Escape from Tarkov - Quando la luce del sole non è mai stata più confortante
Fuga da Tarkov. Questa è la traduzione del titolo, che possiamo utilizzare anche in breve per capire cosa realmente è il gioco. Si tratta di un videogioco in prima persona che ricalca una vera e propria simulazione militare non ben definita, condita da elementi fortemente MMORPG. Escape from Tarkov mira essenzialmente al realismo, con una grafica decisamente buona e un comparto sonoro di primissimo livello, così da immergere il giocatore in una atmosfera tetra ed a tratti quasi angosciante. Gli amanti del genere troveranno sicuramente di buon auspicio la presenza di una storia che guida, in pratica, quelle che altrimenti sarebbero semplici razzie perpetrate unicamente per raccogliere oggetti sparsi per il mondo di gioco. Il gioco, targato Battlestate Games e sviluppato con l'ormai noto motore di gioco gratuito Unity, ricorda per tematica, e anche in altri piccoli frangenti, giochi come DayZ, S.T.A.L.K.E.R. e Shattered Skies. La componente di gioco è fondamentalmente multiplayer, ma non sono escluse sessioni in cui è possibile giocare da soli contro un agguerrito computer.
Da Tarkov alle spedizioni
Tutto il gioco gira attorno al raccogliere oggetti in spedizioni pericolose e letali, in cui la possibilità di morire è davvero molto elevata.[image id="10587" p="right" s="medium"] I programmatori non si sono però limitati a creare il solo mondo di gioco, ma hanno dato vita anche ad una storia che guida, di fatto, queste spedizioni alla ricerca di armi ed altra oggettistica varia. Il centro di tutto, come suggerisce proprio il nome del prodotto, è la città di Tarkov, ubicata nella regione di Norvinsk, una specie di zona speciale economica che funge da collegamento tra la Russia e il resto dell'Europa. Le condizioni studiate per agevolare il commercio internazionale da parte delle compagnie non ha attatto soltanto investitori economici, come invece si sarebbero attesi, ma anche e soprattutto corporazioni dagli intenti piuttosto ambigui, pronte a lucrare ad ogni condizioni. Capaci di proseguire anche davanti alla morte. Tarkov è la più grande città della regione e diventa ben presto la polveriera per antonomasia, con dei combattimenti armati che la trasformano quasi nella terra di nessuno. Da una parte una corporazione transatlantica particolarmente potente, dall'altra le truppe sotto il comando del ministro degli affari interni e quelle di altre due compagnie militari private. La condizione di furiosa guerra civile comporta la chiusura della città, che viene quindi isolata completamente dal resto del mondo e lasciata di fatto a sé stessa.
Raids spaventosamente complicati
Che si giochi in sessioni singleplayer o multiplayer una cosa balza subito all'occhio: la difficoltà. La IA è davvero molto combattiva, con una mira decisamente buona e capace di terminarci in men che non si dica se non si procede con una calma olimpica, cercando di limitare il rumore ai limiti del possibile. La difficoltà sta nel fatto anche dello scarso equipaggiamento iniziale, che conta di armi che, tuttavia, non si dimostrano essere adatte allo scopo di fronteggiare i nemici ovviamente più preparati di noi. L'equipaggiamento con cui affrontare le missioni è destinato ad incrementarsi nel numero e nella qualità, raid dopo raid, ma ciò non significa che sia una pura escalation verso la semplicità. Niente affatto. La difficoltà rimane ed è ancorata al poter perdere tutti gli oggetti qualora si morisse in missione, uccisi da nemici mossi dalla IA oppure da altri giocatori come noi, mossi dalla volontà di derubarci del nostro prezioso carico. Il che è molto semplice: i giocatori pronti a farci fuori senza motivo, anche di fronte ad una palese neutralità, sono, come sempre, dietro l'angolo.
Non si tratta, come si potrebbe pensare, di una mappa grande completamente esplorabile; in questo Escape from Tarkov si dissocia completamente da altri giochi di natura molto simile, come ad esempio Shattered Skies, che abbiamo avuto modo di recensire qualche mese fa. La mappa è suddivisa in varie istanze, di natura differente e complessità variabile, che richiedono un tempo medio sempre diverso per poter essere completate. Informazioni che ci vengono date subito, ancor prima di avviare l'istanza, in maniera tale che si possa proseguire consci del tempo a nostra disposizione nella real life.
[youtube id="a70_QmnjhCU"]
Un inventario carico di... di... tutto
Un gioco basato sul raid e sull'ottenere equipaggiamento sempre nuovo e sempre più potente non può che avere alle spalle[image id="10590" p="right" s="medium"][image id="10588" p="right" s="medium"] un sistema di "zaino" articolato e complesso. Lo spazio adibito all'equipaggiamento è davvero molto vasto, così come quello a disposizione per inserire gli oggetti raccolti da terra durante le istanze. Ogni minimo spazio utilizzabile per il trasporto è realizzato a "quadretti". Si hanno un numero di quadretti prestabilito e, all'interno di questi, vanno inserite i vari numerosi oggetti che, di conseguenza, occupano ciascuno un certo tot di quadretti. Viene da sé che per posizionare molta roba è necessario razionalizzare l'utilizzo dello spazio, spostando gli oggetti più ingombranti in modo e maniera che vadano ad incastrarsi con gli altri, in maniera tale da non sprecare neanche uno di quegli utilissimi quadretti. Quel che ne esce è, per dirla in una maniera un po' nerd, come giocare a Tetris, spostando gli oggetti fino a che non si incastrano tra loro, occupando la minor porzione di spazio possibile. Si potrà comunque notare che le armi occupano uno spazio molto grande, e che quindi sarà difficile portare via molta roba, da qui la necessità di scegliere con accuratezza cosa portar con sé, abbandonando il resto strada facendo.
All'interno dei raid non si trovano infatti unicamente armi e proiettili, ma anche altri tipi di oggetti come sigarette e oggetti per ristabilire quelle che sono le condizioni fisiologiche del nostro personaggio. Capiterà infatti che, colpito dall'arma di un nemico, possa iniziare a versare del sangue. Una ferita che quindi ha necessità di bende, in maniera tale da arrestare quello che altrimenti diverrebbe un problema sicuramente più grande. Questo è solo uno degli esempi, dato che i problemi che possono affliggere il personaggio sono di varia natura e, in breve, cercheremo di elencarli di seguito. È possibile, a seguito di istance particolarmente lunghe, provare sulla pelle del proprio personaggio condizioni vitali e fisiche difficili, e dover quindi trovarne una soluzione. Il gioco prevede infatti la possibilità della disidratazione, della perdita eccessiva di energia, la pressione sanguigna, la perdita di sangue, le fratture, le contusioni, le intossicazioni, i tremori e così via. Una serie di problemi che possono venire risolti unicamente con l'ausilio di alcuni oggetti trovabili all'interno della mappa. Il problema sarà, ovviamente, raggiungerli senza lasciarci la pelle.
A proposito dell'inventario rimane soltanto un'ultima cosa da trattare, ossia l'assicurazione che è possibile stipulare poco prima di partire per un raid. Dato che la morte porta a perdere anche i propri oggetti di partenza, i programmatori hanno studiato un interessante metodo per ovviare al problema. È possibile pagare una certa somma di denaro per assicurare singoli oggetti. Assicurare un oggetto comporta di fatto il non perderlo in azione, neanche dopo la tanto spaventosa morte. Se si dovesse morire, infatti, si potrà tornare al menù con la tranquillità di conoscere il destino dei nostri oggetti: essi saranno ad attenderci lì, nel deposito di sempre. Una ottima soluzione per far fronte ai giocatori che, nelle sessioni multiplayer, purtroppo sparano o colpiscono senza senso alcuno.
Considerazioni finali
Escape from Tarkov non è un gioco innovativo, ma nonostante questo i programmatori hanno studiato elementi sicuramente interessanti in grado di migliorare l'esperienza di gioco. Il problema a cui hanno trovato una soluzione ottima è quello relativo alla perdita delle armi a seguito di una morte o provocata dalla IA, o da un altro giocatore affamato di ricchezze. In questi giochi l'assenza di un gruppo, ovviamente nelle sessioni multigiocatore, si fa sentire, soprattutto perché è facile cadere vittime di imboscate che, alla fine, dopo due o tre volte portano alla inevitabile disinstallazione del prodotto. Perché un gioco dove si deve solo morire a causa di qualcuno che si diverte male, c'è da dirlo, non è destinato a durare nel tempo. O almeno, non con la quantità di giocatori che magari meriterebbe anche. La scelta di inserire assicurazioni sugli oggetti è quindi una scelta indubbiamente intelligente, che tuttavia non risolve completamente il problema di fondo. Un inghippo non di facile soluzione, specie per un genere survival che fa della sopravvivenza la sua chiave di volta.
La qualità grafica è piuttosto buona, cala soltanto un po' per quanto riguarda la resa dei personaggi, mentre il comparto audio risulta essere davvero molto gratificante. Il rumore degli spari è estremamente accurato, così come quello dei passi e di altre azioni. Molto bella anche la resa delle armi, sia quelle impugnate sia quelle iconiche presenti all'interno dell'inventario. L'uso dell'inventario non è semplice, spiazza moltissimo a causa della sua grandezza e del suo ordinamento un po' caotico. Nonostante questo, inteliggente è la possibilità di disporre le armi secondo quadretti che limitano di fatto ciò che ci si può portare appresso, senza l'ormai noto e banale peso massimo da raggiungere.
La IA è estremamente agguerrita, capace di rendere le istance un vero e proprio inferno. Un elemento che ci sentiamo quindi di premiare. Nelle sessioni multiplayer invece qualche dubbio si ha sul feedback degli spari e, più in generale, degli attacchi. Non sempre si riesce a capire se si è colpito un nemico, questo non solo per le armi da fuoco ma anche per quelle fisiche come le accette. Il feedback del colpo avviene solo a livello sonoro, mentre quello fisico appare blando e totalmente da rivedere. Interessante è la storia che si sviluppa dietro gli avvenimenti di Tarkov, così come anche la possibilità di dover creare disagi fisici e psicologici del proprio personaggio attraverso la raccolta e l'utilizzo di oggetti ottenibili all'interno dei vari raid.
In definitiva si tratta di un gioco non originale ma comunque molto divertente, consigliato tuttavia soprattutto a coloro che hanno un gruppo qualora si desiderasse approdare nelle sessioni multiplayer.