Dopo aver lanciato Rome: Total War a novembre su iPad, Feral Interactive rincara la dose rilasciando una versione stand alone di Rome: Total War, Barbarian Invasion.
In questo capitolo vedremo i Romani, protagonisti del titolo principale, subire gli attacchi di popoli che ne porteranno inevitabilmente al declino.
Il gioco prende luogo attorno all'anno 363 d.C. in cui l'Impero Romano, ormai diviso in Impero Romano d'Oriente e d'Occidente, si avvia verso il suo crepuscolo assediato da orde di barbari pronte a razziare i resti di questa potenza morente.
È scomparsa la gloria di quell'impero potente che faceva da padrone in Rome: Total War in favore di nuove culture, religioni e tradizioni che mutano inevitabilmente il panorama storico e l'ambiente di gioco che il giocatore si troverà ad affrontare.
Sarà infatti decisione del giocatore se schierarsi a difesa del mos maiorum prendendo le redini di una delle due parti dell'Impero o gettare il mondo nel fuoco della guerra che forgerà poi i secoli bui a venire.
Gameplay
Similmente a quanto osservato e indicato nella recensione di Rome:Total War per iPad l'architettura di gioco si mantiene più o meno invariata, con sezioni di gestione politica e militare che fanno da padrone in mezzo alle quali sono inserite delle ottime battaglie in tempo reale.
Un mondo decadente
La mappa di gioco è più o meno invariata rispetto a quanto osservato nel capitolo precedente, ma diverse saranno ovviamente le fazioni che popoleranno la mappa di gioco: avremo ovviamente l'impero romano d'Oriente (che ancora mantiene la gloria di un tempo), l'impero romano d'Occidente (ormai in declino socio-militare) e numerose popolazioni barbariche che assediano l'impero su tutti i fronti. In questo capitolo la religione, nonostante fosse effettivamente un punto cardine degli squilibri sociopolitici dell'epoca (basti vedere la contrapposizione fra Cristianesimo e Paganesimo), non riesce a essere influente come dovrebbe.
Finisce infatti col risultare una meccanica abbozzata e insufficiente per costituire un fattore importante da considerare in game se non per i piccoli vantaggi che può comportare il costruire una chiesa o un tempio per i vari popoli (similmente a come accadeva con i templi delle varie divinità in Rome: Total War).
Una novità che non era presente nel capitolo principale ma che è stata introdotta in questa edizione (anche per una più corretta rappresentazione storica) sono le Orde. Infatti alcuni popoli giocabili (primi fra tutti gli Unni) non avranno insediamenti (o molto pochi) ma baseranno la loro forza su un vasto esercito in grado di spostarsi senza freno nella mappa di gioco. Giocando come orda verranno a mancare completamente quelle che sono le meccaniche gestionali e diplomatiche tipiche degli altri popoli in favore di meccaniche più semplici e "barbare". Cosa peculiare è il fatto che non sarà possibile eliminare una fazione come avveniva nel gioco principale semplicemente conquistando tutti i suoi insediamenti poiché in questo caso essa diverrà automaticamente un'orda alla ricerca di una nuova terra dove insediarsi. In modalità orda il metodo più utile per mantenere i numerosissimi uomini che compongono il nostro esercito sarà quello di saccheggiare gli insediamenti nemici e aumentare costantemente le forze armate (anche assumendo dei mercenari) per poter ingrandire la morsa di saccheggi e guerra che stringe i popoli vicini.
L'obbiettivo per tutte le orde è ovviamente quello di conquistare Roma ponendo fine a quello che è stato da sempre il cuore pulsante della civiltà romana.
Giocare con una popolazione barbarica o l'altra non sarà mai una sfida complessa ma al tempo stesso giocare con uno od un altro popolo non farà sostanzialmente alcuna differenza rendendo per certi versi un po' piatto questo aspetto del gameplay.
Le cose cambiano se saremo noi stessi a volerci porre come scudo della civiltà, in quanto giocare come una delle fazioni romane costituisce un livello di sfida nettamente superiore e sarà molto difficile tenere le redini di un impero in disfacimento e incapace di rispondere militarmente a tutte le minacce che ne minano da fuori la stabilità e la sopravvivenza.
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Nuovi eserciti, nuove battaglie
Se in Rome: Total War ci eravamo abituati ad avere a che fare con le maestose e organizzatissime legioni romane, qui ci troveremo di fronte ad una situazione esattamente opposta con nuove unità che poco ricordano il glorioso passato.
Se prima era possibile scegliere fra più di 20 unità differenti adesso dovremo accontentarci di poco più di una decina di unità molto più spartane e semplici. Si salva fortunatamente l'Impero Romano d'Oriente che offre un numero discreto di unità ben organizzate e che permettono di mettere in campo numerose e differenti strategie di gioco. Discorso forse peggiore si può fare per le varie popolazioni barbariche in quanto le varie unità saranno più o meno sempre le stesse ma ritexturizzate per adattarsi alle differenti culture.
Uno spazio preponderante nelle battaglie viene sempre più dedicato alla cavalleria, che passa da essere una truppa ausiliaria all'essere il fulcro degli eserciti delle Orde.Sarà sempre più frequente l'avere a che fare con ondate ed ondate di truppe di cavalleria che saranno spesso una potenza tale da riuscire a travolgere anche le unità di fanteria più disciplinate ed addestrate. Altro ruolo preponderante è stato assunto dalle truppe da tiro, con arcieri e balestrieri che assumono un ruolo molto più decisivo in battaglia, vista anche la possibilità sempre più diffusa di sfruttare truppe da tiro a cavallo. Gli Unni ad esempio vedono proprio negli arcieri a cavallo una delle loro armi più temibili.
Saranno presenti anche migliorie tecniche volte a rendere sempre più complessa e dettagliata la sezione di battaglie.
Oltre al bilanciamento generale delle truppe in gioco ed a miglioramenti nella IA saranno molto piacevoli da affrontare le nuove battaglie notturne.
In queste infatti il giocatore dovrà sapersi adattare alle condizioni di buio e conseguentemente a ciò ad una ridotta capacità di individuazione del nemico e ad una ridotta efficienza delle truppe da tiro in termini di portata e precisione.
Caratteristiche tecniche
Tecnicamente il gioco si presenta veramente molto bene su iPad, con prestazioni eccellenti sotto tutti gli aspetti.
Ottimi e intuitivi i comandi a schermo che risultano infatti molto semplici, come già sottolineato nella recensione di Rome: Total War.
Graficamente, pur sapendo che ci troviamo davanti ad un gioco del 2005, non si può certo trovare qualcosa di cui lamentarsi, anzi, considerando che si tratta di un gioco da tablet con numerose e dettagliate unità a schermo il lavoro fatto è decisamente stupefacente.
Ottimo il doppiaggio e le musiche.