Sea of Thieves - Il ritorno di Rare avviene tra assi di legno e creste d'onda
La largamente apprezzata Rare torna a fare parlare di sé, eseguendo quel che si suol definire un colpo da novanta. Sea of Thieves è infatti l'ennesimo gioiello che viene sfornato dalla software house, destinato a far parlare di sé sia per il suo immenso potenziale, sia per alcuni aspetti invece inespressi. Una ambientazione caraibica ai tempi dei pirati si presta a idee pressoché infinite, e questa è di fatto la croce e la delizia del titolo. Quel che si può fare all'interno del gioco, che vedremo nel corso della recensione, è forse un po' troppo poco rispetto a quello che Rare avrebbe potuto studiare per i suoi giocatori. Di fronte ad una scarsità in termini di contenuti, c'è però da riflettere su ciò che è Sea of Thieves, ossia un MMO. Cosa significa con ogni probabilità questo? Che i contenuti sono pochi, vero, ma destinati ad aumentare esponenzialmente man mano che il gioco prende forma, plasmato su volere/desideri dei giocatori stessi. In altre parole, Sea of Thieves riceverà sicuramente ulteriori aggiornamenti, che andranno ad aumentare l'esperienza di gioco. Tenendo conto di questo, non si può che iniziare a citare paesaggi caraibici mozzafiato, che seppur volutamente non mostrano una grafica fotorealistica, riescono a colpire nel profondo. Ottima anche la localizzazione italiana del prodotto, con traduzioni corrette e precise, utili soprattutto in determinati aspetti, come ad esempio la caccia al tesoro. La recensione è stata fatta sfruttando la potenza del Xbox Play Anywhere, utilizzando due dispositivi differenti: PC e Xbox One X. I due sistemi, come vedremo, hanno lavorato magistralmente insieme.
Non ci resta che tirare su l'ancora e salpare, navigando nell'immenso mare di Sea of Thieves.
Un inizio sorprendente
Non appena si viene gettati all'interno di uno dei server di Sea of Thieves, si è praticamente già pronti all'avventura. Salvo il tempo di scegliere un personaggio, che ci rimarrà per tutta la durata del gioco (ma che sarà modificabile e soprattutto possibile riempire di oggetti cosmetici), saremo pronti all'avventura. La scelta varierà da subito tra due tipologie di viaggio che, seppur simili, mostrano profonde differenze: salpare con un galeone o con una sloop? Il galeone è una nave molto grande, quasi immensa, ed è per questo motivo che è consigliabile da giocare con una ciurma di ALMENO 3 individui, per un massimo di 4. Giocare sotto la soglia minima è possibile, complice una difficoltà di gestione della nave che porterà a non pochi problemi, specie quando l'imbarcazione si ritroverà a solcare mari più agitati. E ve lo assicuriamo, capiterà spesso. L'altra nave, la sloop, è una imbarcazione a vela con un solo albero e costituisce, proprio per questo, la nave più facile da gestire, adatta ad una singola persona o, ancora meglio, a due pirati. La sloop è una nave molto interessante, il cui nome ricorderà ai più un gioco ormai molto vecchio, ma che è rimasto nel cuore, come Sid Meier's Pirate. Si tratta esattamente della nave iniziale, quella piccola ma veloce, capace a parte tutto di dire la propria. Anche in Sea of Thieves è così, complici due cannoni (uno a babordo ed uno a tribordo) che possono essere ricaricati e messi in condizione di sparare. Ma passiamo ora a considerazioni del tutto personali, che non influenzeranno il voto finale, ma che ci saremmo aspettati. La scelta di mettere a disposizione subito il galeone è, per noi, una scelta non così brillante, andando a togliere un senso di progressione che invece Rare va a marcare su altri aspetti, in cui il grinding per ottenere l'oro procede a ritmi forsennati. Il gioco sarebbe potuto particoare, magari, con una sloop per tutti, salvo poi permettere ai giocatori di spendere i loro guadagni per acquistare navi più grandi, fino ad arrivare al possente e temibile re dei mari: il galeone. Così facendo, invece, le navi presenti nel gioco sono soltanto due e presenti sin dall'inizio del gioco, il che rende il denaro utilizzabile unicamente per acquistare oggetti cosmetici. Vero che Rare non ha voluto dare vita ad un sistema di progressione verticale, ma un numero maggiore di navi, sbloccabili con l'uso del denaro, non avrebbe sicuramente danneggiato l'esperienza videoludica dei più.
Scegliere la nave dà comunque il via alla fase di matchmaking, o di invito agli amici qualora si fosse così fortunati da avere la possibilità di giocare il titolo insieme a qualcuno. Sì, fortunatissimi, perché Sea of Thieves da il meglio di sé soltanto in gruppo, e soprattutto con persone che si conoscono, e con cui si possono fare grandi risate grazie ad un gioco che non mira mai a prendersi troppo sul serio, ponendo i giocatori di fronte spesso a situazioni anche surreali. Oltre a ciò, coordinarsi sulla nave senza un microfono è davvero molto complesso e rischia di portare, insieme a persone sconosciute tuttofare, anche ad un senso di noia. Per questo motivo, a scanso di equivoci, il consiglio è quello di trovare un gruppo di gioco con cui è possibile parlare e coordinarsi, in maniera tale da sfruttare a pieno tutto il gameplay del titolo.
Una volta approdati in partita si viene teletrasportati su di un avamposto casuale della mappa, che cambia ogni volta che si logga, partendo sempre e comunque da una locanda. Dopo qualche attimo di smarrimento, viene quasi naturale capire le facili meccaniche che sottostanno al gameplay del titolo. Esplorare l'avamposto è la prima cosa da fare, così come parlare con i "mercanti" (e non solo) presenti al porto e collezionare le loro missioni. Eseguire le missioni, insieme alla fase di esplorazione dei mari e delle isole, è il fulcro principale del gioco.
Una questione di reputazione
All'interno di Sea of Thieves le cose da poter fare non sono tantissime, ma riescono comunque a risultare divertenti se giocate in concerto con qualche amico. A meno che non si voglia dar vita ad una esplorazione della mappa, quindi libera da vincoli, ci si trova a dover fare i conti con delle missioni. Le missioni sono essenzialmente di tre tipi, e riflettono le tre tipologie di reputazione che il giocatore deve tentare di migliorare. In primo luogo vi sono i mercanti, poi i cacciatori di tesori ed infine i mistici. Tutte e tre queste "fazioni" (che poi fazioni non sono) hanno una reputazione a sé stante, che può essere incrementata portando a termine i "viaggi", ossia le missioni che possiamo ottenere parlando con uno dei loro esponenti presso qualsiasi avamposto. Si tratta in genere di missioni molto semplici nella struttura, molto difficili invece da portare a termine, data la ricchezza di problemi con cui potersi scontrare.
Le missioni dei mercanti richiedono spesso e volentieri di catturare animali da poter rivendere ad un commerciante specifico di un avamposto, il che porta a salpare alla ricerca di polli, maiali e serpenti. Ciascuno di questi tre animali è dotato di varie tipologie di colore, ed è proprio il colore a giocare una parte fondamentale nelle missioni. Ogni volta che si avvia una missione collettiva, che deve essere sottoposta all'interno del tavolo strategico della nave e poi votata da tutta la ciurma, si riceve una specie di foglio che, leggendolo, ci svela cosa è richiesto. Un esempio di missione dei mercanti può essere il seguento "Cattura 2 polli e portali all'avamposto X, i polli devono essere: uno bianco e uno a macchie rosse".
L'altra tipologia, quella dei cacciatori di tesori, è simile nel gameplay ma diverso in molte sfaccettature. Esattamente come nel caso delle missioni mercantili, si ottiene un foglio riepilogativo di ciò che si deve fare, da poter leggere in ogni occasione poiché inserito automaticamente nell'inventario. Il foglio, in questo caso, altro non è che una cartina muta di un'isola con una X rossa che identifica il punto esatto in cui è nascosto un tesoro. Dal momento che la cartina non riporta neanche il nome dell'isola, si deve prestare attenzione ad osservare la conformazione della stessa, in maniera tale da intuire quale possa essere e cercare di raggiungerla. Di solito gli scrigni del tesoro sono nascosti, questo implica di armarsi di pala e scavare, fino a che non si riesce a trovare e caricare sulla nave, per poterlo portare indietro e vendere a buon prezzo. Ogni scrigno ha un valore differente, dal momento che ne esistono di tantissimi tipi, alcuni più rari e altri meno.
L'altra tipologia di missioni è quella dei "mistici". Forse, tra le tre, è quella più differente, dal momento che non prevede solo una fase di esplorazione (comunque presente) ma anche un combattimento contro gli scheletri di determinate isole, specificate sempre nel solito contratto già citato, che si ottiene oquiqualvolta si vota una missione sulla nave. Dopo una serie di scheletri uccisi, si dovrà affrontare il capitano dell'isola (anche lui uno scheletro). "Morto", si fa per dire, il capitano viene fatto cadere a terra un teschio che può essere a sua volta rivenduto per ottenere un po' di monete. Come nel caso dei forzieri, anche i teschi sono di vari tipi, e vanno dai più preziosi fino a quello meni remunerativi. Si deve avere fortuna.
L'aspetto dualistico del Combat System
Non appena si parla delle missioni dei mistici, può balzare all'occhio la tematica del combattimento. Ecco, come si presta ad esempio il combattimento in un titolo a tema pirati, come quello proposto da Sea of Thieves? Si presterebbe bene, almeno in teoria. Nella pratica, la realizzazione degli scontri è troppo abbozzata, rendendoli a dir poco elementari ed, alla fine, abbastanza fini a sé stessi. Un attacco con la sciabola, o comunque con un'arma a mischia, si compone di tre movimenti di spada prima di obbligare il personaggio a fermarsi per pochissimi secondi, il tempo di respirare. Il problema è che gli attacchi vengono più o meno gestiti tutti nel medesimo modo, rendendo ripetitivo il modo di combattere e per niente intrigante. La mancanza della classica barra della stamina, o comunque dello sforzo fisico, non aiuta minimamente. Gli stessi nemici non brillano per intelligenza, compiendo sempre gli stessi attacchi e le stesse movenze. Rare, a nostro avviso, dovrà lavorare molto per migliorare questo aspetto del gioco, che si rivela essere fondamentale in una sessione multigiocatore dove, giocoforza, si apprezza anche il PvE oltre che il PvP. Non basta in questo frangente l'immensa patch rilasciata di recente, che ha portato con sé numerosi bug-fix, tra cui la gestione dei serpenti che finalmente ci fronteggiano guardando il personaggio, e non più un punto fisso davanti a loro, in maniera insensata.
Quando si è parlato di combattimenti, fino ad ora, si è accennato a quelli con l'utilizzo di armi da mischia. Gli altri, quelli con armi a distanza, sono gestiti in maniera nettamente migliore. L'utilizzo della pistola, dell'archibugio ma anche dei cannoni, è gestito divinamente da SoT. Fortunatamente, dato che la conseguenza principale si riflette nei combattimenti navali. Quando ci si ritrova a fronteggiare navi appartenenti ad altri giocatori, si può gustare a pieno l'anima sandbox del titolo. Sparare con i cannoni non è affatto facile, non solo per un fattore di mira (non hanno alcun tipo di mirino, come è giusto che sia), ma anche per la necessità di agire in concerto con il timoniere. La persona al timore deve essere in grado di gestire perfettamente la nave, offrendo il fianco giusto al momento giusto, per mettere in condizione i cannoni di fare fuoco. I cannoni posti sulla nave infatti hanno una ampiezza di tiro non infinita, ma assai limitata, che li obbliga a dover sottostare alla direzione intrapresa dalla imbarcazione. Molto suggestivo è anche lo speronamento, ossia quando si spinge con la massima velocità il rostro della propria nave contro lo scafo nemico, presumibilmente su una delle fiancate. Lo schianto è meraviglioso, gestito divinamente, e può conseguire volendo anche in un arrembaggio a tutti gli effetti. Insomma, i combattimenti navali e quelli a distanza sono gestiti in maniera appagante, a differenza di quelli in mischia, fin troppo approssimativi.
Un mare immenso che nasconde grandi tesori... ma anche grandi insidie
L'aspetto sandbox di Sea of Thieves è meraviglioso, e questo è un aspetto difficilmente sindacabile a Rare ed a Microsoft. Quando si è sulla propria nave in compagnia di amici, intenti a compiere la traversata di un mare burrascoso ed estremamente mosso, si arriva a comprendere molti aspetti del gioco. La nave non si governa da sola, e non si traduce unicamente nel classico "muovi il timone e guida". Sarebbe troppo facile, e troppo semplicistico. Certo, governare una nave non è affatto complesso, ma presuppone molte più componenti di quelle che forse si potrebbe pensare. Innanzitutto la necessità di gestire l'ancora, alzandola quando si ha necessità di far partire la nave all'esplorazione oppure gettandola, quando si vuole arrestare il moto della nave per raggiungere una delle tante isole presenti sulla mappa di gioco. Le meccaniche di una nave sono ben fatte, con la possibilità di alzare e abbassare le vele a seconda della velocità che si intende raggiungere, oltre al fatto di poterle piegare di lato per prendere ancora di più la spinta del vento.
Ogni nave ha al suo interno, inoltre, un punto dove cambiare le armi e poterle settare a proprio piacimento. C'è anche una cassa di munizioni che permette di fare costantemente il pieno di polvere da sparo alla propria arma da tiro. Oltre a questo, vi sono botti che contengono i tre elementi fondamentali del gioco: banane, palle di cannone e assi di legno. Le banane sono utilizzate per riprendere vita, e sono più o meno pozioni di vita che permettono di rigenerare la salute. Le palle di cannone, invece, permettono di armare i loro omonimi, in maniera tale da rendere la propria nave agguerrita e pronta a fronteggiare un eventuale attacco da parte di altri pirati giocanti. Questo perché tutti i pirati saranno soltanto giocatori, mancando del tutto la componente npc. Una mancanza pesante a nostro avviso, dato che avrebbe potuto rendere ancora più cruda e temibile la traversata dei mari. Inoltre, corsari pronti a danneggiarci per un bel PvE non avrebbe guastato minimamente. I pericoli che si annidano nel mare, quando si è a bordo della nave, sono soltanto due: altri giocatori pirati e lo spaventoso Kraken. Quest'ultimo non appare spesso, ma quando appare lo fa con una potenza smisurata, capace di spezzare con estrema facilità le assi di legno della nostra nave, per poi farla colare a picco nei fondali oceanici. Tornando alle componenti che si possono trovare all'interno della nave, tra quelle citate, vi sono le assi di legno. Introdurle nella recensione è importante, perché accompagnano il tema del danneggiamento della nave. Come si avrà modo di assaggiare quasi subito, danneggiare la nave è incredibilmente semplice. Basta una manovra azzardata di chi governa la nave al timone, oppure una indicazione errata da parte di chi lo guida. O, ancora di più, uno scontro a fuoco con gli altri giocatori in un PvP che raramente si riesce a scampare nelle lunghe sessioni online. Ogniqualvolta la nave subisce un danno, sullo scafo si aprono dei buchi che lasciano filtrare l'acqua all'interno. Per non rischiare di imbarcare troppa acqua e far colare a picco la nave, è necessario che un giocatore (magari non il timoniere, a meno che non si sia in solitaria) si rechi tempestivamente a controllare ogni parte della nave, alla ricerca di buchi che possano comprometterne l'integrità. Per riparare questi danni sono necessari appunto gli assi di legno. Con una breve animazione ed un suono di un martello che batte sui chiodi, si può così riparare la nave alla bene e meglio, il tanto che basta comunque a smettere di imbarcare acqua. L'acqua imbarcata può essere, per altro, gettata in mare andando a raccoglierla con un secchiello.
Parlando di grandi insidie non si può però che parlare del PvP, ossia degli altri giocatori che sarà possibile incontrare nel mare all'interno della sessione di gioco. Quando si incrocia per mare un'altra imbarcazione, al 90% quest'ultima vorrà venirvi addosso, indipendentemente dal fatto che abbiate o meno il tesoro. Certo, è il gioco e ci sta, ma alla fine risulta anche abbastanza noioso perché comporta il perdere tutto il tesoro nella migliore delle ipotesi, perdere tutto il tesoro ed anche la vita in quella più aderente alla realtà. La mancanza di zone franche è quindi assolutamente pesante, anche perché c'è la possibilità che alcuni giocatori, magari anche in gruppo, si mettano d'accordo per fare gli assalti agli ignari giocatori che raggiungono un avamposto per vedere la merce, così da appropriarsene e venderla al posto loro. Diciamo che, almeno gli avamposti, avrebbero potuto essere sottoposti a zona franca, immune dunque da combattimenti di sorta. A proposito di PvP, posso citare un accadimento avvenuto in compagnia di Askancy, quando ci siamo avventurati in una esplorazione di alcune isole e ci siamo imbattuti in una nave nemica. Quest'ultima si è subito diretta verso la nostra sloop, affondandola dopo qualche scambio di cannonate, per poi ucciderci. Perso il tesoro, abbiamo tirato un lungo sospiro e abbiamo proseguito nel giocare, riuscendo a spawnare e trovare subito un tesoro. Raccolto il tesoro, però, ecco di nuovi i soliti giocatori, sempre nei pressi, che hanno reiterato quanto scritto prima. Possibile che una situazione del genere, qualora accadesse spesso, potrebbe davvero danneggiare l'esperienza videoludica di un giocatore, soprattutto se non ha così tanto tempo a disposizione da poter ogni volta rischiare di aver fatto tutto per niente.
Un mercato in costante aggiornamento?
Tralasciando le eventuali pieghe che potrebbe prendere successivamente Sea of Thieves, la recensione si concentrerà ovviamente su quelle che sono le condizioni attuali. Adesso il gioco non prevede alcun tipo di progressione verticale, il che per un sandbox può anche essere più che giusto. Il problema è che, al netto di questo, le cose da fare sono poche, ed orientate esclusivamente a recuperare tesori e consegnare oggetti, nell'ordine di poter racimolare monete d'oro. L'altro problema è legato proprio all'utilizzo delle monete d'oro, che permettono di acquistare soltanto oggetti cosmetici a prezzi a volte anche abbastanza folli. Tralasciando il prezzo dei cosmetici inerenti alla navi, e soffermandosi piuttosto su quelli del personaggio, balza all'occhio come il prezzo medio sia davvero molto alto. Un vestito, che possa sostituire quel vestito di stracci che viene dato in dotazione nell'early game, costa in media sulle ottomila monete d'oro. Il corrispettivo di molti viaggi completati, e quindi davvero tante ore di gioco spese. Tutto questo rende il farmare l'oro una pratica non solo necessaria, ma a tratti anche spossante. Sapere di dover giocare moltissime ore per potersi comprare una veste, potrebbe essere un qualcosa che potrebbe far storcere il naso ai più.
Questa considerazione ovviamente è basata sulla sensazione di ciò che attualmente è all'interno del gioco, quindi al netto di eventuali aggiunte da parte dei ragazzi di Rare. Sicuramente, trattandosi di un MMO, i miglioramenti avverranno, così come i contenuti atti ad espandere considerevolmente il titolo. Starà quindi a Rare trovare un giusto compromesso che possa premiare chi ama i sandbox, ma anche chi (giustamente) potrebbe rimanere un po' amareggiato dal fatto di dover giocare svariate ore per potersi comprare soltanto un vestito.
Paesaggi mozzafiato seppur limitati
Artisticamente è un capolavoro. Una frase lapidaria, ma che rispecchia la sensazione immediata che si ha non appena il gioco ci butta sulla prima isola, e ci da modo di esplorarla. Una sensazione destinata a farsi più presente quando si solca i mari a bordo della sloop, o del galeone. Il colpo d'occhio maggiore appartiene al mare, con un'acqua che difficilmente si è vista così ben realizzata in un gioco. A parer mio, l'acqua più bella presente ad oggi in un videogioco. Tralasciando l'acqua, ogni minimo aspetto è realizzato con cura, anche quando i tratti maggiori evidenziati sono quelli dell'ironia, ossia quelli atti a non far prendere troppo sul serio il gioco. La grafica, come premesso nell'incipit iniziale, non è e non vuole essere fotorealistica, ma ciò non significa che sia meno bella o curata. Molti aspetti, come ad esempio gli scheletri ma ancor di più i personaggi, sono realizzati in maniera scherzosa, quasi caricaturale.
Che Rare abbia fatto un lavoro encomiabile è sottolineato dal fatto che il gioco è ampiamente scalabile, in maniera tale da poter essere giocato tranquillamente anche dai pc più vecchi, a prezzo ovviamente di una riduzione drastica della qualità delle texture. Su Xbox One X la grafica è immensamente piacevole, ben particolareggiata.
Tuttavia non è tutto oro ciò che luccica, difatti di fronte ad una tecnica realizzativa sublime, ci si scontra nuovamente in una realtà di scarsi contenuti anche in tale contesto. Mi sto riferendo alla mappa di gioco, suddivisa in quadranti ma mai davvero ampia. L'area di gioco è infatti abbastanza ristretta, soprattutto perché le distanze da punto a punto non sono poi così lunghe, non quanto almeno potrebbe sembrare a primo sguardo. Ma il problema principale non è tanto legato all'ampiezza della mappa di gioco, quanto piuttosto al fatto che le isole sono l'una molto simile all'altra e, soprattutto, immensamente piccoli. Vi sono, per l'assurdo, alcune isole che sono grandi quanto un personaggio stesso, rendendole sature anche solo quando due personaggi si ritrovano a calpestarla all'unisono. Un fattore inaccettabile, che avrebbe potuto essere curato meglio da parte di Rare e che ci auguriamo, anche in questo caso, possa venire migliorato con il passare del tempo e dello sviluppo del titolo.
Sea of Thieves
Con Sea of Thieves ci troviamo di fronte ad un gioco dal potenziale incredibile, pressoché infinito. Le idee che sottostanno al titolo sono davvero moltissime, a tratti anche geniali, se non fosse per una carenza di contenuti che un po' fa storcere il naso. Il farmare oro a lungo per potersi comprare unicamente oggetti cosmetici non è il massimo, specie se questi oggetti sono pochissimi e dal prezzo esorbitante. I combattimenti a distanza sono esemplari e si sposano alla perfezione con la natura sandbox del titolo, molto meno avvincenti quelli con armi bianche, ridotti incredibilmente all'osso e troppo elementari. L'esplorazione resta un fiore all'occhiello dell'intero titolo, complice una resa grafica spettacolare, gustabile in tutto e per tutto su Xbox One X (su cui è approdato il 4K nativo grazie al corposo update recente) e su PC altamente performanti. Qualora si fosse in possesso di un computer più datato, si sarà felici di sapere che il gioco è altamente scalabile, e quindi godibile. Una attenzione alle prestazioni che deve essere sottolineata, che rappresenta indubbiamente un elemento di serietà da parte di Rare e dei suoi sviluppatori. Nonostante molti dubbi, perlopiù espressi nel corso della recensione, Sea of Thieves si conferma un titolo estremamente innovativo che merita di essere giocato, specie se si ha a disposizione un gruppo di gioco conosciuto con cui poter parlare al microfono e coordinarsi.
Pro:
-
Tecnicamente e graficamente spettacolare
-
Potenziale infinito
-
Gestione della nave ricca e articolata
-
Fase esplorativa degna di nota
-
Scontri navali incredibilmente avvincenti
Contro:
-
Combattimento con spada da rivedere
-
Pochissimi contenuti al lancio
-
Isole simili tra loro e fin troppo piccole
-
Senza un gruppo di gioco si rischia la noia