Dungeons 3 - Il Male amorale scende in campo
Il fantasy è un genere che non sembra tramontare mai, tanto da arrivare ad assorbire quasi completamente il genere più precisamente storico. Le razze estranee a quella umana hanno un certo fascino, così come la lotta perenne tra le forze del bene e quelle del male. Ergersi a paladini della giustizia, e del bene nel mondo, è un qualcosa che ci è stato riproposto in tantissime salse, e che si ripete spesso in diversi giochi. Dungeons 3 ricalca ciò che il secondo capitolo della serie aveva cercato di concludere, riproponendoci la guida delle forze del male. Si, esatto, nei panni di una specie di divinità negativa, il Male, si dovrà seguire dall'alto le sorti di un dungeon e, successivamente, l'invasione delle terre libere. Dungeons 3 convoglia al suo interno diversi generi, tra cui spicca quello gestionale, soprattutto quando ci si trova all'interno del dungeon. Il gioco è localizzato totalmente in italiano, con un doppiaggio estremamente interessante.
In bilico tra il bene ed il male
Una delle modalità del gioco, probabilmente quella che (almeno a prima vista) ha meno attrattiva, è la campagna. Non si tratta di una critica alla storia, così come di nessuna altra critica all'impianto con cui è stata strutturata, bensì un rendersi conto che le maggiori aspettative le si hanno sul resto delle modalità. Focalizzandosi su ciò che concerne la storia, possiamo ritrovare un personaggio già centrale nel precedente capitolo, ossia Thalya. Thalya è un'elfa oscura che, dopo essere stata traviata dalle forze del male, viene convinta e convertita dal bene. Una forza che tuttavia appare da subito estremamente instabile, e che funge da centro di sviluppo per l'intera sequenza di missioni che si susseguono l'un dopo l'altra. La struttura della campagna è molto lineare e prevede un mix tra quelli che sono, in pratica, i due stili proposti dal gameplay. Ci sarà, in altre parole, possibile sia agire su di un dungeon, costruendo stanze ed altre malvagità atte a fortificare il male ed a radicarlo, sia muovere le truppe spedite in superficie per distruggere ogni rimasuglio di bontà dal mondo. I due stili di gioco sono essenzialmente molto diversi, con il dungeon che mostra una faccia estremamente gestionale, andando ad agire su stanze e ricerche, e con la superficie ci permette invece un approccio maggiormente strategico, muovendo con il mouse il proprio esercito.
Affronteremo però le due modalità di gioco più avanti, nel corso della recensione, focalizzandoci adesso soltanto sulla campagna e su ciò che ha da offrire. Abbiamo in tal senso già sottolineata la linearità della narrazione, che rende la storia molto più comprensibile e più facile da apprezzare. Il tocco forte della campagna è infatti rappresentato, oltre che da una originalità indiscutibile, anche dalla voce del narratore che riesce sempre e comunque a divertire. Una storia che tratta di malvagità, ma che viene narrata in maniera scherzosa e frizzante.
Una schermaglia tutta da apprezzare
Che la campagna non sia il punto centrale di questo Dungeon 3 è evidente, così come è evidente che lo sia la modalità schermaglia. La schermaglia è estremamente varia al suo interno, permettendo partite molto differenti tra loro, di volta in volta. Non appena sarà selezionata, ci sarà possibile scegliere più nel dettaglio la grandezza complessiva della mappa. Una mappa più piccola garantisce ovviamente un gioco molto più breve, viceversa una più grande un tempo di gioco inferiore. La grandezza della mappa è solo una variabile da poter definire, questo perché sarà possibile scegliere tra tre tipi di modalità di schermaglia differenti. Da una parte si ha la possibilità di scegliere la schermaglia classica, dall'altra la modalità sopravvivenza o quella infinita. Nella schermaglia classica si avranno di fronte vari livelli da superare all'interno del proprio dungeon, fino ad arrivare all'ultimo livello dove si dovrà fronteggiare, e sconfiggere, il Boss. Come anche nelle altre due modalità, alcuni gruppi di avventurieri si avventureranno all'interno del vostro dungeon, scontrandosi così con il vostro esercito e con le vostre guardie. Si ha come l'impressione di essere a Pathfinder, o a Dungeon & Dragons, ma dalla parte dei malvagi, pronti a torturare e/o uccidere tutti coloro che penetrano nel dungeon alla ricerca di gloria e ricchezze. Tutto ciò che troveranno saranno sangue, dolore e morte. Ci sarà un motivo se i mocciolosi, ossia gli orchi minori adibiti a lavorare all'interno del dungeon, temono così tanto la mano nostra mano nera, sinonimo di Malvagità.
L'altra modalità, ossia quella sopravvivenza, può essere vista come una modalità "ad ondate di nemici". Si sviluppa essenzialmente all'interno del dungeon, con la necessità di piazzare trappole e schierare quanto più esercito possibile, in maniera tale da poter resistere a gruppi sempre più numerosi ma, soprattutto, sempre più forti. Sconfiggere venti gruppi di temibili avventurieri significa distruggere una volta per tutte le speranze del bene e, di conseguenza, vincere la partita. Abbiamo lasciato per ultima la modalità "infinita" che, come suggerisce il nome, prevede la possibilità di giocare una partita che, almeno teoricamente, non avrà mai fine. Non ci sono obiettivi precisi, tutto sarà lasciato nelle mani del Male Crudele (noi), permettendoci di continuare indisturbati nel progettare il dungeon nei minimi dettagli. È una modalità caldamente consigliata a coloro che amano i gestionali, e che amano curare i minimi dettagli delle cose in loro possesso. L'unico limite della modalità risiede nel numero non infinito di oro che è possibile far raccogliere ai mocciolosi, dal momento che una volta finito l'oro difficilmente si riesce a poter andare avanti. Anche gli orchi, e le altre creature ultraterrene, esigono essere pagate in oro.. e guai a non essere puntuali!. La visione di un Naga con il cartello che protesta contro la Mano Nera non è piacevole.. anche se, ammettiamolo, è un qualcosa di assolutamente divertente.
Un dungeon da modellare
Il grosso del gioco si basa sul dungeon e sull'uso che il giocatore può fare di esso. Una piccola nota, prima di partire con questo capitolo: approcciarsi al gioco da completi novizi, senza eseguire il tutorial, è davvero molto ostico. Una volta imparati i comandi di costruzione tuttavia il gioco scivola molto tranquillamente, facendosi apprezzare per le sue animazioni che, per quanto non perfette, permettono di divertire. Il dungeon è strutturato in tanti piccoli quadretti su cui è possibile operare tramite i mocciolosi, scavando quindi gallerie, ampliando stanze e così via. Il dungeon è completamente modificabile al suo interno, e tutto gira attorno all'opera di scavo dei piccoli e gracili lavoratori. Per poter costruire delle stanze, tramite cui sbloccare magie, esercito e altro, è necessario prima dedicarsi ad una breve fase di "ricerca". La ricerca in realtà è quanto di più basilare possa esistere, dal momento che basta essere in possesso del denaro adeguato, o di altra oggettistica lì specificata, per poter di fatto sbloccare i vari potenziamenti. L'albero delle tecnologie è però davvero poco vario ed ha il limite di non supportare la modalità "infinita", non offrendo ad esempio una produzione infinita (magari scaglionata ogni tantum) di monete essenziali a portare avanti il dungeon. Senza oro infatti non è possibile proseguire a lungo, anche perché oltre ad essere la moneta di scambio per praticamente edificare qualsiasi edificio, è necessario anche a soddisfare il famigerato "Giorno di Paga". Il giorno di paga altro non è che il triste momento in cui si deve fare i conti con gli stipendi del nostro esercito e dei nostri mocciolosi, in pratica andando a pagarli per il lavoro che offrono a protezione e salvaguardia del nostro dungeon.
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Dungeons 3
Dungeon 3 è un gioco che mira a divertire, sia dal punto di vista della narrazione, sia del gameplay. Il fatto di abbracciare e perorare la causa del male non significa infatti essere di fronte ad un gioco serio, fatto di tanta gestione e spargimenti di sangue. Il lato del Male, capeggiato da noi mediante una mano nera che ricorda moltissimo il noto Black & White di Lionhead, viene infatti abbastanza deriso, in uno stile perfettamente tragicomico. La gestione del dungeon è abbastanza completa, con la possibilità addirittura di schiaffeggiare i nostri lavoratori, o il nostro esercito, quando sembrano adagiarsi sugli allori, spingendoli così ad accelerare il loro compito e diventare, ovviamente, più efficienti. L'ingresso nel nostro dungeon di gruppi di avventurieri è assolutamente divertente, dal momento che essi sono suddivisi in classi e ricordano splendidamente una bella sessione di Pathfinder (o Dungeon & Dragons, che dir si voglia), dove solitamente si è dalla parte dei buoni e si deve distruggere le forze del male, alla ricerca soprattutto di buoni tesori e di gloria. Qua è esattamente l'opposto, ed il nostro scopo è proprio quello di massacrare gli avventurieri, ponendoci sotto alcuni punti di vista dalla parte del master. Il punto pesantemente a sfavore del gioco è, piuttosto, la poca quantità di elementi che è possibile fare all'interno del dungeon. Le ricerche sono estremamente limite, le tipologie di forze del male da poter reclutare davvero molto ridotte. C'è tanta qualità in Dungeons 3, ma davvero troppo poca quantità. Proprio per questo motivo è inevitabile che, alle lunghe, il gioco possa diventare anche abbastanza noioso. Realmforge Studios avrebbe dovuto sicuramente inserire maggiori elementi all'interno del suo gioco, così da poterlo inserire a tutti gli effetti nell'Olimpo dei grandi manageriali.
Il gioco non può che essere consigliato, certo, ma continua ad apparire abbastanza scarno nei contenuti. Ricerche, truppe e quant'altro sono davvero molto poche.
Pro:
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Narrazione decisamente divertente
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Gameplay fluido ed intrignate
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Ottima gestione del dungeon
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Scontri molto interessanti
Contro:
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Estremamente povero di contenuti
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Alcune modalità un po' troppo simili tra loro