We Happy Few - Join the fun or be the fun!
We Happy Few è un titolo sviluppato da Compulsion Games che abbiamo avuto la possibilità di provare in questi giorni. Appare purtroppo chiaro che ciò che ci viene presentato (seppur solamente in alpha) ed i celebri trailer di presentazione siano due cose completamente differenti.
Dai trailer veniva delineata una storia concitata fatta di inganni e illusioni in una società malata con chiari riferimenti orwelliani mentre invece nel provato (in alpha) questa vincente combinazione si va a perdere in favore di un gameplay più monotono e anonimo. Non nego che terminare il concitato prologo e trovarmi davanti un survival piuttosto crudo e ripetitivo ha smorzato nettamente l'entusiasmo che avevo prima di provare il gioco.Essendo una versione ancora immatura c'è da aspettarsi che sia incompleta e pure gli stessi sviluppatori hanno confermato l'attuale carenza di trama che verrà compensata ampiamente con l'uscita ufficiale del gioco.Il motore grafico è il classico e collaudato Unreal Engine, dal quale ci possiamo aspettare una notevole scalabilità ed un'ottima resa su svariate macchine diverse.
Wakey Wakey everyone!
La "storia" di We Happy Few pesca ampiamente dalla letteratura di George Orwell di fatto ispirandovisi per ricreare una società utopica dove lo stato controlla ogni singolo aspetto della vita dei cittadini e dove coloro che non si rendono conformi vengono velocemente eliminati. Il gioco si ambienta a Wellington Wells, una cittadina inglese dove dopo gli orrori della seconda guerra mondiale venne imposto a tutti gli abitanti di assumere una potente droga psicotropa di nome "Joy".[image id="6137" p="right" s="medium"] Questa è atta a far dimenticare alle persone gli orrori del passato e a farli vivere in un mondo artificiosamente felice in modo da nascondere i difetti della società e le imposizioni dettate sistematicamente dal regime. A sottolineare quanto importante sia questa felicità forzata vi sono le sorridenti maschere che gli abitanti portano a coprire il loro vero volto (fatta eccezione per gli occhi sbarrati e folli per colpa della droga). Intrigante ed al tempo stesso opprimente il personaggio di "Uncle Jack" che come un novello "Grande Fratello" regna sovrano sulle televisioni e le radio dell'intera città abbindolando gli abitanti con una falsa felicità ed un mare di bugie.
Se la Joy ed i "consigli di vita" del buon Uncle Jack non fossero già di per sé sufficienti a tenere a bada le persone troviamo anche le inquietanti forze dell'ordine. Queste sono una versione più alta e aggressiva dei classici poliziotti inglesi la cui maschera però è sagomata in un inquietante e sardonico sorriso che poco in realtà dissimula loro vera natura. Coloro che non assumeranno la loro Joy o che magari creeranno problemi all'ordine pubblico saranno subito etichettati come "downers" (letteralmente coloro che smorzano il buon umore) e saranno esiliati a vivere nei sobborghi distrutti della città rimpiangendo le loro vite passate e la loro miseria. Impossibile da non notare a somiglianza con Bioshock dove la popolazione bella fuori ma marcia dentro a causa dei plasmidi relega coloro che sono "troppo mutati" ai confini della città trattandoli come se fossero la "peggio feccia".
[youtube id="n-Xr0W0oB_o"]
A little bit of story...
Anche il prologo sembra essere uscito direttamente da 1984 ma si notano anche influssi dal noto V per Vendetta ed altri testi che presentano un futuro oppressivo e controllato dell'umanità.
Il tutto inizia nell'ufficio di Arthur Hastings, un impiegato il cui compito è quello di rimuovere le notizie tristi dai quotidiani sotto l'effetto della Joy e di cui noi prenderemo l'identità. Tutto procede come sempre fino a che non accade l'inaspettato: davanti a noi compare un vecchio articolo riguardo al nostro defunto fratello minore Percy. Questo risveglierà qualcosa in noi e ci indurrà a rifiutare di assumere la nostra dose di Joy.[image id="6143" p="right" s="medium"]
Dopodiché saremo riportati alla realtà da una collega che seppur insospettendosi del nostro strano comportamento ci ricorderà della festa di compleanno che si sta tenendo qualche stanza più in là. Dirigendoci alla festa passeremo accanto ad alcune stanze dove accadono cose non troppo normali a cui per l'effetto della Joy non avevamo probabilmente mai prestato attenzione.
In un ufficio assisteremo persino ad una strana aggressione di un collega da parte di un uomo alto e dalla inquietante maschera sorridente che una volta accortosi di essere osservato chiuderà le tende dell'ufficio e ci taglierà fuori. Una volta arrivati nella saletta dove si tiene il compleanno ci sarà chiesto di colpire una pignatta la quale in realtà senza l'effetto della Joy si rivelerà essere solamente un ratto morto. Colti da un conato di vomito e rifiutando apertamente una dose di Joy offertaci saremo subito etichettati come "downers" e verrà dato l'allarme. Nonostante tutto saremo in breve tempo raggiunti dai poliziotti che ci metteranno al tappeto in pochi secondi. Ci risveglieremo esiliati in un bunker nei sobborghi di Wellington Wells assieme al cadavere di una nostra collega che a detta di tutti "era solo andata in vacanza". Qui finisce la parte story driven del gioco (ed anche il mio entusiasmo) ed inizia la parte più fredda e anonima ovvero la sezione survival.
...and a big bite of survival
Una volta che ci saremo svegliati nel bunker il nostro unico obiettivo sarà quello di fuggire da Wellington Wells (o quantomeno morire provandoci). I sobborghi in cui muoveremo i nostri primi passi sono un ambiente ostile, desolato e fatiscente ed i "downers" che vi abitano sono malinconici e quantomai imprevedibili. Fin da subito ci accorgeremo di quanto pressante (anche troppo) sarà il dover soddisfare i bisogni primari (fame, sete, sonno) ed infatti passeremo molto tempo a vagare attorno al nostro bunker alla ricerca di cibo e acqua. Altri fattori di cui tenere conto saranno i vari disturbi che potremo subire mangiando cibo marcio ed uno stato di malattia che ci ucciderà se non curato in tempo breve con un particolare farmaco. Potremo poi raccogliere svariati oggetti e materiali per costruire armi, oggetti curativi e di vario tipo in un sistema di crafting semplice ma ancora piuttosto basilare. Il mondo di gioco in cui ci muoveremo[image id="6142" p="right" s="medium"][image id="6141" p="right" s="medium"] in questa alpha è generato in modo casuale dal sistema ogni volta che ricominceremo una nuova partita (o moriremo visto che equivale alla stessa cosa). Il difetto maggiore che viene fuori dall'uso di questo mondo procedurale è la mancanza di anima che permea gli ambienti di gioco. Questi non sono altro che un ripetersi casuale e monotono di asset che sembrano quasi messi lì per caso e non danno la sensazione di essere parte di quel mondo che ci era stato dipinto in precedenza. Il dettaglio e la cura per i particolari che si erano infatti osservati durante il prologo qui vanno completamente a perdersi. Anche una volta che avremo raggiunto il Villaggio di Hamlyn, ovvero il cuore della città, non avremo la stessa sensazione che avremmo avuto con un gioco story driven fatto e finito, ma ci troveremo a vagare per una città fatta di vie tutte uguali, con solo pochi edifici realmente visitabili ed un aspetto molto meno curato di quanto si lasciava intravedere dai trailer (anche se parte del problema è ovviamente da imputarsi al fatto che si tratta di una alpha).
Vagando per la mappa ci saranno affidate delle piccole missioni contestuali che ci permetteranno sia di ottenere particolari risorse che di avanzare nella storia ma che non sono sufficienti per dare la sensazione di una vera e propria trama. Queste appaiono più come eventi casuali e generici senza un fine preciso se non quello di farci gironzolare per gli ambienti di gioco. Il combattimento all'arma bianca che ci troviamo davanti è una versione molto basilare di quello che potremmo trovare in un qualsiasi gioco di ruolo. Sarà però nostro interesse evitarlo per quanto ci sia possibile poichè saremo spesso in svantaggio numerico finendo col morire sotto i colpi nemici. Le regole principali per sopravvivere saranno semplici: rimanere il più possibile in disparte, salutare chi si incontra al fine di smorzare ogni eventuale atteggiamento aggressivo nei nostri confronti, evitare di rubare davanti a testimoni e non essere a nostra volta aggressivi verso gli altri (se non quando saremo costretti).
Se riusciremo a rispettare queste regole forse (e sottolineo forse) potremo abbandonare i sobborghi ed entreremo nel cuore di Wellington Wells alla ricerca di una via di fuga. Una volta che avremo raggiunto la parte "joyful" della città le cose andranno di male in peggio poichè oltre al cercare di non morire di fame o di sete dovremo anche renderci il più possibile conformi con gli abitanti. Dovremo vestirci bene, salutare con maggior costanza le persone attorno a noi ed avere sempre in corpo una certa dose di Joy. In città sarà quasi obbligatorio l'evitare lo scontro fisico (a meno che non ci veda nessuno) se non vorremo vedercela con i vigili tutori della legge (che non ci metteranno molto a metterci KO). Peculiare proprio di questa parte del gioco è la continua osservazione a cui saremo sottoposti. Poliziotti, cittadini (vecchine in primis) e persino i televisori ci terranno costantemente d'occhio per riconoscere la nostra vera identità di downer. Inoltre dovremo anche vedercela con i migliori sistemi di sicurezza di cui dispone la città "alta" ovvero trappole sofisticate, allarmi e posti di blocco con "rilevazione di Joy". Sostanzialmente non ci sarà permesso di sbagliare, ed ogni errore ci costerà caro.
Join the fun!
Trattandosi come già detto di una versione alpha del gioco è ovvio trovare il tutto un'esperienza al momento incompleta e non priva di bug anche fastidiosi (come il non poter interagire con un personaggio chiave o il non trovare un determinato oggetto) ma comunque in grado di offrire un'idea di quello che sarà[image id="6129" p="left" s="small"][image id="6133" p="left" s="small"] il prodotto finito. Non nego che avrei preferito un approccio più simile ad un Bioshock per caratterizzare meglio l'affascinante società che ci viene presentata ma confido nel fatto che con la versione definitiva saranno introdotte numerose aggiunte che renderanno il tutto più ricco e definito.
We Happy Few si è mostrato un titolo interessante, ancora incompleto e che non perdona gli errori del giocatore. Il minimo sbaglio infatti ci può portare alla morte facendoci ricominciare tutto quanto da capo. Non è quindi il gioco adatto a coloro che amano gli scontri diretti o che non hanno la pazienza di prepararsi bene prima di affrontare determinate sezioni o dati nemici.
Sarà invece il gioco adatto a chi ama sia il genere survival (vedi rust, dayz e simili) ma anche il genere stealth per via degli approcci più tattici e passivi agli ambienti di gioco. Se si riuscirà ad entrare nella distorta mentalità di Wellington Wells invece ci troveremo davanti ad un gioco potenzialmente in grado di offrire un intrattenimento complesso e con molti margini per crescere in grande. Il gioco è già disponibile al download (alpha version) su Steam, GOG, Humble Store e Xbox One al prezzo di circa 27,99 euro.
Se credete negli sviluppatori e volete aiutarli nello sviluppo allora non attendete oltre per acquistare questo titolo, e mi raccomando, non dimenticate di prendere la vostra dose di Joy!