Il 3 settembre del 2013 ha fatto il suo approdo su PC Total War: Rome II, rivoluzionando in gran parte del suo aspetto il gameplay ereditato dal grandissimo, ed acclamato, precedessore. In effetti gli elementi in comune non sono mai stati molti, dando un tocco nuovo e interessante all'intero gioco. Il successo che hanno avuto moltissime delle meccaniche, che hanno fatto il loro esordio in Total War: Rome II e che sono ancora oggi utilizzate dalla saga nei suoi più moderni titoli, è dovuto proprio alla semplicità generale, che permette di concentrarsi unicamente in quello che è il reale obiettivo del gioco: la conquista del mondo conosciuto. Un elemento fondamentale per ogni gioco appartenente alla saga Total War, e che si è andato perdendo unicamente nei titoli ultimi, come ad esempio Warhammer.
Per chi non conoscesse Rome II, o non ci avesse mai giocato, rimane da fare solo una piccola intro, necessaria a fare da preludio a quelle che sono, invece, le novità introdotte dal DLC che ci apprestiamo a recensire, ossia Desert Kingdoms. Si tratta di un gioco di strategia a turni dove, nei panni di un regno, si deve cercare di far prosperare l'economia e accrescere il numero delle proprie tutte, prestando nel mentre anche grande attenzione allo sviluppo diplomatico. Tutte le componenti principali sono riunite fino a dar vita ad un interessante connubio che impegnerà davvero tantissimo. Arrivare sul tetto del mondo non è affatto facile, sia che si prenda la temuta e potente Roma, sia che si prenda una fazione in crisi ma pronta a ritornare potente, come potrebbe essere la repubblica di Atene.
Il DLC viene rilasciato a distanza di 5 anni dall'uscita del prodotto base, in una politica di costante arricchimento che ha visto prendere vita altri numerosi DLC, in cui sono state aggiunte o nuove campagne, oppure nuove fazioni giocabili. In questo caso Desert Kingdoms prevede l'entrata in scena di ben quattro nuove fazioni, tutte originarie del deserto: Masesili, Nabatene, Saba e Kush. Una scelta interessante quella di implementare i regni del deserto, gli unici a poter offrire, in tal senso, uno stile di gioco differente che risulta essere davvero opposto a quello mostrato fino ad ora. Non rimane dunque che dare uno sguardo più attento a queste quattro fazioni, così da capire cosa nell'effettivo vadano ad aggiungere e modificare.
Dal deserto i pericoli maggiori
Combattere in territori ostili non è mai semplice, ma in particolar modo Rome II ha sempre mostrato al giocatore una difficoltà più alta in presenza di deserti o altri climi particolarmente ostici. Il problema dovuto a questi climi, essenzialmente, era dovuto al fatto che se non si fosse rimasti in prossimità delle strade, molto probabilmente il proprio esercito avrebbe subito un logoramento continuo, che ne avrebbe minato la sua efficacia.
Per questo motivo, ed in realtà anche per altri aspetti, dichiarare guerra ad un regno del deserto non è mai stato particolarmente semplice. Adesso, grazie a questo DLC, i regni del deserto si mostrano ancora più forti, decisamente più competitivi grazie ad una serie di bonus che vedremo tra poco.
Il primo grande regno incluso è quello dei Masesili, stanziati pressapoco nella Mauretania, presenti e particolarmente attivi nell'Africa del nord. Proprio a causa della loro posizione non sono affatto consigliati per i neofiti, dato che lo scontro con la vicina e potente Cartagine (ed in realtà anche del suo stato cliente) è praticamente già scritto. Un rapporto di forza per niente facile da superare, ma si tratta di una sfida davvero interessante per i più esperti, che potranno trovare assai gradevole questa nuova realtà. Se in attacco si potrebbe trovare molta difficoltà a ritagliarsi qualche spazio, vien da sé sottolineare l'incredibile potenza di questi Masesili in difesa. Interessantissimo è infatti il bonus di riuscita pari al 50% degli agguati realizzati in territorio desertico, il che li rende davvero difficili da buttare giù sia per le fazioni comandate dalla IA, sia da quelle comandante in multigiocatore da una mente umana. Il secondo ed ultimo bonus dei Masesili è legato allo sfruttamento della cavalleria leggera, armata di arco e/o di altre armi da tiro, capace di tirare con una frequenza incredibilmente maggiore, pari al 12% dei tiri al minuto.
I nabatei, l'altra grande fazione implementata nel DLC, sono invece molto differenti dai Masesili. Se quest'ultimi devono gran parte della loro forza alla difesa, ed allo sfruttamento del deserto, Nabatene ha a disposizione bonus molto pesanti sulla costruzione e, conseguentemente, sullo sviluppo del proprio impero. Pari ai Masesili si tratta di un regno dal grado di sfida molto alto, questo perché il vicino regno successore dell'Egitto si mostra alquanto difficile da sostenere, a meno che non si dia vita ad una imponente opera di diplomazia. Tornando ai bonus del ragno di Nabatene, vi è da segnalare il -20% sul costo di costruzione della catena principale di edifici, sia nella capitale e sia, soprattutto, negli altri insediamenti in possesso del regno. L'altro bonus è di natura commerciale, atto ad incrementare di ben il 15% tutti gli introiti commerciali dovuti agli accordi commerciali stretti con gli altri regni.
La scelta che ho trovato più interessante è quella di Saba. I sabatei sono una popolazione di grandi costruttori e di marinai, stanziato nella parte più meridionale della penisola arabica. L'interesse verso questo regno non è dovuto tanto a queste qualità, quanto alla loro posizione defilata e facilmente difendibile, ma soprattutto a differenza degli altri tre regni inseriti, isolata rispetto alle più grandi e potenti potenze del momento. Esattamente come i nabatei anche il regno di Saba ha a disposizione un incremento del 15% alle entrate dovute agli accordi commerciali, il che permette loro di accrescere moltissimo i loro guadagni. Ancora migliore è la "combo" garantita dall'altro bonus, ossia la riduzione del 25% ai costi di mantenimento delle truppe mercenarie. Chiunque abbia giocato anche solo un minimo a Rome II, è a conoscenza dell'indubbia forza strategica che hanno le truppe mercenarie all'interno dell'economia del gioco.
L'ultima fazione aggiunta è quella di Kush, ossia un regno situato nel nord dell'Etiopia e davvero molto vicino anch'esso alla grande potenza del regno d'Egitto. La difficoltà di Kush risiede proprio nei vicini egiziani, dal momento che le altre fazioni difficilmente riescono a poter competere con la supremazia militare degli abitanti di Kush. I bonus di questa fazione sono interessanti, dal momento che il primo garantisce un bonus del 10% alla riduzione del declino della popolazione in schiavitù, mentre l'altro garantisce un possente 6% in più a tutti i danni inflitti da truppe munite di arco.
Altre piccole, interessanti, aggiunte: i personaggi femminili
Sebbene non si tratti di un contenuto esclusivo del DLC, riteniamo sia giusto parlare di una novità davvero interessante e dall'ampio eco interno. Ci riferiamo all'ingresso in campo (a tutto tondo) di personaggi femminili, prima relegati unicamente al ruolo di "campionesse" o "spie". Adesso le donne possono avere un ruolo interessante, a seconda anche della cultura del proprio regno d'appartenenza, sia all'interno della politica, sia all'interno dell'esercito. Ancora più interessante il fatto che avere donne al potere, in un mondo prettamente maschilista (o quasi) qual è il mondo ritratto da Rome II Total War, produce alcuni cenni di malcontento, o comunque origina serie di possibilità che ampliano notevolmente il divertimento, facendo variare ogni partita dall'altra.
L'aggiornamento, uscito l'8 marzo in occasione della festa delle donne, è totalmente gratuito e disponibile a chiunque. Non occorre, infatti, acquistare il DLC per poter avere le donne all'interno del gioco.