Hellblade: Senua's Sacrifice - La mitologia norrena sbarca anche su Xbox One
Dopo essere uscito quasi un anno fa su Playstation 4 e PC, Hellblade fa la propria comparsa anche su Xbox One. Una uscita che ha catturato non poche attenzioni, grazie all'ottima reputazione che il gioco ha saputo ritagliarsi nel corso del tempo. Una reputazione dovuta non soltanto alla grafica, di per sé splendida, ma anche ad una storia che ha saputo convincere e che si è dimostrata essere un perfetto mix tra mitologia e divertimento. In una storia che decolla sin dall'inizio, possiamo dunque immergersi nuovamente all'interno dell'Helheim, pronti a dare per la seconda volta vita alla avventura di Senua. La prima grande parte della recensione sarà comunque orientata a coloro che non hanno avuto mai modo di provare il titolo su PlayStation 4 o PC, e dunque approcceranno per la prima volta il titolo di Ninja Theory. Non rimane quindi che calarsi definitivamente nei panni di Senua e dar vita a questa avventura in bilico tra la mitologia e l'umano, come il sentimento d'amore della protagonista nei confronti di Dillion, che anima tutta la storia.
Il dominio di Hel s'estende ai vivi?
Non serve giocare poi molti minuti prima di capire che il gioco non si propone unicamente di far divertire, ma anche di narrare aspetti davvero interessanti inerenti alla mitologia norrena. Rispetto a quella greca/romana, la mitologia nordica è molto meno conosciuta, ma non per questo meno interessante. Le divinità sono molte, solo in alcuni tratti simili a quelle a noi più conosciute. Quello che differenzia soprattutto, e che marca anche tutto il gameplay di Hellblade, è il tratteggiare una conformazione cosmogonica di per sé unica, ricca di spunti e riflessioni. La mitologia norrena, infatti, ha al suo interno un numero di mondi su cui abitano creature specifiche, come i giganti del fuoco. Vi è il mondo degli umani, o anche quello degli Dei, che ad esempio prende il nome di Asgard. L'avventura narrata da Senua's Sacrifice è ambientata in uno di questi mondi, in particolare quello di Helheim, adibito soltanto ai morti ed inaccessibile ai vivi. La discesa in questo mondo sarà così intrapresa dalla nostra protagonista.
La protagonista è forse uno degli elementi di maggior spessore del gioco, grazie ad una caratterizzazione solida ed esemplare, che tratteggia non solo le sue gesta, ma anche il suo carattere e soprattutto la sua mentalità. Il mondo di Helheim è al contempo una sfida per Senua e per noi, che ci troviamo di fronte ad una mentalità differente dalla nostra, molto complessa da comprendere, anche a causa di alcune voci che ci accompagnano durante il gioco, e che hanno il compito di rendere ancora più epica la traversata del regno dei morti. Ma perché Senua dovrebbe volersi recare in un mondo di per sé a lei inaccessibile? Ma soprattutto, chi è Senua?
Senua non è soltanto la protagonista del gioco, ma anche il veicolo tramite cui la storia inizia e prende vita. Tutto l'arco narrativo gira attorno alla sua figura, che per questo motivo si mostra ben caratterizzata dal team di sviluppo di Ninja Theory. Senua altro non è che una guerriera pitta martoriata dal dolore di aver perso una persona a lei molto cara, Dillion, prima amico e poi amante. La morte di Dillion ha scavato a fondo l'animo della nostra guerriera, che proprio a causa del dolore dovuto alla scomparsa dell'amato, decide di recarsi presso l'Helheim per poter chiedere a Hel, dea dei morti e figlia del famigerato Loki (dio dell'inganno), di resuscitarlo. Hel è l'unica divinità dei novi mondi, confinata ad Heleheim a causa della discendenza da due divinità malvage, capace infatti di poter resuscitare una persona. Nell'intraprendere il viaggio si porta appresso, chiusa in un sacco, proprio la testa di Dillion, come aggancio al mondo reale.
La traversata nel mondo dei morti inizia in maniera davvero scenica, un po' alla Skyrim. Senua, imbarcata da sola su di un tronco di legno, rema verso la terraferma per raggiungere le sponde del regno dei morti. Il viaggio in acqua, che altro non è che il Fiume di Coltelli oltre cui si trovano appunto le sale dell'Helheim, è lungo e soltanto da assistere visivamente, senza alcuna possibilità di interagire con i comandi. La traversata del fiume di Coltelli rappresenta il modo in cui Ninja Theory ci porta a conoscere la storia di Senua, il motivo del suo viaggio e, ancora di più, ad esplorare alcuni miti e leggende proprie della complessissima mitologia norrena. Un mondo mitologico tutto da esplorare, che viene mostrato a grandi linee anche da alcuni monoliti che, quando sbloccati, permettono di accedere a vere e proprie pillole di conoscenza sulla mitologia delle genti del Nord.
Un mondo in terza persona
La struttura del gioco prevede di affrontare l'avventura in terza persona, il che permette di potersi gustare a pieno uno degli aspetti più caratteristici del gioco: la grafica. La prima cosa a balzare all'occhio dell'intero comparto grafico è senza ombra di dubbio la realizzazione pressoché perfetta di Senua. La guerriera pitta è rappresentata in ogni suo più piccolo dettaglio, con un volto estremamente espressivo che permette di comprendere facilmente i suoi stessi stati d'animo direttamente guardandola. Non si tratta di un aspetto da sottovalutare, perché in realtà non facile da trovare in un videogioco. Hellblade: Senua's Sacrifice trova una caratterizzazione proprio in questo, ossia nella capacità di immedesimazione grazie ad una grafica molto curata, all'altezza dei tempi. Non solo Senua è però ovviamente ad essere curata, bensì anche tutto l'ambiente che la circonda. Il mondo di Hel è ben disegnato, capace di stuzzicare una sana curiosità visiva, che risveglia l'interesse e l'amore per i dettagli.
A catturare a pieno l'interesse e l'attenzione del videogioco non v'è però soltanto un aspetto meramente grafico, o collegato alla storia. Elemento di indubbio valore è anche il comparto audio, con suoni ben caratterizzati che permettono di gustarsi a pieno sia la narrazione degli eventi proposti dal gioco, sia le fasi più concitate dovute agli scontri con la spada che animano il nostro soggiorno ad Helheim. Grazie al comparto audio di primissimo livelli, riesce alla perfezione l'idea messa in atto da Ninja Theory, ossia le voci che accompagnano in maniera persistente l'avvenuta di Senua. Le voci bisbigliano di continuano, creano quasi una situazione surreale, arrivando a commentare ogni scelta perpetrata dalla nostra guerriera pitta, finanche a deriderla od a dissuaderla dal proseguire quel viaggio atto a resuscitare l'amato Dillion.
Sistema di combattimento semplice ma incisivo
In un mondo difficile ed estraneo come può essere quello dei morti e di Hel, non potevano mancare i nemici, posti nello scopo di rallentarci ed impedirci di aprire le porte per l'Helheim. Anche in questo caso la mitologia è forte, dal momento che l'intento di Senua si ritrova a scontrarsi contro la volontà di alcune delle divinità, come il dio dell'illusione e quello del fuoco. Da un punto di vista più tecnico, possiamo analizzare il modo in cui il combattimento è stato pensato e strutturato. Come ormai in voga, vi è un tasto che permette di posizionare la spada a difesa del corpo, rendendo capace Senua di bloccare la stragrande maggioranza degli attacchi, o dar vita nel migliore dei casi anche a strenui e potenti contrattacchi. Qualora parare si rivelasse inaspettatamente inefficace, ci sarà la possibilità di far scattare durante il combattimento la nostra guerriera pitta, schivando a destra e manca. I movimenti sono particolareggiati e molto curati, un aspetto tuttavia che non emerge unicamente in fasi di scontro, ma anche durante la fase esplorativa.
Gli attacchi che è possibile scatenare contro i nemici sono tre: l'attacco leggero, quello pesante ed infine i calci, capaci di spezzare le difese o comunque allontanare i nemici qualora si mostrassero fin troppo aggressivi. Quel che prende vita da questi aspetti è un combat system non poi così complesso, che sarebbe potuto essere assai più profondo, ma che comunque riesce alla perfezione a non stancare ed a risultare un ottimo modo per staccare dalla fase esplorativa. Davvero geniale invece l'escamotage della impurità, ossia un meccanismo mediante cui ad ogni sconfitta (quindi morte di Senua) la mano della guerriera pitta diventa sempre più nera, fino ad impossessarsi del braccio e delle altre parti del corpo, fino a raggiungere la testa. Qualora l'impurità riuscisse a giungere alla testa a causa delle molte sconfitte subite nel mondo dell'Helheim, la missione di Senua avrà definitivamente fine, facendo perdere ogni progresso segnato fino a quel momento. Si tratta di una sfida molto interessante, capace di tenere sveglio ed attivo il videogiocatore, e che riesce ad aggiungere un pizzico di pepe in più ad un gioco che, altrimenti, risulterebbe essere piuttosto semplice nella sua linearità.
Tre diverse modalità grafiche su Xbox One
L'attenzione alla grafica è un aspetto importante, specialmente quando si parla di un gioco non al lancio, ma che ha avuto un trascorso su altre console. In questo caso, l'adattamento a Xbox One è avvenuto in maniera magistrale, lasciando soltanto qualche piccolo problema di framerate generale, che riesce comunque a mantenere il titolo altamente godibile. Quel che va segnalata è invece la presenza di tre modalità grafiche tra cui scegliere. La "risoluzione alta" garantisce al videogiocatore la possibilità di giocare in 4K, "framerate alto" di avere un numero di fps doppio bloccandolo a 60 a discapito di un leggero downgrade grafico e infine "Effetti visivi migliorati", che permette di intraprendere l'avventura di Senua con fiammate e bagliori che si mostrano in tutto il loro splendore.
Hellblade: Senua's Sacrifice
Molti di voi conoscono già il gioco, che nell'agosto del 2017 ha visto la luce sia per PlayStation 4, sia per Computer. Già all'epoca il titolo, sviluppato da Ninja Theory, ha avuto la possibilità di stupire, grazie ad una resa grafica magistrale che si denota anche e soprattutto nella stessa figura di Senua. La guerriera pitta è realizzata in ogni suo più piccolo dettaglio, finanche l'espressione facciale, sempre chiara. La storia che si dirama è altrettanto originale e frizzante, capace di tenere incollati al pad senza troppa fatica. La mitologia norrena, di cui è intrisa tutta la struttura, permette di catturare l'attenzione e risvegliare interesse verso aspetti di una cultura molto meno conosciuta rispetto a quella della controparte greco/romana. Chiunque abbia giocato a Hellblade, si ritroverà sostanzialmente lo stesso prodotto di prima, senza aggiunte particolari che possano eventuale catturare l'attenzione. Certo, nulla vieta di poter intraprendere nuovamente il viaggio anche su Xbox One, ma se state cercando unicamente qualcosa di nuovo, questo non fa per voi. Il gioco ci sentiamo però di consigliarlo fortemente a tutti coloro che non hanno mai avuto modo di provarlo, in quanto rappresenta uno dei livelli più alti raggiunti fino a questo momento nello sviluppo videoludico, sia a livello di grafica, sia di audio che di storia.
Pro:
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Graficamente eccellente
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Comparto audio davvero all'altezza
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Storia e ambientazione estremamente avvincenti
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Tecnicamente all'avanguardia e assai curato anche nei dettagli
Contro:
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Enigmi ambientali mai troppo complessi
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ombattimenti interessanti ma troppo semplificati