Wolfenstein II: The New Colossus - Return to Wolfenstein
Eccoci nuovamente qui, sul nuovo capitolo della storica serie Wolfenstein.
Dopo le vicende di Wolfenstein: The New Order (d'ora in avanti indicato come WTNO) eravamo rimasti con un William J. Blazkovicz morente sul punto di distruggere definitamente la fortezza di Deathshead, il generale nazista che aveva dato al Reich la tecnologia necessaria a vincere la seconda guerra mondiale dando quindi il via alla complessa ucronia in cui prendono luogo sia gli eventi dello stesso New Order che New Colossus.
Nonostante all'apparenza il finale di WTNO potesse sembrare il punto terminale della storia di Blazkovicz il nostro protagonista è ben duro a morire ed i membri del circolo Kreisau riusciranno a portarlo in salvo prima che la base venga fatta saltare in aria con una bomba atomica.
La trama vera e propria di The New Colossus inizia qui, 5 mesi dopo il salvataggio di Blazkovicz, in cui ci ritroviamo costretti in sedia a rotelle a dover difendere il sottomarino "Martello di Eva" da un blitz nazista nel tentativo da parte di Frau Engel (uno degli antagonisti di WTNO) di riprenderne il controllo e porre fine alla resistenza del Circolo Kreisau.
Senza volermi troppo dilungare sulla trama, con il rischio di non voluti spoiler, mi limiterò a dire che Blazkovicz ed i suoi amici punteranno ad un nuovo traguardo per la resistenza, liberare gli Stati Uniti d'America dal giogo nazista.
Ci troveremo quindi a dover combattere per le radioattive rimanenze delle vie di Manhattan, le paludose vie di New Orleans e persino nel lontano pianeta Venere per cercare di riunire le forze di tutti coloro che vogliono combattere per libertà e giustizia.
A "Not so New" Colossus
Sin da subito si nota come la linea generale del gioco, così come le sue meccaniche siano sostanzialmente quasi le stesse che si erano viste in The New Order senza una vera sostanziale differenza se non alcuni aggiustamenti ed aggiunte che rendono l'esperienza di The New Colossus un poco più flessibile del capitolo precedente, a discapito di una trama meno "convincente" come vedremo meglio in seguito.
La base del gioco rimane la stessa, muoversi in ambienti relativamente molto lineari sparando a tutti i numerosi nazisti che ci si pareranno davanti fino ad arrivare alla fine del livello o ad un boss finale con cui dover fare i conti.
Di differente rispetto alla linearità del passato ci sono alcune sidequest minori (nemmeno poi così interessanti) e la possibilità di dare la caccia ai generali dell'Oberkommando decrittando i loro relativi codici Enigma e ritornando in ambientazioni che avremo visto durante la trama principale.
Queste "cacce all'uomo" inoltre rimaranno disponibili anche dopo aver portato a termine la trama principale dando però una brutta sensazione di "brodo allungato" più che apparire come un'interessante aggiunta per arricchire la trama.
Tanti presupposti mal sviluppati
L'ucronia del mondo di Wolfenstein è fra le più affascinanti e chiacchierate, in cui i nazisti hanno vinto la guerra riducendo in ginocchio gli Stati Uniti d'America e riducendoli ad una misera e vessata appendice dell'impero Nazista.
Le premesse per creare un affascinante spaccato di una società utopica ci sono tutti e ci vengono anche accennati durante lo svolgersi degli eventi.
I diversi, le persone di colore e gli omosessuali sono divenuti bersaglio di dure repressioni sociali e sono stati chiusi in ghetti o deportati in campi di concentramento assieme agli Ebrei, gli unici che si sono adattati alla nuova politica di vita del Regime Nazista sono i membri di alcune frange della borghesia bianca americana che spesso erano fomentatori di movimenti come il KKK o apertamente schierati contro varie minoranze etniche e sociali.
Coloro che non avevano accettato il nuovo regime avevano solo due possibilità: uniformarsi e obbedire alle leggi e alle ideologie del Reich o morire.
Tutto ciò di per se è una base enorme su cui poter sviluppare una trama o su cui poter elaborare complessi momenti di riflessione ma purtroppo per noi non è così in The New Colossus.
Tutti questi temi sono identificati solamente in alcuni personaggi come Grace Walker (leader del movimento di resistenza di colore) ma non sono abbastanza sviluppati per suscitare un vero interesse da parte del giocatore riducendosi spesso ad un "meh ok, dove sono i nazisti da prendere a calci nel culo?".
Personalmente ho trovato veramente molto affascinante la breve sequenza ambientata a Roswell, in cui Blazkovicz travestito da pompiere si muove in incognito nel mezzo di una parata nazista con la possibilità di assistere a numerosi "spezzoni di vita quotidiana" sotto il regime Nazista.
Proprio in questo breve tratto di trama si percepisce a pieno l'ucronia della serieWolfenstein, con una vita stravolta dalle regole del Reich in un fascino "alternativo" che difficilmente si trova in altri titoli.
Il problema è che non appena questa piccola parte avrà fine con lei finirà anche l'unico vero bagliore di ucronia di tutta la trama degno di essere notato.
Un poco di nastro e si aggiusta tutto
Rispetto al precedente WTNO il parco armi vede un buon miglioramento grazie all'introduzione di alcune MOD per le armi, che ci permetteranno di modificare le armi a nostra disposizione sfruttando dei "componenti" che potremo trovare nascosti in alcuni punti delle varie mappe.
Sarà possibile inserire 3 mod per ciascuna arma in nostro possesso che daranno anche dei netti boost ai danni o alle capacità offerte.
Almeno personalmente non ritengo queste modifiche comparabili con la funzionalità delle MOD per armi che avevo visto tempo addietro in DOOM.
Il parco armi resta però un poco limitato, con solo 5 armi da fuoco, un Laserkraftwerk (se in The New Order o nel recap iniziale avremo deciso di salvare Fergus) od un Dieselkraftwerk (se avremo deciso di salvare Wyatt), un set di granate e 4 armi pesanti che ci permetteranno di infliggere grossi danni in un tempo limitato.
Le armi pesanti infatti non faranno stabilmente parte del nostro inventario e non saranno modificabili come le altre armi, le troveremo invece solo sconfiggendo gli Ubersoldat che le impugnano o in alcuni casi "casualmente appoggiate" laddove ne potremmo avere bisogno.
Sarebbe stato bello che queste armi in grado di sparare laser, bombe a grappolo o proiettili calibro 50 avessero fatto parte dell'armamentario base e che a loro volta fossero modificabili per plasmarsi alle nostre esigenze.
In ogni caso, la risposta delle armi è ottimale, con una buona resa del loro funzionamento, del loro suono e con un buon feel del bullet-impact sui nemici che rendono complessivamente onore ad una delle componenti principali del gioco: sparare ai nazisti non sarà mai stato così appagante.
Tutto tremendamente divertente
Il gameplay di Wolfenstein non è perfetto, anzi sotto molti punti di vista presenta delle lacune ed una linearità spaventosa, ma in fondo ci troviamo davanti ad un titolo pensato proprio per essere fatto in questo modo.
Come sempre avremo due approcci per affrontare i numerosi nemici che cercheranno di ucciderci: potremo eliminarli uno per uno rimanendo nell'ombra o caricarli ad armi spianate sparando in faccia ad ogni singolo nazista su schermo.
Due approcci molto diversi e che personalmente appagano in modo molto differente.
È indubbio che un assalto caciarone e caotico impugnando un mitragliatore per ciascuna mano si uno stile di gioco certamente molto soddisfacente ed in grado di divertire ampiamente senza risultare noioso o mal realizzato.
Al tempo stesso si dovranno però considerare due fattori molto importanti specie se si gioca da una difficoltà pari a "Fatevi sotto!" in su (sotto il gioco ci trasforma praticamente in panzer umani).
Il primo fattore da considerare è che non siamo fatti di titanio e per quanto il gioco sia relativamente generoso in termini di vitalità il rischio di essere accerchiati e morire sotto l'intenso fuoco nemico è alto, quindi spesso un approccio diretto non è il più adatto se si vuole sopravvivere.
Il secondo motivo sono i comandanti, un particolare tipo di truppe che ci viene segnalato sullo schermo poiché se allertati daranno l'allarme richiamando sul campo di battaglia un numero molto elevato e spesso soverchiante di nemici.
Si comprende quindi che un approccio più furtivo è ottimo per evitare che questi comandanti si accorgano di noi .
I comandanti inoltre non sono solo una fonte di pericolo ma sono anche custodi delle schede enigma.
Tramite di esse ci sarà possibile rintracciare i comandanti dell'Oberkommando sfruttando appunto una macchina enigma a bordo del Martello di Eva.
L'approccio stealth in generale offre al tempo stesso una maggiore possibilità di sopravvivere ed un minore divertimento, poiché come ben si comprende esso non è la dinamica vincente di un titolo come Wolfenstein.
Il tutto si riduce a mere uccisioni furtive mentre che ci muoveremo di soppiatto dietro al nemico o dentro dei cunicoli, senza avere però la possibilità di nascondere i cadaveri o nasconderci meglio come si vede ad esempio in altri titoli (Dishonored tanto per citarne uno in particolare).
Notevolmente divertente è il combattimento corpo a corpo, con una fluidità ed un dinamismo che avevo viso solo in titoli come DOOM.
La nostra fidata accetta sarà un'arma spesso fondamentale sia per eliminare nemici ignari (potremo infatti lanciarla anche a distanza a mo' di Tomohawk) che per eliminare un nemico nel corpo a corpo.
L'esperienza in toto di gameplay per Wolfenstein: The New Colossus ricalca sostanzialmente il capitolo precedente offrendo per questo un valido divertimento ed un approccio semplice e diretto verso l'azione, d'assalto o furtiva che sia.
Distruggere il Reich non è facile! O sì?
Wolfenstein: The New Colossus ci offre ben livelli di difficoltà in cui potremo vivere l'avventura di Blazkovicz: "Posso giocare, papà?, Non farmi male!, Fatevi Sotto!, Chiamatemi Terror-Billy!, Sono il mietitore!, Mein Label!".
Come già avevo accennato prima, solo dal livello di difficoltà "Fatevi sotto!" In poi il gioco diventa realmente impegnativo, fino ad arrivare al livello di difficoltà massimo offerto dalla modalità "Mein Leben!".
In questa modalità, sbloccate solo dopo aver completato una volta il gioco in una delle altre difficoltà disponibili, avremo un livello di difficoltà massimo aggiunto al fatto che la morte sarà unica e laddove verremo meno ci troveremo costretti a ricominciare tutto il gioco da zero.
Accessori di guerra
Ad un certo punto della trama, per motivi che lascio ai giocatori scoprire, ci verranno presentati tre potenziamenti fra cui dovremo scegliere:
- Costrittore: pettorina che permette di stringersi per attraversare spazi angusti e che ci rende più silenziosi anche quando ci si muove in piedi. I nemici inoltre rimangono temporaneamente terrorizzati alla vista di Blazkovicz.
- Ariete: spalle corazzate che ci permetteranno sia di caricare il nemico che di essere maggiormente resistenti alle esplosioni e di sfondare alcuni tipi di pareti o ostacoli semplicemente correndoci contro. Inoltre ci permette di riparare la corazza nel tempo senza dover per forza raccogliere pezzi di corazza.
- Bipode: permette di raggiungere punti elevati, rende più rapido il cambio di armi e cura ogni volta che uccideremo un nemico.
Inoltre fa si che la salute sovraccarica non decada nel tempo.
Inizialmente potremo sceglierne uno soltanto, ma gli altri saranno recuperabili per mezzo di missioni secondarie assegnateci a bordo della Martello di Eva.
L'unico appunto che mi sento di muovere in merito a questi potenziamenti è il fatto che li si ottiene solamente verso la fine della trama principale rendendoli di fatto un poco inutili.
Sarebbe stato bello che fossero presenti sin dall'inizio di modo da poterli sfruttare maggiormente.
Prestazioni
Abbiamo avuto modo di provare il titolo di Bethesda su PS4 Pro, dove il motore id Tech 6 (lo stesso di DOOM) è stato in grado di sfoggiare un eccellente livello prestazionale e visivo.
Su Playstation 4 Pro la risoluzione è pari a 2560x1440p (poi spalmata tramite alcuni aggiustamenti per coprire la schermata in 4k) ed un miglior comparto di filtri anisotropici.
Su PS4 standard si scende a 1920x1080.
In entrambe le PS4 il framerate tende a rimanere sui 60fps ma scende un poco quando ci troviamo difronte ad ambientazioni ampie o ricche di elementi su schermo.
Xbox One vede invece una risoluzione minore di 1440x810 di modo da offrire un framerate più stabile.
Su PC ovviamente sarà possibile un ampio livello di configurazioni grafiche in base all'hardware equipaggiato.
Visivamente è un titolo decisamente ottimo, ben curato sia a livello di personaggi, mimica facciale, armi ed ambienti similmente a quanto avevamo visto nel capitolo precedente.
La compagine audio è ottima, grazie ad una soundtrack completa e molto tematica.
Un po' peggio sono i doppiaggi italiani, specie quello di Blazkovicz, che non riescono spesso ad essere convincenti o correttamente emozionali.
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Wolfenstein II: The New Colossus
Wolfenstein: The New Colossus è il classico FPS basato su livelli lineari, una trama non troppo di spessore e tanto tanto divertimento. Nonostante The New Order nel 2014 fosse stato molto più convincente sia come trama che Come innovazione questo rimane un titolo più che valido. La realizzazione è ottima, convincente ma con alcune falle sui temi trattati che ahimè avrei tanto voluto vedere sviluppati meglio. Per completare il gioco sono necessarie circa 9 ore a difficoltà "Fatevi Sotto" mentre per trovare tutti i vari collezionabili sparsi per il gioco si potranno necessitare anche 20-22 ore. Il titolo è disponibile per PC, PS4 e Xbox One a 59,99 euro.
Pro:
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Graficamente ben curato
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Gameplay divertente
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Meccanica delle armi ben strutturata
Contro:
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Relativamente breve
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Alcuni buchi nello sviluppo dei temi trattati
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Non troppo innovativo rispetto al precedente