Offensive Combat: Redux! - Schernire gli avversari is the new way
Di sparatutto ne abbiamo visti a quantità industriale, proprio per la loro semplicità di realizzazione con motori a volte gratuiti (vedi Unity) ed a volte realizzati dagli stessi programmatori del gioco. Resta il fatto che lo sparatutto è un genere che non sembra, giustamente, tramontare mai. Il fascino di impugnare delle armi, uccidere i nemici e realizzare punti per una classifica provvisoria è, di fatto, un qualcosa che difficilmente può sfociare nella noia. L'azione, l'adrenalina che sottintende il gioco la fa quasi sempre da padrona. Proprio sull'azione, ma soprattutto sull'adrenalina, punta moltissimo questo nuovo sparatutto dalle tinte decisamente particolari: Offensve Combat. Rispetto a molti compagni di genere la fase di shooting è volutamente più ricca di movimento, di velocità, di frenesia. Qualunque sia la modalità, sarà sempre facile incontrare il nemico in mappe sì ben fatte, ma comunque abbastanza ristrette. Le hitbox sono ben rese, la qualità dei server nel complesso decisamente buona, rendendo quindi molto piacevole il competere con gli altri in questo nuovo, folle, gioco. Perché folle? Perché Offensive Combat: Redux! è tutto fuorché non originale, se non nel genere (è un banalissimo sparatutto) almeno nelle tinte che possiede. Tra la grandissima personalizzazione del proprio personaggio e le azioni da compiere una volta ucciso un nemico per sfotterlo, Offensive Combat spiana la strada in quella che sembra, a tratti, una chiara e voluta presa in giro degli altri sparatutto. Il motto è, sicuramente, non prendersi mai sul serio.
Tante modalità, un solo obiettivo
I ragazzi di Three Gates AB nel realizzare Offensive Combat: Redux! hanno tenuto a mente un solo grande obiettivo: far divertire. Per un tocco di originalità, masoprattutto per permettere di coagulare il maggior numero di gusti possibili, hanno deciso di non limitarsi a quello che sembra in tutto e per tutto un semplice sparatutto ad arena. No, Offensive Combat si compone di numerose modalità, tra cui una netta separazione tra il comparto multiplayer e singleplayer. Qualora un giocatore si fosse stufato di sparare a obiettivi online, potrebbe infatti gettarsi in un singleplayer comunque molto agguerrito e per niente banale, con tre modalità semplici ma comunque efficaci. Nella prima, che sembra comunque più un tutorial sullo shooting piuttosto che una vera e propria modalità, ci dovremo confrontare con dei bersagli immobili. In questa modalità, che prende il nome di Gun Range, si dovrà tirare a dei bersagli con le armi che abbiamo precedentemente inserito nel nostro inventario, così da calibrare bene la nostra capacità e rendere più facile headshottare e... beh, sì, cockshottare. Perché in qualsiasi modalità oltre all'ormai famigerato Headshot spunta, incredibilmente, il Cockshot, ottenibile sparando alle parti basse dei personaggi. Le altre due modalità singleplayer di cui si compone il gioco sono "Explore Maps" e "Vs Killer Robots". Nella prima modalità si potrà soltanto girare liberamente per le sei mappe contenute nel gioco, senza la possibilità di sparare o incontrare nemici, dal momento che ogni arma risulterà essere scarica. Si tratta di un escamotage per permettere di studiare le mappe senza morire, online o singleplayer, un miliardo di volte. Evitabile? Sì, probabilmente sì. Del resto il bello di uno shooter è anche imparare a spese della propria pelle. L'altra, ultima, modalità singleplayer è anche quella più accattivante di tale comparto. Con a disposizione 10 minuti, ci si ritroverà come in una sessione multigiocatore normale, ma popolata unicamente da bot in versione robot assassini, armati alla bene e meglio. L'IA non è delle migliori, basta un po' di accortezza per riuscire abilmente ad averne la meglio. Si tratta comunque di un ottimo modo per imparare le mappe, sicuramente più valido della modalità esplorazione, altamente insipida.
Quando invece si tocca il comparto multigiocatore le cose si fanno ovviamente più interessanti, con all'attivo al momento tre modalità: deathmatch, team deathmatch, capture the flag. I due tipi di deathmatch, a squadre e in solitaria, hanno i classici connotati dello shooter. Posizionati a random all'interno della mappa, si dovrà uccidere il maggior numero di nemici, raccogliendo anche le monete che alla morte lasciano cadere. L'unica cosa originale è la possibilità di farsi beffe dell'avversario. Quando si uccide un nemici si ha la possibilità, per un tempo limitato, di andare incontro al suo corpo e premere il tasto "G" della tastiera, avviando di fatto una delle tante azioni che è possibile associare al proprio personaggio: ballare sul corpo del nemico, farsi acclamare pavoneggiando, scoreggiare sul suo cadavere e molte altre cose, sbloccabili all'interno del gioco con delle monete. Monete che si fanno, chiaramente, giocando i vari match. In ogni caso sfottere il proprio avversario alla sua morte non è solo un modo per mortificarlo, quanto piuttosto per fare monete ed esperienza extra.
Sei mappe semplici ma ricche d'azione
Le mappe inserite all'interno del gioco sono sei, ognuna di esse con caratteristiche proprie atte a favorire un tipo di gioco piuttosto che un altro. Alcune mappe, infatti, contengono un gran numero di zone sopraelevate, in maniera tale da favorire il gioco degli sniper. Dal punto di vista pratico ed estetico le mappe sono tutto fuorché mal studiate, tanto che al loro interno arrivano anche a nascondere dei veri e propri power ups capaci di trasformarci per un periodo di tempo limitato in una vera e propria macchina da guerra ambulante. I power up possono, infatti, garantirci maggiore protezione dai proiettili in arrivo, armi decisamente distruttive, una velocità di spostamento incredibilmente più rapida, doppi danni e così via. Tutto questo finisce per rendere gli scontri assolutamente adrenalinici. La grafica del gioco non è eccelsa, ma riesce sufficientemente a fare il suo dovere, ricreando paesaggi che non colpiscono per la loro esteticità, ma per la loro praticità. Balza subito all'occhio, infatti, come ogni mappa sia fondamentalmente equilibrata, favorendo così gli incontri tra personaggi a suon di mitra e altre, più innovative, armi.
Un arsenale ricco di colpi di scena
La parte più complessa e ricca del gioco è, tuttavia, un'altra che ancora non abbiamo trattato, e che ci apprestiamo a fare proprio in questa parte della recensione. La personalizzazione del personaggio, infatti, mostra così tanti elementi da essere sicuramente la parte più curata di tutte. Basta, inoltre, dare una veloce occhiata a questa funzione per capire che il gioco non va assolutamente preso sul serio. Se inizialmente si parte con una maglietta azzurra che ha un bersaglio alle spalle con su scritto "Noob", si può arrivare a trasformarci in bizzarri commandos, alieno, gechi, polli, orchi, pirati, prosperose cameriere, banane ambulanti e così via. Una personalizzazione buffa che porta a scontri davvero esilaranti. Chi non vorrebbe, del resto, essere ucciso da un alieno mezzo geco con la testa di pollo?. E pensate se proprio tale abominio, dopo avervi ucciso, si posizionasse sopra il vostro cadavere iniziando a ballare, oppure iniziando a scoreggiarci sopra. Insomma, questo è di fatto Offensive COmbat: Redux!.
Le parti con cui modificare il proprio personaggio sono davvero moltissime e ciascuna di esse costa, ovviamente, un numero di monete a seconda del suo "pregio". In realtà comporre un avatar piuttosto articolato non è complesso, e può richiedere anche davvero pochi minuti di gioco. È possibile anche acquistare un numero maggiore di animazioni da poter compiere per svilire i nemici e, al contempo, guadagnare ulteriori bonus nei punteggi.