Ken Follett's The Pillars of the Earth - Quando la cospirazione è ciò che più conta
Abbiamo già avuto modo di trattare un titolo di Dedalic Entertainment, una avventura grafica che, seppur di diversa ambientazione, ricalcava un po' le orme di TellTale, lasciando però il giocatore più libero di esplorare il mondo di gioco, interagendo di tanto in tanto con gli oggetti nascosti. Un pizzico di ragionamento che, in titoli come quelli TellTale, non sempre è presente, sormontato da un complesso narrativo spesso molto alto. I pilastri della terra, un po' come Silence prima di lui, torna a far sentire un forte apprezzamento per l'esplorazione, senza limitare il gioco ad un semplice film interattivo. Ci viene data quindi la possibilità di godere in prima persona dell'ambientazione particolare, ed intrigante, che sottostà al gioco e, prima di esso, al film ed al notissimo libro di Ken Follett. Ci troviamo quindi in Inghilterra, in una località immaginaria chiamata Wiltshire, nel corso del XII secolo, immersi nei caratteri tipici inglesi di quel tempo. La storia segue vari pow (point of view), permettendoci di staccare di tanto in tanto da alcune sequenze per destinarci ad altre. Una storia che viene vissuta quindi a tutto tondo, senza focalizzarsi interamente solo su di un protagonista. Il gioco è totalmente godibile anche da chi non mastica l'inglese, dal momento che sebbene l'audio completo sia full english, v'è la presenza di una traduzione italiana decisamente molto buona ed all'altezza.
Tra contee e cattedrali
Il gioco non segue una narrazione unica, ma si suddivide in vari punti di vista che spesso si incrociano, facendoci apprezzare un protagonista piuttosto che un altro. Un sistema di narrazione molto interessante, che finisce per rendere la tela delle scelte ancora più complessa ed articolata di quanto già non possa essere. Si inizia così nei panni di un umile costruttore, il cui sogno più grande è quello di edificare un giorno una cattedrale, per poi proseguire con un frate e, successivamente, un piccolo cacciatore. Ognuno di questi protagonisti ha una storia propria alle spalle, con un background articolato che viene svelato soltanto giocando, interagendo di fatto con gli unici agganci (familiari e non) con cui abbiamo modo di dialogare. Proprio scoprendo qualcosa di più su questi personaggi si arriva ad apprezzarli, facendogli assumere passo dopo passo una psicologia sempre differente. Una evoluzione che segue il passo della storia, quando ci saranno messi di fronte problemi seri, che si possono risolvere soltanto in un modo: scegliendo come agire. Fare una scelta piuttosto che un'altra ha un peso sul corso della storia, anche se probabilmente non così alto come magari ci si sarebbe aspettati. Ci siamo trovati nel corso della nostra avventura a compiere delle scelte, per poi vedere quest'ultime cambiare quasi istantaneamente aspetto una volta messe in atto. In altre parole, in alcune parti il gioco ha proseguito con scelte che, in realtà, si sono rivelate diverse da quelle fatte precedentemente.
La narrazione fatta a punti di vista permette, inoltre, un altro aspetto che sarebbe sbagliato non tenere in considerazione. Ogni personaggio ha nella storia una motivazione, una storia nella storia, un background influente che porta a considerare ogni aspetto da diverse angolazioni. Quella che potrebbe essere una facile scelta si rivela così complicata, soprattutto se si ha impressi nella mente gli altri personaggi in nostro possesso, sebbene in quel preciso istante non giocabili.
Dal punto di vista storico il gioco mette in risalto, così come il libro prima di lui, il rapporto complesso tra la nobiltà del tempo e quella che è una classe emergente sempre più agguerrita e pronta a farsi strada: il clero. Non tutti gli aderenti al clero, infatti, sono interessati unicamente alla parola del Signore, molti infatti altro non bramano che possedimenti terreni sempre più vasti, andando a cozzare con quella che è la prerogativa dei nobili. Contese, sotterfugi, minacce e piccoli ma tormentati misteri. Tutto questo fa da contorno alla storia narrata da Daedalic Entertainment.
Interazioni con i luoghi e gli oggetti
Come già espresso nel corso della recensione, the pillars of the earth non è una semplice narrazione in cui poter soltanto inserirsi al momento delle scelte. Con l'utilizzo del mouse è infatti possibile dare "ordini" al personaggio di turno, guidandolo attraverso delle locations, osservando noi stessi in prima persona eventuali oggetti che, a nostro parere, possono essere utili. Se vi è un asse di legno del pavimento rotto, ad esempio, si potrebbe interagire con quest'ultimo per capire le intuizioni del personaggio a riguardo, così da comprendere anche se tale scoperta può o meno essere utili alla sua ricerca personale. Alcuni oggetti all'interno dei vari luoghi possono inoltre essere presi e trasportati con sé, in tal caso il personaggio di turno li inserisce nel proprio inventario, sempre consultabile nella parte bassa dello schermo. Tali oggetti possono ovviamente essere utilizzati, per farlo basta trascinare quest'ultimi sul luogo, o sulla persona, in questione, a seconda di cosa debba fare. Gli oggetti sparsi nei luoghi, ma anche ogni minima cosa con cui interagire, difficilmente può passare in secondo piano o dimenticata, questo perché è presente un modo affinché qualsiasi cosa cliccabile sia segnalata alla nostra vista. Un aiuto a cui si può ricorrere gratuitamente, senza danneggiamenti di ogni sorta (neanche a livello di obiettivi steam o altra piattaforma).
Gli spostamenti tra un luogo ed un altro avvengono semplicemente cliccando una freccia, che indica di fatto l'abbandono della location per quella successiva. In alcuni sporadici casi ci sarà però data anche la possibilità di muoversi attraverso una mappa più ampia dello Wiltshire, scegliendo dei percorsi piuttosto che altri. Ogni luogo è molto differente dall'altro, anche ad impatto visivo, ricreando alla perfezione una atmosfera intrigante e bella come quella narrata dal libro di Ken Follett.
Grafica ed animazioni
In perfetto stile Daedalic, anche the pillars of the earth si presenta in una veste disegnata. Ogni minimo aspetto del mondo di gioco è realizzato a disegno, mettendoci di fronte una grafica davvero molto curata e visivamente interessante. I colori, accesi o spenti a seconda della ambientazione, risultano sempre essere azzeccati, dando un senso di completezza a quel mosaico che è la grafica. Le animazioni del personaggio risultano essere ben fatte, anche perché non mirano al realismo ma semplicemente al racconto. Nonostante questo, il tutto risulta essere davvero molto gradevole sia da vedere, sia da giocare.
Quello che più colpisce è però il dettaglio con cui vengono realizzati gli sfondi, in particolare quello della cattedrale di Kingsbridge e dell'interno di Shiring, ampiamente esplorabile. Tra persone, oggetti peculiari e atmosfere ricreate, risulta essere davvero un gran colpo d'occhio.