NiOh - La strada del samurai
Non mancano i giochi ambientati nel Giappone dei samurai, ma quello che Nioh propone è qualcosa di diametralmente opposto, andando a fondere elementi puramente "fantasiosi" (termine semplicistico ed errato, come vedremo in seguito) con altri attinti dalla storia del Giappone stesso. Siamo all'incirca nel 1600, in pieno periodo Sengoku, con il paese nipponico diviso in moltissimi feudi in guerra tra di loro. La guerra però, per quanto presente e calcata soprattutto nelle scene intermedie (mediante l'utilizzo di filmati), rimane pur sempre secondaria ed a dominare è la sensazione di vivere in un perenne incubo, contraddistinto da ambientazioni lugubri e tetre. In un mondo dominato da strani mostri e creature ultraterrene, il nostro sir William avrà sicuramente molta difficoltà ad avanzare, soprattutto in vista di una difficoltà mai banale ed a tratti anche straziante. Solo chi ha giocato a titoli come Dark Souls può capire quanto facile sia morire e, soprattutto, quanta gratificazione possa dare superare ostacoli su cui, magari, si è fermi da giorni e giorni.
Non si può comunque parlare di Nioh senza accennare a quella che è stata la storia del gioco, annunciato nel lontanissimo 2004 dalla Koei, che sarebbe dovuto essere nella sua forma iniziale una ripresa della sceneggiatura del film Oni, scritta da Akira Kurosawa. Il titolo, mostrato durante l'E3 del 2005 ed al Tokyo Game Show del 2006, sembrava essere prossimo ad uscire per l'estate del 2006 stessi, su console PlayStation 3. Lo sviluppo, però, ha subito un lungo periodo oscuro nel quale Nioh è uscito completamente di scena, salvo poi tornare con prepotenza con la notizia dell'acquisizione dello sviluppo da parte del Team Ninja, che ha operato alcune scelte drastiche sull'ambientazione e, soprattutto, sul personaggio di William. La scelta principale è stata quella di abbandonare la figura del ninja per tratteggiare soprattutto la storia attorno alla figura quasi mitica del samurai.
Saluti da William
Il personaggio principale che ci troveremo sempre ad impersonare è quello di William, un vero e proprio straniero in terra nipponica data la sua origine irlandese. Si tratta, come ci viene spiegato subito nella prima missione, di un marinaio inglese che ha perso entrambi i genitori durante il sanguinoso conflitto tra l'Irlanda e l'Inghilterra, durante cui ha avuto modo di incontrare lo spirito guardiano Saoirse. Durante una lunga disavventura (che non staremo qua a spiegare) il protagonista viene rinchiuso nella Torre di Londra, come prigioniero. Da lì ha inizio la vera storia di Nioh, avendo modo di incontrare quello che è l'antagonista per eccellenza del titolo: l'alchimista Edward Kelley. Il furto dello spirito guardiano Saoirse ad opera di Kelley darà inizio alla lunga epopea che vedrà William raggiungere le sponde del Giappone, il "paese d'oro" di cui aveva sentito molto parlare ma che si rivelerà sin dal suo primo attracco all'isola totalmente diverso da qualsiasi cosa si sarebbe mai potuto immaginare.
Terminata la prima missione, che è più un tutorial e una introduzione all'ambientazione di Nioh, William si troverà appunto a raggiungere le sponde del Giappone, ma prima di allora v'è quello che un titolo del genere, un action rpg, non avrebbe potuto mancare: la creazione del personaggio. Dal punto di vista estetico William non può essere modificato, ma questo in un titolo del genere sarebbe stato anche di secondaria importanza. Ciò che si può modificare, piuttosto, sono i parametri, le armi preferite e lo spirito guardiano che accompagnerà il novello samurai nel corso della sua travagliata storia atta a recuperare Saoirse dalla grinfie del malvagio Kelley.
Tornando ai parametri, sono essi a modificare pesantemente il nostro personaggio e conseguentemente a decretare lo stile con cui si intende portare avanti il gioco ed affrontare i fari nemici e boss. Essi sono in numero di otto e influenzano cose tra loro molto differenti. Abbiamo il "Corpo" che permette di aumentare la vita e la resistenza ad alcuni stati negativi, il "Cuore" che condiziona il Ki, "Energia" che permette di incrementare la vita ed il peso trasportabile, la "Forza" che permette di attivare effetti speciali di armi e armature più pesanti, "Abilità" che parimenti serve ad attivare effetti speciali stavolta incentrati su armi e armature più tecniche, "Destrezza" che aumenta la forza e la capacità del Ninjutsu, "Magia" che incrementa la capacità di utilizzare la magia Onmyo e infine "Spirito" che condiziona la potenza dello spirito guardiano scelto. Lo studio che sta dietro alla progressione del personaggio è esemplare, dal momento che non esiste alcun parametro di serie B e nessun parametro di serie A. Tutti sono fondamentali, e sta all'utente decidere quali privilegiare e se optare per un personaggio eclettico oppure pesantemente specializzato in qualcosa.
Salire di livello in Nioh equivale ad ottenere Amrita, una specie di valuta ottenibile in vari modi, tra i quali l'uccidere i mostri, raccogliere oggetti da "offrire" al santuario e così via; ottenuto un certo valore di Amrita visibile nel santuario stesso, sarà possibile aumentare di livello e di conseguenza aumentare di un punto uno degli otto parametri sopracitati.
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Prega che ti "riprega"
L'idea del santuario è tutt'altro che originale, dal momento che altro non è che l'alternativa concettuale del falò presente in Dark Souls. Il santuario permette di salvare e di spawnare in quel determinato luogo ogniqualvolta si viene uccisi da un mostro. Morire come detto è abbastanza semplice, specie nei primi livelli di gioco quando il gameplay, ancora acerbo nella nostra mente e soprattutto nelle nostre dita, si fa sentire pesantemente. Cosa comporta morire, a parte il dover iniziare di nuovo dal santuario? Comporta, ovviamente, il riaffrontare TUTTI i mostri e TUTTE le creature affrontate in precedenza, eccezion fatta per quelle che appaiono attraverso una specie di fumo innaturale. Ma non è soltanto questo, il male più grande che comporta la morte è l'abbandono della propria anima nel punto esatto della morte, con conseguente perdita di tutta l'amrita ottenuta dal santuario a lì. Per recuperare l'amrita, e quindi trovare la tomba, si ha a disposizione soltanto un unico tentativo; in caso di ulteriore (quindi seconda) morte, la tomba andrà a sparire, lo spirito guardiano tornerà dentro William ma tutta l'amrita andrà definitivamente persa. Carino, vero?.
Il santuario comunque, a parte questa fondamentale e utilissima funzione, ne ha al suo interno anche molte altre. Si può ad esempio ricevere la benedizione Kodama tra una serie di alternative, potenziate ogniqualvolta si ritrova un Kodama e lo si riconduce al santuario. I Kodama sono una specie di collezionabile, degli esserini verdi che indossano buffi cappelli, nascosti in punti della mappa a volte anche impensabili. Raccoglierli tutti, oltre a garantire un trofeo d'argento, permette come detto di incrementare il bonus ricevuto dalla benedizione Kodama prescelta.
Oltre a ciò vi è la possibilità sempre al santuario di riscattare oggetti dei DLC sotto la voce "bottini", di preparare utilissime magie da poter utilizzare in combattimento (previo tutorial) e cambiare spirito guardiano. A differenza delle altre scelte, infatti, lo spirito guardiano scelto al principio sarà modificabile senza alcun malus di sorta. Una scelta logica dal momento che oltre ai tre iniziali ve ne saranno altri sbloccabili lungo tutto l'arco della avventura, missione dopo missione. In tutto saranno venti.
Sempre al santuario vi sono inoltre altre due possibilità, una delle quali è "Fai offerta" a cui abbiamo fatto allusione nel paragrafo precedente della recensione. Si può offrire al santuario ogni oggetto raccolto all'interno della storia e, in base alla sua rarità ed alla sua reale potenza, ottenere in cambio sia utilissima amrita per poter aspirare a salire di livello, sia occasionalmente alcuni doni come vita, antidoti e così via. L'ultima, ma non per importanza, cosa che si può fare è quella di evocare un visitatore. Il visitatore è una modalità multigiocatore che viene incontro nei momenti più difficili dal momento che, barattando una tazza ochoko, si può chiamare in nostro soccorso un altro giocatore che entrerà nella nostra partita con l'unico scopo di aiutarci a proseguire nel corso della avventura. Il visitatore, in cambio dell'aiuto, potrà tenersi la tazza ochoko ed avrà accesso a ricompense piuttosto ghiotte.
È tutta questione di equipaggiamento
Oltre ai vari aspetti del gioco come i parametri, ad influenzare pesantemente lo stile con cui si affronta l'avventura è l'equipaggiamento. La prima parte di esso investe ciò che più è pratico, come le armi e le armature. Le armi sono suddivise in due macro-categorie, ossia da mischia o da tiro, e sarà possibile sceglierne due per tipo da equipaggiare. Le armi possono essere di vario tipo come asce, lance, spade, doppie spade e così via, ed ognuna di esse è dotata di un proprio livello specifico, di un modificatore d'attacco e infine di alcune capacità speciali che vanno ad incrementare alcuni aspetti del personaggio. Interessante e peculiare di Nioh è la "Familiarità" che cambia da arma a arma (non tipologia di armi, ma proprio arma in sé), che permette di massimizzare la forza di essa e, inoltre, di poterla offrire al santuario in cambio di un numero maggiore di amrita. La familiarità investe non solo le armi da mischia, ma anche quelle da tiro.
L'armamentario, invece, offre una strategia particolare e unica nel suo genere all'interno di Nioh. La suddivisione è in armatura leggera, media e pesante, e ciascun pezzo sarà da noi modificabile. Si può ad esempio utilizzare un elmo leggero con armatura pesante, e così via. L'armatura in Nioh si compone di cinque parti: kabuto, do, kote, hizayoroi e suneate. Ogni parte della armatura influenza il peso che William porta con sé, decretando quindi eventuali bonus o malus nell'uso del Ki, ma anche la velocità di movimento del personaggio stesso. Il peso dell'equipaggiamento viene reso attraverso una percentuale in alto, con un valore che può andare anche oltre il 100%, con tutti i malus ovviamente del caso. Indossare armature pesanti e scendere sotto il 100% è possibile (anche molto oltre, come il 70% ad esempio), ma necessita di una buonissima build fatta ad esempio incrementando notevolmente il parametro relativo all'energia.
Qualche problema tecnico?
La possibilità di scegliere sin dal primo avvio la modalità con cui si intende giocare Nioh, ossia se in versione cinematica o se in versione con framerate stabile, è geniale. Certo, questo fino a quando non si nota che anche nella modalità con framerate stabile alcuni elementi non vanno come devono, come ad esempio mostri in lontananza che sembrano camminare "a scatti". Problemi di piccoli scatti avvengono anche subito dopo l'interazione con il santuario, quando il gioco deve abbandonare quella sorta di menù per ricaricare l'ambientazione. Non è niente di fastidiosissimo, ovvio, ma da un titolo in sviluppo da così tanto tempo ci si sarebbe aspettati una cura maggiore e una ottimizzazione quasi perfetta, anche perché i titoli PlayStation 4 sono ormai lungi dal poter essere definite delle novità assolute. Ma questo framerate ballerino non è l'unica cosa sotto le nostre aspettative, ma lo è anche il comparto tecnico che avvicina il gioco graficamente più ad un titolo per PlayStation 3 che ad uno di nuova generazione. Gli stessi filmati, realizzati con grafica in game, mostrano spesso e volentieri una vicinanza con i titoli della generazione scorsa, cosa che si può vedere più nel dettaglio nella resa dei volti dei personaggi.
NiOh
Quando si parla di Nioh ci si accosta moltissimo a quello che è lo stile di gioco inventato e consolidato dalla serie Dark Souls. William, però, mostra elementi di forza decisivi, soprattutto per quanto concerne la storia e tutto ciò che gira attorno a quei fantomatici dungeon dalla soluzione tutt'altro che ovvia. I combattimenti sono ben impostati, con due tipologie di attacco (uno pesante e uno veloce) che si susseguono rapidamente, tutto orchestrato magistralmente attorno all'utilizzo del Ki che altro non è che una specie di stamina. Parare e schivare è di vitale importanza, come lo è imparare i propri nemici e i loro movimenti, nonché attacchi. Puntando e marchiando un nemico, inoltre, è possibile vedere anche la saluta ad egli rimasta e la riserva di Ki ancora a sua disposizione, in maniera tale da usare con strategia attacchi, schivate e parate. Il livello di difficoltà è molto alto ed è garantito anche da boss particolarmente potenti che riescono a suggellare perfettamente la chiusura di una missione, rendendola gloriosa. La vita non è mai troppa e gli elisir, ossia gli oggetti che permettono di riottenere un quantitativo di vita, non si trovano facilmente nel corso della avventura, con la necessità quindi di razionalizzarli al massimo. La funzione multigiocatore, garantita sia dalla modalità visitatore, sia dalla possibilità stessa di collaborare con un giocatore per eseguire una data missione già fatta in coop, risulta essere ben fatta e soprattutto avvincente. Una piccola preoccupazione è legata al fatto che, a volte, non è facile trovare visitatori pronti ad inserirsi all'interno della partita, con conseguenza limite all'azione. Il gioco è appena uscito ed i giocatori non scarseggiano, ma cosa accadrà tra qualche mese o, addirittura, tra qualche anno?. La perplessità è dovuta al fatto che forse, il team di sviluppo, avrebbe dovuto garantire comunque un accesso o un aiuto anche in mancanza di giocatori pronti ad aiutare. Così, allo stato attuale, rischiano di veder precepitare la modalità multigiocatore qualora venissero a mancare degli utenti. Per il resto, a parte qualche forte problema tecnico che abbiamo registrato e riportato nel paragrafo precedente della recensione, Nioh appare un titolo solido che deve gran parte della sua forza sia alla difficoltà ed al combattimento, sia anche alla ambientazione particolarmente intrigante che ci porta costantemente in bilico tra la realtà e un mondo immaginario, labile e oscuro. Un mondo che si affaccia abbracciando totalmente il folklore nipponico, dando vita ad alcune creature non inventate ma comunque ben rese ed assolutamente avvincenti.
Pro:
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Ampia caratterizzazione del personaggio
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Combattimenti difficili e impegnativi
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Storia di spessore e grande ambientazione
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Tante missioni e ore di gioco
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Utilissima modalità visitatore...
Contro:
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...Ma il multigiocatore presenta qualche perplessità
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Tecnicamente abbastanza arretrato