Tom Clancy's Ghost Recon Wildlands - Special Op - Prime impressioni sulla Closed Beta
La serie di Ghost Recon si affaccia al mondo videoludico ormai da diversi anni ed i suoi fan non attendevano altro dell"uscita di Wildlands. Il titolo non è ancora disponibile sul mercato, lo sarà presto, tuttavia Ubisoft ha dato il via ad un fine settimana che anticipasse in qualche maniera il gioco, per farlo provare e testare al contempo i nuovi meccanismi che sono stati inseriti. Una closed beta ottenibile mediante inviti, che ha permesso sia di tastare con mano la grafica del titolo, ma ancora di più di assaggiare la storia che fa da sfondo. Pronti, via, e subito veniamo catapultati in quella che è una creazione davvero minuziosa del proprio personaggio, soprattutto se si pensa che si tratta, appunto, di una beta. La personalizzazione del proprio ghost è piuttosto lunga, questo grazie al poter modificare praticamente ogni minimo aspetto del personaggio. Una modifica che attraversa un piano estetico ma anche di equipaggiamento, visto che è possibile scegliere anche tra vari completi e zaini, per dare un tocco più personale a quello che sarà il nostro agente sul campo. Il poter cambiare quasi ogni aspetto del personaggio si lega all'esigenza di sbarcare online, con missioni che è possibile svolgere anche in cooperativa, dando un aspetto vario al mondo di gioco. Limitare le modifiche da poter apportare al personaggio avrebbero finito per danneggiare quello che è l'impatto di un videogiocatore con un gioco online. A nessuno, del resto, piacerebbe essere identico al ghost di un altro.
Bienvenidos a Bolivia
La closed beta di Ghost Recon: Wildlands mette subito in chiaro quella che è la ambientazione che sottostà al videogioco. La Bolivia è nel caos e all'interno d'essa si consuma quella che sembrerebbe essere una guerra civile, un caos senza fine che porta la stessa nazione a "spaccarsi in due". Si tratta in[image id="6428" p="right" s="medium"][image id="5130" p="right" s="medium"]realtà di un termine inesatto, visto che le fazioni con cui è possibile interagire sono di più e, più nel dettaglio, sono il cartello Santa Blanca, i ribelli ed i militari dell'Unidad. La missione è proprio quella di distruggere il cartello, regione dopo regione, in quello che è un grandissimo mondo quasi completamente esplorabile. Un totale di ventuno regioni, che la Closed Beta non ha ovviamente trattato ma che ha lasciato intravedere grazie alla ampia mappa. La regione boliviana in cui la closed beta ha messo le radici è quella di Itacua, con già moltissime quest principali e subquest da poter svolgere, mettendo in chiaro quella che sembrerebbe essere una signora longevità. Missioni differenti, a volte anche ripetibili, che tuttavia in qualche frangente sono sembrate essere simili. Il senso di ripetizione e di noia viene però meno nel momento in cui ci si ritrova a far fronte ad una IA per niente stupida, capace di mettere in difficoltà se si mostra un approccio al gioco sbagliato. Su questo però torneremo dopo.
Rimanendo sul mondo di gioco non è possibile non menzionare l'aspetto grafico. La natura è realizzata in maniera davvero coinvolgente, con ripari naturali che è possibile utilizzare per mettere in atto le proprie azioni di guerriglia. Che si sia in cooperativa online, o che al nostro fianco si abbiano dei ghost utilizzati dall'intelligenza artificiale, quel che importa è che ogni missione deve essere organizzata al meglio, e per farlo si deve tener conto di ciò che ci circonda. Sparsi per la mappa diversi avamposti e paesini, alcuni in mano al cartello, altri invece sgombri da nemici. Solitamente, all'interno di questi agglomerati urbani minori, è possibile trovare scorte di cibo, benzina o altri materiali importanti per i ribelli, che è possibile segnalare con il gps. Scorte militari che entreranno in possesso dei ribelli, in questa closed beta nostri alleati contro il Santa Blanca.
La grafica, come sottolineato, è ben fatta e molto curata, anche se alcuni aspetto sembrano essere rispetto ad altro essere stati trascurati. Alcune vetture, specialmente quelle civili, non sembrano ad esempio brillare per realizzazione. Più rari ma comunque presenti alcuni glitch grafici, per fortuna non invasivi e dunque non gravi, come macchie di sangue sospese in aria, come se vi fosse un muro invisibile. In ogni caso sarebbe sbagliato non sottolineare che si tratta di una beta, e che dunque questi glitch sono normali e, in teoria, saranno risolti al momento del lancio.
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Altre personalizzazioni in game
Trattandosi di un titolo che è possibile giocare in maniera cooperativa, o comunque online, Ubisoft ha avuto l'accortezza di inserire personalizzazioni che, stavolta, non investono l'aspetto del personaggio, bensì le sue caratteristiche. Come se si trattasse di un vero e proprio RPG è possibile acquistare,[image id="5127" p="right" s="medium"] con alcuni punti abilità ottenibili in gioco, delle skill che permettono di essere più dinamici e maggiormente pronti a svolgere le missioni. Le skill sono molto varie e investono vari aspetti del nostro ghost, come ad esempio il fattore mira, rianimare i compagni caduto più rapidamente, aumentare la batteria del drone, e così via. Wildlands è stato strutturato per avere una forte ossatura online, cooperativa, e proprio per questo motivo per avanzare con più semplicità lungo l'intricata storia è utile possedere abilità differenti gli uni dagli altri. Essere un gruppo completo è fondamentale per non rischiare la disfatta più profonda.
Altre personalizzazioni sono presenti a livello di armi, come Ubisoft ha più volte mostrato in alcuni filmati rilasciati ancora prima della closed beta. Si possono portare con sé nel corso della storia un totale di tre armi, di cui una è la pistola. Queste armi possono essere modificate attraverso l'apposito menù, all'interno del quale l'arma in questione viene come smontata, mettendo in evidenza i suoi pezzi compositivi. Ogni pezzo mostrato può essere modificato a seconda delle nostre esigenze, con una ampiezza di contenuti che la closed beta non ha valorizzato, ma che ha comunque lasciato intravedere.
Sono troppi... troppi!
Sin dal filmato iniziale, utile ad immergere nella vera atmosfera di questa Bolivia divisa e dilaniata da scontri interni, appare evidente che le forze che siamo chiamati ad impersonare sono infinitamente minori (in quanto a numero) rispetto a quelle messe in campo dal Cartello o dalla Unidad. Per questo motivo si è "Ghost", ossia agenti molto preparati, i migliori sul campo, capaci di operare in condizioni estreme e senza i favori del pronostico. Questo deve mettere in preventivo un aspetto non spavaldo nelle missioni, ma una accortezza di preparazione che deve stare alla base anche delle più piccole operazioni. La IA dei nemici garantisce inoltre al giocatore numerosi spunti, questo perché cercheranno sempre di sfruttare ogni debolezza, posizionandosi anche in posizioni sopraelevate per mettere in difficoltà.
Differente, e purtroppo merita menzione, è la IA relativa ai personaggi non giocanti passivi, ossia i civili, che appaiono spesso accorgersi tardivamente della nostra presenza dando vita a buffi e insensati siparietti. Negativa anche l'intelligenza artificiale dei civili al volante, con incidenti praticamente in ogni zona della mappa, seguiti anche da esplosioni incontrollate che lasciano talvolta basiti. Aspetti su cui Ubisoft dovrà sicuramente tornare, per quanto "marginali" rispetto a quanto il gioco intende offrire.