Kingdom Hearts III - Un viaggio senza fine nei mondi di Disney-Pixar
Un ciclo che dura davvero da moltissimo quello di Kingdom Hearts, nato nel 2002 dal genio di Tetsuya Nomura e grazie ad una collaborazione per certi versi inaspettata, quella tra Square Enix e Disney. I titoli hanno riscosso nel tempo grandissimo successo, macinando traguardi su traguardi, arrivando fino al cuore di moltissimi fan. Square Enix giunge così nel 2019 con uno degli atti più interessanti che riesce a sfruttare a pieno la larga potenzialità, orma in realtà anche abusata, di PlayStation 4 e Xbox One. Stralci di gameplay sono stati giocabili ancor prima del 29 gennaio, ad ottobre, quando ai fan è stata data la possibilità di provare una brevissima demo per appena dieci minuti. La demo già permetteva, in quei pochi minuti a disposizione, di capire quanto potesse essere grande il mondo presentato da Kingdom Hearts III, lasciando ai videogiocatori la possibilità di scegliere tra due mondi: Hercules e Toy Story. Insomma, le premesse della presentazione di ottobre già lasciavano presagire un gran gioco, complice una grafica svelata che riusciva a sorprendere per quasi ogni mondo, in particolare Pirati dei Caraibi, realizzati con una minuzia a tratti sorprendente.
Non rimane dunque che capire in quale misura Square Enix ha posto un limite agli unici problemi degli scorsi capitoli, legati al gameplay, e come inoltre ha gestito la nuova avventura. In altre parole, capire se Kingdom Hearts III riesce ad avere la stessa forza d'impatto dei suoi predecessori.
Una guerra illimitata
Come spesso accade ho deciso di abbandonare il preambolo e di approcciarmi all'inizio della recensione trattando uno dei temi più importanti: la trama. Kingdom Hearts nel tempo è riuscito a catturare i fan non tanto per il suo gameplay (comunque abbastanza limitato), quanto per la qualità della sua scrittura ed il carisma dei suoi personaggi. Kingdom Hearts III parte da queste premesse e cerca da subito di ritagliare i presupposti giusti per offrire spunti interessanti. Ci pensano le prime cutscene, infatti, a far capire quale sarà lo sviluppo dell'intera trama, messa in pausa nel primo capitolo per dar modo di "riepilogare" ciò che è successo nei giochi precedenti. I mondi Disney, infatti, rappresentano quasi un remind di ciò che è successo in passato, andando a cercare di risolvere alcuni dei problemi legati a ciò che è successo a Sora nei capitoli scorsi. Per quanto, appunto, i giochi in questione siano più vecchi ci teniamo comunque a non far spoiler, rimanendo sul vago, in maniera tale che chi voglia recuperarli possa farlo senza il fardello di conoscere già gli approdi ultimi delle trame.
Quel che possiamo dire è che la narrazione, nonostante un avvio lento, procede poi nella seconda parte a ritmi davvero incessanti, catapultando subito nel vivo dell'azione senza prolungare inutilmente in aspetto secondari. I molti risvolti lasciati volutamente in sospeso tornano alla ribalta e possono finalmente essere risolti. Un vero toccasana per tutti coloro che hanno amato, ed amano, Kingdom Hearts e ne conoscono praticamente ogni particolare.
Sicuramente migliore la narrazione, come detto, che riguarda la seconda parte del titolo. Non appena Sora ha la possibilità di tornare a combattere avendo risolto integralmente i problemi che si portava appresso dall'ultimo capitolo, ecco che ha davvero inizio la sua nuova avventura. La nuova avventura ha come settings i mondi della Pixar che, in questo nuovo capitolo della serie, sembrano essere davvero in grande spolvero. La grafica dei personaggi è magistrale, così come è buono tutto l'amplesso che vi sta attorno, come l'ambiente ed i vari oggetti di scena presenti, frantumabili e non.
Nuove gioie... e vecchi dolori
Se la trama è una nuova gioia per i nuovi giocatori, che potranno cimentarsi finalmente nel vero susseguirsi degli eventi trovando una epica fine, lo stesso non lo si può dire per il combattimento e, in generale, lo sfruttamento dei comandi. Il joypad non è sfruttato in tutta la sua interezza, complici i pochi tasti da dover realmente premere e la possibilità di sfruttare combinazioni e tasti rapidi. Combinazioni che, invero, possono essere settate e personalizzate dall'utente tramite il menù e la apposita funzione. Se l'interfaccia sembra essere sicuramente più user-friendly rispetto al passato, lo stesso non lo si può dire con uno stile di movimento un po' arcaico che va a riflettersi anche nel sistema di combattimento, rendendolo più legnoso di quanto potrebbe apparire. I movimenti di Sora sono visivamente una gioia per gli occhi, ma lo stesso non lo si può dire nel cercare di coordinarli al meglio per poter sbaragliare i nemici. Tutto si risolvere in un agganciare i bersagli e iniziare a crivellarli di colpi, sfruttando le schivate ed i punti mana per utilizzare potenti magie. La difficoltà - ed il limite - del sistema di combattimento si riscontra maggiormente quando si deve fronteggiare nemici che possono sollevarsi dal terreno, oppure che sono talmente alti da rendere impossibile colpirli rimanendo ancorati al terreno. È in quei frangenti, ed in quelle condizioni, che si deve saltare e cercare di colpire, andando di fatto a mostrare i veri limiti di tutto il sistema. Fortuna che, rispetto al passato, la gestione della telecamera è molto più intelligente, permettendo di non perdersi Sora durante i combattimenti frenetici.
Migliorato in larga parte è anche il sistema dell'inventario a cui si può accedere tramite un menù, suddiviso tra le varie tipologie di oggetti trovabili nei mondi di gioco. Tutti gli oggetti utili possono essere equipaggiati ed assegnati in un menù di selezione rapida, in maniera tale da renderli subito utilizzabili anche nelle situazioni più critiche. A differenza del passato, in cui utilizzare magie e pozioni rischiava di diventare un incubo, tutto è ordinatamente suddiviso, permettendo al giocatore di non compiere errori frustranti dovuti ad una poca accortezza nella gestione dell'inventario e dei suoi oggetti.
Menzione speciale sul comparto tecnico
Sulla grafica, come già accennato nel paragrafo della trama, c'è davvero poco da dire. La cura dei dettagli è quasi maniacale, andando a dar origine ad un titolo visivamente pressoché perfetto, con davvero poche sbavature. I personaggi rispetto all'ambiente circostante spiccano per qualità, andando a denotare quanto la partnership con Disney sia stata onorata e sfruttata al 100% delle sue potenzialità. Lo spessore di ogni personaggio, anche caratterialmente oltre che da un mero punto estetico, è indiscutibile.
Anche tecnicamente parlando, inoltre, Kingdom Hearts III si presta incredibilmente bene, mostrando una stabilità impressionante pure sulle console più anzianotte. Nonostante i combattimenti siano frenetici, infatti, il framerate non subisce cali imprevedibili, dando un forte senso di stabilità che rende il gioco perfettamente godibile.
Kingdom Hearts III
Con Kingdom Hearts III ci troviamo di fronte a quello che i fan si sarebbero sempre augurati: un titolo solido, dalla trama convincente, che possa risolvere molti degli spunti lasciati a metà dagli scorsi capitoli. La vera forza di KH3 è proprio quella di affacciarsi al passato, riprendere tutto quello che era e proiettarlo in chiave più moderna, andando a risolvere - almeno parzialmente - le incertezze che lo hanno da sempre caratterizzato. Incertezze che, però, sono state risolte soltanto a metà, dato che il problema più grande, relativo al sistema di combattimento, non è stato superato completamente. Certo, la gestione della telecamera riesce a migliorare in alcuni frangenti la situazioni, ma il combattimento inizia a diventare quasi ingestibile quando ci si trova contro nemici in grado di volare, oppure sufficientemente alti da uscire dalla telecamera. Lì, obiettivamente, inizia il dramma. Quello che oggettivamente più colpisce è la grafica del titolo ed il suo comparto tecnico più in generale, impreziosito dall'utilizzo dell'Unreal Engine 4, in grado ormai di stupire sempre in positivo. I personaggi Disney non sono mai stati così definiti, sfruttando al massimo del suo potenziale la partnership che lega Square Enix a Disney dall'ormai lontanissimo 2002.
Pro:
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Trama convincente in entrambe le sezioni di gioco
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Tecnicamente e graficamente sublime
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Molti contenuti post-game
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Supera molti dei limiti dei passati Kingdom Hearts
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Estremamente stabile su tutte le console
Contro:
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Combattimenti ancora lontani dalla perfezione
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Molte incertezze su oggetti e abilità