Assassin's Creed: Origins - Il Signore della Duat attende
Si tratta sicuramente di uno dei titoli più attesi di questo novembre e, più in generale, di tutto l'anno 2017. Assassin's Creed è infatti una serie che ha scavato a fondo il cuore di tutti i videogiocatori, a partire da Altair e passando per l'indimenticabile Ezio Auditore. Le storie, da lì in poi, si sono susseguite con cadenza annuale, riscuotendo pareri a volte molto positivi, a volte abbastanza critici. La critica era soprattutto rivolta al gameplay stesso, dato che ogni anno si potraeva a stento, senza mostrare elementi di novità rispetto al passato. Iniziava a sembrare un gioco fatto unicamente per monetizzare dagli utenti ormai fidelizzati alla serie. Ubisoft, forse neanche così a sorpresa, decise quindi di sospendere per un anno la serie, in maniera tale da potersi dedicare maggiormente allo sviluppo e poter offrire un prodotto nuovo e frizzante, capace di attrarre come Assassin's Creed 1, 2 e 3 erano riusciti a fare. Il frutto di questo lavoro, a quasi due anni di distanza, è Assassin's Creed: Origins. Sin dal primo avvio il cambiamento si mostra epocale, non tanto a livello di grafica (comunque molto rinnovata), quanto a livello di gameplay. La fase stealth viene enfatizzata, ma viene anche marcata l'alternativa più diretta, che prevede un uso sfrenato delle armi. Ne risulta un gioco piacevole per chiunque, sia chi ama svolgere tutto nelle ombre, sia chi invece ama gettarsi nella mischia e mostrare tutto il potenziale del proprio armamentario. Ma la rivoluzione più grande è quella di aver trasformato Assassin's Creed: Origins in un simil gioco di ruolo, con tanto di open world (anche piuttosto vasto), numero altissimo di missioni secondarie e gestione profonda dell'inventario.
Dall'Animus all'Egitto tolemaico
Come suggerisce il titolo del gioco, Assassin's Creed torna alle origini, cercando di spiegare come di fatto è nato l'ordine degli assassini. I più attenti nel corso di Unity avranno notato che vien detto esplicitamente che le origini della confraternita erano antichissime, antecedenti di molto a Masyaf (presente nel primo capitolo della serie). Già con il primo capitolo avevano quindi previsto di poter svolgere eventualmente un capitolo radicato ancor prima dell'era delle crociate.
L'inizio di questo Origins è quantomai emblematico, con una serie di filmati che permettono di capire qualcosa (in realtà abbastanza poco) della storia che si cela alle spalle. Una scelta voluta, dal momento che viene poi snocciolata più avanti,con il susseguirsi delle quest e delle subquest, in alcuni casi quest'ultime collegate al filone principale degli eventi, seppur ovviamente di portata minore. Ci troveremo nei panni di Bayek, un Medjay che impronta tutta la sua vita al coronamento della giustizia, e della vendetta. Senza scendere nei dettagli, per non incappare in inutili spoiler, basta sapere che la storia di Bayek risulta essere incisiva e divertente, spingendo il giocatore a proseguire senza fatica di quest in quest, con il serio rischio di vedersi sfuggire di mano lo scorrere del tempo. Lo svolgimento delle subquest non è essenziale ai fini della storia, anche se in alcuni casi aiutano a comprenderla in qualche suo passaggio, ma aiutano moltissimo a livellare. Assassin's Creed: Origins prevede infatti un sistema di levelup; grazie all'accumulo di esperienza derivante da moltissimi fattori, è possibile potenziare notevolmente la forza in combattimento (e non solo) del nostro protagonista. Livellare in realtà è piuttosto fondamentale, dal momento che in alcuni punti della mappa i soldati risultano essere più alti di livello rispetto agli altri, e quindi davvero ostici da buttare giù a meno che non si abbia un livello quantomeno simile. Tra le varie subquest spiccano alcune pergamene sparse per Alessandria e per i suoi dintorni, come le iniziali regioni Siwa e Yamu, dal contenuto enigmatico. Decifrare il messaggio, capire cosa cela tra le righe, conduce a tesori sempre maggiori. Una sfida interessante, che spezza un po' il solito andamento delle quest.
Tornando alla storia di questo AC: Origins, non rimane che accennare ai vari personaggi storici che al solito, come da sempre accade nella serie di Assassin's Creed, scendono in campo con tutto il loro carisma e la loro leadership. La scelta del Regno Tolemaico, oltre che per ragioni di trama, si presta tra l'altro benissimo a questo aspetto. Il regno tolemaico si inscrive nei cosiddetti "Regni Successori" e chi pensa che sia "Egiziano" si sbaglia di grosso. L'elemento egiziano non è predominante, ma subordinato a quello greco, a cui la dinastia tolemaica deve le sue origini (come successori di Alessandro Magno). Proprio il dualismo greco-egiziano, destinato anche in quei tempi a pesare fortemente (basti pensare a ciò che risvegliò la battaglia di Rafah), costituisce uno degli elementi solidi e ben caratterizzati dell'intera ambientazione.
Il gioco può essere affrontato a diversi gradi di difficoltà, noi per svolgere la recensione abbiamo completato il gioco a difficoltà normale, provando le difficoltà più facili e difficili unicamente a scopo di test. La difficoltà normale non è affatto complessa, e le sfide che propone sono tutto piuttosto semplici, a patto ovviamente che si sfidi avversari del proprio livello o soltanto leggermente superiori. Il nostro consiglio è quindi quello di affrontare il gioco a difficoltà normale, in maniera tale da non rovinarsi la storia con un grado di difficoltà troppo basso o, a maggior ragione, troppo alto.
Una gestione dell'inventario finalmente profonda
L'impianto da gioco di ruolo ha fortunatamente rivoluzionato anche un aspetto che timidamente, già a partire da AC: Unity, avevamo avuto modo di testare. Mi riferisco ovviamente all'inventario, che in AC: Origins prende il nome di "Attrezzatura". Sin dal primo sguardo si può notare come effettivamente sia molto variegato al suo interno, permettendo di tenere un massimo di quattro armi con sé, ripartite secondo il criterio due da distanza, due da mischia. Inizialmente le armi utilizzabili sono soltanto due, ampliabili a quattro spendendo dei punti per acquistare determinate abilità. Ma delle abilità parleremo in seguito, essendo anche questa una aggiunta singolare ed interessante di questo nuovo e rinnovato capitolo. Le armi a corpo e distanza sono a loro volta ripartite, in maniera tale da offrire un approccio sempre diverso allo scontro, a seconda delle preferenze di ciascuno di noi. Sono presenti gli archi da predatore, particolarmente potenti e precisi, ma praticamente inutili qualora il nemico ci avesse avvistato e starebbe procedendo contro di noi, oppure gli archi da caccia che non hanno alcun tipo di "zoom" ma che si prestano perfettamente per uccidere animali (meno gli uomini). Altre tipologie sono gli archi da guerra, in grado di scoccare addirittura quattro frecce insieme con risultati chiaramente letali, oppure gli archi veloci che permettono di tirare frecce con una velocità d'attacco impressionante (un po' alla Windranger, per fare un paragone con un eroe di Dota 2). Le armi corpo a corpo, oltre ad avere una estetica tutta propria, permettono anche di infliggere più o meno danni, di essere più o meno veloci e, soprattutto, di avere un campo d'azione più o meno grande. Ecco che possiamo quindi scegliere di equipaggiare una pesantissima mazza da guerra, oppure una semplicissima spada, oppure una daga e un pugnale, una lancia o, ancora, una lama ricurva. Ogni arma ha delle finisher tutte proprie e permettono di attivare una modalità chiamata "Furia" in combattimento che cambia nel suo utilizzo a seconda di ciò che si impugna. Ogni arma è identificata inoltre da alcuni colori, che permettono di intuirne la rarità e, conseguentemente, la sua forza in battaglia. Le armi con sfondo blu sono quelle un po' più comuni, le viola quelle rare e quelle giallo/oro quelle molto rare.
Pensare all'attrezzatura come alla modifica delle sole armi è errato, dal momento che al suo interno vi è la possibilità di cambiare abito (o ottenibili durante particolari quest, oppure acquistabili dai sarti in città), cambiare cavalcatura, scudo e eventuali strumenti che ci si porta appresso. Tutte queste cose è possibile cambiarle, comprandole, dando una impennata variabile alla loro utilità sia in mappa, sia durante gli scontri. Avere una cavalcatura rapida è ad esempio fondamentale per procedere senza intoppi nella fase di esplorazione della mappa, essendo quest'ultima particolarmente ampia ed estesa. Alle lunghe il cammello con cui si inizia si nota essere troppo lento, e rallentare inutilmente la fase di esplorazione, danneggiandola.
L'ultima sezione di questa attrezzatura è rappresentata dagli oggetti di "creazione", che prevedono non di essere acquistati o trovati in mappa, bensì potenziati mediante un basilare sistema di crafting. Origins, un po' come in AC III, permette al giocatore (ed anzi lo incentiva) a cacciare gli animali selvatici, particolarmente numerosi nella mappa che il gioco ha messo a disposizione al giocatore. Ci sono animali innocui, altri particolarmente aggressivi, come ad esempio i coccodrilli, gli ippopotami ed i terribili serpenti. L'uccisione di questi animali permette, dopo essere stati depredati, di ottenere delle particolari pelli da poter essere utilizzate per migliorare alcune parti delle armature. Migliorare queste parti fa sì che i parametri del nostro medjay vadano ad aumentare; il pettorale ad esempio incrementa la vita, il parabraccio aumenta i danni dispensati corpo a corpo, e così via.
Un ultimo sguardo all'impianto simil gioco di ruolo
Collegare i più moderni giochi di ruolo ad una mappa immensa e completamente esplorabile è ormai dichiarato. Assassin's Creed:Origins ripercorre quella stessa via, offrendo una mappa davvero molto estesa, completamente esplorabile, e piena di luoghi di interesse inizialmente sconosciuti ed identificati mediante un "?". L'esplorazione è quindi un fattore imprenscindibile che permette di scoprire i più remoti segreti di questa ambientazione che, di base, ha davvero moltissimo da offrire. A mio parere molto più di quanto avrebbe potuto offrire una Parigi rivoluzionaria o una Londra vittoriana. Il team di Ubisoft su questo non delude assolutamente, e sfrutta al meglio l'impatto storico che può avere l'Egitto, e che ha in questa sua fase transitoria fortemente grecizzante. Tutta la mappa è infatti costellata di elementi di interesse che nascondono o tesori nascosti, o altre questioni da poter compiere sia per ottenere equipaggiamento raro, sia per ottenere utilissimi punti esperienza. Nello scorrere la mappa ci si può imbattere anche in un rettangolino bianco, ossia nella foto scattata da un altro assassino in rete. Le foto che si scattano possono rimangono infatti salvate sulla mappa e inserite online, votabili dalla community direttamente dalla mappa di gioco mediante un basilare sistema di "like". Lo scatto delle foto è incentivato anche da una nuova modalità inserita all'interno del gioco, e già vista in altri giochi che della grafica fanno il loro punto di forza come Uncharted, ossia il photo-mode. Si tratta di uno strumento simpatico, che permette di immortalare alcune scene di gioco e salvarle sulla mappa nel punto preciso in cui sono state scattate.
Da citare assolutamente, poiché merita grande attenzione, è l'albero di abilità che il gioco prevede e che permette di potenziare il personaggio con aspetti nuovi e mai visti in un Assassin's Creed. L'albero dei talenti, seppur tendenzialmente unito da alcuni dei suoi rami, si suddivide essenzialmente in tre macrosezioni: cacciatore, guerriero e veggente. Ricorda vagamente il sistema di abilità già visto in Horizon: Zero Dawn, seppur rimaneggiato pesantemente e reso un tantino più complesso, con un intreccio di abilità che modificano anche l'approccio stesso al gioco ed alle missioni. Le abilità sono di tipo varissimo, qua ne citeremo soltanto alcune, come le già citate abilità che permettono di portare con sé più armi, altre che sbloccano equipaggiamento differente (come i fumogeni o le bombe incendiarie) e altre ancora che sbloccano nuove possibilità. Per quanto riguarda le abilità da cacciatore ad esempio v'è la possibilità di acquistare "Arco da predatore migliorato", ossia la possibilità de controllare una freccia predatrice in volo, modificandone anche pesantemente la traiettoria, utilissima per mettere a segno letali colpi alla testa. Tra le abilità da veggente spicca invece la possibilità di sbloccare particolari dardi soporiferi in grado di mettere fuorigioco i nemici, ed una abilità ulteriore ad essa collegata che permette di domare gli animali dopo che sono stati resi inoffensivi da un dardo soporifero. In definitiva le abilità sbloccabili sono davvero molte ed estremamente variegate tra loro, permettendo una accurata scelta che va ad incidere in maniera diretta sul nostro gioco e sul nostro modo di condurre Bayek.
Addio scontri statici
L'era che associava gli scontri di Assassin's Creed a combattimenti pressoché statici, pensati unicamente come un "contrattacco-attacco" sono finalmente finiti. I combattimenti di Bayek spiccano per una complessità maggiore, mai eccessiva, che si compone di rapide schivate e attacchi più o meno veloci, a seconda del momento. Diventa fondamentale, specialmente per i nemici più forti e corazzati, studiare i movimenti con cui attaccano, così da intuire le loro mosse e prendere le giuste contromisure. Gli scontri si sono fatti quindi più dinamici, molto più interessanti, capaci di catturare l'attenzione senza il classico bisogno di premere i tasti al momento giusto, come se si trattassero di quick time event. Sì, vero, non ci sono mai stati dei QTE nella serie di AC per quanto riguarda i combattimenti, ma erano talmente semplificati da farlo quasi sembrare. Se prima si era sicuri di poter tenere testa ad una armata di nemici, quaggiù la certezza inizia a precipitare, soprattutto quando contro di noi marciano nemici corazzati e capaci di dispensare danni enormi ad ogni colpo andato a segno. I soldati più semplici risultano infatti ancora abbastanza semplici da buttare giù, anche se in massa, complice una vita non eccessiva e una capacità di danno di Bayek davvero molto elevata. Certo, tutto questo sempre che si abbia un equipaggiamento decente ed all'altezza del livello che si è raggiunto.
La modalità di scontro è ispirato, come per stessa ammissione di Ubisoft, al noto The Witcher 3, con la possibilità di agganciare il nemico e tenere premuto un tasto per far sì che si entri in una perenne modalità parata. La parata con lo scudo non è però in grado di bloccare qualsiasi danno, e da qui proviene la difficoltà di fronteggiare i nemici più potenti, in grado di sferrare dei colpi caricati che spezzano la nostra guardia e ci arrecano spesso grandi danni. Schivare, bloccare e colpire sono quindi fondamentali, non essendo più possibile eliminare ogni nemico con la facilità disarmante che caratterizzava i precedenti Assassin's Creed.
Graficamente e tecnicamente accattivante
La bellezza dell'open world è incentivata in larga misura dalla grafica di cui AC: Origins dispone. Una grafica nel complesso incredibilmente valida, accattivante, che riesce a rendere epico ogni singolo aspetto di questo Egitto. Dal deserto alla città, la grafica si mostra in dettagli eccelsi, specialmente per quanto riguarda gli interni e le opere monumentali di cui l'Antico Egitto è ovviamente uno dei principali possessori. Nonostante sia molto bella, la grafica non è esente da problemi, come ad esempio la mancata pulizia generale che rende complessivamente un po' troppo sporca la grafica di alcuni dettagli del gioco. Capita ad esempio di vedere delle corde un po' troppo invasive dal punto di vista visivo, con un brutto effetto di simil illuminazione dovuto al movimento. Dei glitch grafici che un po' rovinano l'armonia generale, ma che comunque sono ristretti e, in parte, scusabili in un sistema openworld davvero immenso come quello presente in AC: Origins. Graficamente il gioco è molto vicino ad un precedente capitolo della serie, vale a dire Assassin's Creed: Black Flag, condividendo con quest'ultimo proprio il creative director Jean Guesdon.
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Assassin's Creed: Origins
La serie di Assassin's Creed ha scelto di fare un balzo indietro, fermandosi per un anno subito dopo l'uscita di Syndicate, per riordinare le idee e trovare un modo di diminuire le pesanti critiche piovute sulla sua testa. Mancava una rivoluzione soprattutto tecnica ed a livello di gameplay, ed è a questo che Ubisoft ha lavorato nel corso di questi due anni. I cambiamenti sono immediatamente evidenti, con un gameplay rivoluzionato e quasi a sé stante rispetto a tutti gli altri capitoli della saga. L'impronta da gioco di ruolo è marcata e apprezzabile, con il sistema di level-up e di potenziamento dell'equipaggiamento che permette di variare moltissimo tutto l'aspetto di gioco. L'IA dei nemici è lungi dall'essere perfetta, e questo è un fattore a cui Ubisoft dovrà sicuramente lavorare in vista del prossimo appuntamento con la serie di Assassin's Creed, ma sicuramente migliorata per quanto riguarda i precedenti capitoli.
Pro:
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Graficamente e tecnicamente avanti
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Impianto da gioco di ruolo ben marcato e definito
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Open world ben tratteggiato e mappa molto grande
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Missioni principali accattivanti
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Gran numero di quest secondarie e luoghi sconosciuti
Contro:
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IA dei nemici e degli animali (soprattutto) da rivedere
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Qualche glitch grafico di troppo