Uncharted: L'Eredità Perduta - Dai resti dell'impero Hoysala
Non è passato in realtà molto tempo da quando Uncharted 4 ha fatto la sua comparsa negli scaffali dei negozi, pronto ad essere giocato da noi in tutte le sue più minime sfumature. Questo poco tempo non ha fermato però Naughty Dog dallo sfornare un nuovo capitolo della saga, di portata però minora, dichiaratamente marcato come "espansione". Una espansione stand alone, con una storia tutta propria, che possa sganciarsi dal filone principale mantenendo però tutto ciò che di buono esso ha. Ci vengono quindi riproposti due personaggi interessanti, Chloe Frazer e Nadine Ross, che si mettono in combutta e, tra alti e bassi, ci propongono una avventura con i fiocchi. Sarà pure una espansione, ma il gioco si rivela davvero molto ricco al suo interno, con un mistero da sciogliere e davvero tantissimi ostacoli da dover aggirare e/o superare. Ecco quindi che lo spettro di insicurezza dovuto dal suo essere uno espansione va a dissiparsi, portandoci di fronte agli occhi un videogioco saldo, pieno di freschezza e vivacità. Dai molti territori favoleggianti proposti da Uncharted 4, con ad esempio il magnifico Madagascar, veniamo trasferiti nella lontana e misteriosa India. Più precisamente, ci ritroveremo a fare i conti con una civiltà indiana perduta nel passato, la cui storia si perde in intrecci largamente indefiniti. L'impero Hoysala viene tracciato da Naughy Dog in modo tale da offrire una avventura non lunga (si aggira, se si va dritti al punto senza mai soffermarsi a fare esplorazione, sulle dieci ore), ma comunque carica di emozioni, dovute oltre alla magnifica ambientazione anche alle due protagoniste. Chloe e Nadine, quest'ultima apparsa per la prima volta in Uncharted 4 come "villain" del nostro Nathan Drake, si apprestano davvero ad essere uno dei punti cardine e di successo di questa nuova espansione di Uncharted.
Da segnalare, in ultimo, la presenza della modalità multigiocatore. Il funzionamento della modalità multigiocatore all'interno di questa espansione lo vedremo più avanti, nel corso della recensione.
Frammenti dal passato: da Belur ad Halebidu
A parte riconoscere immediatamente Chloe Frazer all'inizio si può fare poco e niente. Si può intuire l'ambientazione orientale, l'ombra di una guerra che ha scalfito all'interno la società, ma per il resto non si può che arrancare nel buio. Poi, mano a mano, tutto diventa più chiaro, così come il motivo per cui ci troviamo a dover avere a che fare con l'India e, più specificatamente, con uno degli imperi che la hanno governata. La missione, infatti, sarà quella di recarsi tra le rovine dell'impero Hoysala alla ricerca di un antico manufatto che si pensa sperduto. Ecco che quindi veniamo posti davanti a veri e propri scorci spettacolari di natura, con ambienti open world di qualità davvero incredibile. Spesso abbiamo sentito parlare di una PlayStation 4 spinta quasi al massimo del suo potenziale da alcuni titoli, ma di certo possiamo affermare che mai e poi mai, fino ad ora, abbiamo avuto modo di assistere ad un dettaglio grafico talmente magistrale. L'esperienza di gioco, già largamente positiva grazie all'impatto grafico ed estetico, va ad ampliarsi grazie alla naturalezza con cui Naughty Dog decide di avvicinarsi a questa instabile e sorprendente coppia di avventuriere: Chloe e Nadine. Le due, molto diverse tra loro, mostrano una caratterizzazione immensamente interessante, che sfocia lungo il cammino in dialoghi davvero ben realizzati e profondi, che finiscono per farci conoscere meglio la psicologia di entrambe.
L'avventura proposta da questo nuovo capitolo facente comunque parte della serie Uncharted ci pone di fronte a sfide che, in larga parte, abbiamo già avuto modo di incontrare in Uncharted 4. Torna così quel mix di elementi talmente esplosivo da aver fatto la fortuna, per questa serie, di Naughty Dog. Chiari elementi platform si mixano alla perfezione ad enigmi ambientali semplici ma ben strutturati, capaci comunque di "rubare" abbastanza tempo al videogiocatore prima di proiettarlo avanti con la trama. Non mancano però, ed anzi sono frequentissime, scene frenetiche che prevedono combattimenti serrati tra noi ed, ovviamente, i seguaci del cattivo di turno. A questo giro tocca ad Asav, un signore della guerra che capeggia un gruppo di ribelli, impersonare l'antagonista del gioco, che farà ovviamente di tutto per cercare di metterci il bastone tra le ruote. Un nemico formidabile, ma anche abbastanza scontato nelle sue mosse, che tuttavia non tende a spiccare per il suo carisma. Asav è un cattivo classico, oserei definirlo quasi scontato, ma che riesce comunque a tirare avanti le fila della trama.
L'avventura indiana viene arricchita anche da momenti interessanti che portano in prima luce un barlume di storicità religiosa. Tra i vari tesori che è possibile trovare, ma anche tra le varie statue che ci sarà dato modo di contemplare e guardare, troveremo spesso e volentieri il carattere religioso. L'induismo indiano, nella sua forma più arcaica, torna quindi alla ribalta proponendoci la classica teologia farcita da miti e storie interessanti. Tra la presenza di molti dei, come Shiva e Parashurama, possiamo quindi cercare di portare a termine la nostra avventura. Ma sia chiaro, i ribelli di Asav sono sempre dietro l'angolo...
Sparatorie all'ultimo grido
Ciò che fa davvero dei combattimenti qualcosa di grandioso è, in linea di principio, l'intelligenza artificiale dei propri nemici. Affrontare nemici stupidi non piace a nessuno, diventa monotono nella sua semplicità. Naughty Dog ha quindi concentrato molti sforzi per migliorare questo aspetto, andando a rendere parzialmente più complessa l'intelligenza artificiale sia dei nostri nemici, sia dei nostri alleati. Ci riferiamo, per quest'ultima istanza, a Nadine. La nostra compare infatti, essendo di fatto una mercenaria particolarmente capace nel combattimento, spesso e volentieri cercherà di distanziarsi un po' da noi, per dar sfoggio della sua capacità militare. Ciò, ovviamente, non significa che farà tutto lei e che per la nostra Chloe non ci sarà niente da fare. Assolutamente no, dal momento che i nemici tenteranno quando possibile di mirare proprio al giocatore, e non al suo alleato.
L'intelligenza artificiale dei nemici, come accennato, è leggermente migliorata ma mostra comunque delle incertezze, specialmente quando ci si trova o in fase stealth, o a tirare una granata. Spesso e volentieri i nemici non sono, infatti, capaci subito di individuarci come minacce, nonostante magari indugiamo per qualche istante davanti ai loro occhi o, ancor peggio, uccidiamo un loro alleato. Il problema delle granate, ossia il non spostarsi dei nemici quando si lancia loro una granata ai piedi, non è stato risolto.
Per il resto, intelligenza artificiale a parte, i combattimenti sono rimasti uguali a quelli di Uncharted 4, con la solita frenesia che caratterizza alcuni momenti. È possibile variare spesso e volentieri il proprio arsenale, potendo portarsi appresso una pistola ed un'arma più pesante, come ad esempio un mitragliatore o un fucile a pompa. Le armi sono ben realizzate, così come lo è anche il feedback degli spari, con una fisica che di certo risulta essere ben resa. Le armi, a loro volta, sono contraddistinte tra loro secondo un ordine di rarità: bianche le armi comuni, oro quelle più rari e potenti, capaci di dispensare più facilmente colpi letali.
La parte fondamentale del combattimento rimane quella della ricerca delle coperture. Nascondersi dietro blocchi più o meno naturali disposti sulla mappa, sporgersi e sparare, cercando di eliminare quanti più nemici possibili. Ovviamente, come in tutti gli Uncharted, v'è la possibilità anche di un approccio più cauto, stealth.
Un multigiocatore generoso
Non appena abbiamo avviato il gioco, ed abbiamo notato la sessione multigiocatore, per un attimo ci siamo allertati. Quanto sarebbe potuto durare un multiplayer radicato in un gioco che, per stessa ammissione, è una espansione? Non sarebbe durato niente. Poi, facendo qualche partita e provando qua e là, abbiamo capito: i server sono in comune con quelli di Uncharted 4. Il dubbio, così, è stato ufficialmente fugato, dandoci piuttosto la soddisfazione di vedere come Naughty Dog e Sony, anche con questa mossa, tengano in grande considerazione non soltano il singleplayer, ma anche il multigiocatore. Del resto è risaputo che, purtroppo o per fortuna (dipende dai punti di vista), i giochi singleplayer stiano perdendo sempre più terreno ed attrattiva, surclassati da giochi in rete di massa.
Proprio per il fatto che i server risultano essere in comune con quelli di Uncharted 4, di fatto anche le modalità risultano essere perlopiù simili, con l'aggiunta di alcuni personaggi particolarmente importanti nella serie, come appunto Chloe Frazer.
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Uncharted: L'Eredità Perduta
Uncharted: L'Eredità Perduta è una espansione che, tuttavia, non ha nulla da invidiare ai giochi più completi. Nonostante non risulti essere particolarmente lungo (10 ore per una speed-run) permette comunque di aumentare notevolmente la longevità grazie alla fase di esplorazione che un titolo open world può garantire. Certo, le mappe non sono immense, ma risultano essere sufficientemente grandi da nascondere sia gli enigmi naturali sparsi per la mappa, sia i vari tesori a cui ormai la serie di Uncharted ci ha abituati. Piccoli tesori, infatti, risultano essere sparsi per tutta la mappa, e trovarli diventa un avvenimento quanto mai difficile e complesso. Spesso non appaiono immediatamente allo sguardo, nascosti negli anfratti più impensabili, denotati soltanto da uno sbrilluccichio luminoso che appare solo se si guarda nella giusta direzione. Insomma, una vera e propria caccia al tesoro che per coloro che mirano sempre e comunque al 100% può essere una vera e propria manna dal cielo.
La trama, complice anche una ambientazione particolarmente brillante e storicamente (e religiosamente) interessante, risulta essere solida e molto valida. Chloe Frazer e Nadine Ross, inoltre, riescono ad arricchirla ulteriormente con scambi di battute più o meno serie o divertenti, a seconda dei casi, ma che hanno un denominatore comune: riescono a far apprezzare le due protagoniste.
I combattimenti sono ben realizzati, nonostante l'intelligenza artificiale in alcuni frangenti continui a non brillare totalmente. In ogni caso, rispetto ad Uncharted 4, i passi in avanti si sono visti, nonostante il poco tempo che separa i due titoli della saga. A spezzare il ritmo del gioco anche una interessante new entry, ossia lo scassinamento. Scassinare le serrature di porte o bauli richiede, in Uncharted: L'Eredità Perduta, l'avvio di un piccolo e semplicissimo minigioco. Si dovrà ruotare la levetta del joypad in senso orario o antiorario, fino a quando non si sentirà un po' di vibrazione, che identifica il punto preciso per far scattare la serratura.
Pro:
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Graficamente e tecnicamente eccelso
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Trama come sempre intrigante
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Il duo tutto femminile è meraviglioso
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Longevità nel complesso alta per una espansione
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Si collega al multiplayer di Uncharted 4
Contro:
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In alcuni frangenti IA non al top
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Qualche calo improvviso di frame nelle scene più concitate