Pillars of Eternity - L'era degli eroi non tramonta mai
Esattamente cinque anni fa Obsidian Entertainment ha presentato sul proprio sito un gioco nuovo, dai contorni non del tutto ben delineati, che ha prendeva il nome di Project X. L'evento ha catturato molta attenzione, soprattutto fino a quando Project X non ha assunto quello che, successivamente, sarebbe divenuto almeno parzialmente il suo vero titolo: Project Eternity. Obsidian ha quindi avviato sulla nota piattaforma di Kickstarter una raccolta fondi, grazie alla quale sono spuntati ulteriori dettagli che hanno fatto intuire di cosa davvero si trattasse questo altrimenti fumoso Project Eternity. In poco più di ventiquattro ore grazie a Kickstarter la softwarehous raccoglie l'incredibile somma di 1.1 milioni di dollari, tanto da permettere ad Obsidian di annunciare anche una versione di gioco per Mac. La raccolta fondi ha continuano ad essere particolarmente proficua per Obsidian, a tal punto da ottenere il record di gioco che ha raccolto il maggior numero di fondi grazie a Kickstarter. A distanza di due anni e mezzo dall'uscita della versione PC, datata 26 marzo 2015, Obsidian lancia una ulteriore sfida: quella di far approdare Pillars of Eternity su console. Pillars of Eternity su console lancia quindi un genere che non è mai riuscito, almeno su nuova generazione, ad avere la presa che avrebbe meritato. Paradox Interactive, publisher del gioco, come per Cities si è trovata a lanciare sul mercato un prodotto rivisto e adattato, sostituendo mouse e tastiera con un più limitato (per ovvie ragioni) joypad. Il risultato, come vedremo nel corso di questa recensione, ha avuto in questo caso alterna fortuna. Rimane da segnalare, oltre che ovviamente la traduzione italiana (già presente anche nella versione computer), anche la presenza della grande espansione "La Bianca Marca", originariamente divisa in due parti, riunite nell'occasione di questa uscita per PS4, che prende infatti il nome di "Complete Edition".
Bentornati, si fa per dire, a Valdoro
Non che sia una grandissima città ma, come per esempio nel caso di Whiterun per Skyrim, è per certi versi emblematica per coloro che hanno giocato il titolo. Un impatto forte sulla memoria, probabilmente perché è la prima "città" che si trova all'interno del gioco, subito dopo aver abbandonatoalcune situazioni che per ragioni di spoiler non saranno qui affrontate. Proprio come nella versione per PC, anche su PlayStation 4 sarà possibile godersi una grafica decisamente piacevole, ben disegnata, nella sua interfaccia isometrica con sfondi bidimensionali, tale da favorire uno dei fulcri stessi del gioco: l'esplorazione. Trattandosi di un RPG difficilmente si trae godimento dall'approcciarlo in maniera diretta, procedendo lungo il binario delle quest principali senza in realtà guardarsi attorno ad esplorare, o anche solo a svolgere le cosiddette sub-quest.
Tornando a volgere l'attenzione sulla conversione dalla versione PC a quella PlayStation 4 abbiamo l'obbligo di volgere l'attenzione alla sostituzione dei movimenti che, su PC, si possono eseguire tramite click del mouse sul mondo di gioco. Inserire la possibilità di cliccare sarebbe stato deleterio a causa della scomodità derivante dal joypad, per questo motivo sarà possibile tramite la levetta analogica di sinistra muovere direttamente un personaggio, senza la necessità di imprimergli un ordine "dall'alto". Ne risulta un movimento fluido, ben studiato e realizzato, complice anche la possibilità con la levetta analogica di destra di poter spostare a piacimento la visuale, così da centrarla nel punto di maggior interesse. Il senso di avventura e di esplorazione non viene quindi intaccato da questa versione console ma, anzi, reso più semplice e fluido. Ben più complesso e farraginoso è il menù del personaggio, tramite cui accedere ad importanti elementi di gioco come il passaggio di livello, la scheda del personaggio, la mappa e così via. La struttura circolare del menù ricorda vagamente quella dell'ormai lontano "Il Tempio del Male Elementale", specialmente per quanto concerne la scelta delle magie da lanciare qualora si avesse nel party un mago o, comunque, un incantatore.
Tra una pausa e l'altra si combatte
Lo stile di combattimento proposto da Pillars of Eternity, presente su PlayStation 4 tale e quale a quello su versione PC, si ama o si odia nella sua originalità. Si tratta di una modalità di combattimento in tempo reale con tattica da impartire, generalmente, tramite pausa. In altre parole, prima di ogni scontro, all'avvistamento del nemico (per parlare in termini più da gioco di ruolo cartaceo al momento del lancio dell'iniziativa), il gioco si mette automaticamente in pausa. Sospende lo scorrimento del tempo e permette al videogiocatore di guardarsi attorno, studiare il paesaggio in cui si trovano i suoi personaggi e decidere dunque su come affrontare lo scontro, tenendo ovviamente conto anche delle eventuali capacità del nemico qualora si conoscano. Non è tuttavia nè la prima volta in cui si sospende uno scontro, né tanto meno l'unico motivo reale per cui doverlo fare. Generalmente durante gli scontri Pillars of Eternity permette di mettere pausa, una specie di pausa di gioco organizzata e studiata ad hoc, che permette al videogiocatore anche di impartire gli ordini ad ogni singolo personaggio. Dato che ogni pg (personaggio giocante a disposizione del videogiocatore) ha a disposizione un gran numero di abilità e di magie, risulta fondamentale poter sospendere il gioco per poterle attivare simultaneamente, senza perdersi altrimenti frazioni di scontro. Una pausa fondamentale per un gioco che prevede i combattimenti in tempo reale, senza l'ausilio dei famosi "turni" basati sulla reattività dei personaggi.
Tante difficoltà per una avventura epica
Che la storia proposta da Pillars of Eternity sia grandiosa è un dato di fatto, così come molto interessante è la narrazione che ci viene proposta di volta in volta grazie a dialoghi articolati e complessi, oltre che grazie anche alla nostra capacità da "Osservatore". Ma del resto sulla validità della storia non si avevano dubbi sin dal primo istante, grazie ai nomi altisonanti per il genere di Chris Avellone e Tim Cain. La trama principale si delinea attraverso vari eventi e, per quanto non immensamente lunga, garantisce comunque moltissime ore di gioco che difficilmente giungono a stancare. Per i puristi del gioco, e per coloro che amano le sfide ardue, il gioco prevede un totale di ben sei difficoltà: racconto, facile, normale, difficile, via dei dannati e modalità esperto. La modalità racconto è quella più semplice, realizzata unicamente per permettere al giocatore di godersi la trama di gioco, togliendo e sospendendo la difficoltà che alcuni scontri altrimenti avrebbero. Dalla difficoltà facile fino alla via dei dannati, invece, è un progressivo passo verso una complessità davvero esemplare, che richiede una gestione davvero molto oculata ed attenta del proprio gruppo di personaggi, sia in battaglia che fuori. La modalità esperto, invece, permette di giocare l'avventura privandosi di una lunga serie di aiuti presenti nel gioco, lasciando che soltanto la propria abilità possa, in qualche modo, toglierlo dal pericolo. Ma se si amano le sfide, non si può non citare la "Prova del ferro", una modalità che permette di giocare con un brivido che percuote in maniera costante la schiena del videogiocatore: quella del game over definitivo. Nella modalità "Prova del ferro", infatti, si ha a disposizione per tutta la partita un solo slot di salvataggio e, quando il personaggio del giocatore viene ucciso, il file viene automaticamente eliminato, costringendo a riniziare da capo.
Una personalizzazione esemplare
Tutto si può dire di Pillars of Eternity, nel bene o nel male, nell'amore o nell'odio, tranne che non sia profondo nella creazione dei personaggi. Si parte con la classica scelta del sesso, se avere il personaggio principale maschio o femmina, per passare poi alla scelta della razza. Le razze giocabili sono quelle classiche, alcune leggermente riviste e rivisitate, con l'aggiunta degli aumaua, degli orlan e dei deiforme. Ogni razza, oltre che ad un cambiamento ovviamente estetico, garantisce anche l'accesso ad alcuni bonus (o malus) in determinate caratteristiche, tanto da renderle più adatte ad una classe piuttosto che un'altra. Questo ovviamente non significa che se la scelta di farsi di razza nanica prevede un malus di -1, io non possa fare il ladro; potrò farlo con, ovviamente, la consapevolezza di non avere una classe completamente performante. Niente che renda però il gioco impossibile. Selezionata la razza e la sottorazza (le stirpi, per intenderci) è il turno della classe, la scelta probabilmente più importante di tutte, dato che modifica sensibilmente l'approccio al gioco. Anche in questo caso le classi risultano essere quelle classiche dei giochi di ruolo cartacei, con la sola aggiunta dei "Cipher", ossia personaggi capaci di entrare in contatto diretto con l'anima e la psiche delle altre persone, fino ad arrivare a manipolarle. Scelte le magie, i poteri e gli attributi (i punteggi caratteristica), sarà possibile toccare un punto di indubbio interesse per ogni giocatore di ruolo: il background del personaggio. Nulla è lasciato al caso ed Obsidian, per permettere di avvicinare maggiormente il videogiocatore al proprio personaggio, ha studiato la possibilità di permettergli di strutturare una sorta di storia guidata. Attraverso la scelta della cultura, infatti, sarà possibile delineare il passato del personaggio e, tramite questo, ottenere un punteggio di caratteristica aumentato di uno, a seconda di come il pg ha vissuto nel corso degli anni precedenti agli eventi narrati da Pillars of Eternity. Una ulteriore personalizzazione in tal senso deriva anche dalla scelta delle origini, che vanno ad aumentare non i punteggi di caratteristiche, ma le poche abilità che il gioco prevede, e che possono influire direttamente in alcuni frangenti di gioco.
Modificato esteticamente il personaggio, scelto il suo ritratto e la sua voce, sarà possibile infine gettarlo nella mischia, immergendolo nel mondo di Eora.
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Pillars of Eternity
A distanza di due anni e mezzo circa dall'approdo di Pillars of Eternity nella sua versione PC, ecco che viene lanciata da Obsidian e da Paradox la versione PlayStation 4. Il lavoro di conversione non è dei più banali, anche a causa dei tantissimi meccanismi, e tasti, presenti all'interno del gioco. Il gran lavoro che vi è dietro la conversione si può notare però sin dal primo avvio, ossia dal movimento stesso dei personaggi, che risulta essere fluido e ben strutturato. Non v'è più da cliccare sul mondo di gioco per ordinare al gruppo di muoversi, ma c'è la possibilità di muovere direttamente il personaggio con le levette analogiche, facendolo poi seguire a ruota (automaticamente) dal resto del party. La conversione non è però tutta rosa e fiori, alcuni problemi infatti emergono soprattutto a livello di struttura, presentando una situazione talvolta caotica, accentuata dalla presenza di ben due menù raggiungibili con i tasti L2 e R2. In ogni caso Paradox ha il sicuro merito di aver portato su PlayStation 4 un prodotto che ha fatto la storia dei giochi di ruolo per PC, con la sua profondità e la sua trama davvero coinvolgente. Ma, soprattutto, di aver portato su PlayStation 4 un genere che fino ad ora non ha convinto completamente su console e che invece, con Pillars of Eternity, può tornare a vedere una luce brillante. Chi ama i giochi di ruolo e non ha a disposizione (o preferisce comunque la console) un PC, questa edizione risulta essere comunque molto interessante e valida, sicuramente meritevole. Se invece si avesse la possibilità di giocare su Computer, la versione PC continua ad avere, a nostro avviso, una marcia in più. Rimane il fatto che, piattaforma a parte, Pillars of Eternity rimane un prodotto valido e che abbraccia totalmente il genere che intende rappresentare, portando nuova linfa ad un panorama assai spento. Lodevole il fatto che su PlayStation 4 sia stata rilasciata da subito la Complete Edition, provvista quindi di entrambe le parti dell'espansione "The White March".
Pro:
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La trama continua ancora oggi a brillare
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Creazione del personaggio molto profonda
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Lancio sin da subito della Complete Edition
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Conversione su console ben realizzata...
Contro:
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...Ma in alcuni frangenti ancora troppo caotica
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Tempi di caricamento a volte molto lunghi