Hades, 2020, recensione
NonSolo Gaming - 18 dicembre 2020 13:34
Un titolo indie che ha fatto un entrata clamorosa a settembre di quest'anno (2020), parliamo di un gioco d'azione che risponde davvero molto bene ai comandi e alle tempistiche.
Sei il figlio di ADE, il dio degli inferi, sicuro e pieno di te, ma non vuoi prendere posto agli affari di famiglia e responsabilizzarti, tu vedere la luce e scappare dagli inferi, l'unico modo per poterlo fare è attraversare una ad una le stanze degli abissi e farti strada tra anime dannate, demoni e divinità che cercheranno di fermarti, fortunatamente gli dei dell'olimpo stimano il loro nipote e contribuiranno con piccoli doni per agevolarti l'impresa ma... attenzione, ciò nonostante non sarà un impresa semplice, infatti morirai spesso e volentieri ritrovandoti a dover partire sempre dalla prima stanza.
Il fattore innovativo che da un tocco di freschezza e consolazione ad ogni morte, è il fatto che puoi cogliere l'occasione della morte (paradossalmente) per accrescere le tue abilità, potenziarti, acquisire nuovo arsenale ecc...
Insomma, la morte è una preparazione per tornare in pista più forti di prima, questo è poco ma sicuro. Noterai che ad ogni morte ti farai sempre più strada e raggiungerai stanze sempre più remote, riuscirai a vedere la luce?
La giocabilità è incredibilmente reattiva, fluida, movimenti e interazioni ben animate, colorazioni vive e stile cartoon danno un piacevole feedback visivo nonostante oggi giorno si punti alla grafica next-gen, HADES colpisce col suo stile semplificato.
Hades è un gioco che ti sprona a migliorare di volta in volta ed è in grado di tenerti impegnato sul gioco per ore abbondanti senza che te ne accorgi.
La musica realizzata appositamente per il tiolo è particolare e caratteristica, accompagnata da chitarra elettrica o strumenti tipici che ti fanno sentire quasi in Grecia.