Yonder: The Cloud Catcher Chronicles - Fiaba craftata
Che Yonder abbia i contorni di una fiaba, ma che si sia allontanata da quest'ultima per alcune tematiche e particolari ambientazioni, è un dato di fatto. L'inizio in tal senso è esemplare, con un personaggio, il nostro, che non viene introdotto ma unicamente lanciato in quella che è l'inizio della storia. La narrazione non è immediata, non ci vengono fornite subito tutte le informazioni, permettendoci piuttosto di cercare di capire cosa realmente si deve fare all'interno del gioco. Abbandonata la nave iniziale, però, tutto inizia ad apparire più chiaro, come ad esempio i contorni fatati che avvolgono l'intero narrato. Si viene infatti subito a conoscenza della nostra reale capacità, ossia quella di poter vedere e poter parlare con alcune piccole e buffe creature: i folletti. Questo è, in parole molto brevi per non rischiare di sconfinare nello spoiler, quello che inizialmente ci propongono i ragazzi di Prideful Sloth, in questa avventura estremamente pacifica e basata sul crafting, che esclude ogni forma di battaglia o, comunque, di scontro. L'eliminazione totale della componente PvE è una scelta molto coraggiosa, che taglia probabilmente di netto una buona parte di videogiocatori che, in realtà, proprio questo si aspettato. Ma l'originalità ha comunque il suo pregio. Yonder è questo, un gioco estremamente rilassante che mira a coinvolgere il videogiocatore tramite sub-quest che prevedono il massiccio utilizzo del sistema di crafting. Un crafting che, come vedremo, risulta essere particolareggiato ed interessante, ma che non è tuttavia immune da problemi.
Gemea e le sue terre mutevoli
Ad accezione della scena sulla nave, tutto il gioco è ambientato in una grande isola chiamata Gemea. Nonostante la mappa ad occhio nudo possa sembrare immensa, in realtà gli spostamenti da parte a parte risultano essere abbastanza veloci, questo perché in realtà il terreno di gioco non risulta essere poi così grande come sembra. Per un gioco totalmente totalmente pacifico, come Yonder dichiara d'essere, questo è un elemento non pienamente positivo. La mappa, infatti, sarebbe potuta essere sinceramente più vasta, magari comprendendo al suo interno un numero maggiore di elementi craftabili. Questo, però, è un elemento che affronteremo successivamente nel corso della recensione. Tornando piuttosto all'isola di Gemea, apparirà subito chiaro come, nonostante non sia vasta, essa abbia al suo interno una moltitudine di "tipi" differenti. Cosa significa? Significa che le ambientazioni risultano essere incredibilmente diversificate al suo interno, presentando verdi vallate, spiagge tropicali, montagne molto alte, ghiacciai e così via. Ognuna di queste aree in cui è suddivisa Gemea costituisce una regione, con un proprio numero prestabilito di sub-quest, collezionabili e cose da ottenere. Ognuna di esse, inoltre, ha al suo interno un numero variabile di folletti, ottenibili o realizzando apposite quest, o riparando alcune zone caratteristiche del luogo, o semplicemente interagendo con alcune parti messe in risalto tramite una polverina bluastra. Ognuna di queste regioni si può dire quindi fare storia a sé, come testimonia il fatto che, in ciascuna di esse, è possibile allestire una fattoria. Attraverso la mappa si può tener conto dei nostri progressi in ciascuna regione dal momento che, risolvendo i problemi della gente, trovando folletti, piantando alberi, sviluppando la propria fattoria e ripulendo dal miasma, è possibile aumentare la felicità della regione. Più una regione risulta essere felice, più i bonus sono maggiori, come ad esempio una quantità maggiore di raccolta durante il crafting, un avvistamento maggiore di animali, e infine una produzione più rapida degli oggetti in fattoria.
La mappa di Gemea risulta essere sin dall'inizio interamente (o quasi) esplorabile, lasciando al videogiocatore carta bianca sul come procedere nel corso di questa sua avventura fiabesca. Solo alcune zone risultano invece essere inaccessibili, questo perché "ostruite" dal cosiddetto miasma, ossia una sostanza oscura che può, e deve, essere ripulita dal giocatore grazie all'aiuto dei suoi fidati folletti.
Una terra malata
La storia che circonda Gemea non è rosa e fiori, anzi. Un presente disastroso ha affossato i cuori di tutti i buoni cittadini di Gemea, condannandoli ad un futuro che si prospetta piuttosto duro. Le terre di Gemea, infatti, stanno venendo divorate dal miasma, una sostanza sconosciuta che non sembra esser possibile debellare in alcun caso. Proprio questo farà sì che il nostro personaggio diventerà fondamentale per tutti gli abitanti del regno, che si ritroveranno in breve a contattarci per moltissime questioni. I desideri degli abitanti, in molti casi assai stravaganti, risultano essere però tutti inseriti in dimensioni da sub-quest, dato che il filone principale risulta essere aderente proprio al problema del miasma ed alla sua risoluzione definitiva. Una soluzione che ci porterà a dover far uso del sistema del crafting che per risolvere varie situazioni. Nonostante il tempo da dover spendere nel trovare i materiali (in larga parte tuttavia recuperabili tramite molti mercanti stanziati presso le terre di Gemea) le missioni principali risulteranno essere sia estremamente semplici, sia incredibilmente veloci da superare. Per completare la storia principale, infatti, basteranno davvero una manciata di ore. In realtà il compimento delle quest principali sarebbe anche più veloce, se non fosse che in alcune parti ci si dovrà necessariamente fermare per poter trovare folletti da fare unire alla nostra causa.
Il miasma, come detto, può essere eliminato solo con l'ausilio del folletti, e questo fa si che si debba girare in lungo ed in largo per cercarli, anche perché in alcune zone il miasma sembra essere più radicato rispetto che in altre. Un miasma più solido e più forte fa sì che si debba aver con sé un numero maggiore di folletti per poter proseguire.
Ricche opportunità
Le terre di Gemea offrono un vasto numero di opportunità per il nostro guardafolletti (questo è l'appellativo che viene dato al personaggio principale) che si traducono in una grande e diffusa opera di crafting. Ma come avviene questo crafting?. Nel corso della avventura è possibile trovare strumenti da lavoro indistruttibili che ci permettono di poter interagire con l'ambiente circostante. Dopo aver ottenuto un'ascia, ad esempio, sarà possibile abbattere gli alberi per potersi procurare dell'utilissimo legname, con un martello sarà invece possibile spaccare alcune determinate rocce, così da ottenerne pietra da poter impiegare per la costruzione. Tutti i materiali risultano essere quindi utili all'interno del sistema di crafting che, tuttavia, mostra dei limiti abbastanza notevoli soprattutto nella reale quantità di cose da poter realizzare. In ogni caso il sistema di costruzione degli oggetti, oltre agli elementi definitivi, permette di realizzare le fasi intermedie. Mi spiego meglio. Le cose più complesse da poter costruire, come è naturale che sia, richiedono oltre ai materiali anche altre cose da dover craftare, un esempio può essere il seguente. Voglio costruire ad esempio un piccolo recinto per animali da poter inserire nella mia fattoria, quindi guardo i materiali che mi servono: kit del carpentiere, chiodi, colla, travi di legno, piastrelle di legno e tre assi di legno. Basta aver mosso nel gioco i primi passi per sapere che, tutte queste cose, non si trovano reperibili in natura, ma devono essere craftate a loro volta. Per realizzare un kit del carpentiere serviranno dunque un bastone ed un legno, per la colla un celium (tipo di fiore) e acqua, per i chiodi del ferro, e così via.Dopo aver craftato tutti questi oggetti e nelle giuste quantità, sarà possibile finalmente realizzare il piccolo recinto per animali. Un sistema quindi piuttosto lungo ed articolato, che permette di aumentare una longevità che altrimenti, a livello di quest, sarebbe assai scarsa. Peccato che, alla fin dei conti, anche arrivando al massimo livello delle varie gilde, gli oggetti da craftare non risultano essere poi così tanti.
Abbiamo però introdotto nel nostro discorso un altro elemento caratteristico di Gemea e fondamentale per il crafting, ossia la presenza delle Gilde. Le gilde sono un totale di sette, di cui solo sei presenti sin dall'inizio del gioco ed una sbloccabile finito tutto il filone di quest principali. L'appartenenza ad una gilda non preclude l'ingresso nelle altre ma, anzi, per il buon proseguimento del gioco sarà necessario entrare a far parte di tutte, dato che danno accesso a oggetti nuovi da poter fabbricare. Le gilde in questione sono: chef, carpentiere, costruttore, stagnino, inventore, sarto e mastro (questa sbloccabile solo endgame). Per poter accedere ad una gilda si dovrà trovarne il "capo", parlare con esso e risolvere la quest che ci verrà assegnata che, generalmente, consiste nell'iniziare a craftare qualcosa riguardo l'ambito di gilda. Una volta entrati si sbloccherà immediatamente alcuni oggetti craftabili, ma per poter sbloccare quelli più "importanti" e raffinati sarà necessario risolvere una ulteriore quest, che prevede che per ciascuna gilda si debba craftare oggetti per un valore totale di 1000 crediti.
Se i soldi sono importanti nella vita, non lo sono affatto in Yonder. Il denaro risulta essere totalmente inutile nelle terre di Gemea, cosa che, agli estranei del gioco, potrà sembrare molto strano, soprattutto dopo aver letto (perché lo avete letto, vero?) della presenza dei mercanti. Il funzionamento della compravendita è totalmente basato sul baratto, ossia sulla possibilità di scambiare i propri oggetti con quelli dei mercanti, basandosi unicamente sul valore. C'è la possibilità ad esempio di vendere trenta oggetti da dieci crediti ciascuno per poter ottenere in cambio un unico oggetto dal valore di trecento crediti.
Collezionabili ovunque!
Trattandosi di un gioco quasi esclusivamente singleplayer (tranne che per una piccola e quasi insignificante ingerenza multigiocatore) è normale che, per tutta la mappa dell'isola di Gemea, siano stati sparsi e nascosti vari collezionabili. Lo sblocco di alcuni trofei del gioco, per altro, sono collegati proprio a questo fattore. I collezionabili sono di varia natura, i più gettonati sono i cinquantacinque gatti che sono scappati alla padrona in seguito all'aver visto un cane particolarmente giocherellone. Si tratta di una subquest ottenibile in gioco che prevede, di fatto, quella che è la raccolta dei gatti, nascosti in ogni minimo appezzamento di terreno. Non è facile, per niente, e spesso e volentieri hanno una locazione davvero difficile da immaginare; l'unica cosa da fare è farsi guidare dall'udito e, in particolar modo, dal frequente miagolio a cui si abbandonano quando sono nelle nostre vicinanze.
Un altro tipo di collezionabili è legato alla raccolta dei folletti, il cui utilizzo abbiamo avuto modo di trattare precedentemente nel corso della recensione. Oltre ad avere quindi una utilità imprenscindibile all'interno dell'economia del gioco, essi risultano essere dei veri e propri collezionabili da dover ottenere girovagando in lungo ed in largo. Ogni folletto ha una storia a sé ed è rappresentato da un nome e da una qualità particolare che lo identifica e lo rende unico rispetto ai suoi fratelli/sorelle, oltre che nell'aspetto.
Atri tipi di collezioni riguarano i pesci, gli animali e le costellazioni. Le costellazioni sono la collezione numericamente minore presente nel gioco (solo cinque), ma ubicate in zone spesso ardue da raggiungere. Gli animali, invece, sono legati a determinate regioni e, inoltre, la loro presenza è limitata unicamente ad alcune stagioni. Sì, perché in Yonder oltre ad esserci il ciclo giorno/notte v'è anche la presenza dei giorni, delle stagioni e degli anni. Gli animali da poter ottenere sono soltanto nove (davvero molto pochi, dato che la fattoria riveste un ruolo d'importanza all'interno del gioco). Decisamente (almeno da un punto di vista personale) più interessanti sono i diciassette tipi di pesci che è possibile ottenere all'interno del territorio di Gemea. Per poter ottenere i pesci sarà necessario cimentarsi nella pesca, questo attraverso un minigioco davvero molto semplice ma al contempo divertente. La comparsa dei pesci è scriptata in maniera tale che avvenga molto rapidamente, permettendo dunque di catturare i pesci senza troppe perdite di tempo. La comparsa di diversi tipi di pesce è garantita da alcune variabili, tra cui stagione e tipo d'acqua (fiume, lago o oceano), questo per far comprendere quanto non sia assolutamente facile completare la collezione.
Personalizzazione del personaggio
All'inizio del gioco non è possibile modificare il personaggio che, appunto, apparirà uguale per tutti. Questo però non significa che la personalizzazione non sia presente, ma che è soldato rimandata e collegata, di fatto, anch'essa in larga parte al crafting. L'aspetto del personaggio è totalmente rivoluzionabile, a partire dal taglio dei capelli e della barba, fino ad arrivare ai vestiti. Una volta sbloccate le modifiche, sarà possibile passare di continuo dall'una all'altra senza perdite di risorse, tranne che nel caso del colore dei capelli. Per modificare il colore dei capelli si dovrà trovare, o avere comunque a disposizione, una bottiglietta di shampoo del colore desiderato. I colori sono davvero moltissimi, in alcuni casi anche bizzarri (color spazio o arcobaleno, ad esempio), dando una grandissima varietà che, in un genere come quello di Yonder, risulta essere ovviamente gradita. Le bottigliette di shampoo comunque, subito dopo l'utilizzo, andranno a perdersi e ad non essere più riutilizzabili, a meno che o non si ritrovino, oppure si decida di craftarli una volta entrati a far parte della gilda appropriata.
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Yonder: The Cloud Catcher Chronicles
Quando si decide di prendere in considerazione Yonder: The cloud catcher chronicles si deve essere certi di voler abbandonare ogni componente PvE e PvP, cimentandosi piuttosto in una avventura dai contorni fiabeschi, totalmente pacifica ed incentrata sul sistema del crafting. La pacificità del gioco è ben manifestata sia dalla resa grafica, sia dai personaggi sempre molto gentili e disposti ad aiutare (e ad essere aiutati). La grafica appare molto semplice ma al contempo assai carina, capace di coinvolgere il giocatore senza troppe difficoltà. Un coinvolgimento che viene ampliato anche dalla colonna sonora estremamente vivace che permette di far volare il tempo anche durante frazioni di gioco che, altrimenti, sarebbero dettate dalla noia più profonda. L'isola di Gemea non è grande come può sembrare, ma nonostante questo ha al suo interno moltissimi tipi di biomi che favoriscono la volontà, ed il desiderio, di esplorare.
La storia tratteggiata dai ragazzi di Prideful Sloth, quella principale almeno, risulta essere abbastanza banale e dal finale non tanto scontato, quando troppo rapido. Le quest centrali sono davvero pochissime e di una durata assai limitata, il che permette di poter finire il gioco nel giro di pochissime ore. Questo qualora si decida di fare tutto d'un fiato ovviamente, cosa sconsigliata per potersi immergere totalmente nelle altre meccaniche di gioco.
Di fondamentale importanza risulta essere il sistema di crafting che, come scritto in precedenza, risulta essere vario ed interessante, ma che probabilmente ha un numero troppo limitato di cose da poter realizzare, al netto anche delle promozioni a Mastro delle varie gilde. Un vero peccato in un gioco che fa del crafting la sua arma principale. Altra piccola nota negativa investe il fattore quest dal momento che, in alcune di esse, il segnalino della missione continua a puntare in direzione di colui (o colei) che ci ha assegnato la quest, senza piuttosto aiutarci ad identificare il luogo in cui realmente ci si dovrebbe recare per trovare gli "ingredienti" richiesti. Questo, chiaramente, comporta un dispendio di tempo che può portare ad un senso di noia, dovuto al dover essenzialmente girare a vuoto in lungo ed in largo, per tutta Gemea.
Pro:
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Finalmente un gioco originale
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Grande varietà di biomi a Gemea
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Grafica e soundtrack all'altezza
-
Estremamente divertente
Contro:
-
Storia principale troppo breve
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Pochi oggetti craftabili
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Davvero troppo poche specie animali
-
Traccia delle missioni da rivedere