così in quelle quattro grandi città, suddividendosi in altrettanti episodi che potremo svolgere senza un ordine preciso. Potremo, ad esempio, iniziare dall'episodio tre (Mosca) invece che dall'1 (New York) e così via. Ogni episodio, che si compie a sua volta di una manciata (pochi in realtà) di capitoli, è possibile giocarlo a diverse difficoltà, in maniera tale da aumentare una longevità altrimenti scarsissima che si può attestare sulle 5 ore di gioco complessive. Un vero peccato, perché la parte cooperativa si mostra davvero molto interessante e divertente, specie da giocare in coppia con qualche amico o conoscente. La grande mole di contenuti è infatti riservata quasi interamente all'immancabile comparto multigiocatore, che prevede al suo interno molte varianti che, tuttavia, analizzeremo a tempo debito. Tornando un attimo alla campagna cooperativa, essa è possibile affrontarla o online con altre tre persone, oppure offline con alcuni bot in supporto. Il sistema di invito, così come quello del menù, ricorda più che vagamente quello di Rainbow Six: Siege, risultando intuitivo ed estremamente semplice da imparare e padroneggiare.
Fuoco agli zombie
Non appena si deciderà di catapultarsi all'interno della campagna cooperativa, sia essa online o offline, si potrà scegliere quale personaggio scegliere e, soprattutto, la classe da impersonare. Le classi sono un totale di sei e sono totalmente indipendenti dal personaggio, questo significa che il personaggio non ha altro che una semplice funzione estetica. Quel che conta, a conti fatti, è proprio la classe. Le classi tra cui poter scegliere sono: pistolero, devastatore, medico, meccanico, macellaio e sterminatore. Ogni classe permette di partire con una dotazione differente dall'altra, lasciando la possibilità al giocatore di scegliere anche in base all'approccio che intende dare al titolo. Qualora si prediliga, ad esempio, l'utilizzo di esplosivi, la scelta ricadrà quasi sicuramente sul devastatore e sullo sterminatore, due classi che fanno delle granate e del C4 (ma non solo) il loro punto di forza. Man mano che si gioca e si uccidono gli zombie (ma anche si realizzano gli obiettivi della varie missioni), si otterrà un incremento di punti esperienza che ci permetteranno di salire di livello. Il livello, ancora una volta, non è ancorato al personaggio utilizzato ma alla classe che stiamo utilizzando. Incrementare il livello permette di poter scegliere dei boost davvero molto utili ed, in certi casi, anche particolarmente risolutivi. Pensate, ad esempio, al perk dello sterminatore che al livello 11 permette di aumentare la capienza delle armi primarie e secondarie del 25%: in presenza di un enorme numero di zombie (cosa che accade quasi sempre) è davvero la differenza tra la vita e la morte.
La fase shooting di WWZ è, d'altro canto, enormemente appagante. Il sistema è in terza persona, con una telecamera quasi fedelmente ancorata alla schiena del personaggio, tale da non permettere di poter accidentalmente perdere di vista gli zombie che ci circondano. Il feedback dei colpi è molto intrigante, sicuramente uno dei migliori del genere, tanto da riuscire almeno in parte a supplire a quella che è la carenza più grande del titolo: la grafica. Se i personaggi sono una gioia per gli occhi, come anche in realtà le armi, lo stesso non lo si può di certo dire per i nemici, come neanche per i vari ambienti in cui siamo chiamati ad operare. Il livello è abbastanza basso o, per meglio dire, appena sufficiente.
Gli zombie da affrontare sono abbastanza vari tra le loro fila, da quelli più comuni (e più facili) a quelli più infimi, ossia dotati di particolari poteri in grado di renderli molto più pericolosi sul campo di battaglia. Tra i più pericolosi ci sono quelli grossi, simili ad enormi buttafuori, in grado di spingere a terra un personaggio e colpirlo fino ad ucciderlo, a meno che non intervenga qualche compagno di squadra nelle immediate vicinanze per liberarlo. Il gioco di squadra è infatti essenziale per proseguire, specie quando la stanghetta della difficoltà si impenna. Numericamente gli zombie sono soverchianti, quindi altro non si può fare che (giustamente) allearsi e aiutare quando possibile. Proprio a causa di una difficoltà resa tale non tanto dalla qualità degli zombie, ma dal loro numero (come è giusto che sia!), ogni classe diventa fondamentale per poter pensare di progredire. Il medico, ad esempio, risulta essere incredibilmente utile per ripristinare porzioni di vita ai propri compagni, permettendogli di vivere quell'istante in più necessario a portare nella tomba miriadi di infetti.
Modalità multigiocatore e ottima risposta del matchmaking
Le modalità multigiocatore sono cinque e, già dal nome (con qualche raro caso), si può intuire cosa siano. La probabilmente più classica è il Deathmatch Orda, da non confondere però con un deathmatch puro poiché contornato da una miriade di zombie intenti a danneggiare entrambe le squadre, rallentando i giocatori in maniera quasi pressante. Quando le due squadre, sparandosi, creano troppo rumore vere e proprie orde di zombie iniziano ad affollare il tutto, rendendo infinitamente più epico lo scontro che a quel punto non verterà più soltanto sulle due squadre in gioco, ma anche sul terzo (s)piacevole incomodo. Dominazione Orda prevede anch'essa l'intrusione di alcune orde zombie, ma con una meccanica che non conta le uccisioni del nemico, bensì la conquista ed il mantenimento dei punti strategici A B e C. Una modalità che assomiglia a quella predominante di Battlefield. Le altre modalità presenti ed egualmente interessanti sono Re della collina, approvvigionamento e caccia al vaccino. In caccia al vaccino, che è forse quella un po' più singolare ed originale (senza aspettarsi però niente di eclatante) si dovrà raccogliere per l'appunto un vaccino e conservarlo per il maggior tempo possibile, in maniera tale da accumulare punti per la propria squadra.
Il matchmaking risulta essere molto rapido, anche se non sempre sembra propendere per l'equilibrio delle squadre. Il sistema sembra accorpare le squadre senza però dividere i livelli più bassi da quelli più alti, ma anzi accorpandoli spesso per anzianità. La ricetta per il matchmaking perfetto non è mai stata trovata in nessun gioco, e se anche il prodotto di Saber Interactive ne è sprovvisto, di sicuro non è un qualcosa da sindacargli. L'importante è la velocità di recuperare i giocatori ed iniziare una partita, e questo a WWZ di certo non manca.
World War Z
Il nuovo prodotto di Saber Interactive può sembrare a primo sguardo molto semplice: un banale shooting con gli infetti a fare da bersaglio. Ma no, non è affatto così. La prima, vera, grande differenza è rivestita dal grande comparto cooperativo che permette di vivere la storia di alcuni sopravvissuti in concomitanza di qualche amico, in entusiasmanti sessioni online. Sensato anche l'aver comunque inserito la sessione offline, per coloro che intendono gustarsi il gioco procedendo cautamente, senza rushare in una folle corsa verso il compimento degli obiettivi. Quello che World War Z ha cercato di fare, insomma, è accorpare un grande numero di modalità che possano letteralmente saziare ogni gusto in ambito videoludico. Il multigiocatore puro, quello del PvP e non del PvE (rappresentato invece dalla campagna), ha cinque varianti molto classiche, costellate qua e la da qualche new entry, come ad esempio orde di infetti che si catapultano sulla mappa quando il rumore inizia a farsi troppo elevato. World War Z non è tuttavia tutto rosa e fiori e trova la sua pecca più grande sia nella risicatissima modalità cooperativa, sia nella resa grafica delle ambientazioni che non spiccano per dettaglio. Tutto l'ambiente circostante, infatti, sembra essere messo lì soltanto per creare coperture casuali ed esaltare la fase di shooting, che rimane comunque brillante.
Pro:
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Uno shooting cooperativo era quello che serviva
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Brillante fase di shooting
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Ottimi sistemi di progressione legati alle classi
Contro:
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Durata della campagna coop incredibilmente risicata
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Ambienti non resi alla perfezione
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C'è ancora troppo poca varietà tra gli infetti