Call of Duty: WWII - L'eroismo sbarca nuovamente nella Seconda Guerra Mondiale
La storia di Call of Duty è parecchio singolare, poiché pone le sue fondamenta in una serie di videogiochi che ha come ambientazione proprio la Seconda Guerra Mondiale. La contrapposizione con le forze naziste, o più in generale dell'Asse, ha fatto la fortuna di questa serie marcata Activision, con campagne sempre solide e molto divertenti. Poi Activision ha dato una svolta alla serie, iniziando a trattare una tematica più moderna per poi, successivamente, sfociare in vere e proprie ambientazioni futuristiche. Dopo qualche anno però decide di tornare sui suoi passi, andando a lanciare Call of Duty WW2 che finalmente ci rispedisce nel pieno dell'azione della Seconda Guerra Mondiale. I cambiamenti rispetto ai precedessori sono imponenti, anche se per quanto riguarda il comparto multiplayer deve ancora molto ai vari Call of Duty futuristici, come ad esempio Infinite Warfare. Il cambiamento di rotta, e l'essere tornati all'origine, ha scatenato una sana curiosità in quasi tutti i videogiocatori che amano gli sparatutto, riuscendo a far tornare alla serie COD anche giocatori che, ormai, l'avevano abbandonata. Una missione riuscita quella di Activision.
La rinascita di Call of Duty parte dal D-Day
È inutile girarci attorno, il fascino della Seconda Guerra Mondiale e delle sue compagne è nettamente superiore a qualsiasi evento inventato narrabile. Gli sviluppatori di Call of Duty hanno quindi deciso, complice anche una lontananza dall'ambientazione di svariati anni, di raccontare con molta attenzione alcuni tra gli episodi chiave del secondo conflitto su scala mondiale. Per questo motivo la storia del soldato Daniels, che ci troviamo ad impersonare, non può dirsi di certo originale. Ma non è l'originalità, almeno in questo caso, che avremmo voluto. La campagna singleplayer di Call of Duty ci permette infatti di rivivere almeno parzialmente quegli eventi, in tutta la loro crudeltà ma anche epicità. Le forze americane, di cui noi facciamo parte, nonostante gravissime perdite continuano ad avanzare in territorio tedesco, passato per la Francia.Il percorso viene quindi suddiviso in "ricordi", che noi dobbiamo giocare in modo consequenziale, che ci guidano lungo tutta la tortuosa liberazione della Francia e della Germania.
La grafica totalmente rinnovata, l'HDR adesso supportato, e molti altri aspetti fanno sì che la campagna giocatore singolo sia un vero e proprio capolavoro. Divertente, ricca di variazioni rispetto al solito impugnare un fucile e sparare. Peccato che, però, continui la scelta di valorizzare quasi esclusivamente il comparto multigiocatore, rendendo così una parte molto bella del gioco (il singleplayer) come una mera appendice. Sì, perché di fatto la campagna singleplayer ha una durata assai risicata, come ormai ci ha abituato da anni la serie COD.
Abbiamo appena accennato al fatto che la campagna singleplayer non sia esclusivamente un corri e spara, ma che sono presenti molto variazioni. In effetti tornano ad esempio alla luce missioni completamente stealth, da eseguire con l'ausilio dei silenziatori o delle uccisioni corpo a corpo furtive. Ma non solo, perché la vera "novità" risiede ad esempio nella necessità di infiltrarsi tra le file nemiche utilizzando una falsa identità. Spunta nuovamente l'ormai nota, per gli amanti del genere, carta d'identità da mostrare ai tedeschi, farcita però di novità estremamente interessanti come delle vere e proprie scelte di parlato.
All'interno della campagna sono inoltre state aggiunte varie cose, come ad esempio il rapporto con i membri della squadra. Il rapporto non è modificabile tramite le azioni ovviamente, del resto non è un gioco di ruolo o simili, ma permette comunque di interagire con loro durante le varie missioni. È possibile così, in caso di carenza di munizioni, urlare al proprio compagno di lanciarcene un paio, e così via con granate (ovviamente non azionate, cosa credevate), medikit e altro ancora. Ah già, giusto, il medikit. Chi è un fan di Call of Duty alla parola "medikit" sarà rimasto un po' sorpreso, dal momento che nei vari capitoli della serie bastava mettersi al riparo quando lo schermo diventava rosso, per riprendere in automatico la vita. In Call of Duty WW2 questo non avviene. La vita dopo essere stati feriti non si rigenerà automaticamente, ma necessità di alcuni medikit che possono ripristinarla in parte. I medikit si possono trovare o chiedendoli ad un compagno (ma occhio, non sono infiniti), oppure sparsi per la mappa di gioco, ma spesso posizionati in maniera tale che non siano facilmente visibili a prima vista.
Si scende in una guerra anche multigiocatore
Sarebbe forse meglio dire "soprattutto" multigiocatore, dal momento che Call of Duty rimane ancora molto ancorato al comparto online. Una preminenza rispetto al comparto giocatore singolo, già segnalato precedentemente, che si può notare in come effettivamente il multigiocatore sia stato modificato. La modifica più lampante è l'inserimento di una hub giocabile, in perfetto stile Destinity, dove è possibile muoversi insieme ad altri giocatori per fare allenamenti, accettare missioni e sbloccare i collezionabili. Call of Duty WW2 eredita infatti da Infinite Warfare e da quelli precedenti la possibilità di sbloccare delle simil carte che corrispondono ad alcuni elementi applicabili sul fucile, o sulla personalizzazione estetica del nostro soldato. Ogni volta che si sale di livello, o quando si eseguono degli ordini (ottenibili tramite il maggiore Howard nella Hub), si ricevono delle casse di rarità differente. Sempre nella hub, è possibile richiedere il lancio dei rifornimenti, con l'apertura istantanea della cassa visibile a tutti coloro che sono nella nostra stessa stanza di gioco. Rimangono le "Serie di punti", ossia determinati bonus che possono essere utilizzati sul campo di battaglia quando si uccide, senza mai morire, un numero precisato di nemici. Potenziamenti talvolta molto potenti, come bombe o mitragliamenti da parte di caccia alleati. La novità si registra invece con l'implementazione della "Divisione", che deve essere scelta inizialmente ma che poi, in realtà, si può modificare anche in seguito. La "Divisione" è una specie di "classe", in realtà altamente personalizzabile al suo interno. Tra le disponibili abbiamo: fanteria, aviotrasportata, corazzata, montana e spedizionieri.
Le modalità di gioco sono varie, tra cui il classicissimo Deathmatch a squadre, dominio, cerca e distruggi, uccisione confermata, football, tutti contro tutti, postazione, cattura la bandiera e guerra. La modalità "Guerra" è quella più innovativa e che personalmente ho trovato più avvincente. In questa modalità si combatte sempre a squadre, Alleati ed Asse, e si combatte in una mappa suddivisa in obiettivi che cambiano a seconda delle esigenze di gioco. Proprio per il fatto che gli obiettivi cambiano repentinamente, a seconda dell'andamento della battaglia, è necessario che tutta la squadra abbia un forte spirito di collaborazione, e che quindi si coordini molto attentamente al suo interno. "Guerra" fa sì che alternativamente si prenda parte ad una fase offensiva e difensiva.
Ci sono due grandi incertezze nel comparto multigiocatore di questo Call of Duty WW2, che a nostro avviso sono anche piuttosto gravi, pregiudicando di fatto un voto finalmente che sarebbe potuto essere benissimo più alto. Innanzitutto è l'ambiguità della vita, nel senso che nel singleplayer è stato introdotto il medikit, mentre nel multigiocatore la vita si recupera in maniera classica, ossia riparandosi ed attendendo che pian piano vada a rigenerarsi. Aver mantenuto il medikit anche in questa modalità avrebbe a nostro avviso aumentato il lavoro di squadra, rendendo più avvincente giocare con altri giocatori, magari amici. Sarebbe ad esempio potuto essere implementata una classe, il medico, che avrebbe potuto lanciare medikit ai compagni di squadra che ne avrebbero avuto bisogno. L'altra mancanza, nettamente più grave, si registra a livello di modalità. Possibile che in una "Guerra" i giocatori, massimo, possono essere in dieci? Assolutamente no. Il numero di giocatori in una stessa sessione sono davvero troppo pochi, andando di fatto a minare la stessa esperienza di gioco e di immersione nel contesto della Seconda Guerra Mondiale. Manca assolutamente il feedback della grande battaglia, in un semplice cinque contro cinque che alla fine arriva anche abbastanza ad annoiare. Peccato anche la totale mancanza della possibilità di prendere possesso di un mezzo per devastare il campo di battaglia e, di conseguenza, i nemici.
E gli zombi?
No, non mancano neanche gli zombi, che si presentano invece nella modalità "Nazi Zombies". Come per Infinite Warfare, anche nazi zombies è una modalità che si sviluppa in una mappa davvero molto estesa, divisa in sezioni, sbloccabile al costo di una speciale valuta ottenibile uccidendo i nemici. Ogni sezione della mappa contiene al suo interno degli elementi con cui interagire, che possono aiutare o a proseguire all'interno della "missione" (come ad esempio valvole del gas da trovare per sbloccare alcuni accessi), oppure a comprare armi con cui evitare di morire. Si parte inizialmente con una pistola alquanto debole, utile soltanto in una fase iniziale, ma che quasi subito diventa inutile. Le armi si trovano appese ai muri, comprabili al prezzo di alcune "scosse" (la valuta accennata poco prima), ed hanno caricatori limitati che dovranno essere rimpinguati o comprando le munizioni, oppure trovando particolari boost che i nemici lasciano cadere a terra. Gli zombie sono molto diversi l'un l'altro, alcuni estremamente lenti e deboli, altri veloci e deboli, altri ancora molto grossi e forti, e così via. La collaborazione con gli altri tre membri della squadra è quindi fondamentale, anche perché oltre a garantire una maggiore pioggia di fuoco sui nemici, risulta utile qualora uno cada sotto i colpi degli zombi. La rianimazione istantanea è infatti possibile soltanto due volte, finite queste sarà necessario che un membro della squadra, in tempo, ci raggiunga e ci rimetta in piedi rianimandoci. Ecco perché stare con gli altri, e collaborare, risulta essere davvero fondamentale.
Combattimenti mozzafiato
La parte più sconvolgente (in positivo) è sicuramente la grafica, rinnovata in ogni suo aspetto. I personaggi sono realizzati con una cura quasi maniacale, così come le varie armi che impugnano. Una grafica che anche durante alcuni filmati si rivela essere in gioco, e non assolutamente renderizzata, grazie allo spostamento della visuale operabile con il joypad. L'HDR, rilasciato subito al dayone, permette di avere un gioco di luce assolutamente migliore, ma anche dettagli che altrimenti sarebbero leggermente più sfocati e meno definiti.
Il framerate nonostante le azioni concitate si mostra piuttosto stabile, permettendoci di godere a pieno di quei combattimenti che sembrano davvero realistici. Il fumo dei fumogeni, alcuni edifici che crollano, gli spari dei mortai e così via. Tutto è reso in maniera quasi impeccabile da un punto di vista grafico, ma anche (e soprattutto) sonoro. Una immersione che viene quindi garantita a pieno, ma che può essere goduta soprattuto nella modalità giocatore singolo, dove tutto avviene in maniera molto più cinematografica.
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Call of Duty: WWII
Il salto all'indietro della serie Call of Duty, che torna alle origini portando nuovamente alla ribalta l'ambientazione della Seconda Guerra Mondiale, si mostra non solo apprezzabile, ma anche incredibilmente valido. Se precedentemente erano tantissimi, forse anche troppi, i giochi sulla WW2, nella nuova generazione di console questi erano iniziati a diminuire drasticamente. Si sentiva l'esigenza di un gioco del genere, ed Activision dal punto di vista della qualità non ha deluso assolutamente. La campagna singleplayer è meravigliosa, con una resa grafica eccezionale grazie anche al sostegno dell'HDR, che permette maggiori dettagli soprattutto negli interni. I combattimenti sono realizzati splendidamente, permettendo un approccio oculato rispetto ai precedenti capitoli grazie all'inserimento del medikit. La vita che non si autorigenera è a mio avviso un punto di forza di questo nuovo titolo, che cerca quindi di raggiungere un tocco di realismo maggiore. L'approccio diretto alle forze naziste adesso, soprattutto alle difficoltà più alte, è praticamente impensabile, obbligando il giocatore ad escogitare qualcosa per rimanere in vita e portare a termine il proprio compito.
Non è tuttavia oro tutto ciò che luccica ed a fronte di un comparto singleplayer pressoché perfetto, si ha davanti un multigiocatore rinnovato soltanto nella forma, ma non nei concetti. I pochi giocatori pensati all'interno di ogni modalità di gioco iniziano a sentirsi e ad essere stretti, facendo mancare quei combattimenti epici che altri giochi riescono ad evocare. La modalità "Guerra", introdotta ed assolutamente valida, sarebbe ad esempio potuta essere molto più interessante se invece di dodici giocatori ne avesse, ad esempio, ospitati sessantaquattro. Ma anche trentadue, eventualmente. Torna a rivelarsi invece simpatica e divertente la modalità nazi zombies, permettendo di variare di molto rispetto al gioco base, offrendo al contempo un grado di sfida molto alto e quindi appagante.
Pro:
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Un singleplayer da urlo
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Comparto audio e grafico ineccepibile
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Nuova modalità "Guerra" multigiocatore
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Divertente ed articolata modalità nazi zombies
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Inserimento del medikit nella modalità giocatore singolo
Contro:
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...Ma perché soltanto lì?
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12 giocatori nel multiplayer sono ormai troppo pochi
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Mancanza di mezzi utilizzabili multigiocatore