WWE 2K19 - L'ascesa di una nuova Star
Il titolo della recensione è eloquente. Ogni anno, all'appuntamento con il nuovo capitolo della serie, ci si attende il fatidico cambiamento che però tarda ad arrivare. Viene posticipato, di continuo, rendendo potenzialmente ogni anno quello buono per rilanciare definitivamente la serie. Purtroppo però neanche 2K19 riesce a sorprendere ed a essere portavoce della rivoluzione tanto attesa da qualsiasi fan della serie. Le meccaniche di gioco, vecchio stile, un po' si fanno sentire e quasi stridono con una grafica che invece migliora anno dopo anno, avivcinandosi sempre più al fotorealismo. Il titolo di Yuke's, realizzato sotto collaborazione di Visual Concepts, si limita ancora una volta a migliorare il prodotto, senza stravolgerlo, limando alcuni degli aspetti che un po' avevano fatto storcere il naso nel precedente capitolo.
Vuoi le botte?!
Ho deciso di iniziare la recensione parlando dell'aspetto più importante del titolo, ma anche quello che più fa parlare di sé: il sistema di combattimento. Come anticipato nella prima parte, purtroppo è cambiato davvero poco, al punto che lottare significa sempre avere a che fare con i quick time events. Quando ci si trova a dover parare un gancio in arrivo, un calcio o un altro genere di mossa, la cosa fondamentale rimane il tempismo. Ma è un tempismo davvero troppo punitivo, dal momento che se non si hanno dei riflessi felini, si finisce inevitabilmente con la schiena a terra, godendosi svariati minuti di botte senza poter fare molto. In realtà una cosa ci sarebbe, ossia azzeccare il tempismo per far sì che il lottatore riesca ad alzarsi, il tutto tramite un nuovo quick time event che no, non è affatto facile neanche in questo caso fargli avere esito positivo. Qualcosa però è stato modificato, rendendolo un po' più semplice e meno sofisticato: il sistema di sottomissione. Finalmente l'introduzione del sistema dello scorso anno è stato accantonato, o per meglio dire reso ibrido. In che senso ibrido? Nel senso che finalmente il giocatore può scegliere se basare le sottomissioni sul sistema dello scorso anno (rotazione degli stick del joypad), oppure se utilizzare il metodo della pressione dei tasti.
Sin dalle prime battute, però, si è potuto notare il mantenimento di quel ritmo lento, poco incalzante, che di fatto crea non pochi momenti morti sul ring. Quando il proprio lottatore viene abbattuto, ritrovandosi in preda al dolore sdraiato sul ring, capita di passare diversi minuti ad osservare il gioco che scorre, senza la possibilità di forzarlo a ritornare in piedi. Un procedimento lungo, che alla fine rischia di sfiancare il giocatore, fino anche ad annoiarlo.
Per fortuna, però, alcune implementazioni sono decisamente meravigliosa. Mi sto riferendo alla possibilità di lottare su un ring molto più popolato di lottatori. Se prima i numeri erano risicati, adesso è possibile menare le mani addirittura con otto di loro alla volta. I combattimenti si fanno così un po' più frenetici, ma soprattutto permettono di fare (paradossalmente) rifiatare di più i lottatori, facendo diminuire il tempo morto sopra-citato.
Ed anche quest'anno la rivoluzione non è avvenuta
Lo abbiamo scritto nel corso delle recensioni dei precedenti titoli di WWE, ma ci tocca ancora una volta sottolinearlo: la modalità "Il mio Giocatore" rappresenta un vero e proprio fiore all'occhiello. La personalizzazione del lottatore attraversa molte fasi, da quella puramente estetica a quella invece più tecnica. La personalizzazione estetica, esattamente come nello scorso capitolo, appare fin troppo profonda. Il che è grandioso, specie adesso che la grafica ha fatto un ulteriore balzo in avanti, assolutamente significativo. Ogni minimo aspetto del wrestler è personalizzabile, anche quello magari più impensabile. Lo stile che ci sarà chiesto di scegliere (come brawler, tecnico etc) andrà ad influire sulle statistiche del nostro lottatore, rendendolo più adatto a certe situazioni che ad altre.
La modalità "Il mio giocatore" continua però ad essere davvero troppo complessa, al punto che vincere (soprattutto all'inizio) può rappresentare una vera e propria chimera per chiunque, anche quelli che magari sono più abituati allo stile del titolo.
Ritrovarci a tu per tu con le star più brillanti è assolutamente fantastico, così come poter interagire con loro attraverso sfide, dialoghi e molto altro ancora. Un vero peccato, però, che ancora una volta le intervista e più in generale ogni possibile "audio" sia in realtà muto. Una scelta non condivisibile, almeno lato giocatore, visto che è stata in verità utilizzata anche da altri titoli non appartenenti a 2K, come ad esempio da Fifa 18 in su.
Graficamente sempre più superbo
Eccolo il vero punto di forza di WWE, ossia una grafica che anno dopo anno si fa sempre più strepitosa e vicina al realismo. Sono lontani i tempi in cui la Battle Royal match era un aggregato di personaggi che, esclusi quelli principali di quegli stessi anni, si riconoscevano a malapena. Adesso quasi tutti i lottatori sono ben realizzati, con una grafica davvero invidiabile ed attenta al dettaglio. Le accortezza grafiche, che segnano il distacco tra WWE 2K18 e WWE 2K19 non mancano affatto ed anzi balzano subito all'occhio. Sono state ritoccate per esempio le proporzioni dei personaggi, che finalmente appaiono più umani e meno statue.
Il vero colpo d'occhio WWE lo riserva però in occasione delle entrate iniziali dei personaggi, quando ci si ccinge a disputare un match, di qualsiasi tipologia esso possa essere. Ogni personaggio, perfettamente realizzato (specie se è tra i più importanti, avendo ricevuto più attenzione), si esibisce nella sua consueta entrata, con tanto di boato del pubblico a fare da contorno.
WWE 2K19
Anche quest'anno siamo giunti all'appuntamento annuale di 2K, con l'uscita di unt itolo che ormai è un vero caposaldo del genere. In assenza di competizione, la serie si è concessa forse qualche anno di troppo per mettere in atto la sua rivoluzione, una rivoluzione che come detto deve ancora arrivare. Il gameplay è vecchio, lo si percepisce sin dal primo momento, ma per fortuna la giocabilità è rimasta alta e assai notevole. La punta di diamante del titolo rimane la modalità "Il mio giocatore", anche al netto dei problemi e di quelle incertezze tecniche che si possono notare. L'assenza del parlato è un qualcosa che stona moltissimo con tutto il resto. I combattimenti sono molto divertenti, complice la spettacolarità della mosse, riprodotta alla perfezione dal team degli sviluppatori. WWE 2K19 non è il salto in avanti immaginato, ma sicuramente continua a rappresentare anche ora uno dei livelli migliori raggiunti dal titolo. Speriamo che possa essere proprio il suo successore, WWE 2K20, a portare avanti il grande cambiamento.
Pro:
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Graficamente eccelso
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La modalità "il mio giocatore" continua a brillare
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Movimenti e mosse spettacolari
Contro:
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Pochissima innovazione
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I soliti improponibili quick time event
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Combattimenti spesso molto lenti