P·O·L·L·E·N - Recensione di P·O·L·L·E·N - Un mistero dentro una base di ricerca
Si vedono sempre più spesso giochi di avventura che sfruttano la narrazione per catturare l'attenzione del giocatore, anziché cercare di catturare il giocatore con azioni spettacolari e una storia travolgente, proprio come The Vanishing of Ethan Carter, Everybody’s Gone to the Rapture e Firewatch, purtroppo questo non è il caso di P.O.L.L.E.N (o Pollen per accorciare).
Il gioco sviluppato da Mindfield Games mostra fin da subito un grandissimo poteziale, sia per il primo impatto grafico di grande effetto, sia per l'idea di concept, che se fosse stata utilizzata meglio avrebbe potuto far fare il salto di qualità a Pollen, così da renderlo un gioco a cui qualsiasi tipo di giocatore avrebbe dovuto giocarlo almeno una volta.
La storia di una base di ricerca
Pollen si svolge in un 1992 alternativo, in cui i Kennedy non sono stati assassinati, e le superpotenze hanno collaborato per l'esplorazione spaziale. Noi siamo all'interno della trama un tecnico della RAMA Industries (di cui non viene menzionato il nome), mandato sulla luna di Saturno, Titan, alla base M, per indagare sulla spazione dell'intera comunità scentifica. Un fatto strano, che da subito fa ben intendere la situazione che ci avvolgerà, ed accompagnerà, per tutte le ore all'interno del gioco.
Pollen inizia con noi seduti in una stanza piccola e buia, con un terminale apparentemente retrò, che ci chiede di rispondere a una serie di domande, una sorta di test della personalità, dove ogni risposta cambia le domande che ci porrà, per poi darci una scheda perforata, una sorta di badge aziendale.
Fin da subito l'obiettivo è quello di cercare di capire cosa stia realmente accadendo in questa base di ricerca. Per indagare e scoprire cosa sta succedendo, si deve recuperare alcune cassette audio e ascoltarle. Qui vi è un punto davvero dolente del gioco: il doverle per forza ascoltarle tutte, immobili, senza poter far altro. Una situazione frustrante, dato che i nastri da ascoltare sono decine e denice, con una durata che può raggiungere anche l'un minuto e mezzo. Sicuramente si sarebbe potuto trovare un escamotage a riguardo.
Cosa sarà accaduto al ricercatore RAMA?
Durante la nostra esplorazione non avremo mai a che fare con umani, ma solamente con le loro voci che raccontano cosa sia accaduto. Gli altri giochi - citati precedentemente - hanno sfruttato con grande efficacia questa tecnica, purtroppo Pollen non è riuscito nel suo intento, forse dovuto anche ad un doppiaggio poco convincente.
Pollen ha sfruttato tuttavia, con molta astuzia, il salto temporale nel gioco, grazie a cui ci permette di attraversare delle porte o interagire con alcuni strumenti non più funzionanti sull'altra linea temporale, così da farci risolvere alcuni puzzle ambientali. Una scelta interessante in grado di stuzzicare l'intelletto e la curiosità del videogiocatore.
Pollen si presenta fin da subito con un visual design incredibilmente fantastico, con una base realizzata su ogni minimo dettaglio, e con una interazione praticamente su qualsiasi oggetto all'interno dell'ambiente. Si viene accompagnati per tutta la nostra avventura da una colonna sonora di alto livello, che allieta e concorre a far volare il tempo senza minimamente accorgersene.
Il gioco richiede dei requisiti hardware molto elevati. Durante la nostra prova abbiamo riscontrato numerosi cali di frame, fino ad arrivare pure a 10-15 frame al secondo mentre si attraversava una stanza.