Horizon: Zero Dawn - Una Terra fuori controllo
Pubblicità su pubblicità ad un gioco che è stato presentato come rivoluzionario, e come una vera e propria pietra miliare della storia Sony e, soprattutto, di questa generazione PlayStation 4. Alcuni elementi del gameplay ci erano già noti ancora prima che uscisse, in particolar modo lo stile di caccia e quella ambientazione singolare che mixa il progresso tecnologico a quella che, millenni fa, fu la storia della nostra specie. Horizon: Zero Dawn è un tuffo nel passato salvaguardando tutto ciò che di più tecnologico il mondo ha offerto ed ha da offrire. Un futuro disastrato, con gli uomini che sembrano aver subito una involuzione tecnologica che, di contro, stanno subendo con continue aggressioni da parte di macchine sempre più ostiche. Un presente dunque misterioso che nasconde un passato tutto da scoprire, e come farlo? Semplice, con una lunga campagna principale che ci porterà ad impersonare l'emarginata Aloy. Una campagna travagliata che non andremo a narrare per non rischiare di incorrere in brutti spoiler che andrebbero a danneggiare l'esperienza videoludica.
Quel che Horizon: Zero Dawn intende mostrare, oltre ad un mondo di gioco ampio e ad una ambientazione nuova e originale, è la grande quantità di cose che si possono fare all'interno, partendo dalla possibilità di tralasciare la missione principale per dedicarsi a ripulire luoghi dai banditi, cercare nuovi override, scansionare la mappa e così via. Poche sono però, oggettivamente, le missioni secondarie sparse per la mappa che non brillano per quantità neanche nelle fasi iniziali del titoli. Un vero peccato, perché avrebbero sicuramente dato una scossa aggiuntiva ad un gioco che comunque, già di per sé, risulta essere particolarmente valido ed avvincente.
Aloy ed i Nora
Il mondo non è più come noi lo conosciamo, ed il motivo per il quale si trovi in questo stato non ci è dato saperlo, se non andando avanti con la storia della nostra protagonista principale.Quello che balza immediatamente all'occhio è la totale mancanza di civiltà per quella che noi l'intendiamo, ossia grandi agglomerati urbani assimilabili a città. La vita sulla terra si è involuta tecnologicamente, tornando di fatto alla fase dei villaggi, ormai abbandonata da millenni di storia fatta di scoperte. Uomini armati di lance e archi si ritrovano a fare i conti con un ambiente ostile, dominato da macchine sempre più feroci che, nel giro di pochi istanti, possono trasformarsi da prede a predatori. Questo è il gioco dualistico nel quale si può iscrivere anche la storia di Aloy che, attraverso un sistema a livelli e abilità, può incrementare la sua capacità combattiva per mettere al tappeto un maggior numero di macchine. Tuttavia detto così è piuttosto riduttivo, questo perché il combattimento ideato da Guerrilla è tutt'altro che statico e ripetitivo, tanto che ogni scontro sembra avere una storia a sé stante.
Tuttavia, prima di parlare del combattimento e di altri elementi del gameplay, merita introdurre quella che è la protagonista del gioco. Aloy altro non è che una emarginata Nora, i cui motivi dietro tale "condanna" non ci vengono immediatamente spiegati, salvo il sottolineare che essa è avvenuta ancor prima che ella nascesse. In effetti, altro tratto distintivo, è la totale mancanza di genitori da parte della nostra rossa di fiducia, che sin da quando è piccola viene guidata da un altro emarginato di nome Rost, a cui è si affeziona in maniera netta e decisa. La partenza del gioco è un vero e proprio tutorial diviso in due fasi, l'ultima delle quali ci vede imparare l'arte della caccia proprio grazie a Rost. Vuoi per i lineamenti del volto, vuoi per il ruolo da "bruta" molto simile, Aloy assomiglia moltissimo a Ygritte del Trono di Spade, nel telefilm rappresentata da Rose Leslie. Una somiglianza non verificata e non ufficializzata dagli sviluppatori di Guerrilla Games.
Il personaggio di Aloy è ben marcato e perfettamente presentato, a tal punto da creare sin da subito un feeling forte. Una sorta di empatia che va ad accrescersi nel tempo, quando le verità iniziano a venire a galla e quelli che sembravano buchi nella ambientazione vengono man mano spiegati. Un processo di apprendimento che finisce per colpire e per rendere la storia dell'emarginata Nora ancora più avvincente.
A caccia di macchine
In un mondo selvaggio dominato dalle macchine, in cui diventare da predatore a preda è questione di un passo, Aloy si destreggia in maniera eccezionale. Armata di arco e lancia la nostra emarginata si ritroverà ad avere a che fare con un accrescersi di tipologie di macchine. Un numero davvero elevato di esemplari che finisce per garantire sfide nuove e mai banali, soprattutto grazie ad una trovata che, magari non risulta essere originalissima, ma che comunque si mostra azzeccata. Ogni macchina ha infatti un punto debole che, se colpito, permette di infliggere grandissimi danni e, per gli esemplari più piccoli (come ad esempio le vedette), eliminarli in un'unica mossa. I punti deboli sono tutt'altro che facili da colpire e spesso ubicato in piccolissime zone che richiedono una mira davvero eccellente, obbligando Aloy a muoversi continuamente durante lo scontro con piccoli balzi e schivate non semplicissime.Il combattimento con la lancia, inoltre, mostra da subito una complessità oggettiva, con Aloy che è tutt'altro che imbattibile e anzi spesso oggetto dei potentissimi contrattacchi delle macchine. Perdere la vita, e morire, non è affatto difficile nell'universo di Horizon: Zero Dawn, e questo anche alle difficoltà più basse. Ad aggravare una situazione di per sé già abbastanza complessa v'è la suddivisione dei danni, con debolezze anche elementali. Alcune macchine risultano infatti essere invulnerabili al ghiaccio e particolarmente vulnerabili al fuoco, o viceversa. Ma come capire quali sono le debolezze delle macchine, e soprattutto i loro specifici punti deboli?
Tutto avviene per mano di un dispositivo tecnologico che prende il nome di "Focus", attraverso cui Aloy riesce a vedere "l'invisibile". In realtà questo termine non è propriamente esatto, e l'ho utilizzato solo per riprendere una descrizione parziale del focus che viene data proprio da Aloy stessa. Il focus è, piuttosto, un qualcosa di più ridotto ma comunque fondamentale, che permette non solo di vedere i punti deboli, ma anche scansionare gli elementi che ci circondano e calcolare gli spostamenti di macchine e affini, in maniera tale da rendere più forte e utile la modalità stealth. Proprio come una cacciatrice che si rispetti, anche Aloy deve beneficiare di un approccio maggiormente stealth, tanto che i colpi inferti in modalità "silenziosa" risultano essere assai più brutali ed efficaci.
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Tante cose da fare, ma...
L'ambientazione di Horizon: Zero Dawn effettivamente è immensa, con una mappa davvero spaziosa che mostra una differenza oggettiva da una zona all'altra, tale da non renderla ripetitiva ma piuttosto una gioia da esplorare. La mappa al suo interno presenta, oltre ad una diversità grandiosa, anche moltissime aree con cui poter interagire, con zone di caccia (di quasi ogni tipologia di macchina), zone corrotte da liberare, campi di banditi da sgominare e così via. Non citerò tutte le possibilità per non rischiare di oltrepassare la sottile linea dello spoiler, ma mi basterà sottolineare la vastità di cose da poter fare oltre a seguire le missioni principali. Uccidere macchine e eseguire queste mansioni permette ad Aloy di diventare più brava e, tradotto in termini videoludici, di livellare. Il sistema proposto da Guerrilla Games è proprio quello tipico "a livelli", con punti abilità che vengono ottenuti ogniqualvolta si sale di livello o si risolve una quest particolarmente interessante. Le abilità di Aloy su cui poter investire i propri punti sono suddivise in tre blocchi: predatrici, audace e raccoglitrice. Tra di loro le abilità sono assai diverse, e permettono ad Aloy o una interazione migliorata con l'ambiente (come un raccogliere più facilmente le bacche per la vita dal terreno) o ad esempio una maggiore facilità nel combattimento, andando ad incrementare il tempo di concentrazione o il numero di frecce da scagliare contro il bersaglio. Le possibilità sono molteplici, basti pensare che le abilità sono presenti nel numero di trentasei. Davvero molte.
Tuttavia, come anticipato nel titolo del paragrafo, c'è un grosso "ma". Le missioni secondarie propriamente dette sono poche e, per quanto varie e avvincenti possano essere, risultano essere davvero un numero insufficiente. Una mancanza non tanto per supplire ad un limite di longevità, dato che il titolo di per sé risulta essere davvero molto longevo, quanto piuttosto ad un permettere da un lato di spezzare maggiormente la fase di caccia, e dall'altro di forgiare meglio il lato umano della protagonista. Forgiare il lato umano che è reso ancora più avvincente grazie a scelte morali che è possibile di tanto in tanto eseguire, in perfetto stile Dragon Age e Mass Effect.
Crafting e inventario
Uccidere le macchine non è utile soltanto per fare esperienza, ma anche per attingere alle componenti. Le componenti delle macchine, e quelle che si possono ovviamente trovare in natura, compongono di fatto l'ossatura stessa del sistema di crafting, che si traduce sia in vere e proprie creazioni, sia nella possibilità di rifornirsi di munizioni per l'arco e affini. Le armi, che possono di fatto essere acquistate scambiando frammenti di metallo e altri oggetti preziosi, sono quasi esclusivamente da tiro, andando a rimpiazzare l'arco con altre tipologie di esso, utili per l'utilizzo di frecce elementali. Le armi, infatti, non possono essere craftate nel vero senso del termine ma soltanto migliorate, questo attraverso la fase di creazione e l'utilizzo di "bobine". Le bobine, che possono essere trafugate nella maggior parte dei casi dai corpi delle macchine, vanno ad incrementare alcuni parametri, come ad esempio il danno da fuoco, da lacerazione, e così via. Un insieme di bonus che il giocatore dovrà scegliere attentamente, anche per quanto concerne gli abiti che Aloy indossa. Alcuni abiti permettono di ottenere un bonus, altri un altro, e così via. Una libertà che viene assegnata al videogiocatore che potrà dunque armarsi tenendo conto dell'approccio che solitamente ha verso i nemici.
Molto più confusionario è invece l'inventario ed in particolar modo la gestione delle risorse. Esse, indipendentemente dall'essere utili o meno al sistema di crafting (alcune infatti sono utili solo ad essere vendute ai mercanti), vengono ammassate all'interno dell'inventario in maniera caotica, rendendo anche difficoltoso il liberarsene per venderle ai mercanti. Un elemento che può finire per scoraggiare i più pigri, o comunque coloro che preferiscono l'azione ed il movimento all'interno di un gioco.
Una esplorazione esemplare
Rendere la fase di esplorazione avvincente e non ripetitiva è una sfida che anche le maggiori software house spesso e volentieri hanno perso. Una esplorazione, per non essere noiosa, deve rispettare alcuni parametri come ad esempio una grande varietà di elementi, una distinzione netta tra una zona e l'altra, una grafica all'avanguardia e, soprattutto, tante zone con cui potere interagire. Horizon: Zero Dawn non manca da questo punto di vista l'appuntamento con nessuno di questi parametri, dando vita ad una esplorazione avvincente e mai noiosa, resa anche più veloce in alcuni punti con la possibilità o del viaggio rapido (pagando soltanto un kit di viaggio rapido, craftabile dal menù), o del cavalcare una delle macchine. Senza passare in rassegna ogni punto citato in questo paragrafo che sta alla base dell'abc dell'esplorazione, si deve però citare fortemente quello che è l'impatto grafico del titolo targato Guerrilla Games. La grafica è mozzafiato, con un ambiente reso alla perfezione e una cura al dettaglio davvero maniacale. A partire da Aloy, che mostra un aspetto ben realizzato e largamente dettagliato, per finire alle macchine ed al paesaggio stesso, con una natura viva e pronta ad accogliere il videogiocatore. Senza ombra di dubbio si può dunque affermare che Horizon: Zero Dawn dal punto di vista artistico e grafico abbia segnato una delle punte più alte degli ultimi tempi.
Horizon: Zero Dawn
Le grandi pubblicità hanno spesso e volentieri nascosto delle pessime sorprese. Giochi fatti passare per il futuro dei videogame, ci hanno invece deluso in maniera terribile, magari finendo per maledire totalmente i giorni in cui si investono i pochi (nella maggior parte dei casi) soldi in giochi che poi neanche divertono. Con un po' di pregiudizi (lo ammetto!) mi sono dedicato ad Horizon: Zero Dawn, ma è bastato il primo avvio per capire che tutti i miei dubbi erano infondati. Le ambientazioni sono rese splendidamente, condite da un comparto grafico all'avanguardia e, probabilmente, il migliore in circolazione. Il combattimento, tutt'altro che legnoso e piuttosto complesso, hanno finito per garantire al titolo di Guerrilla Games una qualità indiscutibile. La storia di Aloy, che parte in sordina ma che viene sviluppata poi in maniera avvincente, è una vera chicca e finisce per appassionare, per spingere il videogiocatore a cercare di capire cosa davvero si celi dietro quel mondo tanto strano e martoriato, dove la civiltà umana è regredita a diversi migliaia di anni fa, ad un sistema di tipo tribale. Il sistema a livelli, condito dalla presenza di ben trentasei abilità, è ben strutturato e spinge a cercare di migliorarsi sempre più, fino a dare la caccia a qualsivoglia tipo di macchina. Scontri difficili e mai banali, anche alle difficoltà più basse, con una facilità a morire da far invidia ai vari NiOh e Dark Souls. No, ok, questo è un paragone eccessivo, ma comunque rende l'idea per capire che il gioco è davvero difficile e, per buttare giù alcune macchine, arriva a richiedere anche svariati minuti. Il sistema di punti deboli, e di attacchi elementali a cui le macchine sono deboli o resistenti, è ben studiato e interessante, rendendo ogni scontro unico nel suo genere. In definitiva Horizon: Zero Dawn è un titolo che non si può non raccomandare, con la consapevolezza che, forte del suo gameplay, della storia principale e di una grafica mozzafiato, esso abbia già raggiunto uno status simbolo non solo per la generazione PlayStation 4, ma oltre. Guerrilla Games ha lasciato intendere che ci potrebbe essere nel tempo, a seconda delle risposte di questo capitolo, un possibile sequel, forse non incentrato neanche su Aloy. Questo non possiamo saperlo, ed è ancora troppo presto, ma fatto sta che le risposte sono state più che ottime, e dunque... che questo non sia un addio, ma un semplice arrivederci?
Pro:
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Graficamente mozzafiato
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Sistema di combattimento accurato e complesso
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Storia avvincente e ricca di colpi di scena
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Sistema di abilità ben studiato
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Aloy ottimamente caratterizzata
Contro:
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Sceneggiatura non all'altezza
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Sistema dell'inventario confusionario